La strage di Bologna

18 ago 2008

A proposito delle piste libanesi


L’ intervista / Parla Bassam Abu Sharif, leader storico del Fronte popolare: «Vi passavamo notizie su quel che gli Usa facevano nel vostro Paese». «Trattai io il lodo Moro Mani libere a noi palestinesi». «Trasportavamo armi e l’ Italia era immune dai nostri attacchi»

DAL NOSTRO INVIATO GERICO – L’ occhio di Bassam Abu Sharif vaga verso le montagne di roccia rossa che circondano Gerico. L’ altro è fisso da oltre trent’ anni nello stesso sguardo cristallizzato. «Un regalo del Mossad», dice. Nel 1970, era il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, finito sulla copertina di Time come il «volto del terrore», durante i dirottamenti di Dawson’ s Field. Quel volto viene devastato da un pacco bomba, spedito a Beirut due anni dopo. Con la mano destra mutilata, si sforza di infilare le piccole pile nell’ apparecchio acustico. Ora è pronto a ricordare il periodo a fianco di George Habash, nell’ ufficio politico del Fronte. E’ lui che ha reclutato Ilich Ramirez Sanchez (e lo ha battezzato con il nome di battaglia Carlos), è lui che ha seguito, tra gli anni Settanta e Ottanta, la «politica estera» dell’ Fplp, i rapporti internazionali, compresi quelli con l’ Italia. Fino alla rottura con il gruppo e al ruolo di consigliere per Yasser Arafat. E’ un uomo di 62 anni che, dopo la conversione a sostenitore della pace, ha voglia di raccontare. A volte fatica a ricordare le date, a volte le usa come appiglio per la memoria. Premette di poter parlare della «strategia generale», senza dettagli sulle operazioni. «Quello che le dico è la verità, non tutta la verità». Francesco Cossiga, in un’ intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, parla di un accordo tra l’ Italia e i palestinesi. Lo chiama «lodo Moro». Esisteva un’ intesa con il Fronte popolare, potevate trasportare armi e esplosivi, garantendo in cambio immunità dagli attacchi? «Ho seguito personalmente le trattative per l’ accordo. Aldo Moro era un grande uomo, un vero patriota. Voleva risparmiare all’ Italia qualche mal di testa. Non l’ ho mai incontrato. Abbiamo discusso i dettagli con un ammiraglio, gente dei servizi segreti, e con Stefano Giovannone (capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut, ndr). Incontri a Roma e in Libano. L’ intesa venne definita e da allora l’ abbiamo sempre rispettata». Che cosa prevedeva? «Ci veniva concesso di organizzare piccoli transiti, passaggi, operazioni puramente palestinesi, senza coinvolgere italiani. Dovevamo informare le persone opportune: stiamo trasportando A, B, C… Dopo il patto, ogni volta che venivo a Roma, due auto di scorta mi aspettavano per proteggermi. Da parte nostra, garantivamo anche di evitare imbarazzi al vostro Paese, attacchi che partissero direttamente dal suolo italiano». Chi dovevate informare dei transiti? «I servizi segreti. Chi altro? Non il ministero del Turismo». L’ intesa era valida anche per altre organizzazioni palestinesi? «Posso parlare per il Fronte popolare». Qual era il ruolo di Saleh Abu Anzeh in Italia? Viene arrestato dopo il sequestro di due lanciamissili, destinati al Fronte popolare, e trovati in possesso di militanti di Autonomia Operaia. «Saleh, Saleh… Adesso è grassissimo (ride). L’ incidente è avvenuto prima dell’ accordo, altrimenti l’ avrei giustiziato personalmente, perché contravveniva al patto che io avevo sottoscritto». Il caso è del ‘ 79, l’ accordo doveva essere già in vigore. «E’ vero era già in vigore. Vuol dire che Saleh aveva ricevuto ordini da altri». Durante il processo, il Fronte popolare chiede la restituzione dei lanciamissili e la scarcerazione di Abu Anzeh. Avete minacciato ritorsioni contro l’ Italia? «No. Mai. Saleh è stato trattato bene e noi non siamo mai venuti meno al patto». Nessuna trasgressione? «Diciamo che se un ex Brigate Rosse stava scappando, aveva bisogno di un rifugio per qualche tempo e ci chiedeva aiuto, non potevamo cacciarlo. Gli preparavamo un passaporto e lo facevamo andare via. Piccoli militanti, non gente importante. Le autorità italiane lo sapevano: il povero Giovannone veniva a protestare da me». In che modo le Brigate Rosse erano collegate al Fronte popolare? «Qualcuno di loro faceva parte dell’ "Alleanza" che venne stabilita nel 1972, assieme a organizzazioni di tutto il mondo. Erano le "operazioni speciali" guidate da Wadie Haddad. Questi gruppi stranieri non sono mai stati ai nostri ordini, c’ era solo coordinamento». Cossiga ha detto, sempre al Corriere: «La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese", che si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo». «In che anno è avvenuta la strage?» Il 2 agosto del 1980. «Non c’ entriamo niente. Nessuno ordine è venuto da me. Il massacro non ha niente a che vedere con organizzazioni palestinesi. Neppure un incidente. Non c’ era nessuna ragione per farlo, soprattutto a Bologna». Carlos ha dichiarato: «Siamo convinti che la strage di Bologna sia stata organizzata dai servizi americani e israeliani». «Io posso parlare dei fatti che conosco. Vuole un’ analisi? La Cia o il Mossad potrebbero aver usato un palestinese, un loro agente. E’ stato fatto esplodere, senza che lo sapesse, per accusare noi. Gli americani non erano affatto felici della nostra cooperazione con l’ Italia. Soprattutto perché passavamo agli italiani informazioni top secret su quello che gli americani stavano facendo nel vostro Paese». Ancora Carlos ha raccontato all’ Ansa che l’ ultimo tentativo del Sismi per salvare Moro è saltato per una sua «imprudenza». Ci sarebbe stato un accordo per scarcerare alcuni brigatisti e portarli a Beirut. «Avrei potuto salvare Moro. Nessuna imprudenza. Ho chiamato un numero, ho lasciato un messaggio dopo l’ altro. Nessuna risposta. Davvero strano: una linea speciale e nessuno risponde». Qual è stato il ruolo del Fronte popolare nella trattativa con le Brigate Rosse? «E’ complicato. Posso dire che eravamo pronti a fare quello che veniva richiesto» * * * Personaggi e riferimenti * * * Chi è Ex portavoce Bassam Abu Sharif, nato nel 1946, è stato portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, consigliere speciale di Yasser Arafat. Nel 1970 finì sulla copertina della rivista Time come il «volto del terrore», durante i dirottamenti di Dawson’ s Field La lettera-bomba Nel 1972 rimase vittima di un attentato a Beirut, in Libano, nel quale perse quattro dita e un occhio: ha sempre attribuito il pacco bomba al Mossad. È lui che ha reclutato Ilich Ramirez Sanchez (e lo ha battezzato Carlos), è lui che ha seguito, tra gli anni Settanta e Ottanta, la «politica estera» dell’ Fplp.

Frattini Davide (14 agosto 2008) – Corriere della Sera

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La lettera / Cossiga: «Non vidi le carte, ma l’ ho sempre saputo»


Caro Direttore, accade talvolta che un uomo politico o che abbia fatto parte di apparati dello Stato quando dice qualcosa che non sia stata resa nota con una nota stampa ufficiale sia considerato un millantatore o un «intossicatore». Ho sempre saputo non da carte o informazioni ufficiali – che mi sono state sempre tenute segrete -, dell’ esistenza di un «patto di non belligeranza» segreto tra lo Stato italiano e le organizzazioni della resistenza palestinese, comprese quelle terroristiche quali la Fplp, che si è fatta viva nuovamente in questi giorni. Questo patto fu ideato e concluso da Aldo Moro, che padroneggiava in modo eccezionale la materia e che aveva una straordinaria capacità di guida dei servizi di intelligence nonché delle forze speciali poste a loro ausilio e di cui disponeva direttamente saltando la scala normale gerarchica, a motivo della totale fiducia che gli uomini di questi apparati avevano per lui. Le clausole di questo patto prevedevano che le organizzazioni palestinesi potessero avere basi anche di armamento nel Paese, che avessero libertà di entrata e uscita e di circolazione senza essere assoggettati ai normali controlli di polizia perché «gestiti» dai servizi segreti, in pratica l’ unico servizio segreto, ieri come oggi, funzionante e legibus solutus. Nessuno mai disse di tutto ciò né quando fui sottosegretario alla Difesa con una delega politica, voluta da Moro, per la struttura Gladio, né da ministro dell’ Interno, da presidente del consiglio e da inutile inquilino del Palazzo del Quirinale. Me ne accorsi però quando Moro mandò me, allora ministro, fortemente riluttante per scrupoli di correttezza e legalità di cui lui sorrise, ad incontrare la moglie e il figlio del generale Miceli, capo del servizio segreto militare, arrestato e in carcere con il mandato di che cosa egli dovesse dire o non dire o occultare sotto l’ eccezione del segreto all’ autorità giudiziaria. Me ne accorsi quando da ministro dell’ Interno il Sds del Ministero scoprì che gli uomini dell’ Olp erano dotati a difesa delle loro residenze di armi pesanti; poiché erano coperti da immunità diplomatica in quanto inquadrati nella rappresentanza diplomatica della Lega araba: mi fu detto di non preoccuparmi ed io riuscii a convincerli a dismettere l’ artiglieria pesante e accontentarsi di quella leggera! Me ne accorsi durante il sequestro di Moro quando la polizia e i carabinieri mi riferirono che avevano sentore che si sviluppassero azioni parallele e vere e proprie trattative via terrorismo internazionale di sinistra sostenuto dall’ Est-servizi segreti della Jugoslavia e della Ddr-resistenza palestinese, con l’ ausilio di strutture militari italiane, azioni aventi come scopo la liberazione di Moro attraverso scambi di prigionieri a livello internazionale. Infruttuosi i tentativi di un sottosegretario nominato ad hoc, di un ministro dell’ Interno, di un presidente del consiglio e poi di un, se pur inutile, capo dello Stato, di sapere qualcosa. Certo mi meravigliai quando il capo di una organizzazione terroristica palestinese con un telegramma inviatomi tramite la nostra residenza del Sismi a Beirut mi intimò di restituirgli un missile terra-aria intercettato da una normale pattuglia della Stradale e pilotato per la strada da un noto esponente della sinistra extra-parlamentare! In questo quadro è non solo verosimile ma probabile assai che la strage di Bologna sia stata causata dallo scoppio involontario di una-due valigie di esplosivo trasportate in base all’ «accordo» da esponenti palestinesi e destinata a obiettivi esteri e non, come da accordi, italiani. E sorrido quando vedo gli uomini politici misurarsi tra di loro sui punti e le virgole delle leggi di riforma dei servizi di informazione, quando la riforma se la faranno «loro» quando vorranno e come riusciranno a farla anche in relazione ai rapporti di forza, non certo determinati del potere politico! E non pretendano i politici di conoscere i veri segreti di Stato: purtroppo non c’ è più neanche la vigilanza del Partito Comunista che qualche volta ce ne metteva a parte!

Cossiga Francesco (15 agosto 2008) – Corriere della Sera

29 commenti

  1. Andrea Insabato

    Ha detto che dei carabinieri gli hanno detto che fu un incidente di trasporto palestinese, deve essere interrogato e fare i nomi!

  2. A GENOVA 14 RAZZISTI PICCHIANO UN ANGOLANO

    Un’aggressione razzista si è verificata nella notte tra il 14 e il 15 agosto sulla passeggiata a mare di Genova Nervi. Vittima, il figlio di un dipendente del ministero dell’Innovazione dell’Angola, Assuncao Bonvindo Muteba, 24 anni, da quattro anni in Italia, studente alla facoltà di economia dell’ Università di Genova. Il ragazzo ha raccontato l’ accaduto al quotidiano “Il Corriere mercantile”.

    L’ aggressione, secondo quanto raccontato da Muteba che formalizzerà la sua denuncia lunedì pomeriggio, è avvenuta poco dopo le 3 di notte: Muteba era con una ragazza italiana vicino a un locale quando un gruppo di ragazzi l’ha insultato profferendo frasi razziste poi l’ha aggredito con calci e pugni. Muteba ha cercato inutilmente di difendersi, poi è scappato. Sul posto sono subito intervenute le volanti della questura che hanno raccolto la testimonianza di un ragazzo che ha assistito al pestaggio. Le indagini sono affidate alla Digos che lunedì pomeriggio, ascolterà Muteba.

    Il giovane, visitato e all’ospedale San Martino di Genova e gli sono riscontrate varie lesioni al capo e agli arti. Al quotidiano genovese Muteba ha riferito di essere stato insultato senza motivo e poi picchiato.

    Il ragazzo ha riferito che gli insulti erano di matrice razziale. «Stasera ho voglia di picchiare qualcuno. Guarda sta passando uno sporco negro…quasi mi sfogo con lui. Puzzi, lo sai negro? Te ne devi tornare al tuo paese, in Africa. Ti ammazzo», avrebbe detto uno degli aggressori. Il ventiquattrenne ha cercato di evitare contatti, senza riuscirvi. I picchiatori razzisti gli si sono fatti intorno e hanno cominciato a malmenarlo. Al primo gruppo di teppisti si sono unite altre cinque persone. Solo quando la ragazza ha chiamato la polizia, il gruppo si è dileguato.

    Pubblicato il: 18.08.08

  3. Per Liguori, d’accordo che ognuno di noi, che interviene si ritaglia gli argomenti cui dibattere a piacere, ma mi spieghi dove vuoi parare, con il tuo paranoico ritornello, sulla violenza xenofoba e razzista?Qui è in discussione il fatto che la vecchia classe dirigente democristiana, aveva a mio modesto avviso, saggiamente stipulato un patto di non belligeranza con gli arabi. Questo aveva preservato l’Italia da sanguinosi eccidi, che nel contempo imperversavano dovunque nel vecchio continente. Vuoi vedere, con buona pace dei razzisti, che il regista della strage della stazione di Bologna, era in quella direzione che voleva colpire, e magari aveva la pelle bianca e gli occhi azzurri, portava giacca e cravatta, e non la kefiah dei palestinesi!

  4. PER FORNASARI: CATTOLICESIMO E RAZZISMO

    In questo momento non entro nel merito Del dibattito sulla strage di Bologna. Voglio invece richiamare l’attenzione sulle recenti parole del Papa, che parla del pericolo di un nuovo razzismo e sull’editoriale di Famiglia cristiana, che parla del ritorno del fascismo, anche se su altre forme. E’ la cultura di destra, fomentata da due decenni di berlusconismo, che ha fatto aumentare in Italia il razzismo e l’intolleranza. E’ ora di dire ad alta voce CHE CHI E’ RAZZISTA NON PUO’ ESSERE CATTOLICO.

  5. Giuseppe Liguori

    IL CARDINALE MARTINO: L’ELEMOSIA E’ UN DIRITTO DEI POVERI

    Il cardinale Renato Martino, presidente del Consiglio vaticano Giustizia e pace e di quello per i migranti, critica le recenti disposizioni contro l’accattonaggio prese in varie città italiane: “Combattere il racket dell’elemosina senza ledere il diritto di chiedere aiuto”. Tale proibizione, secondo il prelato, porterebbe solo a “nascondere” il problema invece di “rispondere ad esso”. L’elemosina sembra una pratica inevitabile, nonostante l’impegno sociale di molte associazioni che soccorrono i poveri. Infatti secondo il prelato: “Fino ad oggi un’altra via non si è trovata e io credo che non si troverà presto se Nostro Signore ebbe a dirci: “I poveri li avrete sempre con voi”. Si sconfigge una povertà e ne nasce un’altra”. Sul fatto di proibire di rovistare nei cassonetti per questioni di decoro urbano e ambientali, risponde: “è vero che nei Paesi del benessere si dovrebbe essere in grado di prevenirlo, ma se non si riesce a prevenirlo, si rispetti almeno quella dolorosa necessità di rovistare tra le immondizie”.

  6. niente di nuovo sotto il sole….Cossiga anche stavolta dice e non dice, le ipotesi più (in)verosimili periodicamente vengono riproposte e si accavallano ed intanto Ciavardini sta a Rebibbia e la sentenza su Bologna resta inattaccabile!! Burattinai occulti hanno lavorato bene in tutte le stragi per coprire esecutori e mandanti, ma per Bologna hanno decisamente lavorato meglio che altrove!

  7. Sono fondamentalmente d’accordo, la Chiesa Cattolica è apostolica ed universale; il messaggio cristiano è rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, a prescindere dalla razza, anche se le razze esistono e non sono una invenzione o una mistificazione.Non è un caso che fu il Vaticano a condannare le aberrazioni razzistiche. Quando il cancelliere tedesco venne in visita ufficiale in Italia, fu ricevuto da tutti gli accademici delle università, da tutte le gerarchie, casa Savoia compresa. L’unico che si ritirò a Castelgandolfo, per non incontarlo, fu il Pontefice, il quale aveva anche promulgato una enciclica che condannava il razzismo germanico. Detto ciò però bisogna aggiungere, che il cancelliere era cattolico e battezzato, mai nel corso della sua vita fu scomunicato.Egli ebbe parole di elogio per la gerarchia cattolica e per i riti della Chiesa, che scoppiazzò pubblicamente, scimiottandone le cerimonie, durante le adunate del partito. Il Vaticano stipulò un concordato con il terzo reich; nelle waffen SS c’erano cappellani militari cattolici che officiavano i riti della Chiesa romana.Mai il nazifascismo fu scomunicato, mentre lo fu il marxismo. Questo per dire, che spesso le ragioni politiche e pubbliche, condizionanano la Chiesa. ESSA E’ NEL MONDO, MA NON E’ DEL MONDO! Una delle ragioni del suo non soccombere ai nemici, consiste in questo, oltre che nel celibato dei preti.

  8. Giuseppe Liguori

    IL NAZISMO ED IL MARXISMO

    Caro Fornasari, quello che lei dice non e’ esatto: la Chiesa ha condannato sia il marxismo che il nazismo. Giovanni paolo II, in un suo libro (mi pare sia Varcare le soglie della speranza), ha condannato il nazismo come MALE ASSOLUTO. Egli ha anche detto che Dio ha tollerato il marxismo sovietico per circa 70 anni, mentre ha stroncato il nazismo dopo pochi anni, proprio perche’ MALE ASSOLUTO. E’ chiaro che in questo caso il Papa non e’ infallibile, perche’ non parla ex cathedra, ma le sue parole fanno comunque parte della dottrina cattolica e non sono state mai smentite da Bemedetto XVI.

    Giuseppe Liguori (missionario cattolico e baccelliere in teologia)

  9. Per Liguori, non c’è dubbio alcuno che la svastica non si conciliava facilmente con la croce di Cristo. Però corre l’obbligo di ribadire che il nazismo non fu scomunicato ufficialmente dal Papa di allora; che il vaticano stipulò un concordato con la Germania di Hitler.Ribadisco che il cancelliere cattolico,da piccolo frequentò i padri domenicani, fu battezzato e mai dico mai, scomunicato ufficialmente, mentre lo furono i Savoia. Nelle truppe delle Waffen SS vi erano cappellani militari che celebravano i riti cattolici. Verità vuole che nelle SS, vi era un settore ferocemente anticristiano e sostanzialmente pagano; però ribadisco che la condanna dopo 60 anni dai fatti del Papa polacco, suona molto di politicamente corretto e opportunista. Papa Pacelli, che fu nunzio apostolico a Monaco, conosceva bene gli eccessi dei rossi e dei loro capi, molti dei quali, erano ebrei; parlava correttamente il tedesco, la sua perpetura era una suora germanica e aveva a cuore le sorti del popolo germanico. Questi sono dati di fatto inoppugnabili; le condanne postume a guerra vinta, suonano false ed opportunistiche!Hitler mai incoraggiò i culti neopagani in voga tra alcuni settori del partito nazista,tipo Wotan e Odino,anzi cercò di far passare un concetto di chiesa nazionale germanica.Anticristiano era sicuramente Himmler e ripeto alcuni settori esoterici delle SS, ma non il capo supremo che da buon austriaco, riconosceva alla Chiesa e al suo magistero dei meriti storici grandissimi. La Chiesa non è un monolite;non tutti la pensano come lei; non tutti gli studiosi si adeguano ai tempi che corrono, con il rispetto dovuto mi scuserà il missionario cattolico Liguori, senza rancore.

  10. FAMIGLIA CRISTIANA, NUOVO EDITORIALE

    “Autonomi ma fedeli alla Chiesa”
    “Non abbiamo ritenuto di tacere né sui progetti del governo Prodi sulle coppie di fatto
    né sulla proposta dell’attuale ministro Maroni di rilevare le impronte ai bambini rom”

    ROMA – Dal Vaticano non è arrivata a ‘Famiglia Cristiana’ nessuna “sconfessione” né “scomunica”. Il settimanale, inoltre, “non solo non ha mai preteso di ‘esprimere la linea’ politica della Santa Sede e della Cei, che hanno entrambe i loro giornali”, ma rivendica la propria autonomia di giudizio. Così, un editoriale sul prossimo numero di Famiglia Cristiana, in uscita mercoledì 20, dal titolo ‘Autonomia di giudizio ma sempre fedeli alla Chiesa’, torna sulle polemiche con il mondo politico e sulla precisazione del Vaticano che aveva preso le distanze dall’attacco del settimanale al governo per le politiche per la sicurezza e sui timori di un ritorno del fascismo.

    Nel prossimo editoriale, il settimanale dei Paolini spiega come la linea seguita dalla direzione sia stata quella “di conformarsi al detto ‘in certis oboedientia, in dubiis libertas’, confermato dal Vaticano II: totale, appassionata fedeltà alla dottrina della Chiesa, libertà di giudizio sulle vicende politiche e sociali fin dove non toccano i principi e i valori ‘irrinunciabili’ che discendono dal Vangelo”.

    “Bastino – si ricorda nell’editoriale – due esempi tra tanti: i progetti avanzati dal governo di Romano Prodi circa la legittimazione delle coppie di fatto e la proposta dell’attuale ministro Maroni di rilevare le impronte digitali ai bambini rom. In entrambi i casi abbiamo ritenuto di non poter tacere la nostra opposizione e accettare l’invito a restare ‘super partes’, che di tanto in tanto ci viene rivolto anche da un certo numero di nostri lettori”.

    “Nel giornalismo – sottolinea il settimanale – ‘super partes’ è poco più di un modo di dire, applicabile molto raramente, se non ci si vuole rassegnare al silenzio. A meno che, cent’anni dopo, non si voglia ripristinare per i cattolici il ‘non expedit’. La democrazia è esattamente il contrario: esprimere in piena libertà i propri giudizi critici, in base a principi e valori, nel nostro caso quelli cristiani, condivisi da molti cittadini”.

    “La stampa cattolica – continua l’editoriale – ha in più qualcosa che la differenzia da quasi tutto il resto dei media: non ha alle spalle nessun conflitto di interesse, pubblico o privato, non ha legami, né economici né politici, con nessun gruppo egemonico nella società civile. E’ più vicina ai poveri che ai ricchi. Adesso che i cattolici, politicamente divisi, contano sempre meno a destra e a sinistra, è una linea non facile da mantenere”.

    “Il giornale cattolico, o cristiano – sottolinea ‘Famiglia cristiana’ – non è in senso stretto un giornale politico: non è a servizio di alcun partito, nè si confonde con una precisa forza politica. Il giornale cattolico è palestra di opinioni, come tutti gli altri giornali, con riferimento alla luce ideale in cui si muove”.

    “Nessun argomento dev’essere tabù. Le opinioni possono essere dibattute, confrontate, chiarite, disapprovate, ma sempre in termini di rispetto. Tutti devono poter intervenire, tutti devono esporsi sul giornale. La politica del coprirsi e del coprire – conclude l’editoriale – non serve a nulla”.

    (18 agosto 2008)

  11. Giuseppe Liguori

    ERRORE TECNICO

    So io l’autore del post precedente.

  12. Liguori, credo che lei abbia sbagliato blog. Qui si parla di altro, non l’aveva capito?

  13. Andrea Insabato

    Concordo, un cattolico non può essere razzista, ma filetnico sì, Ovvero amare il proprio popolo fatto di fisico, psiche e religiosità. Senza odiare le altre razze, ma aiutandole a crescere.

    Cossiga si è espresso con una lettera a Geronimo alias Pomicino
    su un giornale, lo posto appena ce l’ho.

    P.s. scusate la digressione.
    Giorgio Tonini, ora uno dei massimi esponenti del PD, stava a scuola mia al Tacito, era imbruttito poverino da una vistosa cicatrice sull’occhio come ora, ma era un cattolico che andava a pappa e ciccia coi gruppettari antifascisti contro i quali OGNI MATTINA io mi scontravo con i miei camerati per ENTRARE A SCUOLA e propagandare le nostre idee, ovvio. fui eletto due volte,(e qui parte un ecchissene…)nel consiglio d’istituto e ogni volta che andavo alle riunioni dello stesso c’era il solito picchetto sorretto da gente come Tonini…ora il tempo passa per tutti, nessuno può essere inchiodato al proprio passato per sempre, ma certo è che questo fare era il simbolo dell’andare a braccetto fra pseudocultura comunista e cattolica.

  14. Andrea Insabato

    Caro Direttore,
    ho letto senza stupore l’articolo del caro amico Geronimo pubblicato dal tuo giornale; ma, come dirò più avanti, dovrebbe destare stupore il fatto che, ma a ben vedere anche questo si spiega molto facilmente!, sulle rivelazioni dell’«Accordo Moro» con i movimenti, anche a carattere apertamente terroristico, palestinesi e forse anche con altri movimenti terroristici europei, compresi quelli che facevano capo al famoso Carlos, non si sia aperto un grande dibattito e la sinistra, sempre accusatrice delle male azioni dei «servizi segreti deviati», con alla testa i «democristiani pentiti» alla Rosy Bindi e alla Dario Franceschini, non abbia chiesto l’immediata costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.
    I fatti sono ormai noti nelle loro linee generali. Tutto ha avuto origine da un’intervista, fattami da un caro amico vostro collega, pubblicata sul quotidiano vostro confratello milanese, nella quale avanzavo il dubbio, sempre più condiviso anche dalla sinistra radicale, che la strage della stazione di Bologna non sia da imputare alla Mambro e al Fioravanti, ma ad una involontaria deflagrazione di una o due valigie di esplosivo, che qualche attivista palestinese trasportava «in franchigia», secondo le clausole del sopradetto accordo.
    Fraintendendo, certo non involontariamente, quello da me dichiarato, il portavoce del rinato Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, organizzazione a carattere terrorista che ha trasferito la sua «centrale» dal Libano alla striscia di Gaza, alleata ad Hamas contro lo Stato di Israele e contro l’Autorità Nazionale Palestinese, ha smentito che fossero stati i palestinesi a compiere l’attentato della stazione di Bologna e ha rivelato l’esistenza dell’«Accordo Moro» con i movimenti di liberazione palestinesi anche a carattere terroristico che, in cambio della «mano libera» in Italia, avevano garantito la salvaguardia del nostro Paese ed anche degli obbiettivi italiani all’estero, purché non cooperanti con il sionismo e con lo Stato d’Israele, da atti di terrorismo, accordo che a dire il vero fu sempre rispettato, dato che anche l’attentato all’aeroporto di Fiumicino del 1985 fu portato esclusivamente al banco di accettazione della compagnia aerea israeliana El Al e solo israeliane o ebree furono le vittime, e gli attentatori uccisi non furono colpiti dalle nostre forze di polizia ma dagli agenti segreti dello Shin Beth, dissimulati sotto le vesti di impiegati della compagnia di bandiera israeliana. Questa intervista è stata confermata con dovizia di particolari da un famoso e rigoroso magistrato quale è il giudice Priore, titolare delle più importanti inchieste giudiziarie del dopoguerra in materia di terrorismo: dal caso Moro all’attentato al Papa, al caso Ustica e così via, magistrato integerrimo non certo di sinistra o «girotondino», non uso a utilizzare sentenze o ordinanze per «riscrivere la Storia» o per dare giudizi morali o politici o per sostituirsi al legislatore, ma anche dalla sinistra sempre rispettato.
    Alcuni quesiti questi fatti hanno posto alla mia mente.
    Perché quella parte della sinistra e dei «democristiani pentiti», che ha sempre puntato il dito contro i «servizi segreti deviati» e sempre pronta a invocare la legalità e il giustizialismo, tace? Una risposta c’è. Per essere coerenti con se stessi, bisognerebbe mettere sotto inchiesta l’operato di Aldo Moro; ma essi l’hanno eretto a «icona» dell’Ulivo, poi della Margherita, poi dell’Unione e ora dell’alleanza Partito Democratico-Italia per le Manette e le Forche, riducendo un grande statista, grande esperto di politica estera e di utilizzo, diciamo anche un po’ spregiudicato dei servizi segreti e delle loro «covert action», a un piccolo «catto-comunista» d’accatto! Perché magistrati come il giudice Priore, che tutto sapevano, non sono intervenuti contro una palese violazione della legalità anche costituzionale? Perché, come Aldo Moro, sapevano che esisteva a fondamento della Repubblica e a tutela della comunità civile una «ragion di Stato» che poteva e doveva portare in situazioni emergenziali a valicare i limiti della stretta legalità. Certo fortunati Aldo Moro, l’ammiraglio Martini, prima capo del controspionaggio, poi dello spionaggio e poi del SID e del Sismi, che non fossero arrivati ancora nelle procure e negli uffici d’istruzione ragazzi del ’68, che non essendo riusciti a conquistare il governo dello Stato con la loro caricatura della rivoluzione, cercano di farlo a colpi di sentenze, ordinanze e veline ai giornali! Sarebbero finiti tutti in galera!
    Perché il dottor Bassam Abud Sharif ha svelato queste cose, ora? Forse per ricordare che oggi è in vigore un «Accordo Tizio-Caio-Mevio-Sempronio» che ha tenuto al riparo l’Italia, unico Paese non dico in Europa, ma nel mondo, da attacchi di Al Qaida e dalla galassia dei movimenti islamici radicali che direttamente o indirettamente ad essa si riferiscono, compresi i Talebani, gli Hezbollah e Hamas, magari avendo come contropartita la tolleranza nel nostro Paese verso gli imam e le moschee centro d’agitazione radicale, i caveat alle nostre missioni militari all’estero, la conduzione antisraeliana e filo-Hezbollah della missione Unifil del disinvolto Gen. Graziano, che anche il Governo Berlusconi tiene al suo posto, e così via. Vuoi un consiglio, caro Direttore? «Si taccia!», come da questo momento farò anch’io, perché, pur avendo ottant’anni, io a conservarmi la pellaccia ci tengo e voglio evitare bombe o sventagliate di mitra, islamiche o israeliane che siano.
    il Giornale, 19 ago 2008

  15. Per Liguori, la Chiesa ha ripetutamente ribadito la scomunica per il comunismo; mentre per il nazismo, che lo abbia all’inizio riconosciuto e stipulato un concordato con esso, è storicamente assodato, poi vista la piega degli eventi che in Germania,alla salita del potere del cattolico e battezzato Hitler, (ma mai scomunicato)condannato è altrettanto vero.Comunque ribadisco mai è stato ufficialmente bollato come fenomeno politico scomunicato come per il marxismo. Che ora a sessant’anni dai fatti la Chiesa e per giunta un Papa polacco, lo definisca male assoluto, sciomiottando il re degli opportunisti, (indovinate chi è costui?) mi suona da operazione mediatica, politicamente corretta, vale a dire da pusillanimi.Vero è che la Chiesa non è un monolite; al suo interno vi sono correnti politiche contrastanti; ho già ricordato il ruolo svolto dall’allora Segretario di Stato del Vaticano, Monsignor Montini, (il futuro Papa Paolo Sesto) il quale figlio di un notaio bresciano aderente al partito di don Sturzo,al quale gli squadristi bresciani, avevano devastato lo studio professionale, tramite il nunzio apostolico cattolico in Giappone, che gli fece pervenire la mappa dell’industria bellica nipponica, la girò all’agente dell’Office Strategic Service (la CIA dell’epoca) con sede a Lisbona in Portogallo. Tale obiettivo bellico, entrò nel mirino dell’aereonautica a stelle striscie che ne fece scempio.Certamente durante il secondo conflitto monondiale il Vaticano optò per gli angloamericani e non per l’asse, questo è stato storicamente assodato.La RSI non fu mai riconosciuta dal Vaticano e nemmeno (che faccia tosta!) dal generalissimo Franco!

  16. Giuseppe Liguori

    FORNASARI E LA DOTTRINA CATTOLICA

    Caro Fornasari, vede che lei conosce bene la storia, ma conosce poco la teologia cattolica. La scomunica si da’ alle persone, non alle correnti di pensiero. Se e’ vero, come e’ vero, che Hitler non fu mai scomunicato, e’ vero anche che Berlinguer e Marchais non furono mai scomunicati. La condanna, ferma, durissima, implacabile, della Chiesa cattolica verso il nazismo non e’ recente, come lei vorrebbe farci credere. Il nazismo, che si basa sull’orrenda idea di superiorita’ della razza ariana, e’ stato condannato da Giovanni XXIII e da Paolo VI, prima che da Giovanni Paolo II.
    Se poi vogliamo proprio mettere i puntini sulle I, il comunismo e’ molto piu’ vicino alla dottrina cattolica (vedi la comunita’ di beni che esiste nelle Congregazioni religiose) del nazismo che e’ per noi cattolici, lo ripeto, IL MALE ASSOLUTO.

  17. Caro Liguori, ammetto la mia ignoranza in teologia, sicuramente lei è più addentrato in materia, che il sottoscritto.Prendo atto delle sue precisazioni, però non cambio facilmente idea circa le scelte opportunistiche delle alte gerarchie vaticane.Anche il Vaticano, fa della “politica corretta” a seconda dei tempi e degli uomini in carica. Vuole un ulteriore esempio:l’ex-Questore di Fiume(attualmente Rijeka) in epoca fascista. Costui sabotò deliberatamente gli ordini del governo legittimo in carica, a cui aveva prestato giuramento di fedeltà,macchiandosi di “intelligenza con il nemico” che in tempo di guerra è punita con la fucilazione. Finì male in un lager nazista, perchè fu scoperto il suo ruolo di sabotatore. Fermo restando il dovuto rispetto, per colui il quale ebbe il coraggio di schierarsi contro chi deteneva il potere all’epoca, ciò che non mi convince e che ora, a distanza di sessant’anni dai fatti sia iniziata la “beatificazione” di tale personaggio. In quell’epoca bollato con l’epitteto di traditore e addirittura dedito alla frequentazioni di donne da trivio, ora niente meno che “beatificato” sugli altari. Sono o non sono scelte politiche vaticanesche in sintonia coi tempi che corrono?

  18. ugo tassinari

    Ho scarsissime nozioni di diritto canonico (la teologia si occupa di questioni un po’ più serie) ma per quel che ricordo, a differenza del diritto penale “borghese” che prevede la responsabilità individuale, all’inizio della guerra fredda fu emessa una scomunica per i comunisti (così come credo che per i divorziati non occorra un singolo decreto ad personam ma che scatti automaticamente l’esclusione dai sacramenti, che per un cristiano credo sia sanzione severa…)

  19. Il 1° luglio 1949 la Congregazione del Sant’Uffizio pubblicò un decreto conosciuto come scomunica ai comunisti: con esso la Chiesa cattolica prendeva esplicitamente le distanze dall’ideologia comunista. Formalmente, secondo il diritto canonico, non si tratta di una scomunica data dalla Santa Sede di propria iniziativa, ma della dichiarazione ufficiale che i cristiani che professano, difendono e propagano la dottrina comunista si trovano ipso facto in situazione di scomunica, perché aderendo ad una filosofia materialistica e anticristiana sono diventati apostati. Di fatto questo atto di scomunica non risulta ancora essere estinto.

  20. Per Liguori,per UMT, i divorziarti non possono fare la comunione; di recente se ne è lamentato pubblicamente il piduista massone, silvio Berlusconi. Dire che il nazismo è il male assoluto è una operazione mediatica; buona per i tempi che corrono, ma non per gli anni che furono. Ribadisco come nella precedente polemica, che Hitler non fu mai pubblicamente scomunicato, lo furono i Savoia!. Comunque sarà bene ricordare quanto qui di seguito pubblicato.
    Note per i comunisti:
    L’Avviso sacro del 1949
    Fa peccato Mortale e non può essere assolto
    Chi è iscritto al Partito Comunista.
    Chi ne fa propaganda in qualsiasi modo.
    Chi vota per esso e per i suoi candidati.
    Chi scrive, legge e diffonde la stampa comunista.
    Chi rimane nelle organizzazioni comuniste: Camera del Lavoro, Federterra, Fronte della Gioventù, CGIL, UDI, API, ecc…
    È scomunicato e Apostata
    Chi, iscritto al Partito Comunista, ne accetta la dottrina atea e anticristiana; chi la difende e chi la diffonde. Queste sanzioni sono estese anche a quei partiti che fanno causa comune con il comunismo.
    Decreto del Sant’Uffizio – 28 giugno 1949

    N.B. Chi in confessione tace tali colpe fa sacrilegio: può invece essere assolto chi sinceramente pentito rinuncia alle sue false posizioni.»

  21. Andrea Insabato

    Non avete letto le ultime parole di Cossiga postate sopra:”si taccia…io a conservarmi la pellaccia ci tengo…”
    Eroico nello stile democristiano.
    Paura di parlare su Bologna.

  22. il decreto del sant’uffizio del 1949 che scomunica i comunisti formalmente non è mai stato estinto…ma nella pratica non viene applicato dal Concilio Vaticano II!

  23. Giuseppe Liguori

    LA SCOMUNICA ED I COMUNISTI

    Mi fa piacere che si sia aperto un dibattito su questo tema. Vorrei precisare che la scomunica ai comunisti oggi non e’ piu’ valida. Giovanni XXIII fu il primo ad aprire ai comunisti, ricevendo in udienza in Vaticano dei parenti di Krusciov (mi pare la figlia ed il genero). Concludo dicendo che il diritto canonico prevede due tipi di scomunica: latae sententiae e ferendae sententiae. La prima (quella che ha ricevuto Berlusconi nel 1978 per la sua appartenenza alla massoneria) e’ automatica ed immediata. La seconda, invece, e’ valida quando un giudice pronuncia una sentenza. A Tassinari dico: non facciamo confusione col discorso dei divorziati, che non ricevono la scomunica, ma solo l’interdizione a ricevere i sacramenti (c’e’ anche chi ha ricevuto entrambe le pene canoniche: l’unto del Signore Silvio Berlusconi).

  24. ugo tassinari

    Liguori, infatti io ho parlato di esclusione dai sacramenti come sanzione (severa)…

    Quanto a Berlinguer, segretario della FGCI nel 1949, è stato sicuramente scomunicato. Che poi mantenesse rapporti con le alte sfere vaticane tramite Tatò e Rodano,che ne parliamo a fare…

    Sulla scomunica automatica per i massoni sarebbe divertente verificare che è successo ai democristiani piduisti (ce n’erano, ce n’erano)

  25. Concordo con il Liguori nel gioire della discussione aperta circa la scomunica ai marxisti.Ovviamente il mio è un discorso prettamente laico, dal quale si evince le mie perplessità, in merito alle affermazione del Liguori, ma solo di lui (a parte un politicante che non merita neanche di essere nominato,ma per motivi di decenza)che il nazismo è il male assoluto. Ma se neppure durante le apparizioni della Madonna a Fatima, alle pastorelle la celeste Signora, ha mai accenato ad una condanna del nazismo, nè ha mai accennato al presunto olocausto, (avvenuto come deportazione e persecuzione, ma in minima parte e non con le cifre stabilite al processo di Norimberga)mentre ha esplicitamente condannato la Russia sovietica e l’ateismo connesso, invitando i fedeli, alla preghiera, per la conversione della Russia.Per quanto riguarda Papa Giovanni XXIII° e il Concilio Vaticano II°, se lei egregio Liguori, naviga in rete troverà dei siti di cattolici tradizionalisti,(legga Sodalitium)che considerano entrambi scaturiti da satana medesimo.Ciò che non mi convince è l’opportunismo e il tempismo, delle condanne e delle inversioni di marcia, praticate dal Vaticano. Ripeto per fortuna la Chiesa non è un monolite, al suo interno vi sono varie correnti di pensiero e contraddizioni a iosa; a detta dei tradizionalisti inoltre vi è anche la massoneria ,per cui io dico, che le condanne (ma non le scomuniche) a distanza di decenni del nazismo, sono come i processi ai reduci ultraottantenni germanici (rottami bellici) che il Centro Wisenthal,attualmente pretende di portare in giudizio per crimini di guerra: delle operazioni mediatiche da cui promana un tanfo insopportabile di “politicamente corretto”.

  26. Andrea Insabato

    Telese condirettore dell’Unità (e Furio Colombo storce il naso)?
    La carriera del nostro ospite a una svolta?

    Prima ho postato un intervento di Cossiga in risposta a Pier Paolo Pomicino Geronimo su “Il Giornale”. Cossiga dichiara bellamente di aver paura.

  27. Ciao Luca, ti ho visto ieri al Tg de la7….intanto complimenti per i commenti. Per curiosità è possibile inserire nel blog gli articoli apparsi sui giornali sulla levata di scudi contro la tua nomina all’Unità??

  28. Andrea Insabato

    Dimmi cos’è…fa la canzone di Antonello Venditti per l’inno alla Roma…Galli della Loggia sul Corsera ci dice che all’Italia manca l’anima e critica il sistema scolastico attuale il taglio dei fondi…ebbene cos’è che da l’anima ad una Nazione, quel sussulto che ci induce a risollevarci quando siamo a terra, quell’impeto di amore e passione che ci sublima…forse l’eccellere nella produttività e nel cosidetto benessere?
    Non credo, l’anima del popolo si risveglia con obiettivi alti e condivisi, con l’afflato di un sentimento di attaccamento per ciò che siamo, un grande popolo che deve ritrovare la sua rinascita.
    Dimmi cos’è…è qualcosa che non è solo PIL.

  29. Giuseppe Liguori

    A TASSINARI SULLA MASSONERIA

    Sig. Tassinari, la scomunica ai massoni era valida col vecchio codice di diritto canonico (fino al 1983). Berlusconi e’ stato scomunicato nel 1978 per appartenenza alla P 2 (tessera 1816).
    Oggi non c’e’ piu’ la scomunica, ma, in ogni caso, un cattolico non puo’ appartenere alla massoneria. A Fornasari ricordo solo una cosa:
    OLOCAUSTO = 6 MILIONI DI EBREI MASSACRATI DAI NAZISTI.

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