Pubblico

7 Ottobre 2012
Il problema dei capelli lunghi

di LUCA TELESE

Puoi finire in carcere perché hai i capelli lunghi e una faccia da perfetto colpevole? Confesso che quando quest’estate hanno arrestato per la prima volta Giuseppe Dore (un’ordinanza che lo accusava di essere un santone violento), ho guardato quella foto e mi sono detto: «Non ci sono dubbi, hanno ragione i pm». Magari Dore lo è davvero, colpevole. Ma io, preso dalla curiosità mi sono messo a leggere tutto quel che potevo sulla storia di Ittiri. Ogni indiscrezione sull’inchiesta, veicolata dalle indagini sui giornali, era colpevolista. I tg nazionali hanno diffuso foto e titolo, ad agosto, con il tono irrevocabile di una sentenza. Poi nulla. Ma ecco un particolare che mi colpisce. Una mattina leggo su La Nuova Sardegna: Dore ha appeso nella sua comunità terapeutica una foto in cui la sua testa è stata sovrapposta a Cristo. È matto come un cavallo, penso. Poi però mi capita di andare a Ittiri. Incontro per caso la sua professoressa del liceo che mi dice: «Era un ragazzo generoso e idealista». Un’altra signora, al suo fianco, mi racconta la storia della foto, ma in un altro modo: per prenderlo in giro un paziente aveva fotoshoppato il suo volto con il corpo di Gesù. Lui è stato al gioco e se l’è attaccata in camera. Contestualizzare in un modo o nell’altro voleva dire cambiare totalmente il racconto, e il suo senso. Così leggevo tutto. E più leggevo, meno capivo. E meno capivo, più mi accorgevo che il caso della cura “miracolosa” per l’Alzheimer incrocia alcune delle grandi domande che ci angosciano nel tempo dei miracolismi sanitari e della disperazione terapeutica. Il primo è il confine della libertà di cura. Si può picchiare un malato? Certo che no. Si può violentarlo? Ma cosa significa violentarlo? Costringerlo a fare ciò che non vuole? E i farmaci, sono anche loro, una forma di violenza? Maria Grazia Gerina sta scrivendo per questo giornale i capitoli di una inchiesta che è avvincente e sconvolgente, come un romanzo (quello che avete in questa pagina è solo il primo atto). Ma la storia di Ittiri è realtà: tenere in piedi un malato che si sta allettando vuol dire fargli del male? E obbligarlo a mangiare a pizzichi se vuole essere imboccato con il cucchiaio? Le visite da 60 euro erano un grassaggio dei familiari come dicono i giudici? Forse. Ma le visite dei grandi luminari a 150 euro, o a 200, cosa sono, allora? Il secondo tema che il Caso Dore evoca, con la potenza di un detonatore è quello antichissimo della credulità. Se Internet amplifica le voci di guarigioni miracolose, ecco che la rete disegna lo scenario di un moderno medioevo, dove un piccolo paese della Sardegna diventa una nuova Lourdes. In terzo nodo è il rapporto tra l’accademia e la “medicina sperimentale”. La comunità medica sassarese, anche se animata da propositi nobili, ha vissuto il centro di Ittiri come un’eresia. Come un concorrente. Come un pericolo. Magari avevano ragione loro, ma dietro ogni eresia c’è un problema di credibilità. Una delle arrestate del caso Ittiri, Marinella D’Onofrio è finita in carcere perchè – dicono i pm – aveva avvalorato con il suo «prestigio professionale», la credibilità di Dore. Lei ha dimostrato di non aver avuto nessun fine di lucro, i gip l’hanno scarcerata, ora è uno dei personaggi chiave di questa storia. La racconteremo presto. La realtà, rispetto ai teoremi, ha un problema. Non sempre tutto torna.

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3 commenti »

  1. Caro Luca, il tuo articolo contiene tante e tali imprecisioni, e delle dichiarazioni così fuorvianti che io spero che tu voglia informarti meglio e, nel caso, correggere il tiro. Basterebbe che tu chiedessi a un medico qualunque cosa è l’Alzheimer. Solo sapere cosa è e come accade che una persona si ammali ti farà capire che è impossibile che la “neuropsicoanalisi” possa far guarire una malattia come questa. E il punto è proprio questo: profittare della credulità popolare per fare soldi, tanti soldi. E li fa con la complicità di una dottoressa che è stata scarcerata non perchè innocente o perchè non abbia tratto vantaggi, ma soltanto perchè non era più necessaria la custodia cautelare. E se questa storia è venuta fuori è perchè alla fine c’è stata una guerra tra bande, come in tutte le storie di malaffare. Naturalmente in tutte le storie di malaffare c’è anche e sempre un politico compiacente che si sbatte per far accreditare quaòche struttura (e no, non credo lo faccia per amore patrio). Ora chi ha avuto un malato di Alzheimer in casa potrà spiegarti meglio di me come i centri di valutazione e i centri diurni siano stati impoveriti di ogni risorsa. Centri pubblici, dove non si paga, dove ci sono altissime professionalità e dove questi ciarlatani non vengono vissuti come concorrenti, ma per quel che sono: ciarlatani. L’unica cosa che mi chiedo, da cittadina, è invece come mai proprio il mondo medico, i direttori sanitari abbiano tollerato questo stato di cose. La domanda non è se Dore è colpevole solo per i capelli lunghi, ma dove era il direttore della clinica quando pazienti di una struttura pubblica venivano dirottati verso questo “signore”. E, per finire, no: costringere un malato a mangiare “a pizzichi” è una cosa da animali.
    Lalla Careddu – Sassari

  2. Telese. Questo articolo contribuisce a peggiorare la via pessima immagine che questo caso ha dato del nostro paese. Dai Ittirese mi sento profondamente indignato, vergogna.

  3. Leggendo il primo commento mi viene da sorridere, infatti sembra che la verità sulle malattie umane stia solo da una parte, senso unico insomma, ma devo ricordare a Lalla, che nel mondo della scienza , come della medicina, ma può essere rapportato a qualsiasi scoperta fatta dall’uomo da quando questo esiste, è sempre non solo grazie alla ricerca, ma all’intuito e alla bravura nel perseguire il fine… ora chi può affermare “definitivamente” che l’alzheimer è “inguaribile?”… i centri sopracitati, sono praticamente lasciati a loro stessi da una sanità inesistente e posso testimoniare di persona che una delle terapie praticate dalla medicina ufficiale ai pazienti che devono fare determinati esami , di tenerli svegli con pizzichi sulle clavicole e col ghiaccio sopra il corpo… ne vogliamo parlare?… posso portare una decina di persone che hanno avuto i loro familiari con questi trattamenti e oltre che essere sedati erano anche legati al letto… non togliete la storia del preservare l’incolumità del paziente o degli operatori, stiamo parlando di persone all’ultimo stadio che respiravano a fatica, figuriamoci essere anche violenti… Se il dott. Dore ha dato tanto fastidio al mondo medico è solo perchè la sua terapia esce fuori da tutti gli schemi, senza farmaci e senza violenza, questo è stato capovolto da un filmato che è una farsa, visto che chi ha vista buona e senza suggestioni esterne, può vedere che la persona “cattiva”, non colpisce la paziente, ma la mano passa sempre al di sotto o a fianco del volto… oppure prova rallentata, questo è assurdo, credere a ciò che si propina, esattamente quello che voi dite dei familiari che vanno da lui per farsi curare… GUARDATE BENE QUEL VIDEO… Per il secondo commento invece non mi pronuncio perchè col tavera abbiamo già discusso abbondantemente in altri luoghi… L’informazione seria e vera prima di tutto… la giornalista che ha scritto l’articolo ha girato per Ittiri e c’è stata una settimana, oppure anche questo è falso? basta chiedere in giro in paese e moltissimo sono stati avvicinati da lei, persino il parrocco, la cronaca scritta nei giorni a seguire è frutto di interviste fatte a gente comune e non di parte, negozianti, casalinghe, baristi, pensionati, insomma la gente che si trova normalmente per strada, dover avreste voluto che chiedesse informazioni? Ai medici della clinica di Sassari? quelli che lo hanno prima accolto e poi allontanato perchè “pericoloso?”.. Anche quelli sono stati intervistati, tutte le categorie quindi e di conseguenza se sono venuti fuori questi articoli è perchè sono il frutto di un’indagine che avrebbe dovuto fare a suo tempo la magistratura e sicuramente non sarebbe stato imbastito questo processo mediatico farsa che volete a tutti i costi pilotare… A processo avremo conferma di ciò che affermiamo ora e voi solo la vergogna di aver sparlato e giudicato un uomo senza cognizione di causa… Saluti a tutti…

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