Il Fatto Quotidiano

30 Aprile 2012
Tanti Perepepè

di LUCA TELESE

Perepepé, perepepé, fermi tutti: ci stupiranno con effetti speciali. Ci stupiranno questi partiti bolliti che annunciano ogni giorno stupefacenti palingenesi, partiti che si rifanno il lifting dal chirurgo plastico come vecchie signore alle prese con le rughe, eccitate alla vigilia del colpo di bisturi. Primo perepepé: sentite l'entusiasmo trepido di Angelino Alfano, segretario del Pdl: ''Subito dopo il ballottaggio delle amministrative annunceremo la più grossa novità della politica italiana!". Caspita. Secondo perepepé: sentite cosa aveva detto, solo il giorno prima l'impareggiabile Lorenzo Cesa, uno dei più inverosimili evergreen transumati tra la prima e la seconda repubblica: "Azzeriamo tutte le cariche dell'Udc, siamo pronti a fondare un nuovo partito della nazione". Peró. Terzo perepé, ma guarda come é lirico Beppe Pisanu, mente viene preso anche lui, dopo nemmeno mezzo secolo di vita politica, dall'alta febbre del nuovo: "Avvertiamo che molti liberaldemocratici, oggi diversamente collocati nelle istituzioni e nella società civile, sono disposti ad unire le loro forze e ad avanzare, tutti insieme, una nuova proposta politica". Bingo. Tre nuovi-vecchi partiti in tre giorni.
Perepepé-Perepepé, per un attimo ti viene in mente la vecchia signora Tattle di uno dei più bei film di Terry Gillian – Brazil – la mamma che a furia di operazioni plastiche diventava più giovane della fidanzata del figlio, e che poi finiva ospedalizzata per overdose di tiraggi. Ti viene in mente un memorabile slogan di un'era geologica fa: "Metodo Caruso". Dove Carmelo Caruso era l'indimenticabile prefetto Caruso, l'uomo dal pugno di ferro, l'autoproclamato rinnovatore della Democrazia Cristiana romana, partorito dalla sfida riformatrice del professor Romano Forleo. La storia merita di essere raccontata, come una fiaba dei fratelli Grimm: perché Forleo era diventato commissario della potentissima federazione romana – ginecologo, galantuomo, prototipo perfetto della sinistra dello scudocrociato – minacciava sfracelli e aveva compilato le liste all'insegna della trasparenza e della discontinuità. Un paroletta come minimo complicata in un partito che all'ombra del cupolone vantava profili non proprio evangelici: erano i tempi dell'assessore Antonio Gerace detto simpaticamente "luparetta", i tempi di Giovanni Moschetti detto "Gió er bionno", per la discreta chioma platinata, ma soprattutto i tempi dei due veri mattatori demo-capitolini: Vittorio Sbardella, nume della corrente andreottiana, soprannominato "lo squalo" ("La legge sul finanziamento dei partiti è sbagliata. E allora 'ndo sta er reato?"), e Pietro Giubilo, suo braccio destro di sempre, che era stato persino sindaco di Roma. Giubilo e Sbardella venivano da una focosa militanza missina, ed erano famosi per un assalto incendiario in camicia bruna alla libreria Botteghe Oscure. Quando nel 1988 Paese sera ripubblicó la foto di quel giorno, in cui erano presenti anche il futuro fondatore di Avanguardia Nazionale Stefano Delle Chiaie, e di Mario Gionfrida detto "er gatto" (perché durante la posata manifestazione perse una mano) Giubilo commentó in modo a suo modo geniale. "Cosa ha da dire sulla foto?", domandavano i cronisti. E lui, quasi serafico: "Io sono quello con la tanica". Adesso immaginate l'opera di rinnovamento di una lista che di solito era abituata a ospitare questi gladiatori della preferenza, che improvvisamente si apriva alla società civile sotto l'occhio vigile di Forleo, che vedeva depennati i suoi campioni, e che si affidava al "Metodo Caruso". Ovvero: "Fatti non parole". Una mattina fu convocata una conferenza stampa per annunciare che persino il simbolo di Piazza del Gesù cambiava. E in realtà era una mezza patacca, perché cambiava solo il fondo dello scudo, da bianco a blu (e il simbolo, guardacaso, é lo stesso del partito di Casini). Fatti, non parole, e alla fine arrivarono anche i fatti: il prefetto di ferro si fermó ad un incredibile 11.4%, la Dc perse la due terzi dei voti, al ballottaggio con Francesco Rutelli ci andò – come é noto – Giamfranco Fini. Era un mondo, che quasi senza accorgersene entrava nel crepuscolo, la Dc si estinse dopo quel voto, non senza consegnassi un'ultima sentenza di Sbardella: "Cosa penso di Mani pulite? Secondo me é 'na grande stronzata".
Adesso tutto sembra ripetersi, gli scandali, le inchieste, i rinnovamenti più o meno volenterosi, più o meno credibili. La storia – diceva il vecchio Marx si ripete due volte, la seconda in forma di farsa. Perepepé-Perepepé, il Corriere della sera ieri prendeva terribilmente sul serio i propositi di rifondazione, dedicava cinque pagine agli annunci di imminenti battesimi, ci informava – nientemeno – che stanno scaldando i motori persino i ministri tecnici. Una cosa é certa: arriveranno finanziatori, soldi, sponsor supporter e cantori, nel paese in cui sempre tutto – Perepepé – cambia per restare uguale. 

twitter@lucatelese

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9 commenti »

  1. …………..gente FALLITA che vorrebbero vedere falliti anche gli italiani, ma……………………
    …………gia’, ma questa volta non fatevi abbindolare da falsissime ideologie !!!!

    I partiti sono il sale della democrazia finche’ non siano OCCUPATI A TEMPO INDETERMINATO da ladri, falliti, malfattori e incompetenti di ogni risma…………………………………..
    …….anche SOLO PORTARE in parlamento gente come scilipoti e razzi , ha contribuito allo sfacelo di questo paese !!

  2. PRIMO MAGGIO. Il lavoro che non c’è!
    Il 1° MAGGIO arriva nell’Italia senza lavoro, senza speranza e senza futuro, dopo una stagione di manovre anticrisi, di nuove tasse, di riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. La “festa dei lavoratori” si celebra in piena recessione, in un paese depresso e avvilito dove la disoccupazione è pari al 9,3%, tasso più alto dal 2004, e dove le persone senza lavoro sono 2,3 milioni. E’ difficile spiegare la strana sensazione che prova chi, non avendo più un lavoro, si trova a dover festeggiare questa giornata! Come cambiano le cose. Magari solo un anno fa aspettavi questa data per goderti una meritata pausa primaverile. Meritata sì, magari perché solo un anno prima lavoravi. Magari un anno fa quel ruolo di “lavoratore”, dandoti certezze e dignità, riusciva a farti sentire parte di qualcosa. Magari era quel “qualcosa” a dare un senso a questo giorno dedicato ai lavoratori di tutto il mondo e, quindi, anche a te. Magari, con tutti gli affanni, i sacrifici, i mugugni per i soldi che comunque non bastavano mai, questa data era una data importante. Magari la segnavi in rosso sul calendario per scandire un momento dell’anno che ti apparteneva, come l’onomastico o il compleanno. Tuo il lavoro, tuo il Primo Maggio. Già, magari… Oggi, a ricordarti che è il 1° Maggio è solo il “concertone” di San Giovanni messo in scena dai sindacati! Non lo aspetti, non lo segni, non lo celebri. Oggi non ti appartiene. Niente incontri con amici, niente celebrazioni, niente riflessioni, niente gite fuori porta, niente “meritata” pausa. Ieri non lavoravi. Oggi non lavori. Domani neppure. Non fai parte di nulla. Oggi il 1° Maggio non ha senso! Hai cinquant’anni e sei stanco di sentirti dire “assumiamo persone più giovani…”, “lei è troppo qualificato, ma le faremo sapere…”. Hai cinquant’anni e ti è rimasto ben poco da vendere ancora per sopravvivere. Hai cinquant’anni e hai rinunciato a leggere annunci di lavoro! Hai cinquant’anni o giù di lì e non volevi la luna, la casa a Montecarlo, il bunga-bunga, diamanti e conti in Tanzania. Volevi solo continuare un’esistenza tranquilla. Magari di stenti con il tuo gramo stipendio, ma tranquilla. Volevi arrivare alla pensione come ha fatto tuo padre e mettere da parte i soldi per garantirti un funerale decoroso senza pesare sui figli. Volevi solo questo. Ora non hai nulla. Niente lavoro. Niente prospettive. Niente pensione e… niente funerale. Ti hanno tolto tutto! Ridotto un inutile “senza niente”. Allora non ti resta che prendere il calendario ed eliminare questo giorno che ormai non ti appartiene. Passerai dal 30 Aprile al 2 Maggio, tanto il Primo a te non serve più! Per te, mio caro cinquantenne disoccupato, non cambierà nulla perché i tuoi giorni si susseguono uguali in quella disperante monotonia che riesce ad annullare lo scorrere del tempo, ormai immobile dal dì che su quella lettera hai letto la parola: “licenziato“!

  3. dai freeskipper, dai ! la speranza e’ l’ultima a morire……….non e’ demagogia, dai !!

  4. Spending review. Tra il dire ed il fare c’è di mezzo… la solita “commissione”!
    Roma sprecona! Troppi ministeri, troppi impiegati, pochi servizi. Questa l’equazione verità! Ma i professori non riescono a trovare la quadra e così – dopo aver lasciato cadere nel dimenticatoio i tagli ai parlamentari e ai loro stipendi – gettano un pò di fumo negli occhi dell’opinione pubblica rispolverando la “spending review”! Tant’è che entro il 31 maggio – sono esclusi dall’applicazione del decreto legge sulla spending review la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale e il Parlamento – i dicasteri romani dovrebbero “presentare una relazione” sui tagli di spesa! Una relazione, si badi bene, ma difficilmente verrà poi praticato – de jure, de facto – qualche “taglio”! E per questa “relazione” è stata istituita l’ennesima commissione con tanto di commissari straordinari e tutta quella pletora di risorse che una commissione comporta! Ma in Italia – ormai lo si sa un pò tutti – quando c’è una commissione di mezzo, difficilmente si quaglia qualcosa di concreto! Molto probabilmente quei minimi tagli alla spesa pubblica, semmai dovessero esserci, serviranno a malapena a “ripagare” commissione, commissari, segreati, ecc, ecc!!! Comunque, l’obiettivo dichiarato del governo sarebbe quello di ridurre la spesa pubblica di 80 miliardi riducendo sprechi, inefficienze e corruzione, magari attuando migliaia di trasferimenti per i dipendenti pubblici, dall’impiegato al dirigente, dal cancelliere al magistrato, dal professore al preside. Si profilerebbero, così, chiusure e accorpamenti di centinaia di uffici e di scuole, riduzione di carriere (basti pensare all’eliminazione di decine di prefetture e questure), nel superamento di un andazzo sulla distribuzione del personale che è figlio dei partiti, dei sindacati, delle strutture ecclesiastiche locali, di interessi non sempre legittimi, come accade pure per appalti e concessioni. Molti lavoratori del pubblico impiego e molte famiglie sarebbero costrette a cambiare abitudini radicate. Questa sarebbe la traduzione della guerra dichiarata dal governo a quel sistema che negli ultimi 20 anni ha fatto crescere i costi del sistema pubblico di 70 miliardi in più rispetto a quelli privati. L’operazione, qualora dovvesse andare in porto, sarebbe molto difficile e dolorosa. Ma il governo sembra determinato e per evitare ritardi e “furbizie” la direttiva varata da Palazzo Chigi prevede che: “Ciascun ministero, con la collaborazione della struttura interministeriale istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri proporrà un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri”. Insomma, almeno sulla carta non si scherza. Si profila una riforma profonda e radicale della pubblica amministrazione, forse più ampia della ristrutturazione dello Stato ipotizzata negli anni novanta e poi edulcorata con un palliativo, la “Cura-Brunetta”! Bisognerà quindi vedere all’atto pratico – se spending reviw sarà – chi… ci lascerà davvero le penne!!!! Amicizie, parentele, raccomandazioni e intrallazzi vari hanno creato negli anni una matassa così ingarbugliata, così fitta ed intrigata di interessi, strane connivenze e assurde complicità, che sarà difficile dirimere! A meno che a pagare certe logiche perverse non siano anche nelle pubbliche amministrazioni i “soliti noti”! Chi non è mai scivolato in nessun letto, chi non ha mai lasciato scie di bava dietro di se, chi insomma ha sempre pensato di portare avanti il proprio lavoro con onestà e spirito di abnegazione senza mai curarsi di avere uno sponsor alle proprie spalle. Il lavoro paga, si diceva un tempo. Oggi potrebbe uccidere migliaia di onesti lavoratori rimasti “scoperti”, senza le “giuste” amicizie!!! Ma non è il caso di fasciarsi la testa ancor pirma di essersela rotta. Nel Belpaese, tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo una commissione!!!

  5. @freeskipper: tra tanti perepepé quello più grottesco mi sembra proprio la spending review annunciata dal necroforo professor Monti. Varie stime effettuate hanno evidenziato i costi abnormi della politica (senza considerare l’indottto: amici, parenti, consulenti, bustarelle, ecc. ecc.) in Italia. E’ stato pure calcolato che con un taglio ragionevole (non cesareo) si risparmierebbero 8-10 miliardi, cioè più del doppio di quanto vorrebbe raccattare Monti risparmiando proprio le prebende della casta. Tant’è che ha subito precisato che il quirinale e il parlamento non sono oggetto di revisione contabile (mi permetto di ricordare al riguardo che il quirinale costa due o tre volte di più della corte d’Inghilterra). Per non parlare degli stipendi principeschi delle varie province e regioni autonome. Morale. la politica costa sempre di più, sempre più fa ribrezzo, gli italiani pagano sempre di più e Monti sempre più li spreme

  6. UN SUPERCOMMISSARIO CON OBIETTIVO DI RISPARMIARE INIZIALMENTE NELLO STATO COSTI PER 2 miliardi di EURO L’ANNO

    glielo faccio io un conto al supercazzola : per ogni auto intestata allo stato( sono 600.000) risparmiare 0,009 € di benzina al giorno , oppure due fogli di carta per ufficio pubblico. STA MINGHIA che professoroni !!!!!!!! sono mica stati prof del trota ????

  7. Lotta all’evasione: volere è potere, ma soprattutto un dovere!
    Quando volere è potere! Anche se, per chi ricopre certe cariche istituzionali, volere dovrebbe essere sinonimo di un “dovere” incondizionato nel far rispettare a tutti i cittadini italiani le stesse regole, senza eccezioni di sorta. Solo nei primi quattro mesi dell’anno gli uomini della Guardia di Finanza hanno scoperto oltre 4 miliardi di redditi evasi attraverso le false fatturazioni, l’omessa dichiarazione e la distruzione della contabilità. Le frodi fiscali scoperte hanno portato alla denuncia di oltre duemila persone. A testimonianza del fatto che quando si vuole si riesce anche a far pagare chi campa sulle spalle dei cittadini onesti!!! Complessivamente sono 2.226 le persone denunciate all’autorità giudiziaria. Dalle indagini degli uomini delle Fiamme Gialle è emerso che nel 27% dei casi avevano utilizzato fatture false mentre nel 19% avevano emesso documenti falsi. Un altro 17% dei soggetti denunciati non ha presentato la dichiarazione dei redditi mentre un 14% ha nascosto o distrutto la contabilità. Oltre ai 4 miliardi di redditi – che vanno ad aggiungersi ai 6 già individuati e relativi agli oltre duemila evasori totali scoperti nel 2012 – è stata evasa l’Iva per oltre mezzo miliardo. La Guardia di Finanza ha sequestrato per equivalente immobili, denaro, gioielli ed auto per un valore di 160 milioni.

  8. caro freeskipper

    sull’evasione concordo pienamente con te, ma motivi di opportunita’ e temporali meritano una riflessione piu’ approfondita .L’evasione e’ sicuramente un male per uno stato, ma rispetto ad una recessione economica generale e’ come curare una forte influenza mentre si tralasciano tutti sintomi di un cancro in stato avanzato che facilmente puo’ entrare in metastasi. Il “nero” e’ comunque una forma di economia, perversa ma pur una economia, che QUANDO speso comunque rappresenta un gettoto fiscale e quindi un intrioto per lo stato( posti di lavoro, iva, imposte, irpef,previdenza sociale etc etc), se la si blocca con squillanti cerimoniali, o quei capitali non vengono piu’ spesi o ,peggio, finiscono all’estero, aggravando la recessione, che aggrava il pil, che aggrava le attivita’ , che aggrava la disoccupazione.
    A giugno dello scorso anno , controlli appariscenti su utilizzatori di yacth in versilia, hanno fatto si che il tam-tam portasse tanti di essi a non ritirarsi piu’ dopo le vacanze in porti italiani, creando mancanza di lavoro e recessione nelle aziende di rimessaggio locale ; risultato, centinaia di licenziamenti di operai di ditte nella nautica………….UNA COSA GIUSTA HA CREATO INGIUSTIZIA E DISPERAZIONE SUI PIU DEBOLI !!…..occhio !!!

  9. It’s going to be end of mine day, but before ending I am reading this wonderful paragraph to improve
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