Blog

28 Aprile 2012
Luca Telese al Festival del Giornalismo (video)

Panel discussion / 26 aprile 2012 –  Asinara revolution: raccontare il lavoro
con: Michele Azzu,Alessandro Gilioli,Marco Nurra,Luca Telese

Come è raccontato il mondo del lavoro dai media? L'esperienza de L'isola dei cassintegrati è un'ottima occasione per rispondere a questa domanda, così cruciale in un periodo di crisi economica come il presente. Il 24 febbraio 2010 i cassintegrati Vinyls di Porto Torres occupavano l’ex carcere di massima sicurezza dell’Asinara per protestare contro la chiusura. Il giorno prima era iniziata L'Isola dei Famosi, e fare la parodia del reality show di RAI 2 era sembrata agli operai un'idea per smuovere la vertenza. Ma non c’era nessuna telecamera a riprenderli, e i media nazionali ignorano a lungo la notizia. Il 25 febbraio Michele Azzu e Marco Nurra – giovani giornalisti sardi emigrati all'estero – creano la pagina facebook L’isola dei cassintegrati, per dare forma a quel reality atipico e portare la notizia alla ribalta dei media. Il loro diventa subito un caso mediatico, da cui nasce un blog d'inchiesta (premio Eretici Digitali al Festival del Giornalismo 2011) che è oggi un punto di riferimento per tutte le generazioni di lavoratori. Per testimoniare questa storia che ha appassionato l’Italia nasce il romanzo Asinara Revolution (Bompiani 2011), il racconto dalla viva voce dei protagonisti del fenomeno che ha cambiato il modo di pensare la lotta operaia, e di integrare la diffusione della conoscenza con le rivendicazioni sociali.

 

 

***

 

Panel discussion 27 aprile 2012 – Il talk show al tempo di Monti
con: Giuseppe Cruciani,Marco Ferrante,David Parenzo,Domitilla Savignoni,Luca Telese

Dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi i media hanno fatto i conti con quello che in realtà già sapevano. Per quindici anni il leader del centrodestra ha contribuito al dibattito pubblico italiano semplicemente con il racconto di sé, con il solo fatto di essere in scena: dal conflitto di interessi a Mills, da Ruby al Milan, dai Telegatti alle gaffe internazionali. Berlusconi ha reso superfluo il parlare d’altro. In che modo evolverà l’approfondimento televisivo?

 

Condividi:

 

6 commenti »

  1. Spending review. Tra il dire ed il fare c’è di mezzo… la solita “commissione”!
    Roma sprecona! Troppi ministeri, troppi impiegati, pochi servizi. Questa l’equazione verità! Ma i professori non riescono a trovare la quadra e così – dopo aver lasciato cadere nel dimenticatoio i tagli ai parlamentari e ai loro stipendi – gettano un pò di fumo negli occhi dell’opinione pubblica rispolverando la “spending review”! Tant’è che entro il 31 maggio – sono esclusi dall’applicazione del decreto legge sulla spending review la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale e il Parlamento – i dicasteri romani dovrebbero “presentare una relazione” sui tagli di spesa! Una relazione, si badi bene, ma difficilmente verrà poi praticato – de jure, de facto – qualche “taglio”! E per questa “relazione” è stata istituita l’ennesima commissione con tanto di commissari straordinari e tutta quella pletora di risorse che una commissione comporta! Ma in Italia – ormai lo si sa un pò tutti – quando c’è una commissione di mezzo, difficilmente si quaglia qualcosa di concreto! Molto probabilmente quei minimi tagli alla spesa pubblica, semmai dovessero esserci, serviranno a malapena a “ripagare” commissione, commissari, segreati, ecc, ecc!!! Comunque, l’obiettivo dichiarato del governo sarebbe quello di ridurre la spesa pubblica di 80 miliardi riducendo sprechi, inefficienze e corruzione, magari attuando migliaia di trasferimenti per i dipendenti pubblici, dall’impiegato al dirigente, dal cancelliere al magistrato, dal professore al preside. Si profilerebbero, così, chiusure e accorpamenti di centinaia di uffici e di scuole, riduzione di carriere (basti pensare all’eliminazione di decine di prefetture e questure), nel superamento di un andazzo sulla distribuzione del personale che è figlio dei partiti, dei sindacati, delle strutture ecclesiastiche locali, di interessi non sempre legittimi, come accade pure per appalti e concessioni. Molti lavoratori del pubblico impiego e molte famiglie sarebbero costrette a cambiare abitudini radicate. Questa sarebbe la traduzione della guerra dichiarata dal governo a quel sistema che negli ultimi 20 anni ha fatto crescere i costi del sistema pubblico di 70 miliardi in più rispetto a quelli privati. L’operazione, qualora dovvesse andare in porto, sarebbe molto difficile e dolorosa. Ma il governo sembra determinato e per evitare ritardi e “furbizie” la direttiva varata da Palazzo Chigi prevede che: “Ciascun ministero, con la collaborazione della struttura interministeriale istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri proporrà un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri”. Insomma, almeno sulla carta non si scherza. Si profila una riforma profonda e radicale della pubblica amministrazione, forse più ampia della ristrutturazione dello Stato ipotizzata negli anni novanta e poi edulcorata con un palliativo, la “Cura-Brunetta”! Bisognerà quindi vedere all’atto pratico – se spending reviw sarà – chi… ci lascerà davvero le penne!!!! Amicizie, parentele, raccomandazioni e intrallazzi vari hanno creato negli anni una matassa così ingarbugliata, così fitta ed intrigata di interessi, strane connivenze e assurde complicità, che sarà difficile dirimere! A meno che a pagare certe logiche perverse non siano anche nelle pubbliche amministrazioni i “soliti noti”! Chi non è mai scivolato in nessun letto, chi non ha mai lasciato scie di bava dietro di se, chi insomma ha sempre pensato di portare avanti il proprio lavoro con onestà e spirito di abnegazione senza mai curarsi di avere uno sponsor alle proprie spalle. Il lavoro paga, si diceva un tempo. Oggi potrebbe uccidere migliaia di onesti lavoratori rimasti “scoperti”, senza le “giuste” amicizie!!! Ma non è il caso di fasciarsi la testa ancor pirma di essersela rotta. Nel Belpaese, tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo una commissione!!!

  2. Adesso tocca a noi!

    Adesso tocca alla “genteperbene” di questo paese scendere in campo per ripristinare la legalità, la democrazia, la libertà e la giustizia sociale, per distinguere fra evasori totali con ville e yacht al “loro” seguito e poveri cristi che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese e la cui unica colpa è stata quella di mettere su famiglia e di comprarsi una casa!

    E vero siamo al collasso: i consumi sono fermi, la disoccupazione in continuo aumento, il malessere sociale pure, il debito pubblico, poi, neanche a parlarne, con le banche che incassano, ma non prestano più soldi a nessuno, con l’energia più cara d’Europa e una macchina burocratica vecchia, farraginosa, obsoleta, ma costosissima!

    Una macchina che consuma troppo e non cammina più, impantanata com’è nelle sabbie mobili di ruberie, sprechi, privilegi, favoritismi, incompetenze, ingiustizie e corruzioni di ogni sorta e in ogni dove.

    Il motore è fuso!
    La carrozzeria ammaccata e arrugginita!
    L’autista troppo vecchio e ubriaco di potere per restare alla guida!

    Insomma, la macchina è cor-rotta e va rottamata al più presto assieme al conducente! Riparare questa, senza nessuna garanzia che poi possa rimettersi in moto, costa troppo ed è un rischio – oltre che un lusso – che non possiamo più permetterci!
    Necessita sostituirla. Ne serve una nuova.

    Bisogna che la “genteperbene” riprenda in mano il volante e si rimetta alla guida della macchina Italia!

    >>> VIENI ANCHE TU A DIRE LA TUA SU: freeskipper

  3. Salve dottor Telese sono una transfuga, mio malgrado ;-)
    del blog “zuppa di Porro” a causa di uno straripante e monotono signore che inonda di post all’olio di riccino fascista il blog.
    e visto che quello che manca in Italia, oltre il lavoro, è certamente
    il rispetto e la coesione sociale ho preferito frequentare lande più a me consone (bolsceviche) E sì!! non lo sapeva? esistono ancora i bolscevichi e sono tanti e si debbono combattere a suon di ingiurie se non di pallettoni,virtuali,ma pur sempre pallettoni.Poi usiamo lamentarci che tutto va a rotoli!! E’ normale in un clima al vetriolo come questo. Un clima da curva sud,ormai è diventato insostenibile,dove esprimere un proprio concetto senza essere letteralmente inondato di improperi irripetibili è impossibile. Insomma, una Babilonia! Quello che vedo è una svalutazione dell’essere umano e una prevaricazione del debole,in primis della donna.Mi è stato consigliato dal “signore” in questione di andare a fare la calza o a lavorare la terra nel mio profondo sud reputandola una offesa, senza pensare che per me essere donna del sud è un vero onore.Ma poi onestamente cosa è il nord o il sud? le uniche classificazioni esistenti per me sono tra educati e ineducati.Grazie dello spazio e soprattutto per dare visibilità ai miei compaesani,gli operai della Vinyls.Ah! mi saluti il dottor Porro.Coppia Azzeccatissima!

  4. L’isola dei cassaintegrati è stata una novità per raccontare di chi ha perduto il lavoro. Purtroppo non ha prodotto i risultati sperati. Con la crisi che sta riducendo in macerie questo Paese – i ricchi si salvano sempre – dovremmo salire in montagna come nel 1943 per ritornare e cacciare tutti,politici,professori e tecnici.

  5. Vince il partito del non voto!
    Alla fine queste elezioni amministrative le hanno perse tutti. Beppe Grillo con il suo movimento non ha fatto da “asso pigliatutto” del dissenso. Non c’è stato l’espluà delle “5stelle” nel firmamento della politica italiana che alcuni attendevano e altri temevano! Poi ha perso il Pdl, è scomparsa la Lega, è naufragato il Terzo Polo, ha retto il Pd, senza sfondare. Ma tutti, vecchi e nuovi, come prassi vuole da ogni elezione ad oggi, si son detti soddisfatti, pronti a saltare sul carro dei vincitori! Punti di vista. La realtà è un’altra! In questa ennesima tornata elettorale il vero vincitore è stato un’altra volta l’astensionismo che ha certificato il collasso del sistema partitico italiano, riconfermandosi come il partito di maggioranza relativa con il 48,98% della “genteperbene” del Paese che non ha concesso deleghe in bianco a nessuno! Un partito di opposizione che cresce ad ogni elezione, incrementando punti percentuale, facendo sempre nuovi iscritti ma senza avere un proprio rappresentante in Parlamento e senza incassare neppure un centesimo di finanziamento pubblico!!! Un partito che non si riconosce nella politica degli scandali, dei privilegi, delle ruberie e delle chiacchiere che, seppur benfatte, vengono poi sistematicamente sconfessate dai fatti. Chiacchiere che non incantano più nessuno! Un popolo, insomma, che non se la sente neppure di delegare i propri malumori e le proprie istanze a chi, pur denunciando cose vere, giuste e sacrosante, quanto gravi, non propone un’idea politica convincente e alternativa, non ha un programma serio e percorribile fino in fondo e che, purtroppo, rimarrà nell’immaginario collettivo pur sempre “un comico”. Grande comunicatore, raro animale da palcoscenico, immenso mattatore, trascinatore di aspiranti “politici in erba armati di mouse e tastiera”, ma pur sempre “un comico”!!! Comunque, si badi bene che il partito del non voto, che nessuno prende nella dovuta considerazione, non è quello che diserta le urne per andare al mare infischiandosene dell’economia, della politica e dei destini del proprio Paese. Tutt’altro! E’ un popolo fin troppo cosciente del proprio presente e di quello della nazione, consapevole della realtà che lo circonda e responsabile del proprio futuro. “Genteperbene” che è rimasta incollata al televisore per seguire tutte le fasi del voto, che naviga su internet, che legge i quotidiani, che fa volontariato, che scrive sui socialnetwork, che s’impegna nel sociale, insomma che segue attivamente la politica, ma che non vota questi politici. Un popolo che non disprezza la politica, ma che ne viene talmente preso e che la ama a tal punto da prenderne le debite distanze per non esserne travolto! Un popolo sempre più distante dalla mala-politica, dalla cattiva e personalistica gestione della democrazia e dalla pessima amministrazione del bene comune! Il popolo dell’astensionismo ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme raccogliendo l’urlo di dolore che attraversa l’Italia, alimentato dalle scelte suicide e arroganti compiute da una classe dirigente inadeguata. Non si può certo dire che la politica non fosse stata avvertita. La “genteperbene” stremata dalla crisi ha ripetutamente chiesto ai partiti di autoriformarsi. Sarebbe bastato un segnale, un taglio al finanziamento pubblico, la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle Province e degli Enti inutili, la rinuncia a qualche auto-blu e a qualche doppio incarico, un ritocco a certe retribuzioni che un operaio non riuscirebbe a mettere da parte neanche se lavorasse per sette vite di seguito, per riavvicinare la “genteperbene” ai partiti! Ma così non è stato!

  6. Mentre ancora metabolizzavo della clamorosa sentenza sulla strage di Piazza della Loggia dove allora lo Stato non seppe proteggere i suoi figli adulti seppelliti senza verità. Nell’apprendere la notizia del tragico pensavo ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi dalla volontà assassina che ha prescelto, con logica disumana, ragazzi inermi come bersaglio. Se il nostro Paese (e intendo gli individui che popolano questo nostro Paese) avesse bisogno di verità, la verità si sarebbe trovata, non solo nei suoi aspetti genericamente politici, ma anche nei suoi aspetti materiali (i colpevoli: una categoria che manzonianamente com-prende i peccatori e gli istigatori al peccato. Gli esecutori e i mandanti). Il tempo per trovare la verità c’era e ci è stato con¬cesso. La mia generazione avrebbe potuto smetterla di vivere di rimpianti (le marce, le assemblee ver-bose, la rivoluzione permanente, gli hasta siempre, i titanici assalti al cielo). Avrebbe potuto compiere un passo: andare alla ricerca –per quanto è umanamente possibile– della verità. In modo accanito, permanente, radicale, ininterrotto. Non è stato così, se non in modo superficiale. La nostra esperienza, evedentemente, non è stata per noi così importante. E se una generazione dimostra di non nutrire interesse per la propria esperienza, vuol dire che non ha interesse per nessuna altra esperienza umana. Non ha bisogno di verità. Piazza della Loggia è metafora di una ferita che segna la mia generazione e che è destinata a non rimarginarsi mai. Mi sento percorso da emozioni che fatico a tenere a bada. La sentenza su Piazza della Loggia è metafora di una realtà che ha segnato una generazione e gli individui che la compongono (una generazione è composta da individui, dopotutto, e que-sto non dobbiamo mai scordarlo). E’ la prima volta che viene colpita una scuola”, ”un segnale che loro, i criminali, ci sono ancora”. Dal mondo dei giovani e dell’istruzione, si sottolinea infatti, ”sono nati i veri, grandi movimenti di orgoglio e di lotta contro la passività delle generazioni precedenti’. Un attentato con il quale è stato colpito il simbolo dell’innocenza”. Si è arrivati a colpire la scuola, il simbolo dell’innocenza e della voglia di progresso. E’ una situazione che non desta solo preoccupazione, fa piombare nell’angoscia. E prevale un sentimento di rabbia per giovani vite innocenti strappate. Rispetto ad azioni di tale entità, non è accettabile che si possa morire da innocenti mentre si raggiunge la scuola, il luogo del sapere. E’ evidente l’intenzione di ammazzare delle vittime innocenti, adesso è il momento di reagire in maniera unanime e compatta, senza retorica. Urge reagire per porre fine ad ogni azione violenta ed illegale. E’ necessario continuare nell’azione antimafia soprattutto tra le giovani generazioni. Dobbiamo risvegliare le coscienze e tenere sempre alta la guardia. La mafia teme più un maestro di scuola che cento carabinieri, diceva il giudice Caponnetto, l’attentato di oggi ne è la dimostrazione. Nessun colpevole! Nessun colpevole! Nessun colpevole!. Il ritornello della giustizia formale si ripete nelle aule dei tribunali, dove da quasi 40 anni si cerca di scoprire i mandanti e gli esecutori delle “Stragi di Stato”, che hanno insanguinato il nostro paese, procurato morti, feriti e dolore. Che hanno impedito il regolare corso della democrazia in Italia, bloccando per oltre due decenni qualsiasi cambiamento nei vertici del potere politico e istituzionale. Nel profondo di una crisi economica, sociale, politica e culturale, quest’ennesimo schiaffo al popolo italiano suona come una beffa, un insulto alla razionalità e alla “verità popolare. Ricordo e porto nel mio cuore la testimonianza del Beato Papa Giovanni Paolo II “Mafiosi pentitevi, verrà il giorno del Giudizio di Dio”. Alzò la sua voce possente dalla collina di Agrigento contro il maleficio storico che affligge questo Paese che lui amava, questa Paese che lo emozionava per i suoi contrasti, per la sua natura resa matrigna dalla mano dell’uomo, per quegli uomini che sapevano non arrendersi. Ed in ogni occasione seppe toccare tutti noi. Le sue visite furono vissute tra la gente e per la gente, compromesse con le tragedie ed i mali antichi e moderni di questo popolo. Seppe perdonare con dolcezza e tuonare, come Gesù nel Tempio, contro il tumore inarginabile. Abbracciò i genitori del giudice Livatino pronunciando una frase di indiscutibile laicità “Non posso non ricordare i figli d’ Italia caduti per affermare gli ideali di giustizia e di legalità”. Giustizia e legalità su questa terra, ora, in questa vita terrena e non nel regno dei cieli. Un’umana esigenza, poco trascendente, ma dalla quale deve sempre passare la strada per il Paradiso dei cristiani. Grazie al Beato Papa Giovanni Paolo II Giustizia e legalità, ancora una volta e per sempre riaffermate come irrinunciabili valori civili. Ridiede vita al celebre discorso “Sagunto espugnata” che il cardinale Pappalardo aveva pronunciato davanti alla bara di Dalla Chiesa. In questa terra l’Italia che amava seppe essere violento con chi di violenza e sopruso campava, non negò il perdono a chi si fosse convertito nel corso della vita terrena, nulla concesse ai mafiosi che inchiodò con il perentorio “Mafiosi pentitevi, verrà il giorno del Giudizio di Dio” puntando il suo indice accusatorio. Ogni mattina ho l’onore di passare da Piazza della Loggia ricordando piazza Fontana, la stazione di Bologna, a Capaci, oggi Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi arrivederci Uomini e Donne senza verità… ciao Melissa. Perdonaci se quelli della mia generazione non siamo stati capaci di tutelarti.. perdonaci.
    Celso Vassalini
    Brescia 19 maggio 2012.

Lascia un commento