VENTIDUE ANNI DOPO, RAMELLI FA ANCORA PAURA?

28 apr 2007

UNA FOTO, UN’INCHIESTA, E I CAPELLI LUNGHI DI SERGIO (E UN LIBRO)

 

 Ecco alcune delle ragioni perchè abbiamo deciso di ristampare un testo "clandestino". (Anche se lo avete già, correte a ricomprarlo…)

                                            

 

 

 

 

Intanto quella foto. Se si è tramandata una memoria di Sergio Ramelli, e poi se questo nome e la sua storia hanno potuto traversare trent’anni di storia italiana, la nube di oblio degli anni di piombo, rompere le barriere del pregiudizio e delle appartenenze, è soprattutto per quella foto: il ragazzo con i capelli lunghi, con lo sguardo innocente, gli occhi castani e luminosi, la brutale ferocia di un omicidio  celebrato a colpi di chiave inglese, con l’aggravante della premeditazione e del delitto su committenza, come se si fosse trattato di un festino di morte e di sangue.

                                  

                                             (Sergio Ramelli)

 

 E poi questo libro. La prima edizione di “Ramelli, Una storia che fa ancora paura”, era uscita nel 1987 come un documento clandestino e di comunità, ed era invece destinata a suscitare uno dei più grandi successi di vendita fuori dai circuiti ufficiali che si ricordi in questo paese. Cinque edizioni, 16 mila copie vendute banchetto per banchetto, una lista di presentazioni e un viaggio in giro per l’Italia nel nome di Sergio che possono essere comparati solo alle tappe della tournè di qualche pop star, o a un viaggio elettorale. Invece, non si trattava né della prima e né della seconda ipotesi. Gli autori che firmavano (e firmano) quel libro erano cinque, e perfettamente sconosciuti al grande pubblico, solo uno di loro, Guido Giraudo era un giornlaista prfoessionista, ex vicedirettore del Candido negli anni settanta. Il libro se l’erano stampati praticamente da soli. E per di più, quando era uscito non ne aveva scritto nessuno: non una recensione, non un trafiletto, nemmeno una segnalazione sui giornali seri.

 

                                   

                                                   (Guido Giraudo)

 

Ma tutte queste cose messe insieme, per quanto interessanti, non basterebbero a giustificare una ristampa, se non ci fosse un elemento in più, e decisivo: l’inchiesta. Ecco, l’inchiesta, in Italia, nel panorama vaniloquente e un po’ gaglioffo della stampa italiana, è un genere estinto o inflazionato.

Se lo ricordo, è perché  questi “non professionisti” che nel 1987 si mettono a scavare sul Caso Ramelli in realtà danno una lezione che sarebbe utile a molti. Sono di destra, certo, e sono motivati da un desiderio di battaglia memoriale: ma si tratta di una battaglia civile, prima ancora che politica. E poi sono terribilmente rigorosi. Non si perdono in mille fronzoli,  non inseguono la bella pagina, lavorano di olio di gomito e di archivio, setacciano le emeroteche, raccolgono le testimonianze. Sono di parte? Certo: ma hanno un metodo e una cifra scientifica: il loro lavoro è utile a chiunque voglia ripercorrere quel sentiero di storia italiana. Quando 16 anni dopo mi misi in testa di scrivere un libro che raccontasse le storie dei 21 ragazzi di destra radicale non uccisi negli anni di piombo, l’unico su cui esistesse un lavoro di rigorosa ricostruzione documentaria era per l’appunto Ramelli. Ricordo che ad una presentazione del mio libro, un giornalista non certo sospetto di simpatie per la storia missina come Gad Lerner chiese a Girando: “Non è che ne avresti una copia da mandarmi?”. No, le aveva finite. Così è nata l’idea di questa ristampa. Perché la storia di Sergio ebbe il destino di trovarsi al crocevia di molte storie importanti, e continua a costituire una pietra miliare nella cronologia delgi anni di piombo.

                      

                 (la locandina dello spettacolo teatrale tratto dal libro)

 Alcuni dei motivi sono già noti a chi ha già letto “Cuori neri”.  Il primo: il delitto Ramelli celebrò come non era mai accaduto prima la spersonalizzazione della vittima. Ad uccidere Sergio non erano i suoi avversari politici diretti, ma un gruppo di studenti che apparteneva al servizio d’ordine di Avanguardia Operaia. Il più “sfigato” dei servizi d’ordine dei gurppi extraparlamentari milanesi, va aggiunto, quello che come ricordava lo stesso Lerner in un articolo del 1987 si era guadagnato il nomignolo malefico di “Brigata coniglio”. Ma divenne, come in quasi tutti i casi che avrei raccontato in Cuori neri, un “delitto iniziatico”. Dopo  che avevi ucciso la prima volta, la deriva della storia ti faceva fare il salto dall’amministrazione più o meno controllata della violenza di piazza alla lotta armata. Il secondo motivo: il caso Ramelli, era diventato , al pari di tanti altri delitti di quel tempo il romanzo di formazione di una frammento di classe dirigente, sia a destra che a sinistra. Tra gli avvocati del processo che si celebrerà a dodici anni di distanza troviamo su fronti avversi – tanto per fare tre nomi – un futuro deputato di An come Ignazio La Russa, un futuro deputato di Forza Italia come Gaetano Pecorella, e un futuro deputato di Rifondazione come Giuliano Pisapia. Terzo motivo: Ramelli era un anello nella catena del sangue, e diventava il prologo di altri delitti nella catena del sangue: senza questo delitto, probabilmente,  Milano si sarebbe potuta risparmiare una settimana di guerriglia urbana, e due morti che sono direttamente o indirettamente collegati al delitto. Claudio Varalli muore durante uno scontro a fuoco che nasce dopo un volantinaggio che si celebrava nel nome di Ramelli (a cui per ironia della sorte prendeva parte Girando ma non Antonio Braggion, l’uomo che freddò il militante di sinistra con la sua 7.65, mentre veniva assaltato nella sua Mini).  E sempre lungo il filo del sangue di Sergio muore Giannino Ribecchi, investito da una jeep della polizia nei caroselli che seguono l’assalto di un corteo extraparlamentare alla federazione missina di via Mancini. Siccome il grosso dell’inchiesta l’avevano fatta Girando e i suoi coautori, quando si trattò di affrontare la storia di Sergio, mi ritrovai nella possibilità di inseguire altre piste. La prima, quella del rimorso, mi portò a incontrare il libro di Giorgio Mellitton (che cito ampiamente in Cuori neri) il professore di italiano di Sergio, che distrutto dal senso di colpa per non aver fatto abbastanza, di non aver impedito quel delitto come forse avrebbe potuto, raccontò la sua storia con un libro pieno di malinconico strazio e di particolati agghiaccianti. Su tutto quello della sua collega che commentava il suo delitto con lo stesso senso di pietas che avrebbe potuto rivelare un kapò: “Di fronte a una tazza di caffè, a voce alta perché gli altri sentissero, la professoressa di lettere del triennio F disse: “E che importa, se dunque era un fascista?”. Non era sola: “Un’altra sua collega, del corso E esclamò con sgomento: ‘Sono cose più grandi noi”. E una terza, tanto per chiudere il quadretto tratteggiato da Mellitton, sospirò: “A Roma sono più forti neri, a Milano noi”.

                              

                             (Copertina della prima edizione del libro)

 

Nella sua raggelante spietatezza, quest’ultimo commento rivelava un’altra verità: sotto la sovrastruttura degli odi ideologici, il delitto Ramelli, e tutti gli altri che negli anni settanta hanno visto cadere i cuori rossi e neri, la vera meglio gioventù di questo paese, erano incrostati con qualcosa che stava dentro le viscere di un paio di generazioni di italiani, un rancore atavico, cieco, e per certi versi persino tribale. Quando pronuncio queste parole, ogni tanto, incontro qualche saettare di sguardi perplessi, magari la cifra di un sorriso. Eppure, con la stessa regolarità di un metronomo, ogni anno il rintocco di qualche fatto di cronaca, dai processi alle rivelazioni, dalle guerriglie urbane al disvelamento di qualche manipolo di vecchi o nuovi brigatisti, ci spiega quanto quell’odio antico sia ancora vivo, persistente, e destinato a covare anche dopo che le fiamme sembrano estinte, come la brace sotto la cenere. A sedici anni da questo libro, sono riuscito a parlare con il magistrato che è tra i protagonisti di queste pagine. Fu un magistrato indubitabilmente come Guido Salvini, infatti,  a scoperchiare l’abisso di questo delitto sepolto. E questo è anche l’ultimo punto dirimente del caso Ramelli: è uno dei pochissimi omicidi degli anni di piombo per cui si sono travati dei colpevoli. Dei colpevoli reoconfessi, che come dimostra questo libro, non per questo non vennero difesi al di là di ogni senso logico. Quando inizò a celebrarsi il processo, infatti, qualcuno (in testa a tutti un partito che oggi non c’è più Democrazia Proletaria, e un quotidiano, il Manifesto)  provarono a dire che non si trattava di un processo legittimo, ma del tentativo di mettere sul banco degli accusati un’intera generazione. Argomentazione che come scoprirà chi legge questo libro era a dir poco risibile allora, e lo è anche oggi. Uno degli imputati, Marco Costa, raccontò ad una corte allibita che una mattina aveva scambiato per un colpo di Stato, la sfilata dei carri per il 4 novembre. E quando il presidente chiese testualmente:

 

“Ma a scuola non vi avevano detto che il 4 novembre era la festa nazionale?”.

 

Si sentì rispondere con altrettanto candore:

 

“All’epoca leggevamo più i testi di marxismo che i testi scolastici”.

         

        (Zibecchi e Varalli: le loro morti sono collegate a quella di Sergio)

 

Qui mi piacerebbe provare a spiegare una cosa banale, ma nemmeno troppo. Non per difendere l’utilità dei testi marxisti (cosa che comunque mi sta a cuore), ma per sgombrare il campo da un grande equivoco: in ogni tempo e luogo, le responsabilità sono individuali e non collettive. E così, malgrado le aggravanti e i condizionamenti del tempo, fare giustizia, e celebrare il processo Ramelli, voleva dire prima di ogni altra cosa, che responsabile dell’omicidio Ramelli erano gli uomini del commando – tutti studenti universitari, e non ragazzini -  che si erano dati appuntamento per flagellare un ragazzo sotto casa sua. E che dopo meno di vent’anni si presentavano davanti ai giudici immemori, ormai traslocati dentro nuove e rispettabilissime esistenze, e incapaci di dire spiegare la cosa più semplice, banale e necessaria: Perché.  Anche i libri sono come maglie di una catena, che nascono uno sull’altro, e crescono insieme alle idee. Se qualcuno volesse continuare il filo che parte da “Una storia che fa ancora paura” e prosegue con “Cuori neri”, potrebbe aggiungere un tassello in più andando a cercare le parole che oggi i ragazzi delle Hazet 36 vorrebbero e potrebbero dire. Ne io, ne gli autori di questo libro ci siamo riusciti.

 

Ma se si prende tra le mani questa inchiesta, a prescindere da come la si pensi, si fanno tantissime altre scoperte. La più bella è sempre quella foto, e le altre che compongono questo affresco, questo viaggio intorno ad una vita stroncata. Diceva Oscar Wilde: “Dopo i vent’anni ogni uomo è responsabile della faccia che si ritrova”.

Bene, in questo caso l’idea che uno sguardo rappresenti una rivelazione è così vera, che già a 17 anni Sergio Ramelli era responsabile di molto di più. In quell’ovale e in quei capelli lunghi, quando si conosce la sua storia, si scoprono tante cose: che Sergio andò al macello con la stessa innocenza che dimostrava il suo sorriso. Che era fuori dai cliché come i suoi stessi capelli lunghi ci dicevano. Che la retorica è sempre una brutta bestia: ma che poi a volte è terribilmente vero, come cantava Guccini, che “Gli eroi son tutti giovani e belli”.       

 

 

 

  

 

64 commenti

  1. Scusate,
    io il libro l’ho visto per caos alla Feltrinelli Duomo. Solo che la foto di Sergio pareva quella di CHie guevara. Non è che il “rosso” Telese incomincia ad avere le traveggole?
    Pietro

  2. Caro Pietro,

    la copertina non l’ho disegnata io, ma Manolo Fucecchi, il grafico che ha curato tutta la collana. però l’ho vista e approvata subito. Mi piaceva. Piaceva anche a Enrico Racca, l’editor che cura la collana per la Sperling. Non sono stato a pensare a Che Guevara, giuro, e un po’ questa mail mi stupisce. Perchè vorrebbe dire che tutti gli effetti di “solarizzazione”, ti fanno pensare a Che guevara? Ma allora anche la famosissima Marylin Monroe di Any Warhol era bolscevica? Non credo… Se ti piace bene, se non ti piace peccato, ma come sarebbe bello che si finisse di guardare ogni cosa con gli occhiali da sole della guerra civile permanente!
    Luca

  3. Caro Luca,
    non ti incazzare, ho detto così, per scherzare…. Anche perchè, devo dire, è stato il contrario. L’idea di vedere Ramelli in libreria, al fianco di Biagi o di Bocca, dei libri sul futuro del partito democratico, mi stupisce ancora adesso. Pensavo fosse uno scherzo, poi ho visto che era nella tua collana e ho pensato che fosse possibile. Non era una critica, dunque, ma un grazie, per una piacevole sorpresa. Ma sei sicuro che la gente di destra lo scoprirà?
    Pietro

  4. Caro Pietro,
    scusami, ma sarò ancora brusco. Eri partito male. Ti sei corretto (bene!), ma devo confessare che annche stavolta ti deluderò. O lo fai con ironia, o lo fai sul serio, sempre gli occhiali da sole del destra-sinistra inforcati sul naso hai…
    Scusami, ma secondo te, è un fatto civile pensare di fare libri per la destra o per la sinistra? A volte penso che qualcuno il ghetto se lo sogni la notte… Abbiamo ristampato quel libro, perchè pensavamo che potesse essere utile non solo per un lettore “di destra” o “di sinistra”, ma per dei “lettori” senza etichette, bandiere, tessere di partito in tasca. Lettori che guardano una copertina e pensano: “Mi interessa” o “Non mi interessa”, senza vedere Che guevara o Mao tse tung (anche lui è stato molto “solarizzato”, in passato…). Scusa lo sfogo. Ma forse invece hai ragione tu. L’Italia potrebbe essere anche come dici, dal 1975 a oggi non è cambiato molto, tranne il fatto che non ci si spara più addosso. (Io però spero di no).
    Luca

  5. Stefanooppedi

    Io sono contento che si torna a parlare di Sergio. In copertina ci può stare anche Budda!
    Ste

  6. Caro Telese,

    qualcuno forse si divertirà, ma io sono stupito e deluso per una motivazione opposta a quella abbastanza superficiale della copertina che nulla vuol dire, e che infatti porta del tutto fuori strada la persona distratta che ti ha scritto prima di me. Sfogliando per puro caso “Ramelli”, scopro che il libro è dedicato a Pasetto e a Tremaglia (due ex parlamentari del Msi morti giovani, ma per motivi del tutto estranei ala violenza!). La motivazione mistica fornita dagli autori è questa: “Perchè Dio fu prodigo nel donarli al nostro popolo, ma troppo sollecito nel richiamarli a se”!. Leggo nella biografia di Giraudo che non è solo ex giornalista del “Candido”, come scrivi tu, ma ex dirigente regionale missino. Leggo a pagina due del libro stesso che i quattro coautori erano tutti non (come racconti tu nella prefazione) dei giovani inchiestisti presi da una lodevole missione storico-culturale, ma “tutti militanti del Fronte della gioventù di Monza”!. Mi chiedo: non è che stai approfittando di un editore forte, e di una fama che ti sei fatto, per reciclare in veste chic la stampa e propaganda missina?
    Franck

  7. CHI SONO I VERI “AGIT PROP”…

    Scusate, lo so che non dovrei intervenire a ripetizione, ma quando leggo delle cazzate a raffica, è più forte di me, devo. Allora caro Franck, a parte il fatto che (se sei sempre tu, come mi sembra dala firma, già apparsa su questo sito) l’ultima volta mi chiamavi “Luca” e adesso più formalmente “Telese”, ovviamente il tuo intervento è tanto strampalato e sconclusionato quanto interessante. Merita una risposta, anche se non ti piacerà.
    Scrivo nella prefazione, a chiare lettere, che Ramelli nasce come saggio “di parte”, e “Militante”. Insomma, non ho nessun motivo per nascondere (come suggerisci tu) che quei ragazzi (non lo nascondono nemmeno loro) sono di destra, tutti ex missini (anzi ancora tecnicamente missini all’epoca in cui hanno scritto il libro). Non solo non è nascosto, ma leggendo tre pagine e la quarta di copertina, con il tuo fiuto da Perry Mason, lo hai riscontrato tu stesso in maniera facile e diretta. Ma allora, tanto per rispondere alla prima insinuazione – non c’è nessun camuffamento! Infatti. Semmai è il contrario: nella prefazione, e anche adesso, ti dico ESPLICITAMENTE: ma non è curioso che in un paese in cui nessuno di quelli che dovrebbero farle, fa davvero le inchieste (in modo terzo, britannico e indipendente, come presumo piacerebbe a te) un gruppo di militanti che si rimbocca le maniche riesca a costruire un prodotto così interessante e ricco? Che riesca a restituirti la poliedricità di una storia in un modo così nitido e tuttosommato asciutto? Insomma, dico il contrario di quello di cui mi accusi. Non solo non me ne frega nulla del politicamente corretto, ma credo che la militanza (anche quella opposta alla mia) sia il sale di questo paese, e non una malattia da cui tenersi lontani. E siccome della “stampa e propaganda” di partito non me ne frega nulla, ti dico esattamente il contrario di quello che mi metti in bocca: secondo me Ramelli è un bel libro, perchè scopre delle cose. Non è un libro di partito, ma se lo fosse non cambierebbe nulla.
    Ma a te, forse, questo non interessa. Tu credi di essere furbo, di sapere tutto, e a te del libro forse non interessa un fico secco. Troppa fatica leggere dieci pagine! Anzi, rischierò di più, smentiscimi se sbaglio (ma non credo, perchè le lingue politiche non si simulano facilmente). Non sei per nulla un indignato di sinistra come vuoi farr credere apparentemente, magari sei anche di destra, ma di una destra smidollata, e forse – quella sì – un po’ camuffata. Magari sei anche un po’ invidioso del lavoro fatto, alla periferia dell’impero, da questi cinque di cui sei andato a passare i curricula allo scanner. Leggi “Msi” in una biografia e ti metti paura, brr… Beh, almeno in questo fai bene. Giraudo era e resta un guastafeste provvidenziale, sia quando era nel Msi, sia adesso che si occupa, pensa te, solo di musica alternativa. E quello che io sto cercando di fare, è proporre libri che ci costringano a riflettere sulle COSE e a finirla di leggere le etichette, con una punta di snobismo sul naso. Evidemente, il grado di barbarie di questo paese è tale, che a te – di sinistra o destra tu sia, poco importa, la cretinaggine non ha partito – sono bastate quattro righe per mandarti in tilt. E adesso scusate se faccio un calcolo da macellaio: uno si è arrabbiato per la copertina, uno per il risvolto… Se bastano una foto e una riga per creare scandalo, vuol dire che di strada se ne deve fare davvero tanta. Ma mi piace che un oggetto “Ufo”, fuori norma, arrivi in liberia. Beh, questo sì, lo ammetto, non solo non è casuale, era quello che volevo (volevamo). Per questo scusatemi, per ripondere alle prossime critiche al libro, aspetterò almeno uno che abbia letto almeno venti pagine, o anche solo l’introduzione che ho qui ripubblicato.
    Mi basta l’autocertificazione, vi credo sulla parola.

    Luca

  8. Due considerazioni:
    1. ho conservato alcuni articoli di giornale (corsera) relativi ai giorni dell’avviso di garanzia ai vari Costa, Ferrari Bravo, etc: sono significative le dichiarazioni di Mario Capanna e degli altri vertici di Democrazia Proletaria perche’ danno l’idea di quanta arroganza e sentimento di prevaricazione ci fosse da parte dell’estrema sinistra ancora a meta’ anni ’80;
    2. sarebbe bello avere la lista dei consiglieri comunali milanesi presenti in aula il giorno che applaudirono la morte del fascista Ramelli: Luca potrebbe chieder loro come mai…

    saluti

  9. Per la verita’ storica. Sto facendo un lavoro sugli anni settanta per Raidue, cosi’ ho approfondito la vicenda dell’applauso in consiglio comunale al momento dell’annuncio della morte di Ramelli.
    Ho anche cercato la registrazione audio di quella seduta che, ahime’, non esiste piu’.
    Ma ne ho parlato a lungo con Tomaso Staiti, capogruppo del Msi al comune di Milano. Colui che quel giorno in consiglio diede la notizia. Ebbene, Staiti mi ha assicurato che non ci fu nessun applauso da parte dei consiglieri. L’applauso arrivo’ dai dipendenti comunali che quel giorno erano in vertenza con il sindaco ed assistevano alla seduta per poter parlare con il al termine dei lavori. Il fatto conferma il clima di ‘naturale’ antifascismo di quegli anni, ma almeno pone fine a una ‘leggenda’ che, se confermata, avrebbe comportato una gravita’ storica e politica tremende.

  10. Grazie Nicola, avevo letto un paio di fa la biografia di Staiti (Diario di un Fazioso) e non mi ricordo in effetti se avevo letto li’ o da qualche altra parte di questo episodio che mi sembrava totalmente assurdo ed incredibile…sai, quasi e’ un sollievo che non si debba andare a chiedere conto di una cosa del genere….
    Tra l’altro, ho visto che e’ uscito il libro sulla banda Bellini, quella del Casoretto: vale la pena di leggerselo? nel contesto della ricostruzione storica di quegli anni e basta, ovviamente…

  11. Milano 29/04/75 Lodi 29/04/07

    Sono passati trentadue anni da quel giorno ma un orettà fà quando ero da Sergio ho risentito i rumori e gli odori di allora ,la stessa tensione e le stesse paure che provavo allora quindicenne militante del Fronte.Leggendo le risposte di Luca devo dire che forse i ragazzi della sinistra ammazzati dopo la morte di Sergio e che le cui morti si sarebbero potute evitare erano cinque Varalli e Zibecchi li hai nominati ma nel 76 esattamente il giorno della ricorrenza della morte di Sergio dopo il lancio di molotov contro la saracinesca di una sede dell MSI a Milano inziò la caccia che si concluse con un accoltellamento multiplo che costò la vita ad Amoroso un ragazzo di sinistra. Due anni dopo tocò a Fausto e Jaio due compagni del centro sociale leoncavallo abbattuti a colpi di pistola dopo di che la rivendicazione parlò di una vendetta per Sergio.Tante morti inutili che si sarebbero potute evitare,tornando ad oggi al cimitero sulla tomba di Sergio c’era una corona di AN e AG di Crema della FT e VFS(Veneto Fronte Skin ) di Lodi e qui tutto ok ma come consuetudine io ricordo che al persente a Sergio poi si faceva il presente ad un altro Camerata lodigiano Giancarlo Esposti ,ma qui la corona era solo quella della FT e VFS naturalmente i centristi di AN forse si vergognano di ricordare un camerata scomodo forse perchè era un Sanbabilino. I mrti non devono essere prerogativa di nessuno devono solo non essere mai dimenticati
    in alto i cuori
    Sergio Ramelli …..PRESENTEEEEEEEEE !!!!!!!!!!!!!!!
    Riccardo

  12. Peppuzz, sulla banda Bellini e’ uscito due anni fa un libro scritto da Marco Philopat (pseudonimo di un ex del giro dell’autonomia milanese di quegli anni, oggi inserito nel mondo cultural-pubblicitario credo) scritto molto bene e molto suggestivo. In uno stile pulp ripercorreva le gesta di Andrea Bellini e company, tra l’altro partendo da un episodio (vero): il tentativo di Valerio Fioravanti di uccidere Andrea Bellini perche’ negli ambienti della destra milanese si era sparsa la voce che quest’ultimo c’entrasse con l’uccisione di Sergio Ramelli. Cosi’ Valerio venne in trasferta, si apposto’ in un pulmino davanti a casa di Bellini, ma questo, avvertito, non mise mai il naso fuori di casa e il piano falli’…

  13. grazie Nicola, non sapevo che il libro fosse uscito 2 anni fa, ne ho letto il commento su Repubblica del 25 Aprile, letto in un bar mentre mangiavo di corsa un panino…sono incuriosito dalla banda Bellini perche’ agiva al casoretto, stessa zona di fausto e jaio e di ramelli (piu’ o meno)e perche’ Giusva era venuto fin li’ apposta da Roma, come sembra anche i killer di Fausto e Jaio. Ho letto la storia di Daniele Biachessi su Fausto e Jaio e son sicuro che la hai letta anche tu (soprattutto per quel programma che stai facendo).
    Attendo con ansia il tuo lavoro: tra l’altro anche Minoli ultimamente con la puntata sull’omicido Verbano (irrisolto) e quella sul giudice Amato (su Occorsio era uscito tempo fa)ha iniziato a rievocare quegli anni….

    un’ultima cosa: che ne dici del sito misteriditalia.it? val la pena sottoscriverlo? ci sono dei documenti interessanti oltre quelli disponibili liberamente? seguendo tu e Luca, mi sto sempre piu’ appassionando: bisogna studiarseli bene quegli anni, che son stati la congestione di un disastro per l’Italia chiamato Democrazia Cristiana e di cui ancora paghiamo le conseguenze (leggi disavanzi governativi,aspettative di assistenzialismo statale in uno stato inefficiente, eccessiva intromissione della politica e del clienteralismo negli affari privati, etc, etc).

  14. marco bonello

    Di nuovo mi tocca rendere onore ad un avversario: Staiti fa una gran cosa smentendo che vi sia stato un applauso da parte dei consiglieri comunali all’annuncio della morte di Ramelli. Che sia venuto dai dipendenti comunali in vertenza non rende certo loro onore, ma resta una cosa personale e non dei rappresentanti di una municipalità (e quindi della società civile) e la differenza non è di poco conto. Aver smentito una versione che molti (me compreso) davano per assodata gli rende onore.
    Una nota che forse rende l’idea del clima, all’epoca anch’io avevo i capelli lunghi (come Ramelli), amavo la cultura degli Americani Nativi (come Ramelli) e a causa di queste e di altre posizioni non allineate anch’io ricevetti spesso l’accusa di essere “fascista”. Come ha scritto qui una volta Marco Cimmino, “fascista” per l’ultrasinistra era un insulto generico rivolto a tutto quello che non era linea, o semplicemnte non piaceva. Anche “Re Nudo”, che incominciava a sviluppare interessi verso gli stati di coscienza, atteggiamenti e rapporti sociali diversi, si prendeva spesso la definizione di “fascista”: la cavalcata un po’ folle e che tuttavia ricordo con passine eda cui molto devo ancora oggi di Lotta Continia quotidiano dal ’77 in poi (quando l’roganizzazione propriamente detta si era già sciolta) era ancora lungi dal venire…tutto sommato la hazet 36 l’ho scampata anch’io, anche se avrei potuto essere uno di quelli che la maneggiava.
    Saluti e Anarchia

  15. Peppuzz, io al sito mi sono abbonato l’anno scorso, l’ho utilizzato anche con un paio di citazioni ne ‘La fiamma e la celtica’ e lo consiglio anche alla fine del libro nella mia personale bibliografia. Cosi’ come consiglio il libro sulla banda Bellini…Misteri d’Italia e’ curato da un giornalista molto attento a quegli anni: Sandro Provvisionato e la parte sull’estrema destra e’ appaltata a Ugo Maria Tassinari: una garanzia. Ahime’, vedo che non hai letto il mio libro o non lo hai letto attentamente…Dai scherzo.
    Che bella la testiomonianza di Marco sui capelli lunghi, l’amore per i pellerossa di tipo ‘trasversale’, l’accusa di fascismo a chiunque non fosse in tutto e per tutto ‘compagno’ secondo i rigidi canoni dell’epoca. E la trasformazione-evoluzione di Lotta continua quotidiano (su cui scrivevano non pochi colleghi che ho conosciuto e apprezzato dopo) fino allo sfortunato, ma bellissimo tentativo (di Reporter che io e altri ex ragazzini della destra radicale romana dei primi anni ottanta divoravamo.

  16. PrecisAzione

    Philophat con l’autonomia milanese propriamente detta non c’entra nulla.Spirito punk-anarcoide fu tra i primi a portare la musica e lo stile punk in Italia.

  17. Francesco Mancinelli

    Revisionare la lettura degli anni 70′ per capire …

    Un buon revisionista storico dovrebbe cominciare a
    ” revisionare ” il modo di percepire la realtà degli anni 70′. E’ iniziamo con il dire che la dinamica antifascismo-anticomunismo era costruita artificiosamente.

    Lo erano tutte le suggestioni degli anni 70′ con una percezione della storia “deviata” rispetto alla Sua vera logica filo-occidentale.
    E’ per questo che a volte mi risulta difficile conversare su tali argomenti…

    1) Non è vero che negli anni 70′ i ragazzi “di destra” erano ricchi e quelli di sinistra poveri. Molto molto spesso era esattamente il contrario ….

    2) Non è vero che i ragazzi ” di destra ” difendevano i capitalisti ed i ricchi borghesi. I ragazzi ” di destra ” difendevano esitenzialmente degli immaginari valoriali, miti e punti di riferimento irrazionali , e non la politica spicciola, quindi non è vero che il loro concetto di destra era legato alla tematiche politiche e plebee della destra economica, conservatrice, baronale, questurina, capitalista, mondaiola … L’essere di sinistra allora era infatti la cosa più di moda …
    Paradossalmente erano molto più di sinistra i ragazzi di destra che quelli di sinistra ( Zicchieri, Ciavatta, Bigonzetti, Ramelli ).

    3) Gli anni 70′ non sono stati una rivoluzione culturale “comunista” perlomeno nel senso sovietico e marxista del termine, ma una variabile “dell’ evoluzione del pensiero occidente e dell’americanizzazione” ( leggere attentamente Augusto del Noce ) , variabile nata nei Campus, condita dalla critica di Marcuse alla società dei consumi e “avanzata” in senso progressivo rispetto ai modelli della società politica italiana (da sempre pesantemente in crisi ed in ritardo).
    I figli della Rivoluzione erano figli impazienti di una grassa borghesia che sarebbero tornati prima o poi alla Mamma o ” alla Stanza del Figlio ” ..

    4) Parlare di destra e sinistra , come categorie del politico è un falsità che prima o poi dovremo rimuovere. Ancora più falso è parlare di destra e sinistra come categorie assolute del politico dentro gli anni 70′, con generazioni di giovani che hanno condiviso praticamente tutto ( Cinema, Fumetti, Musica, aggregazione, ecc. ecc.)

    5) Sergio Ramelli è vittima non solo dei “falsi comunisti rivoluzionari” , figli di papa e miliardari armati di chiave inglese, ma anche della “mitica” società civile ed umana di Milano, anche quella di destra, quella bottegaia che oggi vota per Forza Italia ed AN e che allora non permise nemmeno lo svolgimento del funerale politico per paura di ulteriori incidenti ( ascoltate la canzone degli Zetapimemme su Sergio Ramelli )

    Oggi abbiamo la possibilità di fare definitivamente pulizia delle categorie “bobbiane” , non solo sul futuro ma anche sul passato; scopriremo che quasi mai la sinistra “era di sinistra” e ancora meno la destra “era di destra”.

    Quindi destra e sinistra erano e sono categorie per perfetti imbecilli come diceva nella sua immensa saggezza Ortega Y Gasset.

    Un saluto

  18. Vorrei cogliere l’occasione, rispondendo a Riccardo,
    di dire qualcosa su Fausto e Iaio. Io non sono sicuro che siano collegabili, i loro delitti alla morte di Sergio. E lo dico perchè su questa pista ha indagato a lungo un magistrato meticoloso come Guiodo Salvini. Che i Nar ci fecero un pnesierino su, non è pura fantasia, ma notizia che esce fuori da quell’inchiesta. E che Fioravanti stesso aveva spiegato a Salvini. Ricordo un giorno in cui Salvini mi diede materialmente il volantino di rivendicaizone dell’attentato, ai tempi in cui stavo scrivendo Cuori neri. Perchè ci sono dei dubbi su questo delitto? Semplificando molto: al contrario di Amoroso, Varalli e Zibecchi, il tempo è proprio un altro. E poi c’è il mistero della modalità d’azione, con quel sacchetto infilzato alla fine dela canna per raccogliere i bossoli: sarebbe stata la prima volta che i Nar ricorrevano ad un espediente di questo tipo. E in terzo luogo il dubbio, non troppo ameno che ogni volta viene sollevato dala madre di Fausto Tinelli: dentro il palazzo dove abitavano lei e suo figlio si scoprirà che c’era un locale in uso ai servizi. E nella stessa via – via Montenevoso! – il famoso covo delle Brigate rosse dove è stato ritrovato, avvolto dentro un calorifero, il memoriale di Aldo Moro. Ce n’è abbastanza per chidersi, sommessamente, se non sia stato un dleitto camuffato da scontro di opposti estremismi. Per completezza di cronaca bisogna aggiungere che Daniele Biacchessi, autore del libro su Fausto e Iaio, era convinto (almeno quando ha pubblicato la prima edizione, molto prima delle ultimissime indagini) che fossero stati dei fasci, anche se non il gruppo Mambro Fioravanti. Chissà forse nella collana dovrei ripubblicare, se fosse possibile, anche il libro su Fausto e Iaio?
    Luca

  19. marco bonello

    Caro Francesco,

    Se ti va, mi piacerebbe tu chiarissi un paio di cose:
    Tu scrivi:

    “Un buon revisionista storico dovrebbe cominciare a
    ” revisionare ” il modo di percepire la realtà degli anni 70′. E’ iniziamo con il dire che la dinamica antifascismo-anticomunismo era costruita artificiosamente.”

    Io ho avuto le prime lezioni di antifascismo militante da una professoressa comunista nel 1969. Forse perché compattare sull’antifascismo a Torino era abbastanza facile, visto che venivamo tutti da storie raccontate da padri, madri e nonni su partigiani impiccati, rappresaglie varie. Tu che ne dici?

    Tu scrivi
    “Lo erano tutte le suggestioni degli anni 70′ con una percezione della storia “deviata” rispetto alla Sua vera logica filo-occidentale.
    E’ per questo che a volte mi risulta difficile conversare su tali argomenti…”

    Puoi eleborare per cortesia?

    Tu scrivi:
    1) Non è vero che negli anni 70′ i ragazzi “di destra” erano ricchi e quelli di sinistra poveri. Molto molto spesso era esattamente il contrario ….

    Assolutamente vero

    Tu scrivi:

    2) Non è vero che i ragazzi ” di destra ” difendevano i capitalisti ed i ricchi borghesi. I ragazzi ” di destra ” difendevano esitenzialmente degli immaginari valoriali, miti e punti di riferimento irrazionali , e non la politica spicciola, quindi non è vero che il loro concetto di destra era legato alla tematiche politiche e plebee della destra economica, conservatrice, baronale, questurina, capitalista, mondaiola … L’essere di sinistra allora era infatti la cosa più di moda …
    Paradossalmente erano molto più di sinistra i ragazzi di destra che quelli di sinistra ( Zicchieri, Ciavatta, Bigonzetti, Ramelli ).

    Puoi elaborare, per cortesia?

    Tu scrivi:

    3) Gli anni 70′ non sono stati una rivoluzione culturale “comunista” perlomeno nel senso sovietico e marxista del termine, ma una variabile “dell’ evoluzione del pensiero occidente e dell’americanizzazione” ( leggere attentamente Augusto del Noce ) , variabile nata nei Campus, condita dalla critica di Marcuse alla società dei consumi e “avanzata” in senso progressivo rispetto ai modelli della società politica italiana (da sempre pesantemente in crisi ed in ritardo).
    I figli della Rivoluzione erano figli impazienti di una grassa borghesia che sarebbero tornati prima o poi alla Mamma o ” alla Stanza del Figlio ” ..

    Perfettamente d’accordo

    Tu scrivi:

    4) Parlare di destra e sinistra , come categorie del politico è un falsità che prima o poi dovremo rimuovere. Ancora più falso è parlare di destra e sinistra come categorie assolute del politico dentro gli anni 70′, con generazioni di giovani che hanno condiviso praticamente tutto ( Cinema, Fumetti, Musica, aggregazione, ecc. ecc.)

    Beh, io ricordo i concerti degli Inti Illimani come grandi momenti di integrazione, e credo non ci andasse nessuno dei “vostri” (vedi che evito di usare “di destra”), anche perché dubito ne sarebbe uscito vivo, ma per i giovani “di sinistra” erano un momento molto importnte di aggregazione: dire che abbiamo condiviso la stessa cultura credo sia vero solo in parte.

    Con il massimo rispetto

  20. Francesco Mancinelli

    Caro Marco,
    inizio dalla fine per farti capire : io ero uno di quelli che andavano a sentire gli Inti-illimani e Stivell ai “vostri” concerti anche perchè adoravo il folk, ascoltavo De Andrè, Guccini, Bennato, leggevo nel 78′ “Metropoli” di Pace, Piperno, Bifo e Tony Negri, suonavo la chitarra durante le occupazioni congiunte, ma davo anche cascate in faccia alla gente che mi inibiva il dialogo politico.
    Ero (e forse ancora sono) un fascista, forse “di sinistra” ma pur sempre Fascista…
    Ma anche coloro che come me o come Te non erano addetti ai lavori, Ti posso assicurare che condividevano i Film di Sergio Leone, leggevano Tex e l’Uomo Ragno, ascoltavano Genesis , Pink Floyd, Emerson Lake Palmer, hanno fatto lo scout ( tieni presente che tra BR e NAR in molti avevano fatto l’esperienza scoutistica) ecc. ecc.
    Ecco cosa intendo dire : che quel grande, meraviglioso tragico laboratorio culturale che sono stati gli anni 70′ ci hanno generato a tutti quanti ” indipendentemente ” dall’ideologia … Gli immaginari erano pressochè identitici proprio perchè per tutti noi … gli eroi son tutti giovani e belli … e perchè a vent’anni è tutto ancora intero …. come recita Guccini in Eskimo..

    I ragazzi “di destra” erano in realtà ” di sinistra”…

    Se tu fai un analisi dell’estrazione sociale dei Cuori Neri rimani scandalizzato dal vedere quanti figli della piccola borghesia e di opearai c’erano in quei caduti … Paradossalmente l’estrazione sociale dei ragazzi ” di destra” era nella media (sia culturale che economica) molto più bassa dei coetanei ricchi della sinistra.. Non solo . La cultura della destra radicale (movimentista e politica) che va dal MSI LOTTA AL SISTEMA fino ai NAR 1982 è tutto fuorchè “di destra”; sarebbe interessante scrivere un bel libro ( e chiamo in causa ancora una volta Luca…) per dimostrare quanta ” sinistra ” ed ” estrema sinistra ” c’è sempre stata nella Destra Radicale …

    Gli anni 70′ come accelerazione del processo filo-occidentale.

    Io ho cessato di essere anti-comunista non nel 1989 alla caduta del muro ma dai primi anni 80′, quando leggendo Augusto del Noce ho scoperto una sacrosanta verità : la vera “marxistizzazione” omologante e totalitaria planetaria, non era quella sovietica o comunista fatta con i carri armati e con il Sano Imperialismo Militare, ma era quella neo-capitalista occidentale lanciata dal modello “strisciante” USA . Ovvero il processo di globalizzazione post-moderno di cui stiamo vivendo le propagine nella “periferia dell’impero” , parte proprio con le accelerazioni culturali nei Campus americani a fine anni 60′, con la contestazione che vedevano inneggiare a Mao e Che Guevara ma in realtà preparavano l’avvento riformista e “debole” del Way of life mondializzato.

    Ma quale comunismo e carri armati !! Tutte cazzate !! . I giochi a Yalta erano stati fatti ed il risultato odierno è quello scaturito dal progetto Tilaterista di Kissinger e Company che era “di destra e di sinistra” nello stesso momento ….

    Era “falso e deviante” quindi l’antifascismo e l’anticomunismo di allora ( figuriamoci quello di oggi ), ed infatti MSI e PCI hanno sponsorizzato da sempre l’essere “anti” proprio per nascondere la verità oggettiva : stesso progetto filo-occidentale con le variabili progressista o conservatrice …

    Caro Marco, se gente come me e come Te, con il bagaglio di analisi attuale si fossero incontrati nel 68′ ed avessero potuto decidere che strada intraprendere … non avremmo avuto nè Ramelli nè Varalli e magari la Storia avrebbe cambiato percorso …

    Un saluto

  21. Francesco Mancinelli

    Una provocazione : chi conosce E. Junger , il concetto della Tecnica Titanica in mano all’Operaio, nuovo artefice faustiano , in piedi eretto sulle Scogliere di Marmo della modernità ? Vi siete chiesti quale è la composizione artistica Jungheriana, Titanica e Rivoluzionaria per eccellenza ?
    Ebbene eccola ( basta mettere Anarca al posti di Anarchia e Aristocrazia Rivoluzionaria al posto di Proletariato )…

    A Voi il Trattato del Ribelle applicato :

    La Locomotiva
    Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
    con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
    quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
    ma nella fantasia ho l’immagine sua:
    gli eroi son tutti giovani e belli,
    gli eroi son tutti giovani e belli,
    gli eroi son tutti giovani e belli…

    Conosco invece l’epoca dei fatti, qual’ era il suo mestiere:
    i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere,
    i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
    sembrava il treno anch’ esso un mito di progresso
    lanciato sopra i continenti,
    lanciato sopra i continenti,
    lanciato sopra i continenti…

    E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
    che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano:
    ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
    sembrava avesse dentro un potere tremendo,
    la stessa forza della dinamite,
    la stessa forza della dinamite,
    la stessa forza della dinamite..

    Ma un’ altra grande forza spiegava allora le sue ali,
    parole che dicevano “gli uomini son tutti uguali”
    e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
    la bomba proletaria e illuminava l’ aria
    la fiaccola dell’ anarchia,
    la fiaccola dell’ anarchia,
    la fiaccola dell’ anarchia…

    Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
    un treno di lusso, lontana destinazione:
    vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
    pensava al magro giorno della sua gente attorno,
    pensava un treno pieno di signori,
    pensava un treno pieno di signori,
    pensava un treno pieno di signori…

    Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
    forse una rabbia antica, generazioni senza nome
    che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
    dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
    la bomba sua la macchina a vapore,
    la bomba sua la macchina a vapore,
    la bomba sua la macchina a vapore…

    E sul binario stava la locomotiva,
    la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
    sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
    mordesse la rotaia con muscoli d’ acciaio,
    con forza cieca di baleno,
    con forza cieca di baleno,
    con forza cieca di baleno…

    E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
    pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
    Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
    e prima di pensare a quel che stava a fare,
    il mostro divorava la pianura,
    il mostro divorava la pianura,
    il mostro divorava la pianura…

    Correva l’ altro treno ignaro e quasi senza fretta,
    nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
    ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
    “notizia di emergenza, agite con urgenza,
    un pazzo si è lanciato contro al treno,
    un pazzo si è lanciato contro al treno,
    un pazzo si è lanciato contro al treno…”

    Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
    e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
    e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
    “Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
    Trionfi la giustizia proletaria!
    Trionfi la giustizia proletaria!
    Trionfi la giustizia proletaria!”

    E intanto corre corre corre sempre più forte
    e corre corre corre corre verso la morte
    e niente ormai può trattenere l’ immensa forza distruttrice,
    aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
    della grande consolatrice,
    della grande consolatrice,
    della grande consolatrice…

    La storia ci racconta come finì la corsa
    la macchina deviata lungo una linea morta…
    con l’ ultimo suo grido d’ animale la macchina eruttò lapilli e lava,
    esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
    lo raccolsero che ancora respirava,
    lo raccolsero che ancora respirava,
    lo raccolsero che ancora respirava…

    Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
    mentre fa correr via la macchina a vapore
    e che ci giunga un giorno ancora la notizia
    di una locomotiva, come una cosa viva,
    lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
    lanciata a bomba contro l’ ingiustizia,
    lanciata a bomba contro l’ ingiustizia!

  22. Un dibattito civile, sereno e ricco di spunti. Finalmente, dopo tanti (troppi) frizzi, lazzi e insulti.

    PER PROVOCAZIONE. Infatti ricordavo che Philopat appartenesse piu’ al filone situazionista-anarcoide-creativo che non all’autonomia. E del resto lo si evince anche dallo stile del suo libro. Resta il fatto che abbia deciso di scrivere ‘La banda Bellini’. Evidentemente dei rapporti, anche se postumi, anche se extrapolitici, con quell’ambiente li avra’ coltivati…

    PER FRANCESCO. Francesco, io e te siamo quasi coetanei, siamo figli della stessa generazione e della medesima matrice politico-culturale, che, partendo da posizoni evoliane e poi frediane, si e’ innamorata del sogno ‘tercerista’ e ‘socialrivoluzionario’.
    Pero’, pero’…Non possiamo negare, ne’ negarci, che l’elettorato del Msi, la pancia del Msi, la maggioranza dei dirigenti del Msi fossero costituiti da gente d’ordine, innamorata del trinomio ‘Dio-Patria-Famiglia’, che sognava il ‘pugno di ferro’ dei militari, che ammirava Franco e stravedeva per Pinochet, che era filoisraeliana (perche’ Israele era il ”baluardo” dell’occidente e perche’ gli arabi erano ”amici dei comunisti”), che definiva i marines americani ”i nuovi centurioni” e che tra l’80 e l’81 sposo’ a tutto campo la esiziale e disgregante campagna per la ”pena di morte ai terroristi (”doppia pena di morte per quelli di destra”), lanciata da Almirante.
    Dobbiamo ammettere che il sogno frediano prima (fuori dal Msi) e rautiano poi (dentro il Msi), di dar vita a una ‘destra non di destra’, a una via ‘nazionalrivoluzionaria’, di ‘andare oltre’ la destra e la sinistra, non ha retto di fronte alla realta’ fattuale ed elettorale. E che oggi l’unico contenitore di destra che prende voti e’ quello classico, tradizionale e reazionario-borghese, ahime’. In Italia e in Europa…

    PER LUCA
    Sono tendenzialmente d’accordo piu’ con Biacchessi che con la tua ipotesi su Fausto e Iaio. Anche se, ovviamente, non ho nessuna informazione al riguardo.
    Lo penso sia per il periodo in cui si e’ svolto, sia per le modalita’, sia per il precedente romano che vide coinvolto due anni prima Valerio nel tentativo di uccidere Bellini.
    Partiamo dalla vicenda appartamento dei servizi-covo di via Montenevoso. Intanto la prima scoperta del covo brigatista risale al settembre successivo, con gli arresti del duo Azzolini-Bonisoli e la scoperta (parziale) del memoriale Moro, che verra’ ritrovato integralmente dagli operai che stavano ristrutturando l’appartamento solo molti anni dopo…Ma torniamo a quei giorni di marzo del 1978 e al delitto Fausto e Iaio. Ebbene, a due giorni dal rapimento Moro,avvenuto e gestito a 1000 chilometri di distanza, che problemi poteva creare pur se scoperto? A parte che credo che in quel momento l’appartamento non ospitasse ancora le Br. Lo stesso dicasi per l’appartamento dei servizi.
    E poi c’e’ il precedente romano per vendicare Ramelli, Ed ancora: siamo a due settimane dalla morte di Franco Anselmi e proprio da un Esercito anticomunista brigate Franco Anselmi fu rivendicato il duplice omicidio. Ultimo dettaglio balistico. E’ vero, i bossoli delle pistole furono trattenuti da un sacchetto di plastica mentre i killer sparavano. Esattamente come fece, un anno prima, a Roma, il killer di Mino Pecorelli, che pure per anni e’ stato cercato, senza averlo trovato, negli ambienti armati dei neri romani…

  23. ROBERTO MAGRELLI

    PM, RUMENA HA AGITO CON IMPETO E FORZA – Quella di Doina Matei e’ stata “una reazione voluta, sproporzionata ai fatti, di una persona instabile che ha agito con impeto e forza, come risulta dall’esame autoptico”. Per il procuratore aggiunto Italo Ormanni e per il pm Sergio Colaiocco non ci sono dubbi sulla volontarietà dell’omicidio contestato alla rumena, da questa mattina in carcere per la morte della 22enne Vanessa Russo, colpito all’occhio dalla punta di un ombrello dopo una lite alla stazione Termini della metropolitana. “E’ stato sicuramente un omicidio con dolo d’impeto, senza un accordo pregresso e senza alcun contributo materiale della seconda ragazza (la minorenne, ndr) – hanno aggiunto i due magistrati -. Abbiamo raccolto molte dichiarazioni testimoniali in questo senso”.

    GIA’ ARRESTATA UNA VOLTA – Doina Matei era stata arrestata una volta per la violazione delle normativa sulla immigrazione. Lo ha detto il capo della squadra mobile di Roma, Alberto Intini, durante la conferenza stampa a piazzale Clodio sugli sviluppi del caso. A suo carico c’erano diverse segnalazioni per motivi legati al fatto che si prostituiva. Doina era stata arrestata nel novembre 2006 dopo che era scaduto il suo permesso di soggiorno ottenuto per motivi di salute e per poter effettuare in Italia cure mediche. Dopo l’arresto le era stato notificato un decreto di espulsione, ma a gennaio di quest’anno c’è stato l’allargamento dell’Ue alla Romania.

    NON INDAGATA LA MINORENNE – Non risulta invece indagata a Roma C.I., la 17enne coinvolta nell’episodio. Intini, capo della squadra mobile capitolina, il maggiore Valerio Gildoni comandante della
    compagnia Montesacro. “L’altra ragazza è minorenne se ne stanno occupando le procure dei minori di Ancona e Roma. Sono in corso collegamenti tra i due uffici”, ha detto Ormanni. La ragazza comunque ha ricevuto un invito a comparire e a breve sarà sentita come persona informata sui fatti dagli investigatori.

    Ma insomma, mi dispiace molto ogni volta che guardo un telegiornale dover sentire notizie di questo genere, come penso dispiaccia anche a molti di voi (a dire la verita’ spero a tutti).
    come se non bastasse da sopportare la criminalita’ e la delinquenza italiana di ogni giorno!
    E prima lo zingaro che ha investito quattro ragazzi nelle marche, ora il gravissimo fatto della metropolitana di roma e in piu’ mi giunge la notizia di una donna incinta investita da un rom che fuggiva maldestramente dopo aver rubato un auto, sempre a roma, a cinecitta’.
    Parliamoci chiaro i rom infestano letteralmente le nostre strade!
    sono ormai quasi 30 anni, quando da piccolo andai ad abitare nel quartiere di cinecitta’, che sento pronunciare la parola “zingaro” sempre associata a fatti delittuosi, o comunque episodi di certo non piacevoli, capitati a cittadini che comunque pagano le tasse, quando addirittura non siano anche costretti a tirare la cinghia in ogni modo perche’ stretti dalla morsa degli affitti o dei mutui usurai.
    gli zingari invece, poverini, devono essere mantenuti da noi, perche’ non possono cercare una dimora stabile, per quanto modesta, perche’ dovrebbero mettersi a LAVORARE!!!
    e a quanto pare questo concetto e’ contrario alla loro “cultura”.
    accade sempre, ormai da qualche anno a questa parte (e purtroppo sempre piu’ spesso), che per essere “politicamente corretti”, noi ITALIANI ci facciamo in quattro per permettere ai nostri “ospiti” (per quanto e a ragione indesiderati), di mantenere la loro “cultura”, anche e soprattutto se questo avviene a discapito della NOSTRA di cultura!!!
    per fare un esempio, siamo disposti anche a togliere il crocifisso dalle aule scolastiche (ASSURDO!!!), senno’ i “poveri” immigrati islamici potrebbero veder offesa la loro religione.
    (POTREBBERO VEDER OFFESA LA LORO RELIGIONE? E LA NOSTRA DI RELIGIONE? NON POTREMMO VEDERLA OFFESA DAI LORO SOPRUSI E DALLA LORO ARROGANZA?)
    MA STIAMO SCHERZANDO? e’ come se per fare stare piu’ comodo un nostro ospire, uscimo noi stessi da casa nostra!
    cosi’ LUI starebbe al caldo e comodo in un bel salotto e NOI senza un tetto, pero’ avremmo fatto una buona azione.
    complimenti!!! bel lavoro ITALIANI, bella roba!!!
    Bello schifo!!!
    Non e’ cosi ‘ signori che si risolvono i problemi!
    non e’ di certo con il “buonismo” che impera oggi, che si migliora la situazione!
    quando per pietismo si chiudono entrambi gli occhi, si procede sempre verso la catastrofe.
    ricordiamoci che “il medico pietoso, lascia morire il paziente”!!!
    E’ questo che vogliamo? vogliamo ucciderci da soli per aver lasciato troppo correre le cose?
    Non so voi, ma io, e come me spero molti altri,NON SONO DISPOSTO A TOLLERARE OLTRE!!!
    BASTA IMMIGRAZIONE!!!
    BASTA CRIMINALITA’!!!

    ROBERTO MAGRELLI comandante della Brigata Sandokan

  24. E’ interessante ricordare che il clamore per i famosi verbali ritrovati in via Montenevoso, durante la “ristrutturazione” e che stranamente, nonostante le accurate indagini precedenti, erano ancora nascosti, fu sopito dal Divo Giulio che il giorno dopo in Parlamento parlò per la prima volta di Gladio, usando oltretutto questo identificativo che mai era stato utilizzato per l’operazione “Stay Behind”. E’ peccato ritenere che il Senatore lo abbia fatto per far pensare immediatamente ad un dato ambiente, giacchè come sappiamo tutti, il Gladio sostituì le troppo monarchiche stellette sulle mostrine delle FF.AA. della R.S.I.?

  25. Per NICOLA RAO
    forse son stato uno dei primi in Italia a comprare il tuo libro appena uscita le news su qs sito: sono andato alle messaggerie musicali durante la pausa pranzo e lo ho mostrato ai miei colleghi come un trofeo di guerra…son pure venuto in via Piave quando lo hai presentato a Milano e ti ho ringraziato per averlo scritto…semmai il problema e’ che lo ho divorato in fretta e furia, eppoi son corso a comprare quello di Bianconi,Staiti e parte delle fonti che avevi menzionato..la parte su San Babila l’ho riletta due-tre volte e mi son pure comprato il film di Carlo Lizzani anche se e’ una mezza boiata (ma lo immaginavo): tutto qs per dire che nell’ambiente c’e’ una gran fame di bibliografia, di capire cosa e’ successo e di cosa puo’ ancora succedere…a proposito, Luca: …A QUANDO STI “SUONI NERI”?!?!

  26. Per Luca Telese,
    credo che tu abbia risposto a me e non mi chiamo Riccardo, ma non c’e’ nessun problema ci mancherebbe..sarebbe invece interessante se scrivessi su Fausto e Jaio: il libro di Biachessi di ipotesi ne fa, ed arriva ad accusare quasi esplicitamente la persona vociferata per l’uccisione di Ivo Zini davanti ad una sede del PCI a Roma…..il libro offre anche uno spaccato della situazione/tensione tra i vari gruppi in quella particolare zona di Milano (nord/nord est) a meta’ degli anni 70…molto interessante ma a senso unico (coi fascisti brutti e cattivi, etc); quella storia e’ come un giallo, visto che ci ha anche rimesso la pelle un cronista dell’Unita’ che seguiva il caso e, forse, stava giungendo a qualche conclusione..un giallo un po’ inquietante.

    saluti

  27. X ROBERTO MAGRELLI

    A 30 ANNI STAI ANCORA A FA ER TIGROTTO?

    ONORE ALLA PERLA DI LABUAN

  28. Francesco Mancinelli

    Per Nicola Rao: rispondo alle Tue sottostanti considerazioni

    … Non possiamo negare, ne’ negarci, che l’elettorato del Msi, la pancia del Msi, la maggioranza dei dirigenti del Msi fossero costituiti da gente d’ordine, innamorata del trinomio ‘Dio-Patria-Famiglia’, che sognava il ‘pugno di ferro’ dei militari, che ammirava Franco e stravedeva per Pinochet, che era filoisraeliana (perche’ Israele era il ‘’baluardo’’ dell’occidente e perche’ gli arabi erano ‘’amici dei comunisti’’), che definiva i marines americani ‘’i nuovi centurioni’’ e che tra l’80 e l’81 sposo’ a tutto campo la esiziale e disgregante campagna per la ‘’pena di morte ai terroristi (‘’doppia pena di morte per quelli di destra’’), lanciata da Almirante.

    QUESTA CARO NICOLA E’ LA DESTRA NAZIONALE ; NON TUTTO IL MSI PER FORTUNA ERA SU QUESTE POSIZIONI E NON TUTTA LA DESTRA RADICALE HA ABBRACCIATO LE POSIZIONI DI RETROGUARDIA ANTICOMUNISTE DEGLI ” UOMINI E LE ROVINE “.
    PER QUESTO PRIMA O POI DOVREMO SCOMPORRE TUTTA LA STORIA DEL NEO-FASCISMO E RICOSTRURLA METTENDO IN LUCE I DUE FILONI CHE
    ” MAL-CONVIVENDO” SI SONO GIOCATI L’ANIMA DI QUESTO “AMBIENTE”.
    I MILITANTI , I CUORI NERI, LE PRIME LINEE, LE AVANGUARDIE CULTURALI E METAPOLITICHE SONO STATE SEMPRE ALTRO RISPETTO AL MINIMALISMO PLEBEO DEL DIO_PATRIA_FAMIGLIA, DI PINOCHET , DELLE DOPPIE E TRIPLE PENE DI MORTE, DELLE INFAMI POLITICHE FILO-ISRAELIANE ECC. ECC.

    Dobbiamo ammettere che il sogno frediano prima (fuori dal Msi) e rautiano poi (dentro il Msi), di dar vita a una ‘destra non di destra’, a una via ‘nazionalrivoluzionaria’, di ‘andare oltre’ la destra e la sinistra, non ha retto di fronte alla realta’ fattuale ed elettorale. E che oggi l’unico contenitore di destra che prende voti e’ quello classico, tradizionale e reazionario-borghese, ahime’. In Italia e in Europa…

    IL SOGNO DI RECUPERARE LA VERA VIA ORIGINARIA DELLA ” SINISTRA NAZIONALE ” NON E’ STATA MAI INTRAPRESA COME PROGETTO CREDIBILE MA SOLO COME ACCENNO DI “POCHI” IN POCHE DISARTICOLATE OCCASIONI PRIVE DI PROSPETTIVA A LUNGO TERMINE; QUESTO PERCHE’ PER UN PROGETTO DI QUESTO GENERE CI VUOLE UNA CLASSE DIRIGENTE DI “GIGANTI” E NON DI ” RACCAPRICCIANTI DUCETTI” ….
    E’ NECESSARIO RIPETO “SCOMPORRE” TUTTO E RICOMPORLO DIVIDENDO DEFINITIVAMENTE LE DUE ANIME ATTRAVERSO LA RICERCA E LA CRITICA STORICA DEL RISORGIMENTO PRIMA, DEL FASCISMO POI, E INFINE DEL NEO_FASCISMO. C’E’ LA NECESSITA’ DI ” RIFONDARE IL LINGUAGGIO” E RECUPERARE ” LA NAZIONE SOCIALE” CHE APPARTENNE A ROMA , AL SOGNO GHIBELLINO ED IMPERIALE AD UN CERTO RISORGIMENTO (non certo quello dei genocidi Savoia dal quale D. Fisichella ha costruito la linfa della nuova Democrazia-Alleanza Nazionale ) .

    IN QUANTO ALLE ELEZIONI BHE’… LA SINISTRA CI HA INSEGNATO PER 40 ANNI CHE SENZA CLASSI DIRIGENTI, SENZA STRATEGIA GRAMSCIANA, E SENZA SACRFICIO NON CI SONO PROGETTI CREDIBILI A LUNGO RESPIRO, NON C’E’ FUTURO. E PER QUESTO CHE LE DUE ANIME DELLA DESTRA ( Conservatrice di AN e nazional-populista dei gruppetti da 0,1% ) SONO VUOTE… E’ VUOTO IL LORO ELETTORATO, SONO VUOTI LORO, E SONO INCAPACI DI FRONTEGGIARE UNA SINISTRA MOLTO PIU’ PRAGMATICA E PREPARATA PERFINO AI PEGGIORI TRASFORMISMI.

    CONCLUDENDO : PER UNA RIFONDAZIONE CREDIBILE SERVE ” UN NUOVO LIMES SACRO ” , E SERVE SU QUESTO LIMES “UNO STRAPPO IRREVERSIBILE E TRAGICO ” TRA ROMOLO E REMO, A COSTO DI FRANTUMARE STORIA E MEMORIA CONDIVISA … PRIMA O POI BISOGNERA’ FARE QUESTO PASSO …

    Un caro saluto

  29. Caro Peppuzz, devo essere “rinco”, scusa lo scambio di nome, conta il pensiero…
    L.

  30. A mancine’, ma che spacciatore usi? ;)

  31. X Peppuz ………….
    Ciao posso chiederti dove hai trovato il film di Lizzani, è qualche anno che lo cerco inutilmente
    in alto i cuori
    Riccardo

  32. ROBERTO MAGRELLI

    per l’autore del commento n. 27
    E’ IL CONCETTO CHE HO ESPRESSO CHE CONTA!!!
    NON I TIGROTTI O LE PERLE DI LABUAN!
    GUARDIAMO AI FATTI, NON AI NOMI!!!

    ROBERTO MAGRELLI (va bene cosi’?)

  33. Per Riccardo
    il film di Lizzani lo ho trovato alle Messaggerie Musicali a Milano in corso Vittorio emanuele, al piano di sotto dove c”e la videoteca

    ciao

    Peppuzz

  34. Caro Riccardo,
    risparmiati il film di Lizzani (San Babila ore 20 un delitto inutile), è veramente mediocre, anche al di là della caratterizzazione dei sanbabilini, e dei neofasci tout court, presentati ovviamente come delle belve, esaltate e figli di papà.
    Un film da “cattivo maestro” che non fa onore all’intelligenza del regista, ma daltronde l’ideologia a senso unico ottenebra le menti…

  35. Riccardo,
    confermo quello che dice PaoloN, ma anch’io lo ho cercato per tantissimi anni perche’ ero curioso, se non altro per vedere quei luoghi ai tempi di quando ero bambino…il film, a livello di violenza gratuita e stereotipi, e’ un classico film anni ’70 di matrice poliziesca tipo “i ragazzi della roma violenta”…

    comunque meglio averlo visto che non, se sei curioso…diciamo che se sei nei paraggi te lo presto cosi’ risparmi 17 euro;

    non so come contattarti pero’

    saluti

  36. Francesco Mancinelli

    Per Luca NY…

    …. Uso lo stesso spacciattore di Ugo Chavez che proprio questa sera ha annunciato la fuoriuscita del Venezuela dalla Banca Mondiale e la rottura di qualsiasi tipo di rapporto con i ladri fottuti del Fondo Monetario Internazionale … Chissà che non lo segua qualcun altro ….
    La Multipolarità cresce , la Nuova Cartagine USA è in profonda crisi … Prima o poi dovremo scegliere …

  37. Appello a tutti i frequentatori: qualcuno sa se il sito Carpe-diem e’ ancora attivo oppure no?

    c’e’ materiale interessante ed ho anche provato a contattarli ma silenzio assoluto. Gli amici di Roma e dintorni dovrebbero saperne di piu’, credo anche lo stesso Francesco Mancinelli: c’e’ il testo di Generazione 78 sulla homepage…Luca, Nicola, voi ne sapete nulla??

    sulla pagina di Sergio ho trovato quello che credo sia uno stralcio della deposizione di uno dei colpevoli dell’aggressione:

    …”In via Paladini aspettiamo una decina di minuti…poi vedo il ragazzo col motorino. Do’ una gomitata ad “Aldo” e attraversiamo la strada… RAMELLI capisce, si protegge la testa con le mani.Gli tiro giù le mani e lo colpisco al capo con la chiave inglese. Lui non è stordito, si mette a correre. Si trova il motorino tra i piedi e inciampa. Io cado con lui, lo colpisco un’altra volta. Non so dove: al corpo, alle gambe. Non so”.

    saluti

  38. su Hugo Chavez> ai posteri l’ardua sentenza, ma NON son sicuro che stia facendo del bene al paese visto che sta comportandosi come un dittatore militare di 30 anni fa, e si ritorva con disoccupazione ed inflazione la 20 per cento malgrado la bonanza del petrolio: regala soldi a destra e manca (agli argentini compra i titoli di stato a prezzi superiori a quelli di mercato), ma la realta’ e’ che fa il bullo grazie al prezzo del petrolio cosi’ alto: tutti vogliono nazionalizzare adesso, poi quando il prezzo scende (e’ ciclico) apriranno le porte e si caleranno le brache, e’ sempre successo cosi’..la produzione venezuelana e’ quasi dimezzata e bisognerebbe fare investimenti per circa 15miliardi di dollari, poi ci vogliono gli ingegneri etc etc..lui fa solita demagogia e populismo da 4 soldi..la realta’ e’ che possiamo criticare gli americani (vanno criticati ci mancherebbe, il presidente che hanno e’ imbarazzante) ma credo sempre che il loro sistema sia il meno ingiusto al momento;quali sono le alterntive: la Cina, la russia?? gli ayatollah? Hamas opp. Helzbollah? Chavez? Cuba? fino a prova contraria la gente non scappa dagli USA, anzi fanno a gomitate per entrarci (come anche da noi)…”ma mi faccia il piacere” come diceva il grande Toto’…

  39. Francesco Mancinelli

    Primavera a Marzo era entrata,
    era entrata a Milano,
    ne avvertivi il tepore
    e tra il fumo e il cielo lontano
    ne avvertivi la gioia
    nella ragazza che tu
    tenevi per mano.
    Finalmente l’ultima campana,
    è finita la scuola
    anche per oggi potrai tornare
    a casa tua per riposare
    ma sotto casa,
    davanti al portone,
    ti attendeva la morte,
    non me immaginavi l’assurda ragione.
    Un colpo, due colpi e altri colpi sul capo,
    finché non furon certi di averti finito
    i loro volti eran coperti dal rosso
    come il tuo volto dal sangue
    che avevi già addosso.
    La morte di un tempo aveva la falce,
    la morte di oggi ha pure il martello,
    lasciò la sua firma su quel muro di casa,
    proprio di fronte al tuo cancello.
    Per quarantasette giorni una madre
    ha sperato e pregato accanto
    al letto del figlio morente
    fino a quando il suo cuore a ceduto
    ma alla gente non importò niente.
    Era morto un “Fascista”,
    non valeva la pena
    guastarsi l’appetito
    o rovinarsi la cena.
    Era morto un “Fascista”
    andava preso e sepolto
    avevan paura anche,
    di un morto.
    Andava sepolto e dimenticato
    perchè così vuole
    la giustizia del proletariato
    Era morto un “Fascista”
    e andava in fretta sepolto,
    avevan paura
    anche di un morto

    La canzone è cruda , essenziale, sia nel testo letterario che nella musica, ma maledettamente realista … E’ interessante notare per chi conosce la realtà milanese, lo spaccato dell’individualismo beota della socità civile di allora (..di oggi che importa …). Era questo il clima che aveva la stessa società civile (che magari aveva partecipato alla ” maggioranza silenziosa) di fronte a tali avvenimenti.
    Per loro era meglio che i fascisti non facessero militanza e politica , non facessero attività di propaganda, perchè quelle erano le cose della sinistra … Che c’entra ” la destra ” con il furore attivista ?
    Milano voleva uscire dalla violenza solo per puro egoistico senso della propria meschina autonservazione … Ecco perchè il morto andava in fretta sepolto … Per dimenticare .. D’altra parte quella Milano bottegaia e silenziosa era anche la Milano di De Carolis, di certa p2, dei capitalisti che vedevano nelle giovani leve ” di destra” opportuni picchiatori anticomunisti punto e basta …
    Era una Milano che voleva somigliare a New York come capitale internazionale ed odiava i Rossi perchè magari li considerva ” reazionari” …
    Se poi si va ad approfondire i tragici personaggi di quell’omicodio politico ci si rende conto che di Proletario a parte la sigla avevano ben poco … Lo scoprimmo anni ed anni più tardi quando questi liberi professionisti medici e professori fecero il mea culpa…
    E’per questo che io non sopporto personaggi come Gad Lerner, Ferrara, Teodori, Liguori, Pecorella ecc ecc. erano gli intellettuali prodigio che armavano i mazzieri di allora e che oggi giocano consociativamente nella nuova ammucchiata filo-occidentale …
    E’ per questo che storie come queste per “lor signori” della destra perbenista e borghese e della sinistra rirormista ipocrita devono essere rimosse …

  40. Francesco Mancinelli

    Chavez farà pure propaganda, però oggi non ha un filo di debito e può mandare a quel paese pubblicamente gli usurai legalizzati della Banca Mondiale e del FMI più o meno la stessa cosa di Putin e dell’Iran. Il prblema non è ricalcare il modello
    Cina, Russia, Iran, Hamas, Helzbollah, Chavez, Cuba ecc ecc.
    Il problema e fare in modo che queste “esperienze unitariamente” mettano in crisi il Gigante Malato, notsro Tiranno Militare, Culturale ed Economico dal 45′. L’emancipazione dell’Europa deve necessariamente passare per il ridimensionamento totale “dell’impero” . I modelli poi si ricostruiscono dentro gli eventi non aprioristicamente … IL fascismo prima di tutto fu essenzialmente ” situazionista ” ….

  41. Mancinelli, ovviamente stavo scherzando. Per cortesia continua ad occuparti di musica, ma non ti addentrare in improbabili discussioni economiche…
    Se ti leggessi qualche libro di storia economica scopriresti che condizione necessaria per lo sviluppo economico di una nazione e’ la creazione di un sistema finanziario moderno, esattamente quello che tu chiami retoricamente usura legalizzata.
    Se poi facessi lo sforzo disumano di leggerti l’economist (che, mi consentirai, e’ leggermente piu’ autorevole di Area) ti accorgeresti che Chavez sta portando il Venezuala alla rovina.
    Io vivo in America da anni e ti posso assicurare che l’Impero non e’ cosi’ male: la vita qui e’ molto piu’ dura che in Italia, ma ci sono milioni di opportunita’…in fondo la politica dovrebbe servire a produrre benessere (non solo economico, ovviamente) e non ad affermare la propria identita’.

  42. Francesco Mancinelli

    Caro LucaNY,
    la politica per quanto mi riguarda serve ad affermare solo ed esclusivamente IDENTITA’ POLITICHE FORTI E DETERMINATE IN CONTINUITA’ CON LA PROPRIA TRADIZIONE ED I PROPRI VALORI FONDANTI , e non certo a produrre il FALSO BENESSERE INDEBITATO FINO ALLA MORTE voluto dal Tuo sistema finanziario moderno ….
    Lo sviluppo della ” NAZIONE SOCIALE ” nasce da questa piccola ma elementare verità .
    Per quanto mi riguarda seguo le tematiche di politica economica che parlano di ” regressismo economico” oltrechè di sviluppo sostenibile”… quindi a volte anche se con molto sforzo studio anche io …
    La tua visione del primato dell’economia sta tuttavia declinando sotto la spinta di economie e politiche più giovani ed intraprendenti sul piano politico , e/o di Panteon meno corrotti da quel mondo di opportunità di cui parli …. La Multipolarità sta comprimendo l’impero determinandone l’irreversibile declino … Se poi useranno la guerra bhè Iraq e Afghanistan docet …
    Ma torniamo al “quid”. Tu sei probabilmente di destra, io non sono di destra ma casomai sono di ” sinistra nazionale “.
    Quindi ben venga Chavez, l’Iran, Putin, il mondo arabo, l’America Latina libera dai debiti che ricatta gli usurai del FMI e della Banca Mondiale …
    Tutto questo aiuta l’Europa nella sua lenta via di emancipazione politica, culturale, militare …..

    Un saluto

  43. Solo per informarvi: il 28 aprile a Modena abbiamo (ri)presentato il libro alla presenza di Giraudo, Bountempo e del segretario provinciale ds…dopo abbiamo inaugurato via Ramelli…giornata indimenticabile, da brivido!!!

  44. Da Ramelli a Chavez

    1) Caro Roberto,

    se devi informarci non lesinare sulle righe, visto che siamo ufficialmente in argomento Ramelli. Com’è andata? Com’è stato il dibattito? C’era gente?

    2) Piuttosto: mi spiace dovermi schierare in questa polemica tutta bolivariana fra il mio omonimo di New York e Francesco Mancinelli, ma mi pare che prendere come paramentro per giudicare il Venezuela il benessere dell’America non sia un criterio utile. C’è più benessere a New York? La prima risposta che verrebbe sulle labbra è: “Grazie al cazzo!”. Ma credo che si tratti proprio di grandezze incomparabili: è ovvio che Chavez ha commesso e commette tantissimi errori, non osserva il galateo, è un po’ rozzo, a volte tanto infatuato quanto carismatico (ho avuto modo di intervistarlo tre anni fa, a Brasilia), e cita un po’ troppi santi e madonne per i miei gusti (secondo me chi governa dovrebbe evitare di contaminare politica e religione). Però la diversità nel mondo è un valore, il fatto che Chavez usi il prezzo del petrolio per dilapidare la ricchezza del paese in programmi sociali mi pare un bel salto di qualità rispetto a quando la classe dirigente precedente dilapidava le stesse risorse in ruberie… Il fatto che abbia nazionalizzato il petrolio mi pare una cosa che va a beneficio del Venezuela, sicuramente meglio di prima, quando era tutto in mano ad un gruppo di oligarchi a libro paga delle compagnie internazionali. Non so se le sue ricette economiche funzioneranno, ne dubito, so che una ribellione popolare ha neutralizzato un colpo di stato che lo aveva già deposto, e che gli stessi quartieri popolari, bienificari di queste regalie social-assistenziali gli hanno regalato una maggioranza granitica nelle ultime elezioni? Io capisco che tu possa preferire Woody Allen, Manhattan, Hillary Clinton, Obama, e Wall Strett, caro Luca Ny, ma Caracas non è un salotto di buona finanza, e forse alla maggioranza dei venezuelani, malgrado tutti i difetti di Chavez, vanno meglio i presidi sanitari con i medici cubani e l’istruzione obbligatoria e gratuita… dipende sempre da dove si parte, no?
    Luca

  45. Caro Luca,

    Veniamo al libro di Nicola Rao. Non l’ho affatto stroncato: l’ho comprato dopo aver visto Rao fare una pessima figura alle Invasioni Barbariche (e i suoi sparring partner di sinistra non furono da meno), proprio perché mi interessa quel pezzo di storia lì. La storia non mia, quella dei “cattivi”.
    I limiti letterari e storiografici di Rao mi paiono evidenti: sto contemporaneamente rileggendo “I ragazzi che volevano fare la rivoluzione” e la differenza di approccio storiografico e capacità di raccontare un “sistema” tra Cazzullo e Rao mi pare palese.
    Detto questo, un libro scritto non bene non è automaticamente un brutto libro o un libro non interessante. E infatti “La fiamma e la celtica” è un libro assolutamente interessante.
    .
    Però non mi sembra un documento storico “neutro”. E’ una storia scritta *da dentro*, con tutti i limiti che un’operazione simile può avere: il reducismo, la mitizzazione di gente prevalentemente (a mio giudizio) orribile, un certo epos “ginnico”, un approccio sostanzialmente manicheo, ecc.
    .
    Anche questo può non essere un problema: basta saperlo e, calandomi nei tuoi panni di curatore della collana, credo sia più onesto nei confronti dei lettori dichiararlo. Basta una prefazione che dice che questa è una storia scritta da chi faceva parte di quel mondo lì e tuttora ne condivide molti valori e vi proietta un po’ di sentimento d’appartenenza. Attenzione: non un caveat “attenti al fascio”, ma una semplice dichiarazione che serva a “classificare” il documento. Il discorso vale per tutti i testi che si occupano di storia/cronaca, indipendentemente dal colore politico. Insomma, varrebbe anche per distinguere un’ipotetica storia degli anni Settanta scritta da Oreste Scalzone da una scritta da uno storico più freddo nei confronti dell’argomento.
    Magari in una seconda edizione del libro di Rao ci sarà.
    .
    Per capirci: leggo volentieri anche memorialistica sulla destra scritta da gente di destra, mi basta saperlo e so applicare il giusto filtro che riservo alla storia raccontata dai protagonisti.
    .
    So anche che la storiografia più recente ha iniziato a considerare anche la memoria di parte, inclusa quella degli “impresentabili” (per esempio Giorgio Rochat nei suoi ultimi testi), ma sempre usando le opportune cautele.
    .
    Insomma, hai perfettamente ragione quando dici che “il nostro punto di vista” non esaurisce la verità. Il mio unico appunto al libro di Rao (che è infatti un altro punto di vista, molto distante dal mio) è che l’identità, le posizioni, le vedute, la militanza dell’autore non sono segnalate con sufficiente chiarezza.
    .
    Pur essendo un antifascista, non sono tra quelli che pensano che i “neri” debbano stare zitti, anzi mi interessa sentirli. Non a caso nello stesso post cito tangenzialmente proprio un libro edito da “Settimo Sigillo”, che ho comprato e a breve leggerò. E non è certo il primo libro “nero” che leggo.
    Non sono nemmeno uno di quelli che pensa che “uccidere un fascista non è reato” o mostruosità simili, forse perché al liceo ho fatto amicizia con l’unico militante del FdG (dannunziano, idealista, sotto sotto anarcoide e incapace di fare del male) e recentemente gli ho pure fatto da testimone di nozze. O forse perché sono a tutti gli effetti democratico.
    Anzi, mi interessa leggere le storie delle vittime che stavano dall’altra parte: dal rogo di Primavalle in giù, fino a Sergio Ramelli.
    .
    La mia critica al libro di Rao è tutta qui. Perdonami se mi è venuto qualche cattivo pensiero, cioè che ci fosse dietro un’operazione politica di sdoganamento (odio il termine) della destra “manesca”. Ma il tutto partiva da un mio giudizio – sbagliato – sulle intenzioni politiche del curatore della collana.
    Penso, a mia discolpa, che sia un equivoco in cui possano cadere in molti, viste le premesse che dicevo prima.
    .
    Riguardo proprio alla collana, beh la apprezzo e ne compro i libri e continuerò a farlo, così come sono uno spettatore abbastanza fedele di Tetris (ho giusto visto la puntata con Fioravanti, l’altra sera).
    Il tuo “Cuori neri” l’ho apprezzato, proprio perché era scritto con la distanza che separa un giornalista/storico da un militante. Ed è un libro che consiglio, perché racconta un pezzo di storia spesso dimenticato: le vittime innocenti di cause sbagliatissime (ma non meno vittime).
    .
    Grazie ancora per le tue precisazioni: ovviamente i commenti sono apertissimi ad ogni tuo contributo.

  46. Caro Suzuki (ma come ti devo chiamare?)
    mi fa piacere che dopo un cortocircuito torniamo su un piano di dialogo accettabile… Mi dispiace per te, e per i lettori di Suzukimaruti.it, l’avvertenza “Nuoce gravemente alla salute” sul libro di Rao non l’ho messa e non la metterò, perchè non si tratta di un “protagonista”, ma di un giornalista di destra, che racconta la storia del neofascismo, e io spero che non arriveremo alle schedature. Capisco che ti piaccia il libro di Cazzullo (e non sai quanto mi faccia piacere, visto che mi sono battuto per ripubblicarlo!) ma non vorrei che abbia letto con un occhio vagamente influenzato il libro di Nicola. Se lo finirai di leggere “open mind”, per esempio, potresti scoprire che è una miniera di notizie non proprio apologetiche. Ti faccio solo un esempio: parlando con Rao, Delle Chiaie conferma una cosa che la destra extraparlamentare e non ha negato per decenni: e cioè che il principe Borghese informò Almirante del Golpe, e che dunque Almirante sapeva dalla sua stessa bocca che la sera dell’Immacolata gli uomini del Fronte nazionale sarebbero scesi in armi. Visto che in testi molto più seriosi, molto più politicamente corretti, e moolto più antifascisti, per anni si è addirittura arrivati a negare che ci fosse stato un vero e proprio tentantivo di golpe, ecco un esempio di un fatto che Rao, raccoglie da giornalista (ne di destra, ne di sinistra, ne di centro, giornalista e basta) e mette lì. Di episodi così ce ne sono tanti: ed è vero, come abbiamo messo un po’ enfaticamente in copertina, che ci sono personaggi chiave della destra, dai sanbabilini, a Delle Chiaie a Murelli, che hanno parlato per lap rima volta per questo libro. Qualcuno, come l’ex bombarolo Nico Azzi, dall’uscita del libro a oggi ha fatto in tempo a morire. Ecco perchè non pretendo di farti-farvi cambiare idea sul libro, ma di farti-farvi notare che non tutto è come vi è sembrato a prima vista. Detto questo, non oso pensare cosa scriverete quando avrete letto “Storia nera”, ill ibro che Andrea Colombo – giornalista di Liberazione oggi, e del manifesto fino a qualche anno fa – ha scritto insieme a Fioravanti e la Mambro sulla strage di Bologna, se hai vosto la puntata, ti sarai fatto un’idea di che razza di intrico è la memoria di questo paese (trovi taccia del dibattito anche su qeusto sito). Pensa, che pur avendo apprezzato quel libro, ne vorrei commisisonare un altro per la mia collana, che non prtisse da nessun pregiudizio: ne innocentista, e nè colpevolista. Beh, ci credi? Trovare un autore che lo faccia poartendo da questo presupposto è difficilissimo, perchè tutti si sentono – e si dichiarano – determinati in un senso o nell’altro!
    Luca

  47. Ragazzi vi ringrazio per i consigli relativi al film di Lizzani ma mi interessa averlo almeno mi incazzo ancora nel vederlo come feci allora. Sono consapevole che la descrizione dei Sambabilini non è veritiera ho avuto la fortuna di conoscerli
    in alto i cuori
    Riccardo

  48. Caro suzukimarutti, io le ho fatto ribrezzo alle Invasioni barbariche? Padrone di pensarlo. Ho fatto una pessima figura? Puo’ essere ma, mi permetta, chi se ne frega e, soprattutto, cosa c’entra con il contenuto del mio libro? Cosi’ come non ci azzecca niente con il libro la mia storia personale e professionale che dubito lei possa conoscere!
    Non ho mai detto di essere uno storico, sono solo un cronista. E ho fatto il cronista nel libro. Raccontando o facendo raccontare la storia del neofascismo da molti dei suoi protagonisti. Citando, pero’, anche molti libri scritti precedentemente sul tema, articoli di giornale, autori della destra, fonti individuali come il diario di Emanuela.
    Non ho quasi mai espresso il mio pensiero ne’ preso posizione. Ho fatto un lavoro fotografico. Ho, insomma, fatto il mio mestiere. Che non e’ il suo! Non permetto a nessuno di giudicare o dare un voto alle mie idee e alla mia storia. Tantomeno a un ridicolo anonimo sul web.
    Lei ha il diritto dovere di giudicare e criticare, se lo ritiene, il mio libro. Ma con motivazioni pregnanti e documentate. Quanto poi al fatto che se uno ha un passato di destra debba essere ‘marchiato quando scrive un libro, mentre se uno ha un passato di sinistra e’ autorizzato a scrivere liberamente su tutto e su tutti, dalla sinistra alla destra passando per il centro, beh, per fortuna queste scorie da ‘antifascismo militante’ (che mi fanno rabbrividire) sono solo nella testa sua e di pochi altri.

  49. Anzi le dico un’altra cosa. Il libro di Luca, Cuori neri, e’ molto bello anche, se non soprattutto, perche’ e’ scritto con quel pathos e quella partecipazione (che non lei hai colto), mentre invece l’ha colta nel mio, che ne e’ sprovvisto (a parte il primo capitolo che ha una genesi tutta particolare). Ma siccome Luca ha un passato di sinistra (come l’ottimo Cazzullo), allora lei si e’ avvicinato al suo lavoro con una prevenzione in positivo, mentre siccome io ho un (piccolo)passato di destra, si e’ accostato al mio libro con un forte pregiudizio negativo.
    Che atteggiamento da compagno anni settanta scontato e trinariciuto. Che banalita’. Che noia…

  50. errata corrige. Alla seconda-terza riga: (che lei non ha colto)

  51. Marxisti che parlano di economia????
    Brrrrr…

    Il saggio disse: se il comunismo arriverà nel Sahara, ci sarà subito una mancanza di sabbia!

  52. Una chicca che esterno agli amici di Cuori Neri.
    Sul Blog di Beppe Grillo c’è un icona che pubblicizza un calendario 2007 (non in vendita, da scaricare se si vuole), che vuole evidenziare con nomi e cognomi un elenco meritevole di ringraziamento, una sorta di, come li chiama Grillo “santi laici”, perchè “…senza di loro il nostro paese sarebbe lo zerbino dei potentati economici, delle mafie, della P2, degli estremisti….”. Troviamo così ovviamente i vari Falcone, Borsellino,Libero Grassi, Dalla Chiesa; data per data, in occasione della loro morte, si citano e ricordano Mauro Rostagno, Pino Puglisi,Emilio Alessandrini, Carlo Casalegno e Ninni Cassarà, si passa da Giacomo Matteotti a Don Minzoni, da Massimo D’Antona a Vittorio Occorsio, trovi Luigi Calabresi e l’anarchico Pinelli, si ricordano le vittime di Ustica e quelle dell’Italicus, e poi …improvvisamente scopri dei nomi che non ti aspetteresti…Paolo Di Nella, Sergio Ramelli, Carlo Falvella, Graziano Giralucci, Angelo Mancia…
    Ora, a me piace Grillo, indipendentemente dalle sue idee politiche (che credo siano diverse dalle mie, ma non poi tanto),
    lo trovavo eccellente quando faceva fondamentalmente il comico, lo trovo straordinario nel suo fare le pulci al mondo della finanza e dell’economia.
    Ma mi sorprende questo trasversalismo nello scegliere dei nomi da ricordare, con la citazione di tanti Cuori Neri, poichè in fondo Grillo ha tra i suoi “consiglieri” e/o “ispiratori” fondamentalmente gente di sinistra.
    E tra i suoi fans molti trinariciuti scuoterebbero la testa…

  53. riguardo all’ultima polemica sul libro di Nicola Rao. ognuno ha le sue opinioni ci mancherebbe…la mia è che “la fiamma e la celtica” è un bel libro, scritto bene, documentato. Per questo preannuncio a tutti che, salvo imprevisti, verrà presentato il 15 giugno a Faenza, e alla presentazione parteciperanno il senatore del prc Albonetti e Mario Landolfi di an.
    raffaele

  54. Mentre il 30 maggio organizzo, sempre a Faenza, una serata sul 1977. Il titolo è “1977: storie, sogni, lotte, tragedie di una generazione …..in rosso e in nero”. Un incontro che introduco io e che vedrà la partecipazione di Daniele Barbieri, giornalista, collaboratore di Liberazione e Carta, ex militante di Lotta Continua e di Gabriele Marconi, scrittore, giornalista, cantautore, direttore resp. di Area, ex militante di Terza Posizione. Un incontro sul nostro passato recente, visto sotto i diversi punti di vista, di sinistra e di destra con due protagonisti-testimoni che una volta, probabilmente, se le sarebbero date di santa ragione.
    Siete tutti invitati alla serata, oltre che alla presentazione del libro di Nicola. Vi scriverò più avanti i particolari.
    ciao
    Raffaele

    p.s.
    e per dopo l’estate ho già preso i contatti per presentare “Storia Nera” di Andrea Colombo..

  55. Caro Raffaele,

    a te ti devono dare la medaglia al valor militare per la promozione del dialogo interetnico!

    Luca

  56. Data la richiesta di Luca faccio una piccola cronaca dell’inaugurazione di via Ramelli a Modena.

    Quanto al dibattito, non solo ha visto la presenza di parecchie persone, ma ha registrato la partecipazione del segretario provinciale dei Ds: fatto importante, se consideriamo la realtà modenese. Oltre a lui hanno partecipato al dibattito Guido Giraudo, Teodoro Buontempo e Michele Barcaiuolo (il consigliere di AN che ha chiesto e ottenuto l’intitolazione).

    Successivamente al dibattito abbiamo organizzato un corteo nel quale sono confluiti pure i ragazzi della fiamma e di forza nuova e in circa 300 persone abbiamo percorso l’intera lunghezza di via Ramelli (peraltro una bellissima via: sarà frequentatissima dato che stanno costruendo un enorme cinema multisala e un grande albergo) sino all’ultima targa che abbiamo scoperto e di fronte alla quale Giraude ha chiamato il “presente”.

    Tutto si è svolto in maniera ordinata e dei soliti imbecilli dei centri sociali – di cui si temeva una presenza ostruzionista – non abbiamo visto neppure l’ombra…

  57. marco bonello

    Per quello che può valere: sono i compagni come Raffaele che mi permettono di votare Rifondazione: se aumentiamo di numero…

  58. Francesco Mancinelli

    Caro Raffaele,
    se il tuo intento e di mettere insieme la sintesi feconda del superamento della “destra” e della “sinistra” fammelo sapere …
    Sto aspettando il risveglio di ” Catilina ” ed dei suoi ribelli insorti da troppo tempo … Ovviamente per partecipare in prima linea …
    Altro che dialogo inter-etnico per usare una espressione di Luca; il giorno che “post-fascismo” e “post-comunismo” supereranno il loro essere “concorrenti” di un progetto molto , molto simile …., vorrà dire che gli Dei stanno di nuovo marciando sui Templi e sulle Città dai quali sono stati esiliati … ( E. Junger )…

    Luca, Suoni Neri quando esce ?

    Ciao a tutti

  59. ugo tassinari

    Non riesco a seguire questo 3d per i miei soliti incasinamenti ma leggo di straforo delle Invasioni barbariche. Se qualcuno ha fatto ribrezzo lì è stata la signora Rondolino.

  60. “Caro Raffaele,

    a TE TI devono dare…” Tentativo di abbruttire la lingua italiana? Giornalismo d’avanguardia?

  61. Minchia, adesso interviene pure l’Alighieri! Anche a TE TI dovrebbero dare una laurea, oh Dante!
    L.

  62. Casso! Cosa pensi che simboleggi la verdura che porto in testa? Ovvero che portavo…

  63. Carlo Infante

    Dottor Telese,

    l’autore si chiama Giraudo, non Girando.

    Cordialissimi saluti.

  64. Carlo Infante (Lecce)

    Ringrazio vivamente il Dottor Telese per averlo ripubblicato e gli autori per averlo scritto.
    Invito tutti a comprarlo ed a ricomprarlo (l’edizione è riveduta ed ampliata).
    Un caro saluto alla famiglia Ramelli!

    CIAO SERGIO!

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