Il Fatto Quotidiano

15 Aprile 2012
Dall’Uomo Qualunque al satiro arrabbiato

di LUCA TELESE

E così, secondo Swg il terzo partito italiano sarebbe quello fondato da Beppe GrilloC’è qualcosa che si ripete in questo movimento tellurico profondo, ancora una volta, nella storia dell’Italia repubblicana. E insieme c’è qualcosa di assolutamente nuovo e inedito.
C’è, nei sondaggi che segnalano una avanzata tumultuosa del Movimento Cinque stelle una sorpresa che non è una sorpresa, perché sempre i media e i commentatori non hanno mai capito da dove arrivava la novità elettorale, il ruggito di protesta, l’invenzione che scompiglia le carte sulla scena. È successo tante volte, e accade ancora, ma la storia si ripete con caratteristiche assolutamente originali: nel momento della sua massima forza, il movimento Cinque stelle sta affrontando la sua prima vera crisi di crescita. Si trova a un bivio fra il salto di qualità e la precipitazione nelle spinte centrifughe.
Nel primo dopoguerra il movimento di Guglielmo Giannini, l’Uomo Qualunque, sorprese tutti conquistando un clamoroso 5, 3 % nelle lezioni del 1946. Partiti con una classe dirigente di prim’ordine, che avevano scritto la Costituzione e giocato un ruolo da protagonista nella Resistenza, come il partito d’Azione, si dissolvevano per mancanza di elettori, e i qualunquisti, invece, con il loro giornale strillato, e le loro parole d’ordine scarlatte, conquistavano un milione 200 mila voti. Pescavano consensi a destra e a sinistra, fondavano l’archetipo della critica alla “partitocrazia”, ma alla fine si sgonfiavano sul nodo cruciale della scelta fra destra e sinistra. Nel 1972 l’onda della protesta gonfiò a soppressa, e per una sola stagione, le vele del Movimento sociale, che arrivò a un clamoroso 9, 00 % al Senato (8. 6 % alla Camera) raddoppiando i voti della elezioni del 1978. Così come rapidamente erano arrivati, quei consensi – all’insegna del celebre “Boia chi molla ” – quasi si dimezzarono, solo quattro anni più tardi, dopo una scissione (quella di Democrazia Nazionale) che aveva portato via la maggior parte delle rappresentanze parlamentari.
Anche le diaspore a sinistra produssero sorprese. Nel 1976 tutti pensavano che la grande sorpresa arrivasse dal cartello della sinistra radicale raccolto sotto il pugno di Democrazia Proletaria. Anche qui c’era un giornale di riferimento – “il manifesto” – anche qui una grande delusione: i tre movimenti insieme presero appena l’ 1, 5 malgrado la grande visibilità mediatica, e il legame con i movimenti. E Gianfranco Pajetta commentò con feroce sarcasmo: “Si sono dovuti mettere insieme in tre per fare un prefisso telefonico”. Era la soddisfazione del partito istituzione che vede fallirel’assalto dei contestatori. L’altra grande sorpresa della storia politica italiana, ovviamente non prevista nemmeno in questo caso fu – nel 1992 – la valanga elettorale della Lega Nord di Umberto Bossi. Nelle elezioni precedenti aveva preso solo uno striminzito 0. 48 %, ma in quell’anno, in cui tutti gli analisti pronosticavano una inesistente “Onda Lunga” del garofano di Bettino Craxi – Bossi e i suoi raggiunsero un incredibile 8. 6 % e ben 55 deputati. Ancora non se ne era accorto nessuno, ma era finita la Prima Repubblica: “I barbari – come scrisse Giampaolo Pansa – hanno fatto cadere l’impero”.
Nel 1994 la sinistra esaltava la sua “gioiosa macchina da guerra ” e la valanga della sorpresa elettorale prese la via del partito di plastica di Silvio Berlusconi sulle ali degli spot martellanti e dei cieli azzurrini. Alle europee 1999, senza che nessuno ci avesse scommesso una lira (tranne loro che vendettero le frequenze della loro radio per finanziare la campagna elettorale) i radicali conquistarono il loro massimo storico con la famosa Lista Bonino: 8. 46 % dei voti e 5 deputati. Solo un anno dopo, alle Regionali quel consenso si dimezzava, per non tornare più. Ma a ben vedere i segnali anticipatori non mancano mai. Per i Radicali fu la campagna Bonino presidente. Per il movimento dei grillini i pesantissimi risultati delle elezioni regionali in Piemonte ed Emilia Romagna dove oggi ci sono 53 consiglieri comunali e due regionali del movimento.
Anche questa volta il consenso del movimento è trasversale. Anche questa volta c’è il successo di un organo di informazione del Terzo millennio, il blog di Grillo. Anche questa volta nel partito convivono un leader carismatico, lo stesso Grillo, e un numero due organizzativo che tesse le fila dietro le quinte, Gianroberto Casaleggio. E quando il movimento ha iniziato a essere determinante, anche il più postmoderno dei movimenti politici ha iniziato a dividersi. Le polemiche sono deflagrate. E proprio nella regione dove si era toccato il massimo dei consensi, l’Emilia.
Andrea De Franceschi, consigliere regionale viene crocifisso sul tema cruciale dei rimborsi elettorali. Poi un altro consigliere emiliano, Giovanni Favia, forse il più efficace dei comunicatori mediatici, viene fatto oggetto di attacchi via web che lo accusano, nientemeno di “Berlusconismo”. Il terzo scossone è l’espulsione di Valentino Tavolazzi consigliere comunale a Ferrara, accusato di voler “partitizzare” il movimento. Poi, Maurizio Pallante economista, scrive il programma dei grillini sui temi dell’energia, ignorando il dibattito accesissimo sul web. E poi se ne va pure lui.
La rivoluzione divora i suoi figli. Il carisma indiscutibile di Grillo talvolta diventa autocrazia. Così il grillismo, se si divide fra il sacerdote Casaleggio e gli eletti, rischia di implodere sul filo del suo traguardo: il trionfale ingresso in Parlamento. Se riesce il salto dalla web-democrazia alla rappresentanza, le Cinque stelle non saranno una meteora, e lasceranno un segno nella storia italiana.

twitter@lucatelese

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13 commenti »

  1. GIAN CARLO Pajetta

  2. Gentile Sig. Telese,
    francamente del partito fondato da Beppe Grillo non me ne potrebbe interessare di meno, piuttosto invece vorrei che si facesse luce su una vicenda “tutta italiana” della quale nessumo sembra intenzionato parlarne. Ci può aiutare lei ?
    http://www.youtube.com/watch?v=pOK5OrYZr5E

  3. Sarò ripetitivo,caro Telese,ma qui,nell’intimità del tuo blog,trovo rilassante postare assieme ai soliti quattro gatti dato che è molto raro leggere commenti beceri,insulsi e sguaiati. A proposito…con questo pezzo,sul forum del FQ,hai battuto il tuo precedente record di un paio di anni fa (324 post sull’articolo “Lazialità”)segno evidente,questo,che quando si tratta di accendere una miccia per bomba ad alto potenziale,sei veramente un asso. Che dire del tuo pezzo?…..onesta costruzione storica,con oneste considerazioni dal tuo punto di vista che hanno scatenato quel popò di bagarre (se poi,con una ricerca più approfondita,andavi a citare quel famoso Partito Della Bistecca,creato da quell’editore fiorentino Corrado Tedeschi,che nel suo programma prometteva 400gm di carne a testa e che si beccò un sacco di voti alle politiche del 1953 senza l’aiuto della “rete”),beh…i fans di Grillo ti avrebbero messo in croce ancora peggio di come stanno facendo,e a maggior ragione,se raccontavi anche il finale della storia di Giannini e della diecina di deputati che portò in parlamento senza voler accennare a maliziose analogie. Per concludere,spulciando tra i post sul tuo pezzo nel forum del FQ,mi sono imbattuto sul nostro amico Renzo C.(oglione)ask Clemente Pastella,ebbene!,siccome,oltre che consigliarti di metterti a dieta, sta mendicando visitatori per il suo “fascioquotidiano”,diamogli una mano per non fargli chiude bottega,sarebbe una perdita inconsolabile!

  4. E’ solo la superficialità degl’Italiani e la loro tendenza a cadere nella rete di qualunque venditore ben attrezzato a decretare il successo (più di stepiti che di fatti, in verità) di un venditore cme il ragionier Giuseppe Grillo. Io di Grillo ho, ahimè, una conoscenza fin troppo personale e ancor di più dolorosa. Chi ha voglia d’informarsi, visto che i media non lo fanno, potrebbe leggersi http://www.stefanomontanari.net/sito/images/pdf/grillo_microscopio.pdf

  5. Nella totale mancanza di alternative che presenta un sistema chiuso come la politica italiana, e nel degrado generale (malcostume generalizzato, corruzione, uso privato di denaro pubblico, candidati impresentabili, leadership mummificate) che porta sempre più a schifare i partiti politici come casta delinquenziale, mi sembra chiaro che il movimento di Grillo possa anzi debba canalizzare il voto di protesta. Non ci trovo nulla di male e Telese hai fatto benissimo a storicizzare corsi e ricorsi della politica italiana. Io personalmente sono indeciso tra l’ennesima astensione e il voto al movimento di Grillo. Un’alternativa incentrata sulla grigia cariatide Bersani non la voterei nemmeno sotto tortura (figuriamoci dopo le schifezze emerse sugli intrallazzi del suo braccio destro), Dipietro è meglio solo a parole, ma sull’uso improprio dei rimborsi elettorali segue la stessa strategia familista di Bossi, Vendola nemmeno lo prendo in conto, Monti sta strangolando l’Italia (rigor montis). Dunque cosa ci resta per esprimere il nostro ribrezzo per la classe politica? Ben venga il movimneto di Grillo se riuscirà a sopravvivere alla crisi di crescita…

  6. Dopo aver letto fino in fondo il suo memoriale,non si può che augurare al dott.Montanari che tutto il popolo di Internet ne voglia prendere conoscenza.Secondo la previsione e l’auspicio del rag.Grillo,la rete seppellirà i giornali e la carta in generale (dopo 5000 anni,ci potrebbe anche stare!) ma il nostro auspicio è,invece,che possa la rete far capire alla massa di giovani abbagliati,la realtà che si nasconde nell’accoppiata Casaleggio-Grillo. Se fosse verità cristallina,è allucinante quello che scrive nel suo sito il dott.Montanari,roba da far drizzare le antenne alla Magistratura.

  7. Anche io vedo qualche parallelismo fra Pannella e Grillo, solo che, anche se con alti e bassi, alcune battaglie dei Radicali hanno aiutato veramente questo Paese a migliorarsi.
    Su Grillo il mio giudizio è sospesto, tra l’altro l’intervento di Montanari fa ancora più pensare.
    In ogni caso non capisco questa ritrosia di Grillo a un minimo di organizzazione. Darsi un minimo di coordinamento non vuol dire creare un partito burocratico.
    Come ho scritto nel mio blog, quello che sta realizzando per adesso è una sorta di democrazia ateniese, che va benissimo a livello di elezioni locali ma va adatta a livello nazionale.
    In ultimo, Grillo sarà pure un mio collega ragionere, ma con i numeri fa qualche errore, parla che M5S sta al 10% e punta a prendere i voti degli indecisi per arrivare al 25-30% così va al governo.
    Al governo si va con il 51% e se non ricordo male il M5S non si allea con nessuno.
    http://www.francescoscolamiero.it/2012/04/grillo-come-pannella.html

  8. Egregio dr. Telese,

    ogni tanto esprimo qualche mia opinione sul blog del suo “amico-nemico” Porro con cui conduce una delle poche oasi d’intelligenza nel mediocre panorama televisivo nostrano.

    Spesso i sondaggi non riescono a cogliere un fenomeno nuovo che si sta affermando nella società e a volte sbagliano di grosso sulle intenzioni di voto rei degli elettori. Questo avviene come anche quando si cerca di stabilire le preferenze del pubblico per un prodotto, un format, ecc. E’ un fenomeno che i marketing manager conoscono ormai bene. I sondaggi danno delle risposte in funzione delle domande che vengono poste agli intervistati. La causa principale degli errori sono proprio le domande, perché i campioni vengono ormai selezionati con metodologie consolidate e l’elaborazione dei dati avviene secondo modelli matematici autoconsistenti.

    Indipendentemente dal modo in cui Swg ha posto le domande, c’è sicuramente un fatto che emerge dai risultati: la gente ha perso ogni fiducia nei partiti e nelle istituzioni. Ciascuno di noi può percepire nel piccolo della sua esperienza la crisi di credibilità nei confronti del mondo della politica e dell’amministrazione pubblica.

    Il vero dramma è che non vedo alcun movimento in grado di costituire un’alternativa seria e credibile. Infatti, il Movimento 5 Stelle, al di la della credibilità nulla del suo leader, avanza proposte nichiliste, conduce campagne di denigrazione collettiva alquanto approssimative e soffre di un atteggiamento sterile sulle questioni chiave dello sviluppo economico del Paese. M5S sarebbe stato bollato da Engels come movimento luddista. Io che mi riconosco in tutt’altro campo lo giudico un movimento autodistruttivo con derive un po’ medioevali.

    Un movimento politico innovativo sarebbe credibile se partisse da quello che dicono i fatti: “l’Italia ha sbattuto duramente la testa contro il muro del limite della espansione del debito pubblico e ora sta sbattendo la testa ancor più duramente contro il limite della massima pressione fiscale sostenibile”. Sbattere la testa fa molto male, lo sappiamo per esperienza diretta. Avere tecnici e politici che “se ne sbattono che noi abbiamo sbattuto la testa” fa rabbia.

    Non basta un messaggio diverso proposto da facce nuove. Servono proposte concrete per uscire dal circolo vizioso della spesa pubblica crescente, quando ormai nessuno fa più credito ad una nazione che sta distruggendo il proprio sistema economico.

  9. Per Guidoriccio

    Sfido chiunque a trovare una sola virgola che non corrisponda a verità in ciò che ho scritto. Se media e magistratura fanno finta di niente è per lo stato di putrefazione del sistema in cui9 stiamo annegando.

  10. Per Francesco P

    Condivido e aggiungo come terzo punto ‘sta sbattendo il muro del limite del suo sistema economico ormai non più competitivo per le sfide globali’.
    Poco per esempio ho letto di Grillo su FIAT e le sue strategie industriali o quello che sta accadendo in Fonsai.

  11. Grillo non mi convince, vuole prendersi il consenso dei leghisti e degli indecisi con i suoi proclami. E’ un affabulatore che sembra debba salvare il paese. Ma penso che non sia in grado di salvare l’Italia. Grida, urla, ma non è sempre portatore di verità. Anche lui come i politici pensa che i cittadini non sappiano recepire i suoi messaggi.. Quando si ascolta una persona, oltre a valutare le parole, occore guardarla in viso e sinceramente non voterei mai il suo movimento. Non mi sento rappresentata da nessuno in questo momento, ma neppure da Grillo.

  12. dopo il mio commento ho letto le note di Motanari. Grillo non mi conviceva prima, ma neppure ora.

  13. a tirare le somme dopo vent’anni da MANI PULITI si puo’ affermare con assoluta CERTEZZA senza faziosita o qualunquismo una sola semplice affermazione : oltre ai LADRI si sono moltiplicati anche i DEFICIENTI di stato ; non c’e’ che dire, proprio un bel risultato.
    Cio’ e’ la dimostrazione che non bastano le intenzioni con la quale si intraprendono azioni giuste e di buoni propositi ; in ogni caso, senza gente con LE PALLE sarebbe meglio non farne di niente

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