L'Unione Sarda

31 Maggio 2013
La “maledizione” di Report

di LUCA TELESE

Fateci caso. In questi tempi in cui la politica è debolissima ce l'hanno tutti con noi giornalisti. Fateci caso: uno di quelli più arrabbiati è Beppe Grillo, ovvero l'uomo che più si era avvantaggiato delle inchieste sulla Casta. E, fateci caso di nuovo: nel tempo in cui un errore o un infortunio comunicativo possono distruggere un leader (o addirittura un intero partito) molti politici, tradizionali e non, di questi tempi ce l'hanno con Report, con la sua conduttrice, i suoi redattori e con le loro inchieste, come se fossero diventati vittime di una maledizione, la "maledizione della Gabanelli".
L'ultimo protagonista eccellente di Report è proprio Beppe Grillo, che da giorni sembra non riuscire a fare i conti con il proprio insuccesso elettorale. E che, ironia della sorte, appena una mese fa aveva indicato proprio la Gabanelli come candidato ideale alla presidenza della repubblica: "Milena – diceva entusiasta solo il 16 aprile – sarebbe un nome straordinario per il Quirinale!". Mentre il 31 maggio, da Mirandola, ha aperto il fuoco sul suo programma: "Report ha fatto delle domande e noi abbiamo dato delle risposte. Certo, lo ha fato forse in maniera un po' superficiale, dato che eravamo anche sotto elezioni. Ma io la capisco Milena, lei non è completamente libera, lavora anche lei per un'azienda che ha degli interessi…". Come, "Non completamente libera"? Da quel giorno nulla è stato come prima. Domenica scorsa, ad urne ancora aperte, Grillo ospitava sul proprio blog (che è anche un organo di partito), una irata invettiva contro Sabrina Giannini. E chi è la Giannini? È l'autrice del reportage con cui il programma di Raitre si era occupato delle sponsorizzazioni del blog animato dal comico genovese, e di come Gianroberto Casaleggio utilizza i proventi pubblicitari del sito: "Giannini ridens!", aveva titolato caustico Grillo, paragonando la giornalista, senza troppe perifrasi, ad una jena. E che dire di Gianni Alemanno, sindaco di Roma? Nello stesso giorno si trovava anche lui (per le conseguenze di un'altra inchiesta) ad inveire contro il programma di Raitre per un servizio firmato da Paolo Mondani: "La puntata di Report 'Romanzo capitale' – ha detto il sindaco di Roma commentando il voto nella prima conferenza stampa a caldo – è stato il punto culminante della campagna di diffamazione nei nostri confronti: un comportamento da analizzare quasi sul piano psichiatrico". Mal gliene incolse, al sindaco, che tra otto giorni dovrà affrontare un ballottaggio da secondo con poche possibilità di vittoria.
Così vale la pena di raccontarla nei dettagli, questa storia, perché "la maledizione di Report" è nata nel giro di pochi mesi , ma non ha risparmiato nessuno: chi viene toccato da quel programma muore (o rischia di farlo). Ne sa qualcosa anche Antonio Di Pietro, che é finito per primo nella lente ustoria della macchina da video-inchieste di Raitre: "L'Italia dei valori – si è sfogato in una celebre intervista a Carlo Tecce su Il Fatto quotidiano – è morta una domenica sera, dopo quella puntata di Report". E si riferiva anche lui ad una inchiesta della Giannini, che riguardava le proprietà immobiliari dell'Italia dei valori e quelle della sua famiglia. Aggiungeva Di Pietro: "Qui a maggio andiamo a casa: non entriamo in Parlamento. La storia già la conosco. L’Italia dei Valori è finita domenica sera, mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio – aggiungeva – di un sistema politico e finanziario che non ha più bisogno di noi. Combattiamo – spiegava ancora l'ex pm – ma sarà dura: porte sbarrate a sinistra, porte sbarrate ovunque. Siamo isolati". Qualcuno immaginava che Di Pietro stesse impiegando troppa enfasi vittimistica in queste valutazioni, oppure che mettesse le mani avanti per giustificare una flessione. E invece, malgrado le polemiche furibonde ("Querelerò la signora Giannini e con il ricavato mi comprerò un'altra casa"), quell'autoprofezia negativa fatta a caldo si è avverata: a partire dal giorno dopo Report l'Idv è stato subissata di mail di militanti sotto choc, poi ha rinunciato a presentare il proprio simbolo, e addirittura anche a ricandidare quasi tutti gli eletti. L'ultimo tentativo di Di Pietro (presentare se stesso e altri tre dirigenti nella lista di Rivoluzione civile) è naufragato per il mancato raggiungimento del quorum. "È stata una manovra orchestrata dal Quirinale", mormoravano i dirigenti dell'Italia dei Valori. Invece "la jena" di Report respinge tutte le accuse al mittente.
Sabrina Giannini, dal punto di vista progessionale, è nata di fatto a Report: "Prima dell'incontro con Milena scrivevo sulle rivisti e patinate milanesi di animali, viaggi e avventure…". Firmava per riviste come Marieclaire o Airone, poi nel 1995 legge che una giornalista che lavora per la Rai sta cercando free-lance per un programma di inchieste ed è l'incontro che le cambia la carriera. Milena si è formata come inviata di guerra alla scuola di Giovanni Minoli. Sabrina, invece, aveva studiato psicologia, si era laureata con una tesi In antropologia culturale sul Giappone. Il padre è linotypista, la madre casalinga: alla Gabanelli piace e l'arruola subito. Il programma all'epoca si chiamava -ancora "Professione reporter", e la Giannini passa subito "Dalle rotte delle balene al racconto delle donne in Iran". Ride, al ricordo: "In quegli anni eravamo un programma dignitoso ben fatto ma anonimo, un giorno mi ero fatta due conti e avevo scoperto che ci stavo rimettendo". Nel 1997 Professione Reporter diventa Report, ed è ancora la Giannini a firmare l'inchiesta su un tema apparentemente laterale (l'Amalgama a base di mercurio nelle otturazioni interdentali!) che però finisce su tutti i giornali e porta al bando del metallo dalle leghe odontoiatriche. Sempre lei firma anche quella sugli "schiavi del lusso", ovvero sui lavoratori della moda che a Napoli lavorano tutti in nero. Il potere simbolico dei marchi è tale, che la notizia fa il giro del mondo, e decine di inviati si precipitano in Italia per parlarne. Lo stile di Report è innovativo, soprattutto in Rai: niente troupes, niente operatori, telecamerina digitale anche per le interviste, appoggiata al tavolo. Ma la barchetta si è ormai trasformata in una portaerei. "Ancora oggi – spiega la Giannini – siamo nove, e nessuno di noi è assunto: la nostra forza è quella di essere rimasti free lance: alla Rai siamo il programma che costa meno".
Il primo politico di prima fila a finire nelle inchieste di Report è Giulio Tremonti, Che si arrabbia per un reportage firmato da Sigfrido Ranucci e intitolato: "La Banca degli amici". Lui é ancora ministro, si infuria, chiede rettifiche, spiega: "Mi diffamano!". Poi c'è l'allora sindaco di Napoli Antonio Bassolino, che perse le staffe nel fuorionda davanti a un altro inviato di Report, Bernardo Iovene: "Se me lo dicevi prima, io mi informavo in Commissariato, chiedevo chi cazzo è questo Arena!» (gli avevano chiesto notizia di una consulenza affidata al professore Umberto Arena). Anche Berlusconi minaccio querela (senza peró farla) e la Gabanelli puó dire con orgoglio: "Contro di noi non ha vinto mai nessuno". Eppure i casi che fanno riflettere sono proprio quelli di Di Pietro e Grillo, ovvero dei due movimenti che erano diventati simbolo dell'anti-politica: "Io a Casaleggio ho chiesto dei suoi bilanci – osserva la Giannini – è colpa mia se come un politico di vecchissima scuola mi ha detto: 'A questa domanda non rispondo?'". aggiunge:,"È sfuggito alle domande come tutti, sarebbe quello
il Grande stratega? direi piuttosto che è un pessimo comunicatore!".
E a Marco Travaglio che tre giorni fa ha definito "deliri" i suoi servizi risponde: "Noi non abbiamo screditato nessuno, ma non facciamo nemmeno sconti a chi ci è simpatico: non compiacere il proprio pubblico é l'unico servizio pubblico che riesco a immaginare". Questo peró non toglie che Report ormai muova consensi, voti, crei e disfi fortune, sia diventato determinante nel certificare la credibilità come un marchio di origine controllata. Non è colpa della Gabanelli o della Giannini: ma della politica che, vecchia o nuova, è comunque fragile, bisognosa di consenso, vulnerabile al dubbio. E soprattutto fragile.

(da L'Unione Sarda)
 

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12 commenti »

  1. per Telese, partite dal presupposto sbagliato, Di Pietro all’epoca era un Deputato della Repubblica, quindi uomo pubblico pagato con soldi pubblici eticamente e moralmente chiamato a dare conto dell’operato istituzionale, quindi la Gabanelli e Report fecero un ottimo servizio pubblico, ma nel caso in oggetto è stato una pessima caduta di stile.

    Non li conosco e non spetta a me difendere Grillo e Casaleggio, ma da cittadino italiano vedo senza dubbi che si tratta di due cittadini imprenditori senza incarichi istituzionali che non percepiscono sovvenzioni statali, anzi il MoVimento che hanno creato ha mantenuto la promessa elettorale restituendo i rimborsi elettorali, MAI SUCCESSO NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA.

    Dunque cosa ci sarebbe di strano se traessero guadagni da un blog nato prima della creazione del M5S? Invece quanti deputati e senatori da decenni stravaccati nei due rami del parlamento traggono vantaggi economici per le loro aziende in un madornale conflitto d’interessi? Ecco Telese, Gabanelli ecc.. fate un inchiesta giornalistica su questi invece di cercare difetti su chi è arrivato a Montecitorio ieri mattina.

    Insomma Giornalista Luca Telese, visto il comportamento chiaro e scevro da logiche affaristico-partitocratiche il M5S NON HA NECESSITA’ NE’ DESIDERA AVERE GIORNALISTI COMPIANCENTI COME NON DESIDERA CHE SI INSTILLINO DUBBI NEI CITTADINI CON DOMANDE o CONSIDERAZIONI SIBILLINE.

    Ben vengano critiche e giudizi politici ma fare del giornalismo d’arrembaggio perchè il M5S è sulla cresta dell’onda significa essere autolesionisti mortificando il probabile futuro di questa nazione del nostro Paese.

    (scusate se ho alzato la voce)

  2. è risaputo che una buona parte dei giornalisti sono affetti da narcisismo se poi sono televisivi sono disposti a fare di tutto per apparire raccontando di tutto nei minimi dettagli di ogni nefandezza passando dal gossip alla morbosità, se poi sono costretti dall’audience allora diventano avvoltoi, iene e sciacalli.
    Secondo me non si rendono conto dell’enorme responsabilità che la loro professione implica, guardate i programmi pomeridiani sono uno stillicidio di cronache nere, violenze, uccisioni il peggio del peggio che l’essere umano possa fare ai propri simili viene descritto mostrato e proprinato per interminabili ore, e non contenti raccontano anche della cronaca nera estera, ma tutto ciò a che pro?
    Come oggi al Tg1 tre minuti di filamto su Pistorius! Con tutto il rispetto per i quella povera ragazza uccisa, lo speaker ha dato la notizia del processo bla bla bla ma chissenefrega! Che interessi abbiamo noi italiani? Nulla !!!! Però attira l’attenzione dei morbosi distogliendo l’attenzione sulla realtà nostrana.

  3. Ovviamente, non bisogna dimenticare che i programmi TV. sono incentrati sui temi che al momento tirano di più, e che i palinsesti vengono redatti a seconda delle preferenze degli ascoltatori radio televisivi… Se i film più seguiti sono quelli che trattano di indagini e omicidi vari, va da se che, chi di dovere, immetta nel circuito audio visivo programmi che trattano questo genere di nefandezze: la decenza, non ha mai fatto cassetta… denaro contante, ovvero il solo che indichi quali programmi trasmettere.
    Per quanto riguarda il M5*, non è affatto vero che non trattano con i giornalisti. A parte il contratto sottobanco che hanno con alcune testate, il solo fatto che rifiutano di rilasciare interviste pubblicamente gli rende una visibilità gratuita su tutti i quotidiani. Qualcuno diceva che il dialogo è la base della democrazia…! Se manca, vige l’anarchia, l’apripista che spiana la strada alla dittatura. Secondo me, l’ideologia del movimento, è grande; raddrizzerebbe le sorti del nostro paese… se avesse persone abili, capaci di applicare ciò che, forse, resterà soltanto pura e semplice teoria!.

  4. Il blog gli costa 300.000 euro l’anno e con la pubblicità non riescono nemmeno lontanamente a coprire.
    La Gabanelli che quando vuole dissotterra pure i cadaveri per fare le sue inchieste non é stata capace di scoprire una cosa cosí semplice? Io non credo,credo piuttosto che quasi tutti i giornalisti vogliano screditare Grillo perché vuole togliere i rimborsi all’editoria e perché sono servi dei loro editori i quali a loro volta sono servi dei partiti che naturalmente vogliono mantenere tutto cosí com’é!

  5. Perché invece di invitare subito Malan per dimostrare che i grillini lo hanno accusato ingiustamente,non dite che già nel 2002 era stato beccato da striscia a votare per tre?
    Perché non se ne sta al suo posto almeno quando deve votare? Perché Grasso non lo ha rimproverato per questo invece di difenderlo?
    Continuate cosí e vedrete quanti voti prenderà Grillo la prossima volta.

  6. A Piero.
    Secondo me, Grillo, la prossima volta perderà drasticamente poiché sta facendo come hanno sempre fatto i suoi predecessori: predicare bene e razzolare male…! Le chiacchiere, non seguite dai fatti, possono attrarre, inizialmente, ma poi, se restano tali, e nulla più, si dispendono come fumo al vento.

  7. i programmi tv filoberlusconiani (sono tanti troppi) accompagnano sottobraccio il telespettatore inerte ed inerme intellettivamente verso gli interessi privatistici instillando nel suddito la convinzione che il “sistema privato e liberale” funziona meglio del pubblico, non vi è dubbio che la crisi economica e politica epocale abbia acuito la rovina delle Istituzioni statali, ma propinare tutti i giorni in diverse fasce orarie le virtù del privato e vizi del pubblico con programmi tv ad hoc mirati a mistificare la realtà, significa ingannare o peggio resettare il cervello a milioni di elettori.
    Alla presunta “opposizione politico-mediatica” filosinistroide non è che le cose funzionino meglio con talk shows spesso incentrati e autoreferenziali alla sinistrata compagine del PD, dove si autopsicanalizza la debacle del partito cercando scusanti e giustificazioni che non esistono visto che contrariamente alle promesse elettorali hanno riportato in auge B. strumentalizzando l’informazione per convincere il telespettatore (suddito) che la sinistra è migliore della destra.
    Da oltre 20 anni abbiamo l’informazione mediatica occupata e usata per favorire partiti e leaders di sx e dx fautori del disastro italiano, ma che insistentemente ancora oggi cercano di vendere un prodotto politico fallimentare che nessuno più vorrebbe ma che con sapiente pazienza e scienza della comunicazione propinano agli italiani.

    Esempio eclatante di come modificano la realtà è l’errata comparazione dei risultati delle amministrative locali con le politiche nazionali per forviare il cittadino (per loro suddito) sulla sconfitta elettorale del Pdl e M5S e paradossale grande vittoria del PD, quando in realtà chi ha perso milioni di voti è PdL e PD forzando il paragone con il M5S che si proponeva per la prima volta in 250 città su 500 quindi senza precedenti comparativi, ma territorio locale dove il PD ex PDS ex PC è radicato da millenni con rapporti personali trattando il voto porta a porta.
    Altra nefandezza prodomica alla malattia del sistema televisivo informativo sono i sondaggi settimanali pseudo politico-sociali della valenza pari a quella di un oroscopo postumo, ma che vengono proposti e discussi come fossero analisi attendibili in certi casi scientifiche.

  8. A Clesippo.
    Una disamina, la tua, sotto certi aspetti condivisibile… meno quando
    vanti il tuo acume intellettivo superiore alla stragrande maggioranza di noi, popolo inerte ed inerme intellettivamente. La tal cosa ti rende, a mio giudizio, borioso e persino inaffidabile poiché ti mette su un pulpito usato frequentemente dalle persone che tu reputi — infidi politicanti — . <> scrivi, nei sott’intesi che risaltano i tuoi commenti,, avvalendoti di una tua forma personale di critica, e questo ti accomuna molto al tuo idolo attuale, Grillo, il modello più corrispondente ai classici dittatori del passato. Potrei augurarti di vivere in un sistema simile, in modo di capire quanto infido fosse quel sistema di governo… Ma non sarebbe giusto perché, nel contesto, entrerebbe anche tutta quella nullità di italiani — secondo il tuo modo di valutare il nostro popolo — che invece, a parer mio, meritano di meglio…!

  9. A Tenna P.
    ma niente niente siamo diventati un popolo permaloso? Tanto presuntuosi ed incapaci di fare autocritica?
    Certo che meritiamo di meglio! Ma guarda caso andando alle elezioni esprimiamo il peggio del peggio eleggendo la peggiore classe politica in lizza.
    Senza escludere la critica al pessimo giornalismo che funge da cassa di risonanza della partitocrazia facendo risaltare le facezie del M5S ma non il serio lavoro svolto fino ad oggi nelle varie Commissioni Parlamentari dove gli esponeneti del MoVimento se pur inesperti hanno contribuito votato disegni di Legge ed emendamenti proposti da altri partiti per il bene della nazione della collettività.

    Basta è ora di finirla di tifare quel gruppo quella squadra per evidenti interessi personali è ora d’essere nazionalisti per fare gli interessi di noi stessi tutti insieme, ma caro Tenna Piero senza cadere nel becero nazionalismo fascista e totalitarista, ma con gli intenti di unire i consensi e volontà espresse civilmente dal popolo per gli interessi nazionali con dignità e coscienza e per i giornalisti con deontologia professionale.

  10. prima che qualcuno mi chieda quali sono le cose serie fatte dal M5S ecco qui le prime che ricordo:
    3 disegni di legge, tra cui la riforma della legge elettorale, abolizione del finanziamento pubblico, il voto di scambio ed altre ancora.
    5 mozioni.
    5 interpellanze.
    8 interrogazioni.

    INFO PER I GIORNALISTI, è molte di più il lavoro effettuato, andate sul portale del M5S ed aggiornatevi.

    Tutto il resto come le diatribe interne come le espulsioni, scontrini e vario gossip sono ciarpame che i giornalisti schierati a dx come a sx rimestano come immondizia per screditare l’operato del M5S.

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  12. e ce lo vieni a spiegare TU … SALSICCIOTTO dell’IN-FORMAZIONE (come ebbe a dire Ferrara … APPRENDISTA SCRIBACCHINO) come si diventa … giornalisti … ???!!! per CHI si finisce col lekkare il cu.. … pardon … lavorare … una volta entrati nell’ALBO dei GIORNALISTI … nel retaggio fascista … e di CASTA … da ABOLIRE al più presto … ???!!! Magari è MEGLIO se te lo spiegano i ragazzi/e di PUBBLICO (il TUO VANAGLORIOSO BLUFF … nell’INUTILE e SPOCCHIOSO tentativo di farti magari chiamare … DIRETTORE) … da COLORO che devi ancora FINIRE di PAGARE … per i “gloriosi” 100 GIORNI di AGONIA … editoriale … vero SALSICCIOTTO dell’IN-FORMAZIONE … un pò in quota piddì … un pò a contratto col NANO … un pò a prender finanziamenti (PRIVATI) dai “montezemolini” … la PUTTANA del circuito (ME-R-DIATICO) … si sarebbe detto … in tempi NON sospetti … oggi vi chiamano … “giornalisti” … pensa te …

    http://www.beppegrillo.it/2013/09/luca_telese_limprenditore.html

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