Linkiesta

15 Maggio 2014
Sono il “licenziatore” strapazzato da Adolf Grillo

di LUCA TELESE

Ieri, se mai fosse necessario, ho avuto un’altra prova del potere suggestivo ed emozionale delle invettive di Beppe Grillo. Ieri, se mai ce ne fosse stato bisogno, mentre seguivo un comizio di Grillo in piazza a Novara, dopo due o tre vaffa assestati in sequenza a Napolitano, Renzi e Schultz, l’ho sentito lanciarsi in diretta in una invettiva inedita contro quello che definiva prosaicamente «un coglione». Ho visto l’emozione degli ascoltatori salire, per il senso estetico di quell’ingiuria, diretta e sprezzante e beffarda. Ho visto i sorrisi che si allargavano sui volti di chi ascoltava, e poi l’adrenalina dell’applauso che scattava. A proposito, non è un dettaglio: “il coglione” di cui Grillo parlava ero io.

E infatti Beppe ha detto: «Lui è quello che ha fatto un giornale e ha licenziato ottantamila persone a cento precari!». E poi, rincarando la dose: «Quelli che erano a tempo indeterminato li ha lasciati lì. E quelli precari, invece, in mezzo a una strada!». Tralasciamo ovviamente il refuso: Grillo non voleva dire che ho licenziato ottantamila persone, e — immagino — nemmeno che ho licenziato dei precari, perché sarebbe un controsenso (anche perché a Pubblico, il giornale in questione, non c’erano precari, quelli che ci hanno lavorato in pianta stabile sono stati assunti). Ma Grillo era preso dalla foga, saliva di tono e spiegava: «Questo qui è quel signore che va in televisione a dire che io sono nazista e che Casaleggio è Benito Mussolini: è quello lì!». E subito dopo, surfando sul brivido della platea che ascoltava: «No, no, no, noi non siamo aggressivi: noi siamo buoni. Noi gli vogliamo bene a quel coglione lì! Gli vogliamo bene! Gli vogliamo bene!» (E meno male, aggiungo). Tormentone: «Invece che fare informazione, dai un po’ i soldi a quei poveracci che hai messo per la strada, Telese». Appena ha finito di parlare gli sono corso dietro, e gli ho fatto: «Sei stato carino, stasera…». E lui, prima di risalire sul camper: «Con te ho solo cominciato…». Sono rimasto stupito. Aveva una espressione quasi terrea, forse era stanco: sembrava che la domanda lo disturbasse, era turbato di vedermi, come se faticasse a sostenere il confronto diretto, come se io avessi vaffanculato lui, e non il contrario.

Ovviamente Beppe dice una valanga di cose mescolando vero, falso, iperboli e panzane ed è interessante provare a capire come. Comincio dalla storia di Beppe-Hitler perché questa è quasi clamorosa. Non so nemmeno per quale motivo, sono uno dei pochissimi commentatori italiani che ha scritto un articolo — proprio su Linkiesta — per dire che secondo me non aveva senso dare del nazista e dell’antisemita al leader del Movimento cinque stelle. L’ho scritto quel giorno (si può verificare qui) e lo penso anche oggi: Grillo è spesso populista, demagogico (sono due termini “tecnici”) ma a mio parere non ha nulla del razzista. A Matrix abbiamo discusso nel giorno in cui il post di Grillo era la prima notizia di tutti i Tg e uno dei temi più dibattuti in rete, ospitando come sempre i pareri più disparati: «È una montatura contro Beppe» (il blogger a cinque stelle, Martinelli) e anche «È una offesa alla Shoah» (il deputato del Pd Emanuele Fiano). Quindi nessuna demonizzazione, anzi: la pluralità delle opinioni, compresa la mia, come mi piace mettere in scena nel mio programma.

Quanto alla seconda accusa. Ovviamente non ho “licenziato” nessuno, questa è una balla clamorosa. Ho fondato un giornale, due anni fa, non abbiamo chiesto una lira di finanziamento pubblico. Non abbiamo fatto ricorso a nessun trucchetto per avere i fondi dei giornali di partito, non perché lo consideri disdicevole in assoluto, ma perché non eravamo il giornale di nessun partito e quindi quello sarebbe stato un trucco, lo avevamo dichiarato. Abbiamo fatto un giornale dicendo (esattamente come ha sostenuto Grillo subito dopo nello stesso comizio, forse inconsapevole di questa assonanza involontaria): non abbiamo editori alla spalle, ci possiamo finanziare solo con le copie che vendiamo. Se venderemo settemila copie del nostro giornale avremo i soldi per restare aperti, se non le venderemo ce ne andremo a casa. Insieme ad altre venti persone (molti dei quali, proprio come me, erano dei giornalisti che lavoravano in quel giornale) ho investito dei soldi in questa impresa: li ho ovviamente persi, e alla fine, come tanti altri che provano a creare lavoro, ho perso sia i soldi che il mio posto di lavoro: non sono un imprenditore, ma credo di aver capito quel giorno il dramma di chi fa l’imprenditore, di chi vede franare quello che prova a costruire. Se ho messo qualcuno “in mezzo a una strada”, ci ho messo prima di tutto me stesso. Non abbiamo licenziato nessuno, peró. Al punto che i redattori di Pubblico sono ancora dipendenti della società in liquidazione, sono in cassa integrazione, come migliaia di lavoratori che hanno perso il posto in questi tempi di crisi. Si possono avere molte opinioni sugli ammortizzatori sociali, ma per estenderli e rimodularli, non per ridurli considerandoli un furto. (Ovviamente aggiungo: noi giornalisti siamo lavoratori privilegiati rispetto ai metalmeccanici, ne siamo consapevoli, ma questo è un fatto, non un crimine). Visto che abbiamo provato fino all’ultimo ad evitare la chiusura, abbiamo tenuto aperto il giornale fino al 31 dicembre 2012 e molti collaboratori non hanno avuto pagate parte delle fatture. Io stesso sono allo stesso tempo socio di minoranza della società e quindi, teoricamente, per i paradosso del contratto, uno dei suoi maggiori creditori (anche se per ovvi motivi ho rinunciato a qualsiasi credito). Tutti gli altri soci-giornalisti hanno perso due volte: sia il loro investimento che il loro lavoro, e quindi non sono “privilegiati” rispetto ai collaboratori. La nostra è solo una delle tante storie di questi tre anni di crisi, e come sempre capita, quando si perde il lavoro, è intessuta di amarezza, rimpianti e di recriminazioni.

Due osservazioni: tutto questo è complessità. E Grillo ieri ha detto che lui la complessità la detesta. Lo capisco: lui ha bisogno di semplificare sempre tutto, di sintetizzarlo nella coppia oppositiva bene/male, noi/loro, amico/nemico. È il suo carburante, la sua benzina, il suo cuore. Grillo dal palco ha aggiunto: «Meglio Emilio Fede, che almeno sapevamo tutti che era una zerbino, meglio di quelli come te, Telese, ometto, che si finge imparziale e super partes». Nel corso dello stesso discorso Grillo ha tessuto anche un elogio dell’insulto come carburante emotivo, come “semplificatore del messaggio”. Ovviamente, a bene vedere, è questo il grande doping della sua comunicazione: un insulto è un lubrificante formidabile, come dice Grillo, ma anche una droga pericolosa. Tant’è vero che Grillo non può mai abbandonare il senso del monologo. Non può mettere in atto quello che per esempio mi ha detto a Novara, «poi ti do la parola», ma nemmeno può permettere a Renzi — anche se glielo chiede la rete, come nel famoso streaming — di interloquire con lui.

Ovviamente devo dire una cosa sulla straordinaria poliedricità del suo pubblico: ieri a Novara ho visto in piazza, uno al fianco all’altro, ex elettori della Lega, di Berlusconi, di Rifondazione o dei centri sociali. Nessuno di loro è sfiorato minimamente dall’idea di essere diversi e opposti anche antropologicamente tra di loro. Se si mettessero a discutere — per esempio di ius soli — litigherebbero senza dubbio. Ma non lo fanno: la magica canzone dell’invettiva, la forza del polemismo di Grillo è tale che il movimento e i suoi fan diventano parte di una funzione, sono avvolti e coinvolti in una cerimonia comune che fa sparire tutto il resto. Il grillismo non è un’ideologia, ma una liturgia. E il vaffanculismo, in questa religione — pensateci — è come l’Ave Maria per il cattolicesimo.

Ps .
In quella piazza, finito il comizio di Grillo sono rimasto a parlare fino all’una di notte. Dieci persone mi hanno chiesto persino di fare una foto: tanti grillini — appassionati, curiosi, informatissimi — hanno provato a convincermi che in Italia c’è un regime che oscura e diffama Grillo. Ho provato a rispondere loro che Grillo è il leader più presente in tv. Ci siamo divertiti. Hanno più curiosità del loro leader

Pps .
I ragazzi del movimento erano sconvolti del fatto che Beppe andasse da Vespa: «Lo farà per mandarlo affanculo». Stavolta lo dovrò tifare: «Forza Bruno!».

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46 commenti »

  1. sei veramente un coglione, hai perso l’ennesima occasione per stare zitto.

  2. Wow! Che ragionamento sofisticato. Fattelo leggere, il pezzo, così forse lo capisci… .:-)

  3. Dunque anche quanto riportato dal “Fatto” è falso?
    http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/12/30/pubblico-chiude-giornalisti-furiosi-contro-telese/215503/

  4. Leggo inoltre su altri siti che la cassa integrazione che lei ha citato è stata data solo ai dipendenti e non ai collaboratori. Capisco che anche lei ci abbia rimesso del suo, come di solito accade a chi investe, può andare bene, può andare male, ma mi pare di capire che in effetti ci sono persone che non hanno visto un euro. E’ così?

  5. Concordo con Bruno,
    rinnovando la sua domanda: E’ cosi?
    E concordo anche con bblogger.
    E aggiungo che lei è solo un concentrato di narcisismo, cambi le foto sul suo sito, che fanno ridere. Quest’ultima cosa la pensavo già da molto tempo, molto prima di Pubblico, quando ancora la apprezzavo come giornalista.
    In bocca al lupo per il suo futuro lavorativo, sinceramente.
    Nel frattempo, cacci la grana per chi ha collaborato gratis per lei.
    Cordialità

  6. dai un po’ degli 80 mila euro che devi ai quei poveracci che hai messo per la strada !

  7. Sembra quasi da santificare da come la mette lei Telese.
    Cioè Grillo ha i suoi modi di fare questo è sicuro, semplificare è un’arte che dir si voglia (Berlusconi docet), ma siamo di fronte all’attacco personale nei confronti di una persona che si è sbandierata libera, ha fondato un giornale, ha fallito ed è stato l’unico ad uscirne indenne, anzi premiato da coloro che lui diceva di voler combattere.
    Rappresenta il più lampante esempio del solito salvagente politico/aziendalista italiano…
    Ed i suoi dipendenti invece? Ha devoluto parte del suo stipendio per aiutarli?

    Ah dimenticavo, lei si definiva un comunista italiano, che ha lavorato per un giornale di Destra.
    Anche qua impersona quello che gli italiani ormai sempre di più hanno capito che va eliminato:
    Il disonesto.

  8. Che tristezza…lei ora sta facendo una trasmissione dove dice che grillo è un fantasma…signor Talese si vergogni… lo ha capito che il signor grillo è l’uomo che sta risvegliando milioni di coscienze nel far riprendere ad ogni singol individuoo le redini della propria vita in mano ma con l obiettivo di creare una comunità unita e solidale, una sorta di esistenzialismo Sartriano dove la responsabilità aumenta il sostegno a chi non deve rimanere indietro con l’aggravante dell onestà e della trasparenza. Ripeto signor talese si vergogni ma della sua poca onestà intellettuale. Il suo logos è offuscato da ciò che non si chiama verità. Cordialmente

  9. Troppa carne sul fuoco…. Comunque, prendo solo uno spunto, è sempre interessante verificare come rimanga inconcepibile comprendere che gente di ogni estrazione (certo ci sono pure i nonpensanti…) stia confluendo in questo movimento per fermare la sfascio totale; il problema pare sia Grillo, il m5s, gli elettori dello stesso, naturalmente il tutto presentato come populista e demagogo.
    Ci sono alcuni problemi nel m5s, cose che a me non piacciono, ma sono infinitamente meno gravi della melma dilagante che ci ha portati dove siamo e che ci sta inabissando; l’Italia, il paese che potrebbe essere il più ricco del mondo.
    Un egoismo di una follia totale sta portando alla povertà milioni e milioni di persone, malati mentali accumulano oceani di denari che non potrebbero spendere neppure in milioni di vite, per poi scendere fino ai falsi buoni samaritani che in ogni settore sociale
    politico economico religioso sanitario hanno contribuito al declino etico e morale pur di mantenere i loro posti privilegiati. Ma il problema è questo movimento… Ma è il panico che attraversa vasti strati di categorie privilegiate che si sta manifestando, lo si vede molto chiaramente ad esempio stampato in volto alle ancelle pd, o a molti/e giornalisti/e un poco servili, panico per la potenziale fine dei privilegi.
    Non posso dirmi di far parte del movimento perchè mai farò parte di qualcosa, in momenti di emergenza vanno però fatte delle scelte se c’è l’opportunità; in futuro se il m5s a mio modo di vedere involverà e/o non evolverà non troverà più il mio appoggio, tuto qui, fine, ma mettetevi il cuore in pace, la stragrande maggioranza della gente non ne può più, vi è stato un risveglio causato dal dolore percepito sulla propria pelle, dalla immane fatica per tirare avanti senza alcuna prospettiva, ciò ha aperto gli occhi, almeno parzialmente.

  10. UN ALTRO PAGLIACCIO CHE NON FA RIDERE……………………..

    AVANTI M5S

    NESSUNA ALLEANZA

  11. HO RILETTO ADESSO UNA FRASE…………………….CHE MI HA PROVOCATO UN FORTE MAL DI STOMACO………………………………….SCUSATE DEVO ANDARE IN BAGNO…….

    QUESTO COMMENTO E UN PURGONE

    AVANTI M5S

    NESSUNA ALLEANZA

  12. La causa del fallimento di “Pubblico” non è dovuta a congiunture economiche sfavorevoli, bensì unicamente alla sua abnorme presunzione. Se voleva fare l’eroico fuoriuscito dal Fatto che si fa direttore di altro foglio per sottrarre lettori al turpe giornale asservitosi ai diktat grillini, doveva almeno avere il banale buon senso di accedere ai rimborsi pubblici per i quotidiani. Vede Ferrara come va avanti bene, anche senza lettori, ormai dal 1996? Che c’abbia perso lei con “Pubblico”, importa a nessuno. Si chieda piuttosto se non debba ancora qualcosa a chi ha creduto in quel progetto velleitario. Si faccia un esame di coscienza, se ce l’ha, e destìni per favore qualcosa dei guadagni provenienti da Mediaset a chi ha lasciato per strada. Su, lo faccia, per onestà intellettuale, invece di imbastire scuse miserande.
    Aggiungo. Pur restando in piazza a Novara a parlare fino all’una, le è sfuggito un dato importante. Oltre agli “ex elettori della Lega, di Berlusconi, di Rifondazione o dei centri sociali” che vanno ai comizi del comico, lei forse non ha idea di quanti ex-elettori PD – intendo comunisti veri, che temporibus illis votavano Luigi Berlinguer – oggi rifugga il PD! Capisco la cosa le bruci e sia meglio tacerla. Ma un giornalista, deve sempre “informare” o no? Se ne faccia una ragione.

  13. Chiedo scusa, volevo dire Enrico.

  14. ecco il tuo curriculum:
    http://avantlaguerre.com/2011/10/13/autunno/

    buffone!

  15. C’è Gigi? No…e la cremeria???no…però telese cara Laura a voi delusi potrebbe offrire …80 Mila a tutti i gusti…

  16. Ma cosa vi aspettavate da un fallito come telese? E solo un miracolato da Berlusconi..

  17. Cara Laura il movimento di grillo non sfonda..deve prendere il viagra come berlusconi

  18. Esempi straordinari…Genovese a testa alta, paghera i suoi debiti naturalmente…con la giustizia

  19. A supporto della mia precedente e-mail allego questa intervista pubblicata da MicroMega.

    omega-online/questione-morale-l’ex-responsabile-giustizia-del-pci-“il-m5s-e-l’erede-di-berlinguer”/

  20. Il M5S come hai ben sintetizzato tu si fonda sul binomio bene/male. Forse anche per questo è un movimento che è nato e si è sviluppato nella rete dove ogni informazione risponde ad un codice binario 0/1. Penso che il M5S incarni il fascismo per come lo intendo io. Il fascismo è il dileggio dell’avversario, umiliare una persona sapendo che in quel momento non si può difendere. Fascismo che rivedo nel sorriso compiaciuto del deputato che fa il gesto delle manette al suo collega che st per finire in carcere.

  21. Hitler odiava le donne perché non sapeva scoparle

  22. Telese e un cane randagio..doveva finire sotto un tir..ma Berlusconi ama i cani coi baffi

  23. Se Gaia Tortora si candida al tg1 allorA io son pronto per la casa bianca

  24. Che peccato che non ha vinto grillo..se no mi sarei candidato al colle

  25. I giornalisti si devono sciacquare la bocca..il pd ha abbattuto i poteri forti

  26. Renzi non ha rubato i voti di Berlusconi..li ha presi in concessione

  27. I conduttori tv guadagnano troppo..più di quello che prendono sul litorale le grilline

  28. Fa caldo..e colpa di Achille serra

  29. I grillini non prendono tangenti..al massimo cantonate..

  30. Con gratteri mi faccio le melanzane alla parmigiana..

  31. Avete provato i tacos con la sottiletta?

  32. Il salmone del Canton Ticino e imbattibile..

  33. Voglio tutti i fottuti frutti

  34. Forza azzurri..facciamoli neri come mineo

  35. Quanto è fico kevin kostner…quando si infila il tonno in bocca

  36. I ragazzini delle scuole si devono sciacquare la bocca prima di parlare di mussolini

  37. I ragazzi a scuola hanno trovato il mio punto gitano

  38. Corradino sai dove te lo devi infilare quel tuo ditino?

  39. Se ti depili bene le gambe tutto l’anno..scopi con holllande

  40. Telese , hai fallito , punto e basta ;le masturbazioni mentali lasciale ai psicodrammi dei Piddini dopo le innumerevoli sconfitte elettorali , intanto metti i piedi per terra e vedi di saldare i tuoi debiti con quei giovani che avevano creduto nel tuo (fallimentare , ripeto) progetto.Cit.” E’la stampa bellezza , e tu non puoi farci niente , niente!”

  41. Mentre Berlusconi ci prova con le infermiere…io m faccio un mAZzo così per la plurita dell’informazione..

  42. In onda In sordina o meglio in sardoni…narrano addirittura le leggende che lo abbia fatto diventare duro a marco Damilano..

  43. Quanto è fico salvo sottile con la cresta alla stramaccioni..very cooool

  44. La ferilli che si paragona alla magnani..si deve sciacquare la figa

  45. La bocca suini si metta la vaselina in bocca e usa la sua parrucca per tapparsi il culo

  46. Leggevo spesso e con molto piacere il quotidiano Pubblico: aveva un taglio che riusciva ad informare e approfondire con competenza e allo stesso tempo leggerezza, insomma un quotidiano che sapeva come farsi leggere. Mi è dispiaciuto molto della sua chiusura. Spero che Telese trovi il tempo, i collaboratori e la voglia di riproporne lo spirito in qualche modo da qualche altra parte, magari con qualche accortezza in più .

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