Il sangue e la celtica

10 dic 2008

STORIA / VOCI IN DIRETTA DALLA GALASSIA NERA: IL NEOFASCISMO DEGLI ANNI SESSANTA SETTANTA

Andrea Colombo, Il Manifesto

Certo che è uno strano paese, questo. Si scervella sui fatti di un passato distante. Si scanna brandendo quelle vicende come lame affilate, sforzandosi peraltro ben poco di capirle, o anche solo di contestualizzarle adeguatamente. Sforna in materia volumi a getto continuo, senza curarsi della loro effettiva utilità. Però, se per caso esce un libro in grado di aggiungere qualcosa al già noto, di far luce sugli angoli in penombra, di mettere a fuoco le contraddizioni e le diverse tonalità coperte dal manto bugiardo delle categorizzazioni di massima («estremismo», «terrorismo», «neofascismo»), quasi lo ignora. Come nel caso del libro di Nicola Rao, Il sangue e la celtica, che non è certo il primo ad affrontare il sanguinoso ciclo delle stragi e dei sogni golpisti che va dal 1969 al 1974, ma è in compenso il primo ad addentrarsi in quel continente misterioso facendosi guidare dagli «indigeni», dando cioè la parola ai neofascisti che di quella fase furono, a diverso titolo, protagonisti. Il risultato è un quadro infinitamente più variegato e complesso di quel che solitamente si immagina quando si pensa al neofascismo di allora come a un blocco indistinto, connotato solo da unanime passione bombarola. Invece di limitarsi a rileggere e commentare gli atti giudiziari sfornati a valanga nell’arco di un quarantennio, Rao ha pedalato su e giù per la penisola, intervistando tutti coloro che, in quell’ambiente, erano disposti a prendere la parola, anche per sostenere tesi opposte e discordanti: dal negazionismo puro di chi fieramente insorge al solo sentir parlare di coinvolgimenti della destra estrema nella stagione delle stragi alle testimonianze dirette di quelli che, invece, di quei coinvolgimenti sono certi. A volte, come nel caso di Fabrizio Zani o dello scomparso Nico Azzi, per conoscenza diretta: Azzi, per chi non lo ricordasse, fu catturato dopo che gli era esplosa tra le gambe la bomba con cui si preparava a far saltare il treno Torino-Roma, nell’aprile 1973. Per molti versi, il lavoro di Nicola Rao arriva alle stesse conclusioni cui era giunto il giudice milanese Guido Salvini. Dalle testimonianze raccolte dal giornalista esce più che mai confermato l’impianto storico- analitico sul quale era basato l’atto di accusa dell’ultimo processo per la strage di piazza Fontana. Emergono ad esempio in evidenza lampante, attraverso i ricordi dei diretti interessati, le connessioni strettissime tra il neofascismo veneto e quello lombardo, elemento di fondamentale importanza ma rimasto per decenni celato, individuato proprio da Salvini e dimostrato qui in maniera inoppugnabile. È bene peraltro ricordare che l’ultimo processo per la strage di piazza Fontana si è sì concluso con l’ormai consueta raffica di assoluzioni, però, a differenza di tutti quelli precedenti, ha fissato un punto fermo dal punto di vista della rilevanza storica se non di quella propriamente giudiziaria. Ha sancito cioè la responsabilità certa dell’area neofascista veneta, e in particolare di Franco Freda e Giovanni Ventura, nella «madre di tutte le stragi». Solo la legge che rende impossibile la revisione delle sentenze assolutorie (a differenza di quelle di condanna) già passate in giudicato ha salvato l’editore nazista e il suo sodale dalla condanna per la mattanza del 12 dicembre 1969. In altri casi, le ipotesi avvalorate da Rao si discostano seccamente dai luoghi comuni universalmente avvalorati. A differenza dell’ordinovismo veneto-lombardo, il giornalista non crede infatti nel coinvolgimento nelle trame stragiste dell’area romana di Avanguardia nazionale e del suo capo indiscusso, Stefano Delle Chiaie. Gli avanguardisti, in quella fase legatissimi al Fronte nazionale di Junio Valerio Borghese, coltivavano progetti golpisti, sfociati infine nell’abortito colpo di stato «dell’Immacolata», nella notte tra l’8 e il 9 dicembre 1970. Ma quei piani, stando alla ricostruzioni di Rao, erano ostacolati non agevolati dalla strategia al tritolo dei camerati del nord. È una tesi certamente discutibile, però non priva di argomenti a sostegno, e ha comunque il merito di evidenziare le differenze e le divisioni che campeggiavano all’interno della stessa area neofascista a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta. Divisioni che rinviano ad altre e ancor più tortuose contrapposizioni: quelle tra spezzoni dei servizi in lotta tra loro e prontissimi a usare le aree golpiste e/o stragiste a proprio vantaggio, quelle tra le correnti politiche dei partiti centristi, in particolare della Dc, per cui le trame nere erano uno strumento per affermare la propria supremazia, quelle infine tra le diverse visioni strategiche che si combattevano nei servizi segreti americani. La lettura di quella fase come segnata da un univoco progetto stragista-golpista e da un intervento omogeneo e coerente dei servizi segreti è nella migliore delle ipotesi superficiale. L’Italia dei primi anni Settanta è un proscenio in cui, sullo sfondo della guerra fredda, si intrecciano disegni diversi e di diverso cabotaggio, riflessi l’uno nell’altro come in un gioco di specchi deformanti, intrecciati in un nodo scorsoio di doppi e tripli giochi, di alleanze inconfessabili e di accoltellamenti alle spalle. Le testimonianze qui raccolte rivelano anche l’inconsistenza dell’equazione eversione nera-golpismo-stragismo. Per quanto i tre livelli si siano intrecciati, la scelta dell’azione violenta contro lo Stato non comportava affatto, di per sé, un’automatica adesione al golpismo, né quest’ultima postulava di necessità il ricorso alle stragi. Tra Pierluigi Concutelli e Mario Tuti, i «rivoluzionari» che verranno presi ad esempio dalla destra armata di fine decennio, e Stefano Delle Chiaie, il braccio destro di Junio Valerio Borghese, c’è una marcata differenza, ed è possibile che una distanza non minore separi il capo di Avanguardia nazionale da Franco Freda e dai suoi accoliti del nord. La realtà è che il neofascismo italiano dei primi anni Settanta è in larga misura ancora sconosciuto, anche perché in campo democratico si contano quelli che davvero si sono presi la briga di conoscerlo. E se è vero che, a differenza del terrorismo rosso, sono stati pochi i neri che hanno parlato della loro esperienza, ancor meno sono stati quelli che si sono peritati di andarli ad ascoltare, come ha fatto adesso l’autore di questo libro. Di certo, non era mai successo che un così cospicuo numero di militanti neofascisti parlasse tanto chiaramente di quelle vicende, infrangendo il negazionismo adottato, anche in buona fede, da chi riteneva (e ritiene) che solo negare ogni possibile coinvolgimento valga a contrastare una colpevolizzazione generalizzata e indistinta. Ma stavolta quasi infrange il dettato in questione, sia pure a mezza bocca, persino Stefano Delle Chiaie: «Certo, le cose le sentivo e le idee me le facevo. Perché non feci o dissi nulla? Innanzitutto perché la verità spesso è un sottile limite che separa dall’infamia». Un limite che forse, a quarant’anni di distanza dall’inizio della catena di stragi, sarebbe possibile superare.

122 commenti

  1. Che dire? Credo che Andrea abbia davvero colto il senso e lo spirito del mio lavoro, individuandone le caratteristiche e gli aspetti peculiari.
    Ma siccome e’ un articolo misurato, obiettivo, per nulla polemico e di buon senso, probabilmente non fara’ scattare gli ‘animal spirit’ che nelle ultime settimane hanno portato qualcuno ad aggredirmi ‘sopra le righe’, per usare un eufemismo, senza mai (se non in rarissimi casi) entrare nel merito di un fatto, di una testimonianza, di un episodio. Per smentirli, confutarli o smontarli.

  2. Indipendente

    Gia’ Colombo mi era piaciuto quando ha scritto storia nera, confermo il mio giudizio positivo. Un giornalista puo’ essere stato in gioventu’ compagno o fascio,ma l’importante e’ che nel suo lavoro si distacchi dalle sue idee di partenza e faccia un lavoro serio e obiettivo, anche se non piace alla sua parte.

  3. Non ci saranno commenti perché non dice niente di nuovo e semplicemente si allinea alla vulgata. Isolati gli elementi a sostengo della tesi stragista valgono solo quelli. Per quanto si può ammettere che Colombo non è avvelenato.

  4. matteo amici

    Articolo equilibrato.
    Non mi resta che leggere il libro di Rao :) .

  5. Matteo, ma come, sono settimane che intervieni sul mio libro e…ancora non l’hai letto? Spero rimedierai al piu’ presto :-)

  6. matteo amici

    In effetti sono però intervenuto su questioni generali, non mi sono pronunciato sulle tesi proposte nel libro.
    Comunque questo libro si ha da leggere.

  7. Francesco Mancinelli

    X Nicola Rao

    DOMANI 40 ANNI DI STRAGI NAZI-PAGANE

    Caro Nicola,
    fino ad oggi mi sono completamente astenuto dal dibattito piuttosto aspro e polemico, ma per il semplice fatto che da almeno due anni, e quindi da molto prima che Tu pubblicassi ” Il Sangue e La Celtica ” , ho sempre sostenuto per così dire una Terza Via interpretativa tra coloro i quali sostengono la piena innocenza del mondo neo-fascista e coloro i quali sostengono che ci sono “gli stragisti” operativi, coscienti, dottinariamente consapevoli in quanto superomisti e pagani …. ( vedi l’ ultima cialtroneria di Salvini).

    Detto questo di premessa, Andrea Colombo già nella Sua “Storia Nera” sostiene la seguente verità : a Bologna la strage non l’hanno fatta la Mambro e Fioravanti ( i NAR ) , ma l’hanno fatta pue sempre i fascisti ; molto probabilmente i magistrati dovevano per l’appunto ricercare ed indagare sulla cellula ordinovista veneta dalla quale è partita tutta la strategia stragista sin da P.zza Fontana.

    Andrea Colombo, per quanto meno politicamente corretto, non dice niente di nuovo rispetto a quanto sostenuto in tempi non sospetti da personaggi alla Libero Mancuso, alla Zincani, alla Vigna e alla Salvini.

    In questo modo dimenticando che lo stesso Fioravanti, aveva fatto più volte marcia indietro sulla sua ” vision ” complottista ( quando flirtava con Calore e Izzo per capirci), sostenendo in più di una occasione che era stato a suo tempo fuorviato proprio da certa magistratura politicamente
    ” orientata ” e molto brava a far risultare certe verità storiografiche ancora prima che giudiziarie.
    Salvini in questo devo dire che è il migliore di tutti, perchè ha anche trovato anche ” il movente ” nella ritualità stragista nella “Paganitas” originaria , dove prima “dell’avvento cristico ” la vita non aveva valore in sè … Hi hi hi hi Per i neo-fascisti la strage indiscrimanata ha quindi una finalità rituale operativa ancora prima che politica ….

    C’è ancora una volta da dire che l’unico vero lavoro di interpretazione storiografica e dottrinaria (un libro serio e documentato) sul neo-fascismo pubblicato in Italia è il libro di Ferraresi del 1987 ” La destra Radicale” edito da Felrtrinelli, che ha come fonti di riferimento al 90% proprio le istruttorie giudiziarie ( allora ce ne erano in corso perlomeno una trentina ).

    Quello che continuo invece a non capire della Tua impostazione (devo dire più giornalistica che ” storiografica e/o dottrinaria “) , basata su fatti, assiomi, interviste e deduzioni , è l’impostazione che però rinuncia completamente a prendere sul serio ad es.il Dossier San Marco di Giannettini, nonchè le Sue testimonianze dirette edite da Mary Pace. Lo so lo so, secondo Te nè Giannettini nè Mary Pace che riporta e riscrive riga per riga in modo lineare, sono non solo inattendibili, ma ” deviati e visionari “.
    D’altra parte non sono stati ben accetti da Te neanche i rifiuti al confronto da parte di Anna K. Valerio e quindi dell’Editore, che in quialche modo avrebbero dovuto a Tuo dire replicare.

    Eppure Giannettini , ottimo soldato in ostaggio del “nemico principale ” ( nè più e ne meno come lo furono J.Valerio Borghese e ancora di più Pino Rauti ) , dice perfettamente come e quando si genera la pista Freda-Ventura e perchè. E guarda caso il tutto coincide con i vertiginosi cambi di strategie , con le ” redde rationem” a livello internazionale tra le due istanze filo-occidentali ( una reazionaria ed una progressista ) , e con la maldestra accelerazione dei primi anni 70′, mentre la classe politica italiana, come al solito serva ed imbelle, rincorreva faticosamente e vivacchiava subendo tali scenari e tali dinamiche.

    D’altra parte Freda e Ventura sono coloro i quali più di tutti avevano giocato ” distrattamente ” con il fuoco, avevano paventato strane alchimie , avevano rotto gli equilibri delicati ” degli Uomini e le Rovine” e si erano dedicati culturalmente, politicamente e diciamolo pure – anche militarmente – a ” Cavalcare la Tigre …

    Magari, come già detto più volte , alla fine pagano proprio per questo strappo alla regolarità di posizionamento della
    ” Destra Radicale “, quella decisa al Pollio nel 1965 e coordinata alle istanze principali della destra occidentale , istituzionale ed anti-comunista ( quella generata da Togliatti e De Gasperi nel 46′ su indicazione dell’alleato atlantico) …

    Effettivamente se non si risucira a far chiarezza su quella “infiltrazione” non ne usciremo mai fuori.

    Chiudo ricordando che domani sarno passati 40 anni dal fattaccio , fattaccio comunque sia andata e chiunque sia stato, fattaccio comunque che sia stato voluto o non voluto, fattaccio che ha coinvolto vittime innocenti ed incolpevoli dei giochi di potere.

    Un fattaccio che però ha la stessa valenza, per quanto mi riguarda di Portella delle Ginestre , dell’Argo 16, della Strage di Ustica, del strage del Cermis e anche dell’ atto di guerra resistenziale contro un plotone disarmato a Roma Città Aperta ( Via Rasella )

    … Ma come si dice : questa è forse un ‘altra storia ; qui non si parla del superomismo e del ritualismo Pagano di certa Destra Estrema becera e priva di scrupoli ; qui ci sono coinvolti tra mandanti ed esecutori i Cristianissimi devoti del ” bene biblico assoluto” i fautori del migliore dei mondi possibili , i figli eterni di Abele , che non avranno mai bisogno di alcuna ulteriore verità per essere scagionati : nè storica, nè giudiziaria.

    Un saluto

    Francesco Mancinelli

  8. andrea colombo

    Eh no Veterano! Se tu scrivi che quel pezzo fa schifo io non discuto. Ma se dici che si allinea alla vulgata significa che proprio non hai idea di quale sia “la vulgata” a sinistra.
    Te la riassumo: i fascisti, tutti, sono colpevoli delle stragi, tutte, perché sono, tutti, antropologicamente e politicamente stragisti e complici dei servizi segreti. E molti lo pensano pure in buona fede.
    Molti, ma assolutamente non tutti, fanno ormai un’eccezione per Valerio e Francesca, data l’ anomalia della strage di Bologna. Ma anche lì per rompere il blocco ideologico ci abbiamo messo una quidicina tonda d’anni.
    Se però vai a dire che anche per la fase 1969-1974 le cose sono un po’ più complesse, che la destra estrema non era un blocco univoco (come non lo era l’estrema sinistra), che non tutti miravano al golpe in concordia con parte dei servizi italiani e americani, e che anche i molti che il golpe lo proggettavano non erano perciò stesso allegramente pronti a massacrare passanti, di ascolto ne trovi a tutt’oggi pochissimo. Proprio per questo ho trovato non solo molto ben fatto ma anche importante il libro di Nicola.
    Il problema è che a quella vulgata se ne contrappone un’altra, uguale e contraria, che afferma con la stessa certezza ideologicamente fondata che no, la destra estrema col tritolo non ha mai avuto nulla, ma proprio nulla, a a che fare.
    E le due vulgate finiscono inevitabilmente per potenziarsi reciprocamente e sorreggersi l’una con l’altra.

  9. Ovviamenta quoto Mancinelli. Il quale è troppo buono: perle ai porci, caro mio!

  10. andrea colombo

    Per Francesco Mancinelli.
    In Storia nera non affermo affatto che la strage di Bologna l’hanno fatta “pur sempre i fascisti”. Come potrei affermare una cosa simile senza uno straccio di prova?
    Indico, senza specificare quale sembri a me la più convincente (ma solo a occhio e a sensazione), le diverse possibilità alternative alla colpevolezza dei Nar.
    Incidentalmente, se fossi costretto a scommettere un po’ alla cieca, punterei più sulla traccia inernazionale e che su quella dell’ordinovismo veneto.

  11. Ho comprato Il Sangue e la Celtica alla stazione termini.

    Prima che finisse la galleria di Orte l’avevo già buttato nel portabagagli…ancora pagine e pagine dedicate alla dichiarazioni di Izzo e similari…siamo alla Novella 2000 della stategia della tensione…che palle

  12. Ciao Francesco.
    Ovviamente conosco molto bene, per averlo comprato all’epoca e piu’ volte riletto, ‘La destra radicale’ di Ferraresi, per Feltrinelli. Concordo con te: fu il primo lavoro sistematico sull’estrema destra postbellica. Anche se, come hai ricordato bene, si basava esclusivamente sulle fonti giudiziarie. Alle quali io ho provato ad aggiungere, sovrapporre, incrociare (e in alcuni casi contrapporre) le testimonianze dei protagonosti.
    Non ho utilizzato il libro della Pace solo perche’ l’ho conosciuta ed era unanimemente ritenuta non attendibile, dal punto di vista strettamente professionale.
    Quanto a Giannettini, lui ha dichiarato e scritto diverse cose nel corso della sua vita, a proposito di piazza Fontana.
    Come vedrai nel libro, ai colleghi del Sid ed in un memoriale scritto prima sostiene che a mettera la bomba furono ”o il centro o la sinistra, perche’ loro furono avvantaggiati da quella strage” (tesi molto simile a quella di Adinolfi peraltro), poi che in realta’ ”erano stati i Gap di Feltrinelli”.
    Fino a dichiarare, molti anni dopo, durante l’ultimo dibattimento su piazza Fontana (siamo nel 2000) che ”effettivamente il Sid aveva pensato di far trovare timer identici a quelli usati per piazza Fontana ed ordinati da Freda , davanti a una villa di Feltrinelli per far ricadere su di lui la responsabilita’ della strage”.
    Per dirti che Giannettini ha detto tutto e il contrario di tutto.
    Quale e’ il Giannettini attendibile e quale quello ‘depistante’?
    Ricorderai che, secondo Delle Chiaie, e’ lo stesso Giannettini il ‘padre’ della velina del 16 dicembre 1969 contro lui e Merlino ed e’ sempre Giannettini il misterioso ospite romano della riunione frediana del 18 aprile 1969, in cui si sarebbe pianificata la strategia delle bombe successive.
    Io, come sempre, certo di attenermi ai fatti accertati: Giannettini giornalista fascista esperto di armi, legato allo stato maggiore dell’esercito, che con Rauti e Beltrametti scrive diverse pubblicazioni sulla guerra ‘non ortodossa’ e partecipa attivamente ai lavori dell’istituto Pollio.
    Giannettini che poi entra nel Sid (nome in codice: agente Z).
    Giannettini che comincia a frequentare Freda e Ventura (tanto che molte veline scritte con la sua macchina da scrivere verrano rinvenute in un deposito di Ventura in Veneto).
    Giannettini che il Sid tenta in tutti i modi di coprire e nascondere per evitare che venga inaquisito per pizzza Fontana.
    Questi sono i fatti.
    La tua tesi su Freda e Ventura ‘fascisti puri’ messi in mezzo dai fascisti ‘sporchi’ e ‘collusi con israliani e Nato’ e’, per l’aappunto una tesi. Che puo’ avere o meno un suo fondamento e che io non sono in grado di confermare o negare.
    Anche qui, il dato e’ che Freda e Ventura sono accusati da piu’ di dieci persone (di diversa estrazione, eta’, cultura e professione, ognuna per un episodio diverso) di essere coinvolti in piazza Fontana.
    Il dato e’ che Freda ordina dei timer identici a quelli usati per la strage e non e’ in grado di spiegare perche’.
    Il dato e’ che Freda e Ventura sono riconosciuti dalle ultime sentenze, co-responsabili di piazza Fontana, anche se non possono essere piu’ processati.
    Quanto al rifiuto di Freda di rispondere alle mie domande, per interposta Anna K, io non ho ne’ accettato ne’ respinto la sua decisione. Ne ho soltanto preso atto, riportando, perche’ mi sembrava giusto farlo, la spiegazione che mi ha inviato via mail la Valerio. Freda non era ”obbligato” a rispondermi, ci mancherebbe altro. Ritenevo corretto innanzitutto nei suoi confronti, riportare anche il suo punto di vosta, qualora lo avesse ritenuto opportuno. Visto che per oltre cento pagine si parla di lui. Tutto qui.
    Infine: domani e’ il 39simo. L’anno prossimo e’ il quarantennale.
    Un caro saluto.

  13. Per Antonio, le dichiarazioni di Izzo (peraltro da me confutate e commentate) occupano, credo, le ultime 30-40 pagine del libro., che ne conta oltre 400.
    O i libri li cominci dalla fine o forse dovresti essere meno becero nei tuoi giudizi.
    Ad esempio: anche le testimonianze di Tuti, Delle Chiaie, Signorelli, Tomaselli, Adinolfi, Murelli, Erra, Staiti, Fioravanti, Macchi, Di Vittorio, Zani, Merlino, Cerullo, Paglia hanno per te lo stesso valore di quelle di Izzo??

  14. Quoto Andrea.
    Purtroppo le due rigidita’-ottusita’ (quella dell’estrema sinistra per cui tutti i fascisti sono brutti sporchi, cattivi, ‘collusi’ e stragisti) e quella dei vari Veterano e compagnia ( per la quale, invece, tutti i fascisti sono vittime oppresse e perseguitate e nessuno di loro PUO’ aver mai avuto a che fare con nessuna strage) sono piombi che impediscono alla cultura politica di questo Paese di decollare come dovrebbe. Due atteggiamenti che si tengono in vita l’un l’altro.

  15. Francesco Mancinelli

    X Andrea Colombo

    o ho letto un altro libro o stiamo dicendo la stessa cosa ; cito l’espressione … ” indico, senza specificare quale sembri a me la più convincente (ma solo a occhio e a sensazione), le diverse possibilità alternative alla colpevolezza dei Nar … ” contiene se non ricordo male anche la possibiliotà che la cellula ordinovista veneta sia una delle possibili piste per Bologna. Ebbene questa indicazione non ha niente di originale.
    Tralatro concilia con il fatto che una delle imputazioni riguardò proprio Massimiliano Fachini che era consustanziale alla cellula ordinovista veneta, dalla quale comunque ne resta sempre fuori, ma che fortuna …, il fondatore storico di Ordine Nuovo … un certo Pino Rauti …

    E comunque ho anche affermato che sicuramente l’analisi di ” Storia Nera ” è molto meno politicamente corretta ” e quindi rispettosa , rispetto alle solite vulgate che vogliono un unico “filo noir delittuoso e pagano “, dalla strage degli innocenti perpetuata da Erode il grande fino al rapido 904′ del 1984 … E’ ovvio che chiunque rompe con il fumoso teorema della ” reductium ad unum ” del neo-fascismo ricerca la verità e non fa propaganda.

    Comunque ricordo ampiamente le successive dichiarazioni di Fioravanti che in qualche modo ” disconosceva ” i suoi precedenti orientamenti che vedeva tutto il neo-fascismo destro-radicale etero-diretto ed utilizzato contro la democrazia .
    A cominciare dai suoi giudizi su Avanguardia Nazionale .

    Anche Giusva si rese conto che certe questure e certa giacobina magistratura in mano all’ allora PCI ( la stessa che massacrò per altro con il 7 aprile l’autonomia operaia a Padova ) non fosse poi così in buona fede …

    D’altra parte c’è anche da dire, come dice lo stesso Giannettini, che lo stesso Think Tank che attacca e mette sotto scacco la coalizione atlantico-reazionaria dai primi anni 60′, attacca indirettamente anche la Russia comunista ed il PCI in Italia , infiltrando pesantemente tutte le formazioni dell’estrema sinistra e le stesse BR per giochi tutt’altro che puliti e chiari.
    A volte “l’umile soldato Giannettini” da sempre anti-comunista a servizio sapeva perfettamente anche discernere tra nemici comunisti veri, e strani nemici “finti comunisti” all’opera per altri fini …

    X Rao

    E’ vero che Giannettini mette sotto accusa per P.zza Fontana anche ( … ma non solo ) la pista Gap-Feltrinelli ma perchè aveva “fiutato” ( anzi sapevano in molti al centro a destra e a sinistra ) che un pezzo dell ‘occidente progressista, un clan , un Think Tank ( falsamente spacciato per Comunismo e/o Comunisti o Soviet ) stava attaccando alla grande in tutta Europa .

    Sotto questo attacco ci finirono non solo in Italia la DC il MSI ma anche lo stesso PCI e la stessa Unione Sovietica ( vedi quello che dice sulla primavera di Praga Giannettini).

    Giannettini ( guarda caso in piena condivisione con quanto espresso e sostenuto da Del Noce e Pasolini ) “fiuta” dietro il post-68 non i carri armati russi, ma ben altro, un principio di sovversione multinazionale che parte dagli stessi apparati finanziari americani e che chiameremo qualche anno dopo Mondialismo e/o Globalizzazione … Giannettini era tutto tranne che un cretino incompetente e di questioni internazionali ne sapeva e come.

    Tra l’altro è uno dei pochi che cita la presenza di A. Heichmann ad un misterioso incontro di fondazione del Mossad a metà degli anni 30′ in medio-oriente con esponenti del Reich tedesco , fase in cui il Reich Tedesco giocava a favorire l’estremismo nazionalsita ebraico in funzione anti-inglese (… magari e forse proprio per questo che lo rapiscono e lo processano …) .

    Detto questo non posso fare io l’avv.to di parte di nessuno, ci mancherebbe, io che arrivo nella generazione successiva ( … direi per fortuna ), quella generazione che aveva ricevuto con Peteano, Tuti e Concutelli i messaggi di chiara rottura sul piano delle connivenze, di qualsiasi connivenza con chiunque ; ma soprattutto ha ereditato il concetto del vero ” nemico principale” ( De Benoist – Terracciano – Dughin ). Generazione che dal 1976 non solo ha superato la castrazione anti-comunista di servizio, ma che è fuoriuscita dall’ostaggio neofascista ” a destra” , ha rotto completamente con il concetto ” di destra ” recuperando per quanto mi riguarda quello più lineare e storico di SINISTRA NAZIONALE, vera anima del Fascismo del Neo-fascismo non di servizio atlantico, e di nuove generazioni pronte alle sfida post-moderne.

    Un saluto a tutti

  16. matteo amici

    E intanto domani è il trentanovesimo anniversario di Piazza Fontana.

  17. Francesco Mancinelli

    Va bene ho sbagliato, ho antipato l’anniversario quarantennale della strage nazi-pagana di un anno …
    A noi “Pagani” ci piace anticipare gli anniversari delle celebrazioni sacrificali …

  18. ugo tassinari

    Francesco, Salvini non si è inventato niente.
    La tesi originaria è di Jesi (Cultura di destra, Garanti 1979) sulle stragi come pedagogia dell’atto inutile.
    Vinciguerra poi in un memoriale uscito su Avanguardia sostiene che Delle Chiaie gli confida che l’Italicus è frutto della passione esoterica per il fuoco dei fratelli De Felice.
    Quanto ad Andrea, è molto + radicale di me per alcuni aspetti. Tant’è che quando presentammo il suo testo alla Galleria Colonna, con Luca, cui ricordò la tesi radicalmente garantista e innocentista di Mieli (non ci sono elementi seri che consentono di affiiare le stragi ai fascisti)

  19. ugo tassinari

    ci ricordò
    sta tastiera fa veramente schifo

  20. Francesco Mancinelli

    Ciao Ugo,

    si ricordo anche io il testo di F.Jesi che è stato il padrino di una tale ” teorizzazione ” pagan-stragista , anche se ribadisco che in termini di analisi storiografica-dottrinaria il testo di Ferraresi è il più completo e serio, anche se allora (1987) le fonti di ispirazione erano soprattutto legate alle istruttorie giudiziarie in corso.

    Credo che solo Paolo Signorelli nel 1987 ne avesse accumulate in quel periodo sei o sette di cui tre ergastoli già presi in primo grado ( Aleandri – Amato – Occorsio ) e poi miseramente caduti. Ma quello delle date , delle cifre e delle perone sei Tu !!

    Allora c’erano il Dott.Vigna e Zincani tra i più solerti in quisitori ed il mitico Libero Mancuso.

    D’altra parte Jesi punta l’indice praticamente su Evola come occulto iniziatore dello stragismo ” bello rutualmente ” ed inutile politicamente, ipotesi a cui rispose compiutamente Gianfranco De Turris ( attuale giornalista Rai nonchè responsabile della Fondazione Evola) dimostrando ampiamente che se c’era un personaggio a cui non poteva essere addebitata la responsabilità metapolitica dello stragismo e del terrorismo nero era proprio il povero Evola.

    Ora io da due anni, sono stato tra i primi su questo Forum a sostenere, che manca auto-critica profonda, che manca soprattutto un progetto serio di ricerca storiografia critica complessiva sul neo-fascismo dal 1946′ , critica ” non agiografica” da parte nostra, critica “non inquisitrice” dal lato opposto.

    Ed è indubbio che l’unico che ha saputo disegnare la famosa
    ” linea orizzontale ” di spaccatura, mettendo in chiaro-scuro il perimetro, le espressioni e la contradditorietà esistenziale e meta-politica del neo-fascismo (ancora prima che politica) sei stato proprio Tu con la trilogia : Guerrieri, Naufraghi e Fascisteria.

    Manca tuttavia qualcosa ” da destra ” ancora più incisivo e puntuale che metta seriamente in discussione intanto questa cazzata epocale della continuità lineare tra Fascismo e Neo-Fascismo e soprattutto disegnare analiticamente e compiutamente chi ha lavorato per tenere l’ostaggio neo-fascista bloccato a destra ed a servzio del ” nemico principale” e chi invece ha lavorato per 40 anni per liberare l’ostaggio, spesso giocando anche con il fuoco e scottandosi pesantemente …

    Non si tratta di abiurare, di rigettare, di profanare, di tradire, di processare : si tratta piuttosto semplicemente di rivisitare criticamente la storia che va dal 1946 al 1994 andando a capire i vicoli ciechi in cui si era malamente cacciata “la nobiltà della sconfitta”, e quale potevano essere invece le vie alternative ( in particolare il maledetto decennio 1965-1974); e serve “un focus” sull’infiltrazione pesante che ha subito la Destra Radicale, la componente più attiva, intelligente, dinamica ed evoluta dell’area neo-fascista.

    Ad esempio io ho sempre criticato , e devo dire molto più del Sangue e La Celtica, la ricostruzione unitaria del primo lavoro di Nicola : La Fiamma e La Celtica ( precedente Neofascisti ed. Settimo Sigillo). Questo perchè a parte l’ottimo contenuto documentale, quel testo ha creato l’idea della ” grande famiglia unitaria ” , cosa che non è mai stata, che non è,
    e mai sarà.

    E nemmeno la bara di Peppe ( almeno per quanto mi riguarda ) può servire a creare l’idea della ” grande famiglia ” … Forse la bara di Peppe ha creato solo l’armistizio per poche ore …

    Paradossalmente ritengo molto storiograficamente pericoloso e fuorviante, il primo testo di Nicola, piuttosto che il Sangue e La Celtica in cui c’è un tentativo mirato di indagare ” gli angoli bui ” dell’area. Le risposte ovviamente non le condivido, ma questo è un altro conto, sono opinioni.

    Forse quello che è mancato e che manca, ed è colpa esclusivamente “nostra” ( intendo come area della dewstra radicale ) , e proprio quell’Istituto storico sul Neo-Fascismo, che avrebbe permesso, se decollato in tempo con la giusta raccolta di materiali, fonti, libri, documenti e testimonianze, una ricostruzione epocale necessaria;

    e forse tra le righe avremmo avuto finalemnte se non delle risposte, perlomeno delle mezze verità … Rimangono tuttavia ancora in vita Andreotti e Cossiga che un qualche contributo potrebbero pure darlo … Tu che dici ?

    Chiudo con la splendida frase di De Andrè tratta da Storia di un Impiegato, che paradossalmente potrebbe interpretare molto di quella stagione tragica , tragica per le vittime ed anche per i carnefici …

    … ” Ormai sono in ritardo per gli amici, per l’odio potrei farcela da solo ” …

    E’ una delle tante chiavi di lettura, seppur “spuntate” …

    Un caro saluto

  21. matteo amici

    Contributi da Cossiga e Andreotti?
    Ho letto bene?

  22. Francesco Mancinelli

    Bhè non c’è dubbio che Andreotti e Cossiga abbiano non solo le chiavi interpretative (e/o le mezze verità ), ma le probabili verità per intero ..

  23. Maurizio Murelli

    Citazione di Mancinelli:

    «E nemmeno la bara di Peppe ( almeno per quanto mi riguarda ) può servire a creare l’idea della ” grande famiglia ” … Forse la bara di Peppe ha creato solo l’armistizio per poche ore …»

    È servita a lavare la cattiva coscienza di molti. A giustificare l’esistenza e la sopravvivenza di altri. Alcuni, pochi, erano lì per il dovuto tributo.

    In merito all’articolo di Andrea Colombo, nulla di nuovo sotto il sole. Si tratta dell’ennesimo tributo al dogma: la madonna è vergine e i fascisti fanno le stragi. Resta solo da spiegare come sia possibile che nell’ambito neofascista non ci sia una sola persona eticamente in ordine che “saprebbe” (sa, è a conoscenza dei fatti) e non si erge per un poderoso j’accuse. Tutti omertosi, tutti negazionisti, tutti infingardi.

    P.S. Bella Francesco la tua citazione del libro di Jesi. L’avevo fatta più volte anch’io e mi pare pure qui dentro, tempo fa. Quel libro è la madre di tutte le abberrazioni, per cui si è potuto persino avere motivi di condanna del Fronte Nazionale di Freda: celebravano il Soslstizio d’Inverno stando svegli la notte in raccoglimento attorno al fuoco!!!!

    Oggi è il 12 dicembre. Non leggerò giornali e ascolterò radigiornali. Non è difficile immaginare cosa dicano.

  24. matteo amici

    X Mancinelli.
    La mia postilla su Andreotti e Cossiga era amaramente sarcastica, mi sembra evidente che quello che sanno se lo porteranno nella tomba.

  25. Francesco Mancinelli

    MA E’ PROPRIO VERO CHE L’ITALIA HA PERSO LA SUA VERGINITA’ E LA SUA INNOCENZA CON L’ATTENTATO A PIAZZA FONTANA ?

    In molti ritengono che la strage di P.zza Fontana apra un solco epocale , una spaccatura insanabile in seno alla comunità nazionale , perchè getta delle ombre di complicità e di collaborazione tra i rappresentanti dello Stato come mandanti ed i carnefici aguzzini-esecutori .
    Tanto che il termine di “Strage di Stato” viene coniato proprio per l’eccidio di P.zza Fontana.

    La vulgata principale sostiene che inoltre l’episodio in sè genera, in un certo senso, la perdità assoluta di innocenza e di verginità nella giovane democrazia italiana, frattura che ha determinato come conseguenza inevitabile l’escalation violenta degli anni 70′ …

    Ma questi due assunti sono credibili ?

    1 maggio 1947 : il bandito Giuliano e la sua banda aprono il fuoco sui contadini ed i braccianti agricoli Siciliani causando 11 morti ( 9 adulti e 2 bambini ) e 27 feriti.
    Anche qui la vulgata dice che in realtà non c’è stata una volontà diretta della Mafia ( che voleva solo spaventare i contadini) ma fu Lo Stato nella persone del Ministro dell’Interno Scelba ( noto per le sue manganellate e la sua legge sulla ricostruzione del PNF ) a causare il fattaccio …

    Anche qui in realtà hanno provato per anni a vederci i neo-fascisti del Principe Nero J. Valerio Borghese tra i diretti responsabili della etero-direzione, ma la tesi e naufragata miseramente dietro l’ assunto fondamentali.
    La Mafia separatista siciliana rientra con lo sbarco americano e con l’arrivo degli alleati che utilizzano proprio tale struttura “cancerosa” dell’anti-stato come primo ponte dell’anti-fascismo militante in Italia in Italia ( altro che Resistenza).
    Sappiamo perefettamente tutti come il prefetto Mori risolse per almeno venti anni la questione e soprattutto i suoi risultati.

    Diciamo che questa prima strage di Stato c’è l’hanno regalata i “liberatori” antifascisti in combutta con i mafiosi-separatisti e con l’alta regia di qualche addetto anti-fascista di Stato.

    Gli stessi “liberatori” anglo-americani che replicano questa volta direttamente e non per interposta ” formazione” a novembre del 1953 a Trieste aprendo il fuoco su giovani studenti e lavoratori e causando altri sei morti e centinaia di feriti. Qui risulta più difficile per i soliti storici in eterna a caccia di streghe dire che esiste una matrice neo-fascista nelle stragi per Trieste italiana. Bastava un solo tesserato al PCI e/o alla CGIL e ci avrebbero provato a dire che gli Inglesi prima di essere tali erano neo-fascisti.

    Ora è chiaro che dal 1945° l’Italia è una sottocolonia occupata dal blocco reazionario-atlantico-occidentale , un blocco anti-fascista ed anche anti-comunista.

    E’ probabile quindi che lo stesso blocco sia l’elemento originario-operativo per quello che accadde il 12 dicembre di 39 anni fa e quindi, se questo è il blocco anti-fascista che vince contro il fascismo storico nel 1945′, e che crea eccidi nel 1947′ e nel 1953′, non si capisce come possa diventare automaticamente “fascista” nel 1969′ …

    Detto questo , non si può escludere che la bomba possa esssere stata collocata da ” chiunque ” e quindi da un chicchesia il quale gravitando anche in ambito neo-fascista sia stato etero-diretto ed indirizzato da ambienti del blocco ideologico e politico anti-fascista, quello stesso blocco del 45′, del 47′ del 53′ ecc. ecc.

    In tutto questo però occorre farla finirla con questo TEOREMA che straparla ” di perdità di verginità e di innocenza” perchè questa Nazione ha subito una violenza carnale continuata dal Risorgimento ad opera delle solite cialtronesche forze camaleontiche e gattopardesche , mai finite in massa davanti a sani plotoni di esecuzioni , quelle stesse sopravvissute dentro il Fascismo ( qui sta l’unico vero male assoluto del Fascismo ) e che riemergono miracolosamnete anti-fasciste dal 25 luglio 1943; le stesse forze probabilmente all’opera anche il 12 dicembre del 1969′con i soliti fini di camaleontica e spregiudicata stabilizzazione.

    Sarebbe opportuno cambiare il senso della ” vulgata ” su Piazza Fontana, per non creare altre “novelle ” … le stesse che dai felici tempi di Paolo di Tarso e del suo ottimo direct-marketing, ci hanno inculcato il senso del peccato originale, della colpa, della redenzione e del ” male assoluto” .

    Lo stravolgimento della storia inizia per l’appunto con i cosidetti ” dogmi di fede ” , postulati ed assiomi che non ammettono dimostrazione ( … P.zza Fontana una strage nazi-pagana che uccise la giovane innocenza e la verginità assoluta della sana ed italica democrazia )…

  26. Maurizio Murelli

    Francesco, ma che fai, il revisionista? Ma come ti permetti! :—)

  27. matteo amici

    Rimango perplesso all’accostamento tra Portella della Ginestra e P.zza Fontana.
    In comune c’è solo il termine giuridico e corrente che accomuna i due fatti sotto il nome “strage”.
    Portella della Ginestra,se possono avere un senso i paragoni in ambito storico, è molto più simile a Piazza della Loggia.
    In Sicilia e a Brescia è, infatti, colpita una manifestazione politicamente orientata.
    Certo, i mezzi usati (sparatoria indiscriminata e ordigno esplosivo) sono idonei a colpire indiscriminatamente un numero imprecisato di persone, ma si tratta di un numero imprecisato di persone appartenenti ad un orientamento politico o sindacale ben definito: si colpisce nel mucchio ma in un particolare “mucchio”, si vuole creare terrore e panico ma in una certa area politica e sindacale.
    A piazza Fontana no.
    La bomba di piazza Fontana colpisce persone ordinarie, anzi, colpisce piccoli e medi proprietari terrieri, mediatori, impiegati di banca, appartenenti al ceto medio e di area sicuramente molto più conservatrice che progressista.
    La scelta non può essere casuale.
    Chi ha messo la bomba alla BNL, se voleva provocare la strage (io penso di sì), non poteva ignorare quali sarebbero state le vittime e quali categorie di persone si sarebbero sentite probabili futuri obbiettivi di atti analoghi, non poteva ignorare in quali ceti sociali e politici avrebbe scatenato la voglia di vendetta e di rivalsa o anche solo una pressante richeista di giustizia e di colpevoli.
    In questo senso io vedo l’attentato di cui oggi ricorre il trentanovesimo anniversario come qualcosa di unico nella storia italiana, non accostabile a nessun altro evento o fatto storico seppur simile.
    Mai che mai a Portella della Ginestra o Piazza della Loggia.

  28. Francesco Mancinelli

    X Matteo Amici,

    ho molti dubbi sul fatto che chi ha messo la bomba alla BNA
    ( non alla BNL, visto che anche io ho sbagliato sul quarantennale ) volesse causare una strage indiscriminata e voluta.
    Se fosse stato così la bomba sarebbe stata depositata alle ore 11 della mattina e con il massimo dell’affollamento.

    Tale affermazione sulla volontarietà della strage contraddice peraltro le dichiarazioni del mitico F.U.D’Amato, uno più che informato sui fatti, molto al dentro direi, nonchè quanto risulta dalla commissioni stragi diretta dal senatore Pellegrino.

    Teoricamente a quell’ora la Banca Nazionale dell’Agricoltura doveva essere chiusa. L’effetto doveva essere simile a quello delle altre bombe : allarmare con qualche collaterale danno ma senza fare vittime.

    Quale classe sociale voleva essere colpita a P.zza Fontana ?

    Probabilmente è vero , le vittime erano legati più agli elementi conservatori della Milano produttiva, quelli che erano stanchi dell’autunno sindacale, delle proteste e della morte dell’agente Annarumma. Questo potrebbe far propendere per la pista anarchica e/o di sinistra .

    Uccidendo probabilmente invece tra gli anti-comunisti si cercava proprio una reazione contro i comunisti e/o gli anarchici che dopo il 68′ erano considerati ” la sovversione montante ” dimenticando che il 68′, fenomeno universale e contradditorio, era stato generato dai primi anni 60′ negli States e successivamente dalla scuola di Francoforte e non dal Soviet russo ( … ma guarda che stranezza, in pochi ci hanno riflettuto su questo elementare fatto ). Insomma un bel regolamento di conti tutto interno al ” blocco occidentale “, probabilmente tra progressisti in accelerazione e reazionari a frenare e gestire …

    Se tanto mi da tanto la volontà di uccidere in realtà mancava sia a Portella delle Ginestre sia a P.zza Fontana . Ma qualche ” diavoletto macchiavellico ” in entrambe le storie ci ha messo la zampina, gabbando molti.

    Per Brescia io sono convinto che l’obiettivo erano i carbinieri e non i civili sindacalisti. Brescia a mio avviso và molto di più nella direzione di Peteano che in quella di P.zza Fontana.
    Anche perchè i giochi erano fatti ed il nuovo posizionamento a livello internazionale era compiuto.

    Il neo-fascismo italiano ed i progetto golpisti erano stati belli che abbandonati al loro destino … Il nemico era ormai il sistema nel suo complesso.

    Ma quel giorno pioveva …

  29. matteo amici

    Si lo so che sotto il porticato di piazza della Loggia dovevano schierarsi i carabinieri, o almeno, così erano soliti fare durante il servizio di ordine pubblico.
    Ma c’è una contraddizione.
    Mi sembra che i carabinieri furono dislocati nel cortile della Prefettura, ma per quale motivo?
    Per non farli bagnare?
    Ma se avrebbero dovuto già essere schierati sotto i portici, il problema qual’era?
    A parte che è abbastanza risibile di per sè l’idea di un riguardo di questo tipo nei confronti di un carabiniere in servizio di ordine pubblico a Brescia nel 1974, per quale vero motivo sono stati spostati?
    Quanto a piazza Fontana, sono assai dubbioso sull’imprevedibilità della presenza di più persone quel venerdì.
    A quanto riferiscono le fonti era abbastanza comune che le trattative nel salone in cui scoppiò la bomba si protraessero sino all’ora in cui avvenne l’esplosione, non era un fatto così imprevedibile, quindi l’organizzazione non poteva non essere al corrente.
    Inoltre, tornando a piazza della Loggia, dato e non concesso che fossero davvero i carabinieri l’obbiettivo, come si poteva essere sicuri che solo loro sarebbero stati investiti dall’esplosione?
    La carica mi sembra fosse abbastanza potente e la colonna a cui era appoggiato il cestino, avendo opposto resistenza ha potenziato l’onda d’urto dell’esplosione che è stata davvero potente.
    Capisci che in una piazza gremita di persone diventa difficile sostenere che l’obbiettivo fossero solo i carabinieri, anche se il loro spostamento risulta abbastanza inspiegabile.

  30. Brescia: una delle tesi è che di norma la gente assisteva al comizi stando al centro della piazza. Quel giorno si è messo a piovere e i carabinieri che di solito stavano sotto i portici a lato della piazza (come fanno in tutti i comizi) si sono spostati per permettere alla gente di ripararsi sotto i portici.

    P.zza Fontana “L’organizzazione non poteva non sapere” dice Matteo amici. Perché? Di che tipo di organizzazione si sta parlando? Come si fa a dare per scontato che “non poteva non sapere”? Ah, è vero: l’organizazione era la CIA che dava gli imput ai fascisti e quindi la Cia non poteva non sapere. Ma non vi accorgete di come siete prevenuti nel costruire le ipotesi? Dato l’assioma ogni episodio, ogni fatto, ogni parola viene letta in modo tale che l’assioma torni. Ecco perché poi in Corte d’Assise i fascisti vanno assolti: gli assiomi non reggono alla controprova.

  31. matteo amici

    No scusa, io ho usato il termine “organizzazione” in senso impersonale, nel senso che, comunque la si voglia considerare, l’operazione di piazza Fontana ha richiesto sicuramente una logistica, una programmazione ed un’esecuzione non di certo improvvisata.
    E’ soprattutto questo che mi ha sempre fatto propendere per l’ipotesi favorevole a Valpreda e al suo gruppo, di certo non all’altezza di commettere un atto di quella portata.
    P.zza della Loggia, a me risulta che i carabinieri non si schierarono proprio sotto i portici per poi spostarsi ma che furono indirizzati da subito nel cortile della Prefettura e non nella piazza.
    Questo è da verificare e comunque è inutile fare dell’ironia sulla CIA e altro, non sposo nessuna tesi ideologica però i fatti sono fatti.
    Da verificare, sicuramente ma non da mistificare e io dall’inizio non sto mistificando niente.

  32. Francesco Mancinelli

    X Matteo Amici

    uno degli aneddoti che gira intorno alla strage di P.zza della Loggia è legato alla ” prima presunzione di assloluta colpevolezza ” maturata circa due giorni dopo la strage, e che girò pesantemente tra le forze dell’ordine ; la bomba l’aveva messa Giancarlo Esposti e probabilmente l’ordigno era destinato proprio a loro …. E girò il suo identikit.

    Questa ipotesi che voleva un attacco ai carabinieri, al cuore dello Stato Democratico, piuttosto che ai sindacalisti è plausibile perchè basta vedere come le forze dell’ordine hanno condotto l’azione di ” polizia/pulizia ” a Pian del Rascino.

    L’obiettivo era probabilmente quello di giustiziare sommariamente il presunto capo delle Sam ( Squadre d’azione Mussolini) nonchè membro di Ordine Nero, un militare neo-fascista pronto a tutto, colui il quale a Brescia aveva cercato di colpire le forze dell’ordine ed in realtà aveva colpito la folla inerme. Sappiamo bene che tutto il fattaccio di Pian del Rascino fu messo a tacere in quanto Esposti che aveva la barba cresciuta non poteva essere colui il quale aveva fisicamente collocato la bomba contro i carabinieri, perchè nello spacciato identikit la barba miracolosamente non c’era più. Cazzo …

    Comunque un fascista in meno, anche se non era lui quello che cercavamo.

    Diciamo che tra i cosidetti ” figli di nessuno “, i morti scomodi ( quelli non raccontati da Luca in Cuori Neri per capirci), si somigliano molto alcune esecuzioni sommarie : quella di Giancarlo Esposti, quella di Pier Luigi Pagliai scambiato dai Killer di Stato per delle Chiaie ( uno che secondo la “vulgata” lavorava da sempre per i servizi ; ma non si capisce perchè i servizi dovessero allora “terminarlo” ); ed infine la brutale esecuzione sommaria di Giorgio Vale, perchè doveva essere a detta “della P2″ di Gelli/Belmonte/Musumeci tra i ” presunti esecutori” di un ‘altra famosa strage: quella di Bologna.

    Tornando a Esposti : tutti erano convinti di quell’identikit realizzato dai carabinieri dopo la strage di P.zza della Loggia. Peccato che Esposti si era fatto crescere la barba e a volere morti quei carabinieri a P.zza della Loggia non era stato Lui …

    E allora chi era stato ? E guarda caso anche lì come a Peteano ci sono delle stranezze che avvengono prima, durante e dopo la strage.

    Ricordiamo che tra gli indagati della nuova inchiesta, c’è il mitico generale dei carabinieri Delfino, collaboratore di quel mitico Paolo Emilio Taviani, la mitica medaglia d’oro della Resistenza, colui che mette fuori gioco il MP-Ordine Nuovo di Lello Graziani, e sostenitore della teoria degli opposti estremismi.

    Insomma una storia a mio avviso molto simile a quella raccontata da Vinciguerra per Peteano.

    Un saluto

  33. Francesco Mancinelli

    Ciao Maurizio,

    Ti rispondo ora e a mente fredda, visto che ormai la ricorrenza dei 39 anni da P.zza Fontana sta passando, anche se sembra che nel “Cattiverio” ci stanno sempre gli stessi e per le stesse identiche ragioni teorizzate dal “teorema” Salvini/Jesi.

    In realtà non voglio fare nessun revisionismo “spinto” visto che di revisionisti ce ne sono stati prima di me molti altri, ed illustri. Tra i migliori sicuramente Tu, dai tempi della fondazione di Orion nel 1984, che ci hai insegnato che i comunisti alla fine erano più che nemici i ” concorrenti diretti ” , e sull’altra illustre sponda il buon Ugo Tassinari che ha svolto quel lavoro di certosino approfondimento che in realtà avremmo dovuto svolgere noi molti anni prima.

    Ho seguito con molta attenzione tutta la furiosa polemica scaturita dal libro di Nicola Rao ( Il sangue e La celtica ) su queste pagine e me ne sono stato un pò in disparte.

    Tu conosci la mia posizione : c’è da revisionare non solo l’opera di Evola ” Gli Uomini e Le Rovine ” e quello che ha prodotto in termine di visione anti-storica, ma soprattutto va riscritta criticamente ed alla svelta tutta la storia degli Uomini sulle Rovine ( e lo doverebbero fare coloro che Uomini tra le Rovine “lo furono”) , anche perchè altrimenti ci vanno in mezzo coloro che hanno rotto i giochi consolidati nel 1965
    ( i “cavalcatori di tigri” per capirci ) e finiranno schiacciati per sempre nell’immaginario ” Cattiverio ” in quanto pagani-stragisti-nazisti ( i tre aggettivi nell’immaginario cattiverio comune si equivalgono perfettamente ).

    Insomma sarebbe ora che ” i grandi vecchi ” ci mettessero un pò del loro in prima persona, e superando vecchie polemiche e veti incrociati ricostruissero criticamente e congiuntamente il decennio 1965-1974 ed offrissero la chiave di interpretazione ultima ed autentica, l’atto di difesa di parte della destra radicale da affidare alla storia.

    Se poi in questo atto di difesa dovessero uscire fuori gli errori di scelta politica e strategica , i tempi sbagliati, le persone sbagliate, il sacrificio inutile dei pochi, le cazzate dei molti , le incomprensioni reciproche o qualcosa di peggio … ben venga tutto , ben venga …

    Sarà pur sempre la nostra storia rivista ed analizzata criticamente con gli occhi dei protagonisti e non scritta ed argomentata con gli occhi degli altri attraverso i “dogmi di fede”.

    E soprattutto usciremo fuori da questa “fiction” che ci hanno propinato per 40 anni ( .. e miseramnete sulla pelle delle vittime) per cui è da P.zza Fontana che nasce la perdita dell’innocenza della democrazia italiana.

    Un caro saluto

  34. matteo amici

    Ringrazio Mancinelli per l’attenzione riservata ai miei interventi.
    Concludo con quattro brevi e semplici domande.
    Se l’obbiettivo vero della bomba di piazza della Loggia erano i carabinieri perchè colpirli proprio durante una manifestazione sindacale rischiando inevitabilmente di colpire anche persone estranee alle forze dell’ordine e appartenenti a tutt’altra realtà politica, rischiando in tal modo di attribuire un significato completamente diverso all’attentato (da strage alla Peteano a strage “nera” anticomunista)?
    Il 1974 a Brescia registrò una vera e propria escalation di attentati da parte di gruppi di estrema destra vicini a Ordine Nero, perchè P.zza delle Loggia non può essere inquadrata in tale progressivo uso della forza da parte di tali gruppi?
    Cosa pensa dell’esplosione di Silvio Ferrari avvenuta nell’imminenza dell’attentato a Piazza della Loggia?
    Cosa pensa del ruolo svolto nelle indagini dal gruppo di Ermanno Buzzi?

  35. Maurizio Murelli

    Francesco, ti ho risposto in privato con PVT su vivamafaka. Se fossi cristiano ti direi: “abbi fede”. Qui ti dico solo questo. Quel che abbiamo cominciato a filare nel 1984 non è un filo che si è spezzato. Questa è una fase di transizione e il nostro filo viene tessuto sottotraccia perché questo richiede il momento. Eravamo partiti dicendo che la sinistra (quindi anche Br et similia)non aveva capito che lo Stato è privo di cuore e che in Italia agivano i mezzadri del potere vero, cioè quelli che amministrano per conto terzi. Non esiste, dicevamo, un palazzo d’inverno sede del potere da assaltare per determinare una rivoluzione e, come tu ben sai, profetizzammo allora l’avvento del mondialismo e della globalizzazione. Quel di cui i grandi poloitologi si accorsero solo molto dopo dopo il i989.Avevamo previsto con largo anticipo l’implosione dellURSS e quella ora in corso in USA. Avevamo spostato i criteri dell’analisi comparata e la lettura della micro e macrofisica del potere. E su queste cose allora eravamo pubblici. Oggi, non lo siamo per scelta. Ma mla spina — lo ripeto — non è staccata. E quindi anche l’analisi degli accadimenti storici che ruotano attorno alle stragi come fenomeni tattitci e strategici per la stabilizzazione del potere vero — che non sta nel Palazzo d’Inverno — è proseguita. Abbiamo anche noi il nostro materiale. Delle Chiaie la sera del 12 dicembre aveva fatto la sua inchiesta, dice lui. Noi l’abbiamo fatta dopo perché non abbiamo per nome Mandrake.
    C’è un tempo per ogni cosa (lo dice persino la Bibbia); c’è un tempo per vivere e uno per morire.
    Ora serve lasciare che gli apostoli della vulgata antifascista continuino nel loro sfogo e che noi ci si occupi di altro. Qui come altrove ogni tanto un pochino di fuoco di sbarramento. Cosa che non trova convinto Adinolfi. Io invece credo come fanno anche i lupi, serva ogni tanto marcare il territorio.

    Quindi arrriveremo al momento opportuno. Quando sarà giusto farlo. Quando lo decideremo noi senza lasciarci condizionare dall’altri agenda ed esigenza.

    In alto i cuori!

  36. Maurizio Murelli

    A proposito: i nostri cuori non sono neri, ma blu. Un giorno in metrò (correva l’anno 1972) c’era una scritta rossa ulla parete del mezzanino. Diceva “con il sangue della camice nere farem più rosse le nostre bandiere”. Sotto, in scritta blu mano ignota aveva chiosato: “Stronzi! I fascisti hanno il sangue blu!”. La nobiltà a cui si fa riferimento non è quella marcia dell’aristocrazia blasonata….

  37. (…)

    L’APPELLO – Dal palco è ripartito ancora l’appello perché a Milano venga costruita la Casa della memoria per le vittime delle stragi: «Se non verrà fatta a Milano – ha detto Zinni – prometto che sarà ospitata a Bresso». In piazza anche i sindacati, la Camera del lavoro di Milano, alcuni striscioni di Rifondazione comunista. «La cosa più angosciante – ha detto ancora Zinni – è che dopo 13 processi, 5 istruttorie, 368 udienze non è stato ancora trovato un colpevole, anzi i familiari delle vittime sono stati condannati a pagare le spese processuali».

    corriere.it

    Bene, almeno qualcuno riconosce i fatti. (ignobli per uno Stato, ma tanto vale sta repubblica..). A differenza delle “pettegole” qua dentro…

  38. matteo amici

    Non ho capito quali sarebbero i fatti da riconoscere.
    Che nessuno è stato condannato per P.zza Fontana?

  39. La tesi che a piazza della Loggia si volessero colpire i carabinieri sotto il porticato non ha nessun elemento riscontrabile, ne’ fattuale. Ed e’, oggettivamente, risibile. Come giustamente ha sottolineato Matteo, se si mette una bomba in un cestino durante un comizio, come fai ad essere sicuro che la bomba sia cosi’ ‘intelligente’ e selettiva da prendersela solo con i carabinieri? Ammesso che stisno in zona? Per di piu’; essendo un comizio comunista, indetto dopo la morte di Silvio Ferrari, il cui tema era ”basta con i fascisti e con le bombe”, come si puo’ pensare che a mettere quella bomba siano stati gli stessi comunisti? Qualunque ragazzino di prima media lo capirebbe, senza bisogno di scomodare i grandi dietrologi-tuttologi-politologi alla Giorgio Galli che studiano i fenomeni dal contesto e dalle conseguenze politiche, senza leggendosi gli atti e provando a partire dagli eventi in se’.
    Piazza Fontana. Murelli stai tranquillo, come hai visto, non gliene frega piu’ un cazzo a nessuno di queste cose, neanche ai i ‘giornalisti bastardi e prezzolati’, visto che sui giornali di oggi la cosa e’ praticamente ignorata.
    Sul fatto che la strage fosse programmata la penso come te: no. Come avrai visto nel libro (pero’ tu non lo metti in evidenza, ma evidenzi solo le parti che definisci ‘allucinanti’, eh eh eh) propendo per l’ipotesiche anche nella Bna fosse previsto l’attentato senza morti, cosi’ come accadde per gli altri botti di quel giorno, in continuita’ con i 15 attentati precedenti di quell’anno (per i quali Freda e Ventura sono stati condannati con sentenza definitiva fin dal 1985).
    Due le ipotesi: o l’errore di calcolo sui tempi oppure la volonta’ di forzare la mano ed alzare il livello di scontro da parte di qualche ‘anello’ della catena che c’era dietro questa serie di attentati.
    Come avrai visto c’e’ una testimonianza dell’ex ministro dell’Interno Taviani, citato dall”’infame” Salvini, che parla di questo. Un funzionario del Sid, tale Fusco, venne a sapere all’ultimo momento che qualcuno aveva deciso di fare la strage e cerco’ di impedirlo precipitandosi a Fiumicino per prendere il primo aereo per Milano, ma non fece in tempo.
    Pder Carlo F. Le persone che citi tu, quando dicono che non ci sono colpevoli, vogliono dire che non ci sono persone che marciscono all’ergastolo per quella strage, perche’ a loro questo interessa. Una sorta di vendetta, che e’ anche abbastanza umano, ma non e’ quello che a me, dal punto di vista della ricostruzione storica interessa.
    Ribadisco: le ultime sentenze hanno stabilito che due colpevoli certi per la strage di furono: Freda e Ventura e che Carlo Digilio forni’ gli esplositivi per gli attentati.
    E finiscila di fare battute da terza elementare sulle ‘pettegole’. Di te mi dicono che sei un ragazzo giovane ma intelligente, anche se ‘folgorato’ dal verbo frediano (come ti capisco, peraltro). Dimostrati tale, dai.

  40. passando di qua

    Ecco una prova che rao è culattone. come possono confermare almeno altre dieci o dodici persone di mia conoscenza che hanno ricevuto le sue confidenze o indagato in proprio. e adesso rao si discolpi e ci dimostri l’innocenza del suo didietro!!!

  41. Francesco Mancinelli

    X Nicola,

    Nicola scusa io non ho mai detto che l’attentato di P.zza della Loggia è stato fatto dai comunisti !!

    Casomai questa ” vision ” sugli attentati del 74′ l’aveva Pier Paolo pasolini che metteva in guardia dalle natura fortemente
    ” anti-fascista ” di tutti gli attentati del 74′ a differenza della bomba di Piazza Fontana che secondo Lui era dichiaratamente fascista.

    Io ho detto un ‘altra cosa : molto probabilmente (e Peteano ne è la dimostrazione) nel mirino di ” certa destra neo-fascista” non ci sono più soltanto le sinistre, il PCI che avanza, i sindacati ecc. ecc., ma c’erano coloro i quali li avevano “prima armati e poi scaricati”, quindi proprio Lo Stato, i Carabinieri, le forze dell’ordine.

    Ecco perchè propendo per una tesi che a Brescia si volevano colpire in primis i carabinieri ed in una manifestazione di sindacalisti. E chi conosceva gli scenari di quelle manifestazione sapeva bene dove il servizio delle forze dell’orine si sarebbe dovuto collocare.

    E comunque l’identikit su Esposti parte proprio dall’Arma , che aveva, a mio avviso, “fiutato” la replica di Peteano.

    Comunque vediamo come andrà a finire l’ennesimo processo in cui è coinvolto il Generale Delfino e colui che ” non sa mai niente ” e ” niente prevede ” nè infiltrazioni, nè deviazioni nè depistaggi. Un certo ” PINO ” immacolato e candido come tutta la sua ex-classe dirigente riconvertita all’anti-fascismo …

  42. E’ un ristorante di Milano…ho fatto un’associaziome mentale spontanea appena l’ho visto. :) Vabbè, una battuta, come vi prendete sul serio…

    Quello che dicono su di me è sicuramente falso :)

    Bè, i familiari delle vittime avrebbero tutto il diritto ad avere giustizia. Sappiano che finchè vi saranno giudici come Salvini, questo, non avverrà mai, il quale fa torto alla sua funzione, prima di tutto…

    Vorrei fornire un chiaro esempio, di come, i vostri libri (a mio parere) alimentano gente di questo livello:

    http://www.globalproject.info/art-18244.html

    “(..) a 39 anni da P.za Fontana, nell’ambito della quale, come sapete tutti, io spero, Ordine Nuovo – di cui Concutelli è stato conclamato capo militare – ha avuto un ruolo fondamentale. (..) è una vergogna che ciò avvenga a Bologna città ferita tante volte da questi assassini.”

    “Concutelli (..) implicato nelle stragi peggiori di questo paese”

    Con relativo dossier su chi organizza l’incontro.
    Come mai la sinistra ha questo ossessione-feticisti per le schedature?

    Alimentano, insinuando e coltivando teoremi come se fossero verità. (perchè la parola di Zani dovrebbe valere più di quella di un Cesare Ferri, ad esempio?)

    Siete ovviamente ben aiutati dalle varie “nevrosi” dei “reduci”, i quali, pensano di “fare chiarezza” giocando a “palla avvelenata”…

  43. «La tesi che a piazza della Loggia si volessero colpire i carabinieri sotto il porticato non ha nessun elemento riscontrabile, ne’ fattuale. Ed e’, oggettivamente, risibile. Come giustamente ha sottolineato Matteo, se si mette una bomba in un cestino durante un comizio, come fai ad essere sicuro che la bomba sia cosi’ ‘intelligente’ e selettiva da prendersela solo con i carabinieri? Ammesso che stisno in zona? Per di piu’; essendo un comizio comunista, indetto dopo la morte di Silvio Ferrari, il cui tema era ”basta con i fascisti e con le bombe”, come si puo’ pensare che a mettere quella bomba siano stati gli stessi comunisti? Qualunque ragazzino di prima media lo capirebbe, senza bisogno di scomodare i grandi dietrologi-tuttologi-politologi alla Giorgio Galli che studiano i fenomeni dal contesto e dalle conseguenze politiche, senza leggendosi gli atti e provando a partire dagli eventi in se’.»

    L’analisi di questa frase di Rao è significatiova della sua mentalità e della sua limitatezza come investigatore.

    1°) Quando uno mette una bomba non è sicuro di niente, neppure che non gli esploda in mano o che esploda in mano ad un artificiere. Uno può mettere una bomba dove pensa che ci siano i carabinieri e poi invece passa suor Giuseppina con i bimbi dell’asilo. Quindi di risibile c’è solo la legnosità cerebrale di Rao.

    2°) Dal momento che il comizio era indetto contro i fascisti e le loro bombe e dal momento che era appena morto Ferrari la bomba non può che essere fascista. Elementare Rao, elementare…. Come non avevamo potuto pensarci? E perché escludere il papà di Zornita o Pulcinmella che voleva vedere l’effetto che fa. Escludiamo solo i comunisti i quali necessariamente non potevano avere una strategia di colpevolizzazione dei fascisti e di destabilizzazione potendo accusare fascisti, democristaini, polizia e preti di essere un’unica schifosissima cosa da abbattere. No, non può essere che magari l’abbia pensata e attuata (la strage) il papà dell’ing. Zornita, Pulcinella o qualche cellula comunista. Lo capirebbe pure qualsiasi ragazzino di prima media. Noi che siamo ripetenti e “quinti elementari” (come ebbe a dire il mitico Reina davanti al giudice) non lo capiamo.

    Cosa diceva “passando di qua”? Fatti una pera di cera Liù, Rao, poi magari ti può capitare di avere qualche colpo di genio, un’apertura mentale.

    P.S. Come vanno le vendite?? :-) :-)

  44. Veterano ma non avevi detto: non commenteremo piu’ qui?
    Alla fine questo blog cosi’ vituperato suscita un’attrazione irresistibile per dei rivoluzionari duri e puri come te, eh? Sullo specifico non replico perche’ le mie parole erano sufficientemente chiare mentre le tue sono senza capo ne’ coda. Lascio ai lettori e frequentatori del blog ogni commento o giudizio su quello che ho scritto prima io e poi hai scritto tu.
    Le vendite vanno bene. Sai, gli italiani sono 56 milioni, quelli in eta’ scolarizzata sono una quarantina, dei quali poche migliaia sono ottuse, chiuse, agggressive e becere qwuanto te, per fortuna…Pensa che sono a Catania, dove ieri sera ho presentato il libro, con l’organizzazione congiunta dei ”traditori” di An (cosi’ come il giorno prima a Messina) e dei ‘camerati’ dell’associazione Darden o Durden, ora non ricordo, filiale catanese di Casapound. Ragazzi giovani ma aperti, disponibili al confronto. Cosi’ come Silvio Olivetti a Brescia o Andrea Miglioranzi a Verona, peraltro….:-)

  45. matteo amici

    Veterano non merita risposta: è l’altra faccia della medaglia di Liguori.
    Non si può rispondere ad affermazioni così insensate.
    Peccato, su altri argomenti aveva fatto interventi anche interessanti, chissà perchè su P.zza della Loggia è “saltato in aria”…

  46. passando di qua

    ……..altro pericoloso lapsus e clamoroso indizio delle strane tendenze di rao: “ragazzi giovani ma aperti e disponibili”…….. uhuhuhuh seguiamo la pista e si troverà sempre… un buco sfondato!!! non è vevo, sovcini??

  47. Non ti fare illusioni. A Silvio di Mantova e ad altri era stata data la consegna di non trascendere e di essere rispettosi. Temo che la consegna per quanto riguarda gli aggregati di Casa P. verrà revocata.
    Dopo l’articolo dell’Espresso il Capo è un po’ imbufalito ed evidentemente non è a conoscenza della disponibilità concessa.
    Infatti non sto commentando l’articolo ma le tue contorsioni eche ti rivelano sempre più per quello che sei. Certo, confido anch’io nella capacità di discernimento dei lettori… Tranquillo, Rao, tranquillo. Le vendite vanno male e non fare il furbo… Anzi, vanno malissimo. E tu puoi girare l’Italia come una trottola per tentare di alzare le quote, ma non credo avrai soddisfazione.

    Per matteo amici. Veterano non è “esploso” per Brescia. Veterano acquisisce elementi e ora capisce meglio il giochino in corso.

  48. “«La tesi che a piazza della Loggia si volessero colpire i carabinieri sotto il porticato non ha nessun elemento riscontrabile, ne’ fattuale. Ed e’, oggettivamente, risibile. Come giustamente ha sottolineato Matteo, se si mette una bomba in un cestino durante un comizio, come fai ad essere sicuro che la bomba sia cosi’ ‘intelligente’ e selettiva da prendersela solo con i carabinieri? Ammesso che stisno in zona? Per di piu’; essendo un comizio comunista, indetto dopo la morte di Silvio Ferrari, il cui tema era ”basta con i fascisti e con le bombe”, come si puo’ pensare che a mettere quella bomba siano stati gli stessi comunisti? Qualunque ragazzino di prima media lo capirebbe, senza bisogno di scomodare i grandi dietrologi-tuttologi-politologi alla Giorgio Galli che studiano i fenomeni dal contesto e dalle conseguenze politiche, senza leggendosi gli atti e provando a partire dagli eventi in se’.»

    Bene. Anche per Brescia vi sono fior di assoluzioni, ma ormai do per assodato, non vengono prese in considerazione. Da Salvini abbiamo imparato che le stesse, sono in realtà la prova certa della colpevolezza del mondo neofascista.

    Su Brescia però, una di queste è veramente eclatante…quella di Cesare Ferri. Egli è stato vittima di una serie di gravi calunnie, ma, nonostante i “soliti” pentiti che sanno tutto di tutti e i soliti giudici alla Salvini-Zorzi (noti “opinionisti”, invece che giudici) è stato assolto e risarcito! Se Cesare Ferri fosse stato un comunista-anarchico, per una cosa del genere, sarebbe venuto giù il mondo….

    E invece, cosa ci rimane dopo tanti anni? Un libro come “Destra estrema e criminale” che si scorda di dire che c’è stata l’assoluzione-risarcimento….un libro allucinante come “la sottile line nera” che pubblica i disegnini di quando aveva 18anni e lo descrive come un mezzo mostro-pazzoide…

    Tutto questo per seguire il nuovo vitello d’oro: il (presunto) quadro storico…stilato grazie all’ “expertise” dei (presunti) giornalisti.

    Qualunque ragazzino di prima media capirebbe che la-e bomba-e devono essere “nere”, per questo esaurita l’esperienza carceraria, non servono più calunniatori di professione come Izzo, Sparti, ecc e giudici che sono rimasti come le mani vuote.

    Oggi servono gli esperti per costruire il quadro storico!

  49. matteo amici

    Attendiamo dunque fiduciosi il tuo contributo storico e non ideologico.

  50. Per Carlo F: non vedo cosa c’entrino il mio libro con quelli di Semprini e Franzinelli. Cosi’ come non vedo cosa c’entrino Izzo e Sparti, che per Brescia non hanno mai fatto mezzo verbale. Ne’ Ferri, che io scrivo piu’ volte essere stato assolto e risarcito per l’ingiusta carcerazione subita. Ne’ l’articolo dell’Espresso che non e’, ovviamente, farina del mio sacco.
    Per Veterano: non vedo cosa c’entri l’articolo dell’Espresso che,certo, non e’ farina del mio sacco. Ne’che senso abbia lanciare messaggi mafiosi nascondendosi dietro l’anonimato del web ,fornendo, peraltro, indicazioni sulle vendite, di cui, ovviamente non puo’ essere minimamente a conoscenza, cosi come di molte altre cose su cui straparla:-)

  51. Ma quali messaggi mafiosi! Ehh, sapessi quante cosa sa Veterano e quanti agganci anche nelle case editrici. Comunque è pur vero che il successo o l’insuccesso di un libro non è determinato dalle cose più o meno intelligenti che contiene, altrimenti non si spiegherebbbero gli exploit di Fallaci, Biagi e Montanelli.
    Sì, se il libro di Rao non andrà (come non sta andando) non è perché buono o cattivo.
    L’articolo dell’Espresso c’entra. E’ il fiore che spunta dal concime sparso dai giudici frustrati e dai giornalisti senza palle incapaci di fare inchieste contro corrente. Insomma, è la sindrome di Alemanno che per pura carriera si fa circoncidere il cervello prima del prepuzio.

  52. Francesco Mancinelli

    Scusa Veterano ma qui mi intrometto,
    perchè stiamo confondendo la ” logica degli insiemi ” rischiando di fare un bel minestrone e confondendo quindi il peso delle responsabilità.

    Nicola Rao è discutibile sulle deduzioni finali della Sua indagine e/o sull’impostazione stessa del Suo lavoro documentale ( .. dalla prima puntata LA FIAMMA e LA CELTICA, con la famosa teoria della “Grande Famiglia” ) , ma non ha mai organizzato manifestazioni pro-palestina per tutti gli anni 80′ con slogan tipo ETA -IRA – OLP la lotta popolare e questa qui !! – e non passa ora una volta a settimana dalla comunità ebraica di Roma, all’ambasciata israeliana, nè fa alzabandiera di solidarietà con Israele ogni volta che il Dott. Pacifici “scoreggia” !!

    Non ha mai scritto ” LE RADICI ED IL PROGETTO ( ed. settimo sigillo 1989) con paventate recuperi di visioni totali e radicali di indipendenza e sovranità nazionale ( economica, moneraria, militare , politica e culturale ) contro gli occupatori americani; non ha mai inneggiato al fascismo storico nè proviene come formazione dal dna del neo-fascismo metapolitico, e oggi non credo che inneggi all’anti-fascismo come ” bene assoluto ” e/o al fascismo ( …. neo-fascismo ) storico come ” male assoluto ” .

    Fino ad oggi tutto questo da Rao non è stato detto nè affermato.
    Quindi le due figure ( Rao – Alemanno) devono essere
    ” disgiunte” .

    Possiamo discutere e polemizzare su tutto; possiamo pure dire che probabilmente l’ analisi complessiva di Nicola Rao scagioni definitivamente ed indirettamente tutto il filone della
    ” destra nazionale ” ( vera cricca criminale dal pre-risorgimento, destra nazionale genocida ai tempi dei Savoia, inquinatrice e traditrice del Regime dal 1922 al 1943, golpista (e probabile stragista) etero-diretta dal 1946′dagli americani dal dopoguerra), addossando la responsabilità di oscuri eventi ad un pezzo di Destra Radicale che voleva rompere pesantemente l’opzione neo-fascismo/destra/usa.

    Ma non possiamo dire che N. Rao equivale ad Alemanno e/o peggio al suo maestro, ” L’Uomo vissuto eroicamente sulle rovine degli altri ” : Pino Rauti.

    Così rischiamo di confondere la semplice valenza di tesi discutibilissime (e deduzioni storico-metapolitiche molto personali) con gravissime responsabilità poltiche-storiche, responsabilità oggettive ( che chiamarli tradimenti è un “eufemismo” ), e che in altri periodi avrebbero portato dritti dritti a processi giacobini, tipo quello di Verona, : … direttamente e senza passare “dal Via” …

    Un saluto

  53. “Attendiamo dunque fiduciosi il tuo contributo storico e non ideologico.”

    Pure io.

    C’entrano per la stessa metodologia, la chiacchiera, appunto.

  54. matteo amici

    Onestamente non vedo molto di più che chiacchiere anche a sostegno delle tue tesi.
    Almeno le “chicchiere” di Rao sono basate su qualche straccio di fatto, le tue manco su quello.
    E’ troppo facile smontare le ipotesi altrui senza proporne di alternative, io spero che tu ti renda conto di questo.
    Non siamo (per fortuna) in un tribunale, quindi tutte le ipotesi e tutte le ricostruzioni hanno pari dignità, pari dignità ma non uguale credibilità e ragionevolezza.
    Purtroppo allo stato attuale, considerato lo spaventoso livello di inquinamento delle fonti e la lontananza nel tempo dei fatti, la credibilità e la ragionevolezza devono basarsi quanto meno su alcuni fatti dati per assodati, io, onestamente nella tua ricostruzione ne ho visti pochi.
    In quella di Rao un po’ di più.

  55. matteo amici

    Questo, ovviamente, non significa che vedo in Rao una sorta di vestale che difende il sacro fuoco della verità…

  56. Quando si parla si sindrome si intende una cosa ben precisa. Rao e Alemanno non sono sovrapponibili per storia, per livello di coerenza, per tenuta morale e/o etica.
    Alemanno è ormai un archetipo, come lo fu Badoglio. Cosa intendo per sindrome di Alemanno? Intendo l’agire allineandosi al pensiero dominante. Alemanno si allinea ai comandi della Comunità ebraica, Rao alla vulgata antifascista. Perché la Comunità ebraica è forte e mettersi di traverso, non assecondarla ti costa la carriera politica. Perché la vulgata antifascista che vuole le stragi fasciste è forte e non si compone tanto di ex comunisti o comunisti di ritorno, quanto di liberisti eultraliberisti che oggi occupano le istituzioni. Basta seguire il TG 5 e metterlo a confronto con gli altri TG per rendersi conto dove si annida la serpe velenosa.
    Insomma, intendo dire che anche Rao dimostra di concedersi al vizietto di stare a favore di corrente. Per cui i fascisti hanno ammazzato Calabresi (vedi Nardi) o Pasolini (vedi tutti i cialtroni che scrissero all’epoca)e fatto le stragi. Poi si riesce a dimostrare che Nardi non era fascista e che comunque non ha ammazzato Calabresi, che i fascisti con la morte di Pasolini non c’entrano. E’ stato dimostrato giudiziariamente e storicamente. Per le stragi è stato dimostrato SOLO giudiziariamente (sentenze e non bao bao micio micio) che i Fascisti non sono colpevoli. Ma non ancora storicamente. Lo sostengono gli antifascisti. Rao si allinea, è dentro questa logica. Come Alemanno è dentro la logica di allineamento al Verbo che non può essere contraddetto.
    Poi va da se che Alemanno è insuperabile: archetipo appunto. Ineguagliabile… Una volta gli ho stretto la mano, tanto tempo fa. Ancora oggi me la lavo con la varichina. Dimenticavo: la sua subalternità ai voleri della Comunità ebraica è il meno dei mali.
    Ma la ruota gira, caro Francesco. Non disperiamo. Verrà chi metterà a posto la storia delle stragi e verrà il giorno che ritroveremo nella stalla Alemanno.

  57. Augusto Sandino

    x Rao

    veterano non è uno che parla a caso o a vanvera.

    Se dice che le vendite del tuo libro vanno in un certo modo è perchè ha degli elementi a conferma di ciò

  58. ugo m. tassinari

    Nardi non era fascista?

  59. Francesco Mancinelli

    X Veterano

    io ritengo che bisogna fare sempre i giusti distinguo e le puntualizzazioni.

    Pasolini disse che Piazza Fontana era una strage “fascista”
    ( e sbagliò termine perchè la strage casomai fu neo-fascista non fascista ), ma disse altrettanto chiaramente che le stragi successive puzzavano pesantemente di anti-fascismo ed erano fatte proprio contro “i fascisti”.

    Calabresi dissero in molti che era stato ucciso da Nardi, ma poi è stato condannato Sofri ( che non è detto che sapesse del fattaccio … )anche se molto probabilmente c’è lo zampino di “servizi sranieri” che utilizzaro alcune ” guardie scelte ” di Lotta Continua ; e che a Lotta Continua ci fossero solo “guardie scelte ” non c’è alcun dubbio ( lo dicevano autonomi e BR ); e oggi le guardie lottacontinuiste peraltro lavorano tutti a stipendio Mediaset insiemi ai neo-destri rautiani di allora …

    Ora se si dovesse veramente andare a cercare le responsabilità meta-politiche della vulgata Destra Radicale = Stragi (e/o del conseguente ” passo delle oche ” ) dovremmo proprio iniziare dal “rautismo” e dai suoi discepoli neo-destri.

    Non scordiamoci che questo speciale personaggio, fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo e promotore del Convegno al Pollio ( e quindi PRIMO VERO responsabile dell’infiltrazione dei servizi di Stato dentro la Destra Radicale in nome di una guerra ” sporca ” tutta interna al blocco occidentale ) fu quello che dopo la strage di Bologna del 1980 scrisse a chiare lettere il mitico editoriale su Linea ” Non sono tutti camerati ..” accusando di fatto tra le righe (i NAR e Terza Posizione, altri cavalcatori di tigri ) della strage di Bologna, cioè proprio quello che volevano gli inquirenti ( Nicola, chissà se nel Terzo Episodio riporterai questa “chicca” … !!).

    Come tra le righe del libro di Nicola ( e non sò se lui ne è cosciente, ) colgo spesso proprio l’antica ” vulgata rautiana ” ( … e/o ho neo-destra ) che vede Freda, Ventura e tutti ” i Cavalcatori di Tigri “, come i distruttori del metapolitico originario progetto etero-diretto degli Uomini e Le Rovine, e quindi colpevoli diretti e/o indiretti della Strage di Piazza Fontana.

    Chissà invece perchè Rauti non ha mai risposto pubblicamente sul perchè del Suo subitaneo e tempestivo rientro nel MSI poco prima della Strage; perchè non ha mai spegato come era possibile che stè bendette cellule venete ordinoviste potessero liberamente agire e scorazzare senza che Lui ne sapesse niente; non ha mai chiarito dei “SUOI” rapporti con i “SUOI” uomini (Digilio, Siciliano, Tramonte) ed i suoi “conseguenti” paralleli contatti con i generali dell’Arma dei Carabinieri.

    Con Giannettini, Torchia e Beltrametti era “Lui” che lavorava gomito a gomito al Tempo, a portare i giovani quadri nazional-rivoluzionari in Grecia dai colonelli è sempre Lui. Ma guarda caso, nei casini , su indicazione di Andreotti ci finisce alla fine invece Freda, che aveva scritto la Disintegrazione del Sistema, che organizzava conferenze, che faceva l’Editore e passava i Timer all’OLP a casa della Sig.ra Maria De Portada.

    Ora io ritengo più che sufficiente, come più volte ho detto, due processi passati in giudicato , ed il Dossier San Marco di Giannettini ( anche se la pista anarchica è un’altra scorciatoia castrante ), ed infine ritengo valido l’unico atto letterario di difesa scritto : ” P.zza Fontana, una vendetta ideologica” .

    Ma posso anche tranquillamente supporre e ritenere che per molti ( e tra questi anche Nicola Rao ) , tutto questo non basti e non sia sufficiente. E non ne faccio un dramma, ma certamente difendo dove c’è da difendere ed attacco dove c’è da attaccare.

    Quindi ed indipendentemente dalla mia ” digressione ” off topic sulle scelte ” scellerate ” di Alemanno, aspetto con ansia che questa ruota giri sul serio e tolga “i molti dubbi” che ancora in molti hanno, e/o magari ci disveli come sia stato possibile che questa giovane e leggiadra democrazia chiamata ” Repubblica Italiana” abbia perso la sua verginità/innocenza in modo così “fumosamente” precoce a P.zza Fontana.
    Se c’è uno stupro ci dovrà pur essere un colpevole da qualche parte ….

    Ancora saluti a tutti

  60. Sottoscrivo, incredulo, la domanda di Ugo…

  61. Vedi veterano, io non sono classificabile nella maniera rozza che sostieni tu.
    Perche’ io non ho mai pensato che i fascisti abbiano ucciso Calabresi o Pasolini.
    Perche’ nel libro riporto la vergognosa campagna di stampa subito dopo il duplice omicidio di Padova nel 1974, in cui molti giornali dissero che i due missini assassinati erano vittime di una faida interna.
    Perche’ critico e confuto duramente la tesi del pm Occorsio che porto’ alla sbarra il Movimento Politico Ordine Nuovo, esclusicamente con accuse politiche.
    Perche’ anticipo il primo capitolo del prossimo libro, in cui ricostruisco le ultime ore di Mikis Mantakas, dimostrando chiaramente quel giorno chi fossero gli aggrediti e chi gli aggressori, chi quelli armati e chi quelli disarmati, quali le vittime e quali i carnefici.
    Perche’ provo a ricostruire tutto il contesto storico-politico che ha portato alla strage dell’Italicus e le indagini successive, da cui emerge evidente l’estraneita’ di Tuti e dei fascisti a quella strage.
    Perche’ pubblico, con tanto di nomi e cognomi la foto di valle Giulia in cui si vede chiaramente come i fascisti fossero in prima fila nella protesta sessantottina e che non erano tutti con i mazzieri di Caradonna e Almirante.
    Ecco perche’ le vostre affermazioni becere, superficiali e manichee (”o con noi o contro di noi”, ”infame” ”venduto” prezzolato”) e si scontrano con la complessita’ della realta’ e della storia. Ma anche con la mia liberta’ e onesta’ intellettuale, perche’ non rispondo a padroni o padrini, ne’ milito in alcun gruppo: ne’ in quelli che hanno una consistenza pollitica, ne’ in quelli che, invece, questa consistenza ce l’hanno solo nella testa dei loro aderenti.

  62. Francesco, mi sono letto la requisitoria dei pm nel febbraio scorso durante l’udienza preliminare per il nuovo processo su piazza della Loggia.
    La loro tesi e’ simile alla tua.
    Rauti viene chiamato sul banco degli imputati per la strage perche’ accusato di essere il capo indiscusso (vengono anche riprodotte alcune lettera tra Rauti e Gastone Romani del 1970, in cui il primo parla al secondo del ”buon Zorzi”, mentre in passato aveva sempre negato di averlo conosciuto) dell’ambiente ordinovista veneto (Romani, Maggi, Zorzi e dintorni), cosi’ come quello milanese (Rognoni), che rientro’ con lui nel Msi.
    Cosi’ come vengono citati passaggi delle informative scritte dall’ordinovista padonvano Tramonte per il Sid o quelle mandate al Viminale dalla fonte ‘Arista’, in cui si dilungava sui rapporti tra On, Rauti e Guerin Serac.
    Ma se questi sono storicamente elementi interessanti, ovviamente non possono costituire un fatto probante, secondo me, in sede processuale, in relazione ad un episodio preciso, sul quale non ci sono, almeno leggendo quelle carte, molti elementi nuovi, almeno a carico di Rauti, per il quale, secondo l’accusa, vale la teoria del ”non poteva non sapere”, essendo ”il capo degli stragisti”. Ma rauti ha fatto sapere che andra’ a Brescia a deporre, magari dira’ cose nuove e interessanti a tal proposito. Staremo a vedere.

  63. matteo amici

    Non dimentichiamo che mentre il trascorrere dei decenni allontana sempre di più la possibilità di raggiungere una verità processuale,al contrario, gioca a favore dell’approssimarsi alla ricostruzione verosimile di una verità storica, sotto questo punto di vista dovrebbero essere ben accetti i contributi basati su fatti e su fantasie.
    Ormai su questo forum si è letto veramente di tutto…

  64. matteo amici

    e non su fantasie…
    cazzo mettete l’edit ai messaggi!!!

  65. andrea colombo

    Magari non c’entra tanto col topic in senso stretto, però qualcosa a Mancinelli su piazza Fontana e la famosa “perdita dell’innocenza” ci terrei a dirla.
    Anche io ho sempre pensato che nel discorso che fanno in tanti sulla “perdita dell’innocenza” ci sia una bella dose di cazzaraggine e una ancor più robusta dose di auotgiustificazionismo. Però c’è anche qualcosa di vero.
    La cosiddetta “perdita dell’innocenza” non è stata la strage. E’ stato quello che è successo dopo. E’ stata la reazione dello Stato, la campagna a freddo contro gli anarchici, l’asassinio di Pinelli, le bugie sulla sua morte, il “malore attivo”, e poi il processo di Catanzaro, gli omissis…
    Per la destra,una cosa simile è successa ad Acca Larentia. I primi due omicidi, come la strage di 9 anni prima a Milano, erano una tragedia, ma non comportavano in sé “pedite dell’innocenza”, non erano diversi da altri orrori identici già successi prima, da una parte e dall’altra. Il trauma fu la reazione dello Stato e del Msi, il carabiniere che ammazza a freddo Recchioni, il Msi che per coccolarsi la base elettorale sceglie la complicità, Francesca che tra tutti quelli che c’erano si ritrova da sola a denunciare il carabiniere assassino…
    Una domanda: cosa intendi quando dici che a Lc c’erano solo “guardie scelte”?
    Mi associo anche alla domanda di Ugo e Nicola a Veterano: cosa vuol dire che Nardi non era fascista? (Posto che le tesi sulla colpevolezza di Nardi per Calabresi facevano ridere già nel ’73: non si capisce perché mai a uccidere l’uomo senza dubbio più odiato da tutti i singoli mlitanti di sinistra del paese dovesse essere stato uno di destra. O meglio lo si capisce sin troppo bene: perché “un compagno non può averlo fatto”).

  66. Per Ugo Tassinari: Nardi era un Avventuriero (con la A maiuscola) affascinato semplicemente dalle armi e dalla guerra. Non aderiva alla causa, all’Idea “politica” se non in senso estetico.

    Per Mabcinelli: ad organizzare i viaggi in Grecia era principalmente Almirante attraverso i suoi uomini. In particolar modo con il Generale (sì, l’unico generale donna che le Forze armate italiane hanno avuto) la contessa Gatteschi. Io ci andai con lei assieme ad ordinovisti di Torino.

    Per Rao. Manicheo ci sarai tu che sottoscrivi l’equazione stragi=neofascisti. Ti sono state mosse obiezzioni di merito e confutati fatti. Poi tu giri la frittata e dici che non ti si risponde nel merito quando nel merito ti hanno risposto sia Adinolfi che Murelli e Carlo F. Dopo di che, furbescamente tenti di forzare la mano chiedendo che ti si racconti o si racconti pubblicamente quel che non si vuole e non si deve raccotare. E nella tua insistenza non si capisce dove cominci l’iteresse storico,quello di servizio ai magistrati ideologici e quello morboso. La tua narrazione è fatta all’80% di chiacchiericcio giustificazionista e condizionato che falliti, maniaci e ravveduti (ravveduti, non pentiti) hanno messo in circolo. Fai entrare a martellate nella tua logica narrativa i “ripensamenti” di Zani, le sbruffonate di Delle Chiaie (persona rispettabile, sicuramente militante capace e impegnato ma che appunto ha spesso il tic del mitomane nella sua narrazione). Colleghi cose che non sono collegabili e non attinenti l’una all’altra. Insomma, hai messo assieme una bella sceneggiatura fantasy con moti agganci alla realtà dei fatti.

    Per Andrea Colombo. I militanti di LC cominciarono a prendere i soldi dai servizi tedeschi per savorire la Fiat e favorire la Wolswagen. Già dalla loro nascita erano infiltrati. Poi basta leggersi le dichiarazioni di Sofri e Ferrara, vedere dove sono andati a finire, quel che sostengono oggi per capire. Loro tra l’altro sono i più interessati alla tesi della colpevolezza dei neofascisti a P.zza Fontana perché è attraverso quella tesi che si autogiustificano. Lo fanno prima loro e poi le BR per bocca dei militanti già lottacontinuisti. In buona sostanza sostengono che se si sono dati alla violenza di massa (sic!) lo si deve allo “spavento” che si presero con p.zza Fontana, quando capirono che le istituzioni erano in pericolo (sic!) che era in pericolo la democrazia (sic!) che si stava preparando la svolta autoritaria. E allora era loro dovere colpire il braccio armato del progetto golpista e reazionario (i neofascisti) e i quadri superiori: imprenditori, giornalisti fiancheggiatori, politici di destra e centro.
    Lo dicono ancora oggi e con più “convinzione” dai video mediaset. Vi capita mai di sentire Liguori o quel pagliaccio di Mughini?

  67. Ok, abbiamo capito: chi dice cose che non piacciono e’ mitomane, fallito e sbruffone. Chi afferma cose che piacciono e’ serio, rispettabile, attendibile e si e’ realizzato nella vita…:-)

  68. Ahhh Rao, io ho ribaltato quel che tu hai cominciato a dire di me. Quindi porta a casa quel che hai seminato. Comincia a rileggerti i post dall’inizio e vedrai. E comunque non si tratta di cose che non piacciono. Si tratta di falsità, di boati da “Cronaca Vera” o “Novella 2000″. Non confondiamo la merda con la cioccolata.

  69. “Cosi’ come non vedo cosa c’entrino Izzo e Sparti, che per Brescia non hanno mai fatto mezzo verbale.”

    Ah si? Strano…l’inchiesta contro Cesare Ferri nasce proprio da una dichiarazione di Izzo, che tra l’altro dichiarò che la mattina della strage i 12 testimoni che videro Cesare Ferri all’Università, in realtà videro un presunto “sosia” da lui mandato… Poi chiaro, altri presunti-pentiti si sono accodati.

    Poi, cambiando argomento, ho ripresto in mano “destra estrema e criminale” e addirittura, i due “fresconi”, scrivono che fu condannato Cesare Ferri (non si son dimeniticati, m’ero sbagliato)!! Uahahah. Vabbè…

  70. Gambetta@gmail.com

    E BAKUNIN COSA DICE?

  71. Veterano, tu non hai titolo, ne’ conoscenza, ne’ hai mai prodotto-cosi’ come Murelli o Adinolfi, del resto- elementi fattuali (che sono cosa ben diversa dalle deduzioni o dalle interpretazioni) per dimostrare che tutte le affermazioni e le testimonianze che riporto io nel libro, e che vanno in una certa direzione, siano false.
    In egual misura-e con la tua stessa superficialita’ e leggerezza- chiunque potrebbe sostenere che ad essere false sono invece le altre testimonianze che riporto: quelle che tu consideri serie, veritiere e attendibili…

  72. ugo tassinari

    Nicola,
    uscendo dalla diatriba che mette capo a nulla, è forse il caso di riconoscere che le testimonianze non sono fatti.
    E’ un fatto che Zani, Delle Chiaie, Macchi e quant’altri hanno parlato con te.
    E’ un fatto – per quello che posso inferire dalle mie conoscenze dirette – che tu abbia trascritto con rigore e fedeltà quanto costoro ti abbiano detto.
    E finisce qui.
    Perché, per proprio statuto, le testimonianze sono narrazioni in cui il testimone ha già operato meccanismi + o – consci di selezione del materiale, ordinamento gerarchico delle rilevanze, ecc. E il fatto che siano narrazioni sincere – cioè non delberatamente artefatte, omissive o capziose – non implica automaticamente che i loro contenuti siano veritieri.
    In qualche caso poi è la somma che fa il totale e per una particolare aritmetica la sommma esatta di singoli addendi produce un risultato sbagliato.
    E’ quello che pensa, ad esempio, Mancinelli a proposito del tuo primo libro, in cui la selezione del materiale (assai meno sulfureo) avrebbe prodotto la fondazione di un mito.
    A questo punto non mi meraviglierebbe se fosse vero quanto sostiene Veterano, cioè che questo non è stato un botto editoriale come il primo.
    Luca, tu, Andrea, io e quanti altri non scriviamo libri per fare i soldi: si guadagna molto di più con le collaborazioni. Né pensavamo di fare un best seller. E poi i libri vivono di vita propria. E l’ipotesi di Francesco darebbe un senso al tutto: che la fiamma e la celtica rispondeva, dopo il trionfo di Cuori neri, a un bisogno di un vasto pubblico di lettori di una costruzione di identità. Mentre il mancato successo del secondo ti restituirebbe, in qualche modo, “l’onore”: perché a quel punto sarebbe evidente che non hai compiuto un’operazione a tavolino ma sei andato dove ti ha portato la testa e il cuore (e anche i materiali accumulati: ma io che sono un frenetico archivista ti potrei spiegare le sottili vie per cui si scelgono e si perdono per strada i pezzi…)

  73. matteo amici

    E’ vero che le testimonianze non sono fatti ma narrazioni con tutti gli inevitabili meccanismi di rimozione, autoassoluzione e beatificazione che implicano.
    Non di meno una testimonianza normalmente per avere una rilevanza dovrebbe riferire dei fatti e non delle opinioni o delle valutazioni.
    Per questo, in base alla verosimiglianza o meno dei fatti riferiti, si parla di attendibilità maggiore o minore della testimonianza o, a volte, di sua totale falsità.
    Se non è possibile effettuare tale giudizio perchè il narrante riferisce fatti in nessun modo verificabili o confutabili, la testimonianza diventa superflua e si deve procedere a costuire un quadro sulla base dei meri fatti acclarati, la cui esistenza non è in alcun modo in dubbio.
    Da tali fatti noti e pacificamente avvenuti è possibile evincere fatti ignoti?
    A volte sì, a volte no.
    Ho sommariamente descritto la metodologia giudiziaria di valutazione di alcuni tipi di prove (testimonianza e indizio), forse può aiutare a fare un po’ di chiarezza.

  74. ugo m. tassinari

    Certo, Matteo.
    Per un periodo buio persone hanno subito anni di carcere sulla base di accuse de relato dei pentiti. Poi si è riuscito a stabilire un minimo di principi di civiltà giuridica…

  75. Francesco Mancinelli

    X Andrea Colombo,

    GLI EFFETTI DELLA STRAGE

    gli effetti della strage di Piazza Fontana oltre ad aver colpito le vittime dirette hanno colpito in tutte le direzioni, hanno fatto vittime indirette.

    Gli anarchici i primi ad essere perseguitati, i neo-fascisti
    ( nell’immaginario collettivo tutti “indistintamente” ) che ne continuano ad esserne a distanza di 40 anni comunque tutti indistintamente colpevoli; il sindacato che vide sfuggire le sue masse operaie verso la sponda armata; i gruppi extra-parlamentari di sinistra che vennero utilizzati contro lo stesso PCI ed infiltrati pesantemente dal Think Tank ebraico-internazionalista-occidentale ( la famosa “deriva progressista” in piena accelerazione denunciata da Pasolini-Evola-De Noce ).

    Ma il “Potere Italia”, quello reale, quello delle lobby. delle Banche, degli ordini professionali, dei mafiosi, dei massoni, non mi sembra averne risentito. Col cazzo che questa democrazia parlamentare e inciuciona a barcollato un solo giorno !!

    Bisogna arrivare al 1992 perchè l’accelerazione pidduista “di destra” cominci a dare i suoi effetti reazionari. E solo perchè il PSI ci aveva lasciato in eredità il debito pubblico.

    E quanto dice Giorgio Galli: che comunque “la stabilizzazione stragista ” ha contribuito ad accompagnare la società politica e democratica verso le trasformazioni volute della società civile.

    E’ come dire che ” la democrazia ” per proteggere se stessa si automette sottoattacco “da destra e da sinistra” e ne esce fuori , vergine e pura come la madonna !!

    Chi ha pagato sono stati quei poveri ragazzi che a destra e a sinistra si sono “allegramente” massacrati mentre il potere si ingrassava e si riconvertiva.

    Acca Larenzia per noi arriva alla fine e come TU giustamente dici in “Storia Nera”: là ri-cominciammo in molti a capire che il nostro “nemico principale ” stava proprio “a destra” …

    Peccato che “le pallottole” poi non volarono per niente nella giusta direzione …

    Ma che dire : Teano ,Aspromonte , Mentana, 1919, Fiume, 1922, 1943, 1968 : di treni persi per arrivare ad un regolamento di conti oggettivamente serio con la “DESTRA NAZIONALE” ne abbiamo persi due dozzine.

    LE “GUARDIE SCELTE” DI LC

    Che i lottacontinui sono sempre stati “delle guardie scelte” ed equivalgono agli agenti della Cia infiltrati da sempre in Ordine Nuovo non ho alcun dubbio.
    La loro non-lineraità metapolitica, il loro doppio-giochismo istituzionale-non istituzionale, e soprattutto vedere ” chi sono” e dove in massa sono andati a finire, nonchè le strane morti che ne hanno accompagnato la storia, sostengono questa mia tesi della ” GUARDIA SCELTA”.

    E credo che all’estrema sinistra ed in particolare (Autonomi e BR) ne avevavano la chiara percezione. Se non ricordo male c’è stato anche qualche regolamento di conti pesante. Non ricordo bene ma addirittura un ragazzo emiliano di LC, un certo ALceste Campanile, fu ucciso e fu data anche lì la colpa ai fascisti.

    Tra turti i gruppi finti-militarizzati i peggiori che facevano la funzione di informazione e denuncia teleguidata erano e sono “ancora” loro ( Giornalsiti e Magistrati in testa).
    I mitici lotta-continuisti che oggi lavorano in massa a stretto braccio a corte Mediaset con gli ex neo-destri rautiani …
    Ma guarda Tu che magnifica coincidenza …

  76. Francesco Mancinelli

    X Nicola,

    Nicola io non ho letto gli atti di rinvio a giudizio per Rauti a Brescia e condcordo con Te che è un pò pochino il solito sillogismo che recita :

    Lui è il capo di ordine nuovo
    Gli ordinivisti hanno fatto la strage
    Lui ha fatto la strage.

    Quello di cui accuso Rauti e di far finta da sempre di non sapere, che lui non ha mai saputo, che lui non ha mai capito, metter sempre e comunque la testa sotto terra come lo struzzo.
    Non si mai pubblicamente esposto nè nel difendere nè nel colpevolizzare.

    E comunque Tu concludi dicendo che sul piano processuale tutto questo non basta e non tiene, mentre sul piano storico ci sono ” cose piuttosto interessanti ” tra cui i legami tra Rauti probabile agente Cia e Tramonte, Siciliano, e Digilio ( certi agenti CIA ). Ma questo non Ti porta ad accusare Rauti di complicità nella strage di Piazza della Loggia.

    Direi che vale la stesso ragionamento per il Tuo “trio maledetto” : Giannettini-Freda-Ventura.
    Sul piano giudiziario il processo non ha retto. Sul piano storico ci sono ancora tante cose da capire.
    Ma tu lì mi sembra che non hai dubbi circa la loro diretta ed indiretta responsabilità.

    Perchè pesi e misure differenti ?

  77. Per Ugo.
    Che ‘La fiamma e la celtica’ sia stato un grandwe successo editoriale perche’ era un libro rassicurante per tutta la destra, nel suo complesso, e’ un fatto.
    Che ‘Il sangue e la celtica’ sia un libro scomodo, respinto e avversato da una parte della stessa destra che aveva comprato ed omaggiato il primo e’ un altro fatto. Anche se di qui a sostenere, senza avere i dati ovviamente, che il libro sia invenduto ce ne corre, eccome.
    Che noi non scriviamo libri per vivere (perche’ facciamo altri lavori per campare), ma solo per convinzione e buona fede e’ un ulteriore fatto.
    Che le testimonianze non siano fatti, pero’, dipende.
    Ad esempio: Zani racconta come e perche’ fondo’ Ordine nero. E’ una testimonianza, ma in questo caso anche un fatto che nessun altro (se non chi era con lui in Ordine nero) e’ autorizzato a confutare perche’ non puo’ esserne a conoscenza.
    Che Delle Chiaie o Merlino raccontino storie ed episodi che hanno vissuto direttamente e personalmente (e che ne’ Adinolfi, ne’ Murelli ne’ i vari personaggi con nick piu’ o meno appropriati possono in alcuno modo confutare ne’ smentire perche’ non c’erano e non possono saperlo) e’ un altro fatto.
    Che Freda abbia ordinato dei timer identici a quelli usati per le bombe del 12 dicembre e’ un fatto.
    Che non sia stato in grado di spiegarne credibilmente ed oggettivamente l’uso e’ un altro fatto.
    Che Nico Azzi abbia messo una bomba su un treno per dare la colpa alla sinistra ed allontanare le indagini su piazza Fontana da Freda e ventura e’ sempre un fatto.
    Che il Sid abbia fatto di tutto per evitare che ventura facesse il nome di Giannettini e’ un fatto.
    Che il Sid abbia chiesto a Delle Chiaie di accogliere Freda e Ventura in Spagna, una volta evasi e’ un altro fatto.
    Che il Sid abbia fatto scappare in Spagna Marco Pozzan, braccio destro di Freda e’ un altro fatto.
    Che il Sid abbia cercato di incastrare a due giorni dalla strage Delle Chaie e Merlino e’ un fatto.
    Che Giannettini fosse un agente del Sid e’ un fatto.
    Che Ventura il 12 dicembre, nell’imminenza degli attentati fosse a Roma senza averne saputo spiegare il motivo e’ un fatto.
    Che Freda e Ventura avessero stretti rapporti con l’agente del Sid Giannettini e’ un fatto.
    E non e’ che l’inizio, perche’ se vuoi posso continuare per diversi post.
    Su tutti questi fatti, nessuno dei signori che mi insultano ha prodotto un solo elemento concreto che potesse negarli o smentirli, perche’ non possono farlo.
    Il resto, davvero, sono chiacchiere, peti e pernacchie in liberta’.

  78. Per Francesco,in parte, credo, ti ho risposto con il precedente post. Aggiungo: Ventura si e’ anche autoaccusato, accusando anche Freda, di diversi attentati dinamitardi nel 1969. E ci sono altre persone che accusano i due di aver fatto diversi botti in quell’anno.
    Non mi risulta che Rauti si sia mai autoaccusato di alcun botto, ne’ che qualcuno lo abbia mai indicato come responsabile di alcun attentato dinamitardo.
    Quindi la differenza, sul piano delle singole responsabilita’ per fatti specifici e’ enorme.
    Diverso, ribadisco, il discorso sul piano storico e politico, sul quale, in parte, concordo con te.

  79. Rao al post 71. Tra quelli che sanno qualcosa Murelli con cognizione di causa ha smotato la tua allucinante ipotesi “Trama nera”, (messaggio in bottiglia) riga per riga. E tu hai fatto finta di niente. Sei riuscito a mettere dentro il SID pure per il 12 aprile attraverso La Bruna per via dell’origine delle bombe. Per non dire il tuo sposare la tesi di Zani che si è fumato il cervello là dove sostiene che sì, è vero, “Trama Nera” manda messaggi. E arrivi a sostenere che li dentro si denunciano fatti di cui i magistrati e gli inquirenti si sarebbero accorti anni dopo (quella del NOD è da manicomio).
    Dunque, l’unico che ha accettato di entrare nel merito ed era a conoscenza dei fatti ti ha smontato la tesi. Quindi perché dici che nessuno va sui fatti? Gli altri si rifiutano di colloquiare con te se non con qualche allusione del menga. E allora dal momento che uno non viene a discutere con te tutto quello che tu hai detto è vero ed incontrovertibile.
    Quando Murelli ti ha fatto le pulci su Trama Nera nella sua board in vivamafarka hai fatto la checca isterica e te ne sei andato sbattendo la porta dicendo che Metapolis ti insultava.

  80. Per Rao. Mi ripeto: Zani racconta quel che gli fa comodo. Tace sul resto. E quel che racconta non è vero ma “veritiero”.

  81. Per Tassinari. Il libro di Rano non si vende anche perché aveva sfidato apertamente noi “vecchi” di non essere in grado di “bloccargli lo sviluppo”. Gli abbiamo dimostrato il contrario. Perché chi ha letto la “Fiamma e la Celtica” avrebbe comunque comprato il “Sangue e la celtica” se non ci fosse stato un invito a non farlo. Per quanto, ad onor del vero, il motivo principale per cui è stata fatta opera di dissuasione è perché il libro è una gran porcata. Trattasi di pornografia ideologica.

  82. Veterano, esci fuori con nome e cognome e racconta cio’ che sai con cognizione di causa, altrimenti restiamo alle chiacchiere.
    Trama nera: sono sette pagine in tutto il libro. Confermo: il legame tra Fenice e veneti e’ stato scoperto dai magistrati oltre dieci anni dopo. In ogni caso ho sentito la versione di Zani e, per correttezza e completezza d’informazione, ho cercato Murelli (pensa quanto sono in malafede) per avere anche la sua versione, che ho pubblicato. Poi ognuno, a cominciare dal sottoscritto ovviamente, si fa le idee che ritiene su quella piccola vicenda, peraltro.
    Io sono un professionista ed accetto il confronto anche sui blog, cosa che non fanno tutti i miei colleghi. Ma quando il confronto si trasforma in un cazzeggio offensivo, becero ed insultante come stava accadendo sul vostro board, credo sia stato giusto farsi da parte.
    Tutti i fatti che ho citato sopra non vengono da nessuno di voi confutati perche’ non potete farlo, ma, a prescindere, li ignorate o li rimuovete, insistendo su passaggi assolutamente marginali, come, appunto, quello di Trama nera.
    Chi e’ in malafede e disonesto?

  83. Veterano, ma davvero tu e i tuoi amici pensato di avere il ‘controllo’ su decine di migliaia di lettori? Ma in quale mondo vivi? Ma sai che molti ragazzini che pensate di controllare come soldatini di stagno, vi dicono: signorsi’ e poi, di nascosto, se lo vanno a comprare lo stesso?

  84. ugo m. tassinari

    Non so se Rao 2 vende o meno. So per certo che però è un libro meno rassicurante. Io ad esempio trovavo La fiamma e la celtica elusivo su temi per me centrali. Ora scopro che mi ha scavalcato “a sinistra”

  85. Ed io scopro che mi hai ‘scavalcato’ a destra…:-)

  86. “Ad esempio: Zani racconta come e perche’ fondo’ Ordine nero. E’ una testimonianza, ma in questo caso anche un fatto che nessun altro (se non chi era con lui in Ordine nero) e’ autorizzato a confutare perche’ non puo’ esserne a conoscenza.”

    Allora, fammi capire come funziona la cosa, perchè proprio non capisco come la testimonianza di Zani possa essere un fatto e non una chiacchiera.

    Faccio un esempio

    Zani parla di Ordine Nero e accusa Cesare Ferri di alcuni fatti inerenti. Ferri mai ammette di aver fatto parte di Ordine Nero, non solo, viene pure assolto per ON.

    Ora, per quale motivo la parola di Zani dovrebbe valere più di quella di Ferri? (con tanto di assoluzione per ON).

    Perchè Ferri non faceva parte di ON, e quindi non era a conoscenza dell’organigramma di questa organizzazione, e quindi non può confutare? :) (e quindi Zani dice cazzate…)

  87. Carlo F, anche Zani ha sempre negato di far parte di Ordine nero.
    Per il resto, ti consiglio di non dire tu cazzate.
    Perche’ Zani su Ordine nero ha detto la verita’.
    Ho fatto delle verifiche prima di pubblicare le sue parole, quindi al posto tuo la chiuderei qui.
    Almeno su Ordine nero.

  88. “Che non sia stato in grado di spiegarne credibilmente ed oggettivamente l’uso e’ un altro fatto.”

    in modo così poco credibile che è stato assolto in Cassazione, per insufficienza di prove. Il resto dei processi non ha nessun valore, e si sapeva da subito perchè la giustizia italiana si ferma al 3°, e li mette un bel punto. Questo può piacere o meno, ma è un fatto. L’unico degno di nota.

    Per questo Laura Bertolè Viale venne querelata quando dichiarò al corriere che “finalmente avevano trovato i responsabili di p.zza fontana”.

  89. Quindi quello che dice Zani è un fatto, insomma.
    Tutti quelli, tra i più vicini a lui (al’epoca), che hanno una versione diversa, mentono.

    Bè, in linea con il metodo generale.

  90. Carlo F, non so tu quanti anni abbia e se tu abbia un mestiere. Il mio e’ dare notizie, previa verifica, laddove e’ possibile ovviamente. In alcuni casi queste verifiche non mi e’ stato possibile farle ed infatti utilizzo i condizionali. Invece su Ordine nero sono certo che le cose siano andate come racconta Zani. Se qualcuno mi dimostrera’ che Zani e le altre persone con cui ho verificato le sue affermazioni (e che mi hanno pregato di non essere citate) mentono e che, invece la storia di Ordine nero e’ completamente diversa, con diversi protagonisti, sono pronto a fare pubblica ammenda. Fino a quel momento, ti prego di non dire altre amenita’, ne’ offendere il mio lavoro come hai appena fatto.

  91. Per Rao:

    http://www.vivamafarka.com/forum/index.php?topic=47526.0

    Sarà come dici tu…

  92. Bene, andiamo di logica allora.

    Come scrivi sopra:

    “(..) ma in questo caso anche un fatto che nessun altro (se non chi era con lui in Ordine nero) e’ autorizzato a confutare perche’ non puo’ esserne a conoscenza.”

    ne deduco, che tu, per avere la certezza della verifica, hai parlato con i protagonisti di ON, i quali hanno confermato la versione di Zani…

  93. Vediamo…. Carlo F. non sa nulla e Zani dice la verità. Io non so niente ma mi domando: che c’entra per esempio la Libreria Martello e una macchina da scrivere che era là? Zani non ne parla. E’ sufficiente per dare l’idea che forse altri sanno? Magari perché Zani ha diversamente chiacchierato. Oppure…. Chissà. Ma ormai per Rao Zani è Vangelo e dal momento che ha detto più o meno che lui era Ordine Nero e i neofascisti infiltrati dai servizi, manipolati dagli americani e c’entrano con le stragi significa che ha detto il vero. Caro F. arrenditi! Sei circondato!

  94. QUESTA SERA, ORE 21.00, CINEMA L’AQUILA, ROMA.
    LA FINE DELLE BR:
    PROIEZIONE DEL FILM “l’INFAME E SUO FRATELLO”, E DIBATTITO CON GIOVANNI FASANELLA E lUIGI PEROTTI, REGISTA DEL FILM. COORDINA LUCA TELESE. INGRESSO GRATUITO.

  95. ugo tassinari

    ma zani credo che abbia ammesso la sua appartenenza a Ordine nero in sede extragiudiziaria quasi 20 anni fa
    il problema è che nei processi lui non ha ammesso nulla tranne minchiate minori per rafforzare la credibilità della sua negativa sulle accuse serie e che alla fine gli sono costate 2 ergastoli (piazza Irnerio e Mennucci)

  96. andrea colombo

    Ma no Mancinelli, credimi, ti sbagli. Gli ex Lc sono assai antipatici, e se è per questo molti di loro non erano tanto simpatici neppure prima di essere ex.
    Si avvertiva già allora, a pelle, a naso, che sarebbero caduti in piedi. Non gli operai, quelli no, e non i detenuti, “I dannati della terra”, e alla fine nemmeno Sofri che ha un suo reale titanismo, ma tutti gli altri sì.
    Si sentiva che alle brutte sarebbero “tornati a casa” di corsa, alla loro classe di provenienza, alle loro carriere messe tra parentesi ma mai perse di vista. Si poteva persino prevedere che dopo aver passato anni a esaltare “la violenza operaia” avrebbero finito per giurare che loro con la violenza non avevano mai avuto niente a che fare, che non avevano mai visto volare neppure un sassetto (non è una battuta ma una citazione da Gad Lerner).
    Odiosetti, borghesia rossa, ma infiltrati proprio no. Fatta salva, probabilmente,quella percentuale di infiltrazione che nei gruppi estremi di ogni tipo è fisiologica. Eppoi, cosa s’infiltravano a fare? In Lc, o creavi un clone di Sofri e lo piazzavi al posto di quello vero o era inutile che ti infiltrassi.
    Tra l’altro, Veterano, che c’entra Ferrara con Lc: quello ai tempi era del Pci e la sua grande idea era stata la distribuzione di questionari a Torino perché ciascun potesse denunciare il vicino di casa come “sospetto terrorista”.
    Non c’entra niente nemmeno il caso di Alceste Campanile. Lì furono gli lc che, in preda a delirio puro, decisero che erano stati i negriani, e la tirarono addosso al povero Francone Tommei, e anzi lo scrissero pure. Ma questo prova solo quanto fossero teste di cazzo, non che fossero infiltrati dalla Cia o da chicchessia.
    Tutta questa menata per dire che in questo sito, come ogni volta che si parla di quegli anni, l’ostacolo è sempre lo stesso. Le certezze, di volta in volta assolutorie o colpevoliste, basate sul niente. A volte sulle ideologie, a volte sul sentito dire, sempre sulla necessità di difendere la “famiglia d’appartenenza” di allora, e mica solo tra destra e sinistra, ma anche all’interno della sinistra, e credo della destra.
    Delle Chiaie, per esempio, io non lo conosco ma ho una specie di pregiudizio positivo. Le cose che se ne dicono da sempre, somigliano troppo al tipo di certezze di cui sopra per non farmi sopsettare che siano false.

  97. ugo tassinari

    Andrea, sei un grande, come al solito.
    Fatta salva la faccia e la persona di Erri de Luca, su Lc hai insertato tutto.
    Quanto a Delle Chiaie cogli un’aporia seria del volume di Nicola – a prescndere delle obiezioni del gruppo degli stroncatori – che però non ne inficia la qualità intrinseca. Perché La fiamma 2 individua in SdC un pilastro della possibile ricostruzione storica sul coinvolgimento neofascista delle stragi e al tempo stesso usa zani per incardinare alcuni passaggi. Ma Zani ha sempre teorizzato che SdC era uno dei grandi manovratori delle collusioni neofascisti con gli apparati dello Stato repubblicano…

  98. Insomma, Andrea Colombo, ad essere infiltrati furono solo gli ambienti neofascisti. LC, BR, Prima Linea, e tutta la galassia rossa furono in parte solo teste di cazzo e in parte idealisti. Nessun servizio segreto al mondo in quel contesto aveva interesse ad infiltrarli. Solo i fredaini e il circolino di Delle Chiaie. E va beh. Abbiamo visto due film diversi. E diversamente indaghiamo. Personalmente non nego affatto che l’ambiente neofascista fosse impestato di infiltrati, infami, tragicatori, teste di cazzo della peggior specie. Nego la partecipazione alle stragi. Comunque va bene così. Spero solo sia vero quel che mi disse un tizio di Prima Linea su un certo archivio che ha proseguito quello inaugurato dai gappisti nel 1946, archivio fatto anche di registrazioni, archivio che prima o poi dovrebbe essere reso pubblico. Mi si diceva che alla morte di un certo Tizio la cosa sarebbe stata possibile. Gustose le anticipazioni. Vedremo. Se De Felice per il fascismo ha potuto lavorare su materiali inediti 50 anni dopo non vedo perché non potrà accadere la stessa cosa per neofascismo e neogappismo (in tutte le salse). Io ho le mie fonti e al momento sono vincolato alla riservatezza. Un giorno si vedrà come veramente stanno le cose. Per ora godetevi l’idea che solo l’ambiente neofascista era impestato e talmente ributtante da avere militi disposti allo stragismo.

  99. matteo amici

    Il discorso di Veterano è profondamente scorretto.
    Noi crediamo a favole perchè non sappiamo cose che lui sa ma non può rivelare.
    Non dico che non sia vero ciò che afferma, ma è un modo di confontarsi con gli altri inaccettabile.
    Come si può replicare?
    Spero sia chiaro il mio discorso.

  100. matteo amici

    Concordo molto con Colombo.
    Soprattutto per l’ultima parte del suo intervento.

  101. “Il discorso di Veterano è profondamente scorretto.”

    Perchè non cita le fonti?

  102. Veterano buffone,Rao anche

  103. Ma la questioni delle fonti non citabili riguarda un argoneto poco attinente con la questione stragi qui in discussione. Riguarda solo la “verginità” di certa sinistra. E non pretendo di essere creduto. Come Giovanni Battista preannuncio l’avvento :-)

    Però mi si spieghi: delle dichiarazioni raccolte da Rao che vanno verso una colpevolizzazione dei neofascisti sulla questione stragi, cosa è stato verificato? Quando Pinco Pallo dice una cosa dove sta l’incrocio di verifica? L’analisi sulle ragioni per cui una cosa viene oggi detta e che guarda caso va a coincidere con il bla-bla di certa stanmpa scandalistica e dei teoremi della Santa Inquisizione?

    Va bene, facciamo che è una cialtronata il fatto che io abbia ricevuto delle confidenze. Resta il fatto che non si risponde al prodomo. Perché? Veramente voi pensate che la sinistra radicale (più o meno armata, più o meno ribellistica) con sia stata infiltrata e che solo i neofascisti sono stati infiltrati et eterodiretti?

    Comunque devo rettificare: non era (è) di Prima Linea ma di Rifondazione il Tizio in questione. Tempo al tempo, carissimi. Quando l’ultimo gappista sarà defunto vedremo quel che accade.

  104. matteo amici

    Io credo che la questione stia in questi termini, che sono sostanzialmente quelli prospettati da Colombo: il fatto che ci siano state infiltrazioni non autorizza a ritenere che tutta una certa area lo fosse.
    E’ probabile visto che certe situazioni (guerriglia, lotta armata, attentati) si prestano a tali manovre.
    Il nodo da sciolgliere è quindi chi ha infiltrato chi?
    Quando lo ha fatto e con quali verosimili scopi.
    E’ chiaro che se uno sostiene che LC era piena di agenti provocatori, lungi dal proclamare un’eresia, deve in qualche modo giustificare tale affermazione citando fatti, nomi, date.
    Mi sembra, ad esempio, che per quanto riguarda le infiltrazioni dei servizi (quantomeno italiani) e le collusioni da parte del gruppo ordinovista veneto con questi, ci siano elementi a conforto della tesi.
    Tornando a LC mi sembra un po’ meno.
    Ma non ha senso escludere a priori l’ipotesi.
    Certo, il fatto che alcuni (non tantissimi) ex LC siano ora a libro paga Mediaset può far scaturire tante ipotesi e giudizi, ma che sia un argomento a favore della tesi degli agenti provocatori (guardie scelte), ho dei seri dubbi.

  105. Hitchcock sosteneva che non è vero che non esiste l’omicidio perfetto. Quando è perfetto non si sa neppure che è avvenuto. Pretendere di avere per tutto riscontri fattuali è un po’ troppo. Quindi tu, mattteo amici, fai le tue ipotesi in base ad un teorema e ad alcuni indizi. Altri danno rilievo a certe tracce. Anche se il Compagno G. nega le mazzette (Greganti) poi dopo seguendo le tracce arrivi alla conclusione. Tanto di cappello per Greganti…. ma…..ma… E quindi quel che vale per i neofascisti vale anche per gli altri. O no?

  106. ugotassinari

    A volte resto basito. Ma ve lo siete letto Fasanella? uno degli spezzoni che danno vita alle Br sono i partigiani stalinisti che hanno innervato l’apparato clandestino secchiano. E stiamo ancora ad attendere le carte degli archivi…

  107. Ehhh, Ugo Tassinari, ma gli archivi di cui dico io aggiungerebbero di molto… molto. Comunque, come diceva mio nonno, chi vivrà vedrà.

  108. ugo tassinari

    No, certo, chi può negarlo, ma mi pare evidente che una fonte non ostile comunque risolve in maniera decisiva la questione su cui vi state contrapponendo: uno spezzone organizzato di lottarmatismo era inquadrato nelle reti sovietiche…
    Che vuoi di più?
    Capisco, non ringraziare è una questione di stile per non togliersi dall’obbligo -))))

  109. andrea colombo

    Veterano, non ci siamo capiti.Dire che Lc non era composta da “guardie scelte” è cosa diversa dal dire che non ci fosse nessun infiltrato e diversissima dal dire che in tutta la sinistra extraparlamentare non ci fossero infiltrati.
    Però ritengo che nei gruppi maggiori, come Lc, questi avessero un ruolo quasi esclusivamente informativo, mentre per le provocazioni erano molto più adatti gruppi piccoli e locali,incidentalemente come il XXII marzo di Valpreda. E questo perché in un gruppo grosso e strutturato provocare seriamente era infinitamente più difficile, essendo le decisioni serie delegate verticisticamente al gruppo dirigente, nel quale l’infiltrazione è per definizione assai più difficile.
    Questo è tanto più vero per le Br. Soprattutto durante il sequestro Moro, infiltrarsi era inutile. A gestire e decidere tutto era formalmente l’esecutivo (quattro persone) e sostanziamente Mario Moretti. E infatti per sostenere la tesi demente dell’eterodirezione del sequestro Moro l’unica è dire che l’infiltato era proprio Moretti, bestialità senza pari per chiunque conosca la vicenda e infinitamente più assurda per chiunque conosca, nelle sue molte doti e nei suoi molti difetti, Mario.
    Però è vero che, quanto a infiltrazioni e collusioni con i servizi, il rapporto tra sinistra e destra estreme, secondo me, diventa simmetrico solo a partire dal ’74-75. Infiltrarsi in un gruppo rivoluzionario,che combatte lo stato e sta in campana, è meno facile di quanto la vulgata dietrologica non creda. Dal ’74-75, con Tuti e Concutelli prima e con gli anarchici di destra dei Nar poi, da questo punto di vista i gruppi armati di destra e di sinistra non sono dissimili.
    Ma prima del ’75 è un’altra storia. Prima del ’75 una parte del vostro ambiente (il che non significa tutta la destra radicale) era prima anticomunista e poi rivoluzionaria, e in nome dell’anticomunismo era esposta a connubi e alleanze con i servizi sia nazionali che esteri, coinvolta in un tentativo di strumentalizzazione reciproca che inevitabilmente apriva ampi spazi all’intervento dei servizi.
    Però, Veterano, questo per me non dipende affatto dallo scemissimo dogma per cui i fascisti sono per definizione cattivi e collusi con i servizi mentre i comunisti, assassini e stalinisti inclusi, sono buoni e puri. Dipende dal fatto che fino al ’74 il progetto di fondo è diverso. Per una parte della destra è golpista, e quindi per forza aperto ad alleanze con i servizi, per la sinistra è rivoluzionario. Dopo il ’75, sia pur con tutte le dovute distinzioni, quella differenza scompare perché il progetto della destra armata diventa rivoluzionario o comunque antistatuale. Tutto qui.

  110. Andrea Colombo. Io valuterei le cose a partire dalal svolta imposta da Berlinguer , segretario del partito “astro centrale” della galassia di sinistra, che sostanzialmente accetta fino in fondo la logica di Yalta. Poi dal fallito attentato al Papa. A quel punto le strutture del PCi che fino ad allora erano infiltrate prevalentemente dall’URSS e da qualche Paese satellite, nella consequenziale logica di “trattative” con i servizi occidentali per fare accattare l’idea dell’eurocomunismo e quindi della via nazionale al socialcomunismo, gli interscambi e i giochi alla risiko si trasformano di brutto. Ci sono scambi di favori eclatanti. L’infiltrazione dunque parte da lontano e per quel che riguarda le BR parte dai contatti di Franceschini con i gappisti rifugiati all’estero dove lui si reca. I quali gappisti per stare dove stanno sono subordinati ai servizi dei paesi che li ospita. L’intrigo è molto poco simmetrico e complicatissimo. Quel che accade nel ’75 è il frutto di un lavorio cominciato molto prima in cui le pedine sono già tutte posizionate alla grande.
    Le inchieste giornalistiche che si occupano delle storie del nostro Paese partono male perché male è stato ricostruita la cornice che contiene il quadro. Quadro che sovente si ammira dalla prospettiva sbagliata. L’analisi di molti giornalisti e storici che vorrebbe essere neutra in realtà è spesso intrisa della peggior ideologia. Così ci troviamo davanti a ricostruzioni infingarde. Alla fine un Rao appare come in quelle fotografie in cui un tizio, giocando sulla prospettiva, pare reggere con una mano la torre di Pisa che sta per crollare. Solo il pastorello di colore del Burundi ci può cascare. E anche chi vuole essere rassicurato nelle sue certezze correnti.
    Spesso Mancinelli vi ha dato dei suggerimenti che molti di voi respingono. Non che Mancinelli coglie tutto. Per me sopravaluta il ruolo negativo di Rauti che in tutta la questione è come una pallina di flipper sballottata da un fungo all’altro e non certo l’agente cosciente di un’oprazione bastarda. Comunque ci coglie molto come metodologia. Del resto ha avuto buonissimi maestri. Uno dei quali è stato anche il mio :-)

  111. Francesco Mancinelli

    X Andrea Colombo,

    a dire che tutta l’estrema sinistra armata europea rimase infiltrata da un Think Tank “sospetto” e da centrali di “compensazione” create appositamente , sono fatti, e non teorie.

    Ne era convinto Pasolini e ne era convito Sciascia , nè era convinta la parte più ” informata della DC ” nè era convinto il PCI e guarda caso anche ” il soldato del Sid Giannettini ” che nel Suo Dossier San Marco mise in chiara evidenza che questo Think Tank stava mettendo sotto attacco anche lo stesso PCI in Italia e la stessa Unione Sovietica all’Est. LeggeteVi quello che Giannettini racconta sulla primavera di Praga …

    Quindi nè Comunisti nostrani nè Soviet con i carri armati al seguito, ma la SOVVERSIONE era ” qualcos’altro ” in cui componenti internazionaliste ( ed apolidi ) economiche – finanziarie nonchè la inquietante presenza del Mossad hanno giocato in Europa una partita contro una componente reazionaria americana che stranamente in quel periodo flirtava paradossalmente anche con il Mondo Arabo per la questione del petrolio e con i Palestinesi .

    In Italia la DC ed il PCI ( soprattutto la corrente Morotea ) avevano di fatto siglato un accordo con le forze Palestinesi per il loro libero passaggio sul terrirorio nazionale. Dal 1973 guarda caso l’escalation della violenza “a destra e a sinistra”.

    Il progetto Trilaterista straripa …

    Arrivano le stragi del 74, Argo 16, le BR il delitto Moro ed infine Bologna.

    Gli agenti scelti Lottaconinuisti in Italia a mio avviso erano tra i “protagonisti” dell’accelerazione prevista dal
    ” sospetto Think Tank ” . Intellettuali, giornalisti, magistrati, uomini di cultura allineati e coperti già da allora ” ma mai con lo Stato nè con le BR ” ( ed allora per chi ? … adesso lo abbiamo capito !!..)

    Un elitè molto simle all’ordinovismo rautiano infiltrato nel 1965 dalla componente reazionaria-atlantica che si preparava alla guerra contro la Sua controparte ” progressista e cugina”.

    Lotta Continua era il giornale che pubblicava liste di proscrizione , l’input dai quali partivano le retate di massa a destra, ma era anche la componente che flirtando con il PSI da un lato e i gruppi armati dall’altro accerchiava il PCI in eterna difficoltà reattiva.

    Le stesse BR denunciarono a chiare lettere il doppio gioco lotta-continuista e la Sua Classe dirigente pulita e dignitosa che si disciolse nel mare magnum del post-marxismo ricompattandosi insieme alla nuova-destra rautiana dentro la chiesa Mediaset.

    Mediaset ha riunificato gli agenti scelti dei due “Think Tank” della guerra sporca iniziata ai primi anni 60 e terminata nel 1989-1992.

    Un saluto

  112. Sulla questione delle “infiltrazioni”, Andrea Colombo è stato chiarissimo.
    D’altronde, basta leggersi i verbali del cosiddetto Club di Berna per rendersi conto di quanta difficoltà i servizi di polizia europei trovassero nel penetrare ai massimi livelli i gruppi principali della sinistra extraparlamentare….
    Ben diverso, appunto, era il discorso per gruppuscoli come il XXII marzo.

    Detto questo, mi piacerebbe che, un giorno, Sofri ci spiegasse quelli che furono gli esatti termini della vicenda Umberto D’Amato/Nap di cui (senza che nessuno glielo avesse chiesto) ritenne di parlare circa un anno fa……….

  113. …..A tale proposito la vicenda di Enrico Deaglio è paradigmatica, non tanto in sé, quanto per la storia politica da cui proviene.
    Prima di diventare direttore di «Diario della settimana», direttore del quotidiano «Reporter» collaboratore per La Stampa, Il Manifesto, Epoca, Panorama, giornalista televisivo per Mixer, conduttore della terza e ultima edizione di «Milano, Italia» per Raitre, conduttore sempre per Raitre, di «Ragazzi del ‘99» e negli anni successivi di «Così va il mondo», «Vento del Nord», «l’Elmo di Scipio», tutti programmi di inchiesta giornalistica di attualità, Enrico Deaglio, nato a Torino l’11 aprile 1947, ha lavorato come medico presso l’ospedale Mauriziano Umberto I, presso il quale aveva vissuto come «allievo interno» negli anni dell’università.
    Fu solo alla metà degli anni ‘70, che egli cominciò a fare il giornalista a Roma, presso il quotidiano Lotta Continua, di cui è stato direttore dal 1977 al 1982.
    La «covata di Lotta Continua» annovera oggi alcuni tra i giornalisti e politici più noti del panorama nostrano: oltre a Deaglio, Adriano Sofri, Marco Boato, Toni Capuozzo, Paolo Cento, Erri De Luca, Antonio Demuro, Fiorella Farinelli, Fulvio Grimaldi, Paolo Hutter, Peppino Impastato, Gad Lerner, Paolo Liguori, Luigi Manconi, Andrea Marcenaro, Giampiero Mughini, Carlo Panella, Mauro Rostagno, Carlo Rossella (per citarne alcuni) sono tutti equamente distribuiti tra destra e sinistra, tutti disposti a litigare su Berlusconi o su Prodi, ma tutti inequivocabilmente concordi nel lodare gli immortali principi dell’ottantanove, la democrazia americana, i valori liberal, l’Occidente.
    E non sembra affatto un caso.

    La storia di Lotta Continua è contaminata dall’inizio.
    Il settimanale Il Borghese del 1-10-97, a pagina 32, ha scritto chiaro e tondo che tale giornale veniva «(…) stampato da un rappresentante della CIA a Roma».
    Nessuno smentì e non si ebbero notizie di querele.
    La notizia in realtà non era nuova ed era stata ben documentata.
    Su Il Giorno del 31 luglio 1988, il giornalista Marco Nozza pubblicava un articolo denso di particolari in cui si racconta che la tipografia che stampava Lotta Continua, la «Tipografia Art-Press», si trovava nei locali della stessa redazione in via Dandolo al numero 10.
    «La storia -scriveva Il Giorno – nasconde aspetti davvero molto strani […] perché, al medesimo indirizzo, esisteva la Dapco. E la Dapco era l’editrice del Daily American, il giornale degli americani di Roma».
    Il Daily risultava di proprietà di una società il cui amministratore unico era un americano degli Stati Uniti, tale Robert Hugh Cunningham, un collaboratore eminente di Richard Helm, quando Richard Helm era capo della CIA.
    Questo signor Cunningham aveva come socio un vecchio americano ultrasettuagenario, tale Samuel Meek, che aveva amministrato il Daily American dal 1964 e agiva, anche lui, per la CIA.
    Sia pure solo come fiduciario, non come vero e proprio agente.
    L’gente vero era Robert Hugh Cunningham.
    Certo un conto è la Dapco e un conto è la Art-Press, la tipografia che stampava Lotta Continua.
    Giuridicamente in effetti è così: la società Dapco, i cui soci erano dunque Robert Hugh Cunningham e Samuel Meek, si costituì a Roma, il giorno 1 dicembre 1971, con atto a rogito presso il notaio Domenico Zecca.
    I soci della Art-Press risultano invece tre: Cunningham padre, madre e figlio.
    Amministratore della Dapco era Cunningham senior, amministratore della Art-Press era il figlio Robert Hugh Cunningham. Junior.
    Intanto nel ‘71, stesso anno di fondazione della Dapco, presso la Cancelleria delle società commerciali, esistente nel Tribunale civile e penale di Roma, due signori presentano un documento dal quale risulta che accettano di diventare «amministratori della Spa Rome Daily American con deliberazione dell’assemblea ordinaria del 27 settembre 1971».
    Sono Matteo Macciocco, nato a Olbia (Sassari) il 1 aprile 1929, domiciliato a Milano in via Turati 29 e Michele Sindona, avvocato, nato a Patti (Messina) l’8 maggio 1920, domiciliato a Milano in via Visconti di Modrone 30.
    Sì, Michele Sindona, proprio lui!

    «Nel ‘71, dunque, Sindona – scrive Il Giorno – succede a Cunningham senior, nella gestione del Daily American».
    Ma con il fallimento di Sindona, fallisce anche il Daily American, subito sostituito dal Daily News.
    I suoi proprietari sono Robert Hugh Cunningham senior e Robert Hugh Cunningham junior.
    Mentre fallisce il Daily American, anche Lotta Continua cambia tipografia.
    Insomma sia la Dapco che stampava il giornale americano, sia la «Tipografia Art-Press» che stampava Lotta Continua, perdono i loro clienti e la sede di in via Dandolo 10 resta vuota: «è nata infatti una nuova società, che si è fissata la durata ‘fino al 31 dicembre 2010’.
    Nome: «Tipografia 15 giugno»; soci: Angelo Brambilla Pisoni, Pio Baldelli, Marco Boato, Lionello Massobrio…
    Tutti quelli che si presentano davanti al notaio di Roma, che stavolta è Franco Galiani, si dichiarano cittadini italiani.
    L’ultimo della fila, no; questo è un cittadino statunitense.
    Come si chiama? Robert Hugh Cunningham junior, sempre lui.
    Il figlio, ormai ha preso il posto del padre.
    E si muove meglio del padre, perché non soltanto si dà da fare (molto bene) con quelli di Lotta Continua, ma tiene sotto controllo (sotto controllo?) anche le frange accalorate di Autonomia, di cui divulga (su giornali e riviste) le idee più eversive, più deleterie.
    Verso gli anni Ottanta, prende a languire lo slancio di Lotta Continua e il giornale si spegne proprio mentre, negli Stati Uniti, appare la stella nuova, quella di Reagan.
    A questo punto, da parte di Cunningham junior non c’è nemmeno più la preoccupazione di nascondere quello che, effettivamente, rappresenta.
    E Reagan, appena eletto presidente degli Stati Uniti, lo nomina responsabile del partito repubblicano in Europa.
    Per che cosa?
    Per l’informazione; Robert Hugh Cunningham diventa l’uomo più reazionario dell’équipe di Washington, Rambo tra i Rambo; ed è ancora un giovanotto: ha appena superato i quaranta.

    Robert Hugh Cunningham junior nel giugno del 1988 – è scritto in un altro articolo di Marco Nozza – mentre ha un ufficio a Washington ed uno a Roma in via Barberini dove pubblica il Daily News, rilascia all’Espresso un’intervista in cui precisa la nuova dottrina Reagan: «con Carter forse potevamo anche pensare che convenisse non avere molto a che fare con gli Stati Uniti; ora basta! L’amministrazione Reagan avrà un atteggiamento duro con gli avversari e pienamente disponibile con gli amici. E chi sono gli amici?» – gli chiede l’intervistatore – «Io posso dire quello che ho scritto nel mio rapporto ad Haig. E cioè che la DC resta il nostro partner principale. Ma non tutta». (4)
    Un altro episodio è significativo: dopo il fallimento del Daily News, Robert Hugh Cunningham Junior tornò in possesso del Daily American: qui entrò in rotta di collisione con la redazione, arrivando a sospendere gli stipendi e a chiudere fisicamente a chiave l’ufficio della redazione. Spiegava Christofer Winner, il caporedattore: «La verità è che noi siamo sempre stati equidistanti. Cunningham ci vorrebbe più reaganiani». (5)
    Niente male per un ex-militante di Lotta Continua!…..

    Domenico Savino
    24/10/2006
    Effedieffe.com

  114. matteo amici

    Carlo Rossella scriveva su “Lotta continua”?????
    Ommiddio…

  115. ugo tassinari

    Mughini l’ha diretta, figurati

  116. Francesco Mancinelli

    In molti attraversano il tempo …

    In pochi si fermano ad alimentare un fuoco …

    Pochissimi riescono a vegliare per tutta la notte …

    Solo qualcuno riuscirà infine a salutare il Sole Invitto della nuova alba …

    Buon Solstizio d’Inverno a tutti i ” Cuori Neri ” ..

    Soprattutto a tutti quelli che saranno sempre ” presenti ” tra noi ..

  117. Maurizio Murelli

    Auguri, Francesco. Io, in questa notte evoco anche chi non è più fra noi…

  118. Buon Natale a tutti (anche a Matteo Amici) :-)

  119. Gambetta@gmail.com

    Auguri Bakunin, ci mancavi vecchio figlio di… una santa donna!

  120. Un giorno qualcuno mi spiegherà perchè per presentare il libro sulla strage di Primavalle, ci si debba appoggiare alla Casa della Memoria. (con un volantino imbarazzante, tra l’altro)…
    Ma ancora di più non si capiscono queste continue sposorizzazioni di Arcai…

  121. è un pò che non intervengo…..ma in attesa di portarmi in pari con i post arretrati faccio i miei auguri di buone feste a tutti voi e ai vostri cari!!

  122. Arcai di AN, ovviamente…

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