Linkiesta

28 Maggio 2014
Grillo sponsor occulto: ma è tutta paranoia

E così Beppe Grillo finisce vittima dell’ingratitudine e della sconfitta, vittima della dietrologia cospirativa da cui spesso ha tratto forza, quella che sempre immagina un retroscena sconveniente e corrotto dietro una banale coincidenza o dietro un dettaglio apparentemente rivelatore. E così Grillo viene accusato sui social network, lui che era una star no logo, lui che era il sacerdote della lotta alle marchette, di essere una specie di piazzista del marchio, uno spot vivente addirittura di due sponsor, prima dei piumini Woolrich, che ha usato alcune volte in campagna elettorale (un sospetto accresciuto, agli occhi dei paranoici, dall’aver partecipato all’inaugurazione del negozio di una signora che si chiama Cristina Calori) e dall’ipotesi di aver fatto da testimonial per un farmaco come il Maalox (perché sul sito insieme alla trascrizione compariva il link alla pagina di Wikipedia).

Ovviamente esistono spiegazioni più banali e più semplici: la signora Calori potrebbe essere semplicemente un’amica, come sembra, e il piumino un omaggio che si indossa per gratitudine e per comodità. Nessuno rimproverava a Grillo di aver fatto pubblicità occulta al giubbotto Rider on the Storm, quello con gli occhiali da mosca incorporati nel cappuccio, che indossava a settembre, sulla spiaggia di Bibbona, quando era inseguito dalle telecamere di tutto il mondo. Allora Grillo era vincente, e i paranoici erano in sonno.

Allo stesso modo potrebbe benissimo essere un eccesso di zelo di chi ha impaginato il pezzo sul sito, quello di aver postato il link con la casa farmaceutica (poi precipitosamente rimosso, sempre secondo i controllori della rete).

Nessuno ha denunciato Ligabue per aver citato il Maloox in Su e giù dal palco, e nemmeno Vinicio Capossela per averlo definito “amico” nel (peraltro bellissimo disco) Il ballo di San Vito. E cosa accadrebbe se Grillo, che ama i jeans, indossasse dei Levi’s 501? Cosa accade quando si scopre da quale coiffeur va a farsi i suoi leggiadri ricci argentati? Se in questa storia c’è una lezione, a mio parere, non è nella fragilità di queste elucubrazioni, quanto nel fatto che arrivano insieme alla sconfitta, e che prima erano tenute a freno dall’aura vincente: la campagna grillina contro Grillo, l’antico paradosso del più puro che ti epura, spiega soltanto che il sospetto non è l’anticamera della verità, come immaginava padre Ennio Pintacuda, ma un sottoprodotto del rancore.

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