Lettere dei lettori

7 Dicembre 2007
Giornalismo e politica

Lei è un giornalista schierato? con ?? sono un giovane laureato 24enne pugliese, sto continuando con la specialista scienze politiche, ma oggi come viene ripreso anche nel film I VICERE’ c’è più la destra e la sinistra? domanda ovvia? lei che ne pensa dell’antiPOLITICA?
Nicola

Caro Nicola, lei mi fa tre domande da un milione di dollari. Ed è difficile risponderle in due righe. Potrei dirle, presuntuosamente, che la risposta ala sua domanda è nel lavoro che faccio. Ma lei non è tenuto a leggere i miei articoli o i miei libri. Allora provo a dirglielo semplificando molto: in Italia la parola "schierato" viene intesa come appartenenza ad una o all’altra curva politica. Bene, da questo punto di vista, io sono il massimo dell’inappartenenza: mi considero una persona di sinistra e lavoro in un giornale di centrodestra. E nel mio essere di sinistra – identità che ha ragioni familiari, politiche e personali antiche – fatico molto a riconoscermi nelle idee di uno o l’altro partito della sinistra (come molti onesti giornalisti di destra si mettono le mani nei capelli quando vedono come si comportano i partiti a cui fanno riferimento). Detto questo non credo sia giusto nascondere le proprie idee al lettore: credo che sia un diritto dei lettori, anzi, giudicare la distanza fra quello che dici e quello che fai. La metà dei cosiddetti giornalisti "indipendenti" sono reticenti o a libro paga. E per farsi un’idea le allego nel primo commento alla sua lettera un meraviglioso editoriale di Francesco Merlo, che io e il curatore di questo sito – Francesco Cutillo – condividiamo fino all’ultima parola. La domanda sui rapporti di forza, come la fa lei, è un po’ troppo semplificatrice. Ed è ingannevole. Potrei dirle che sulla carta molti giornalisti (forse la maggioranza) si dicono di sinistra. Ne ricordo moltissimi, però, che nel 1994, quando vinse Berlusconi, corsero alla riscoperta del "Nonno fascista". Io credo che i giornalisti italiani, per esempio, siano fra i migliori del mondo, e che i giornali italiani abbiano un grande standard qualitativo. Ma so anche che in questi tempi, il conformismo (sia quello di destra che quello di sinistra) prevalga molto spesso. Quanto all’antipolitica, per chiudere, non la considero una parolaccia , come direbbe un giornalista politicamente corretto, ma nella maggioranza dei casi una reazione di legittima difesa di fronte alla degenerazione intollerabile della politica. Si legga, se ne ha tempo, il bello e sconvolgente libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo su "La Casta". E si legga, se vuole, il mio "Cuori neri": vedrà che da giornalista "di sinistra", ho raccontato la storia di 21 ragazzi di destra assassinati. L’ho fatto con grande rispetto, e ne sono orgoglioso: ci ho messo tre anni di lavoro, e lo considero il mio modesto contributo alla battaglia contro l’Italia delle tifoserie (politiche) che è nemica di quella del buon giornalismo e della verità.
Luca


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