Il Fatto Quotidiano

7 Marzo 2012
De Magistris: “Valiamo il 20%”

di LUCA TELESE

Luigi De Magistris, quando ne parla non eccede in prudenza: "Quanto potremmo prendere se ci presentassimo? Non meno del 20 per cento". Quello di cui il sindaco di Napoli parla è ormai noto. Ovvero la presentazione di una lista civica nazionale, collegata al centrosinistra, che possa candidarsi alle elezioni nazionali. Dopo il risultato delle primarie di Palermo, uno degli effetti collaterali, è stato quello di far salire le quotazioni di questa lista. Spiega Michele Emiliano, sindaco di Bari, che assieme al suo collega napoletano è la mente, il vero legatore di questo progetto politico: “Parliamoci chiaro: io, convinto da Bersani sono stato leale alla candidatura di Rita. Ma se serviva una ennesima prova l'abbiamo avuta: tutto quello che i partiti toccano, di questi tempi, anche se è buono diventa ferro, e va a fondo”.

I PRIMI PASSI i civici li hanno mossi senza troppo clamore e i due sindaci del Sud ne sono  stati il trait d'union. Prima una trionfale manifestazione partenopea di cui i giornali nazionali, salvo eccezioni non hanno scritto una riga. Poi una manifestazione nella manifestazione, quando De Magistris e Emiliano hanno illustrato la loro ipotesi dentro una kermesse in un albergone dell'Aurelia che era stata promossa da Sinistra e libertà. Ma è chiaro che il “listone” potenzialmente, può preoccupare non solo il Pd, ma anche Sel e Italia dei Valori, ovvero dei partiti meno strutturati del centrosinistra, quelli che in questi anni hanno attratto il voto d'opinione più eretico a sinistra: d'altra parte Emiliano è il prodotto della primavera pugliese, e De Magistris è il più fortunato innesto di società civile riuscito all'Italia dei Valori. Il ragionamento del sindaco di Napoli però è molto semplice: "Ci sono molti cittadini che sono disposti a votare per il centrosinistra, ma che non si riconoscono nei partiti attuali proprio come è accaduto per le comunali, dove noi primi cittadini siamo riusciti a catalizzare domande nuove e giovani che erano delusi dagli apparati. La migliore prova della nostra buonafede – aggiunge De Magistris è che noi un lavoro da svolgere lo abbiamo già. Non abbiamo ambizioni elettive". Ancora più esplicito Emiliano: “Io voglio fare il legatore di un progetto, ma non ho bisogno di seggi, non vado in cerca di canditature ”. Il suo ragionamento è questo: “La nostra proposta è la risposta migliore al ricattuccio di chi vorrebbe andare al centro, rompere la coalizione, e abbandonare la sinistra. Noi portiamo i voti che servono a vincere”.

PUÒ REPLICARSI il modello dei comuni? La lista De Magistris a Napoli ha eletto più di metà dei consiglieri mentre a Bari portò a casa il 17%. Aggiunge ancora Emiliano: "Vogliamo dirla tutta? A sinistra, oggi, nei partiti, c'è un pezzo di ceto politico che si considera decisivo ore le sorti della patria, ma che se sale su di un palco viene coperto di fischi. Io voglio spiegare a Bersani che noi possiamo portare una trasfusione di sangue e vita a tutta la coalizione”. E qui si arriva al nodo decisivo? Chi dovrebbe selezionare i candidati. I due sindaci hanno pensato a un meccanismo semplice ma sicuro: quello di venti saggi che vagliano i nomi e le liste in modo disinteressato facendo da garanti al processo. E chi dovrebbe prendere parte alla partita? De Magistris pensa ai movimenti, Emiliano ha sondato anche il leader della Fiom Maurizio Landini. Il primo a ipotizzare questa ipotesi Paolo Flores d'Arcais aggiunge: “Ci dovrebbero essere personalità del calibro di Ciotti, Don Gallo, Caselli”. Flores non è andato a Napoli,non è ancora coinvolto nel progetto, ma aggiunge: “L’orribile porcellum, tra tanti difetti ha un pregio. I voti che vengono presi dalla coalizione, anche se non raggiungono in quorum non vanno persi. Questo per chiarire che, a parte l'obiettivo ovvio di un progetto comune, anche più liste porterebbero più voti”. Finora Pier Luigi Bersani è perplesso, e anche Nichi Vendola e Di Pietro temono una concorrenza. Ma a essere decisivo, sulla praticabilità del progetto, per i motivi che dice Emiliano, per paradosso, sarà soprattutto un fatto politico: e cioè la sopravvivenza o meno delle coalizioni imposte dal porcellum.

twitter@lucatelese

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5 commenti »

  1. In parole povere, questa sinistra: PD-IDV- SEL e varie company, si stanno auto distruggendo con le proprie forze, “primarie docet”, e va da se che alle prossime elezioni – se ce ne saranno ancora…- si presenteranno spezzettati in vari piccoli gruppuscoli senza un vero capo carismatico. Ovviamente, questo segnerà la sepoltura politica dei camaleontici partitini nati sulle rovine del vecchio PC, già da molti anni in agonia, pur se i suoi delfini: Porodi, Bersani, Dalema, Franceschini, ecc. ecc., tentavano disperatamente di rianimarlo con la respirazione bocca a bocca.
    Riguardo il terzo polo di Casini, ora che c’è burrasca in famiglia – vedi gli ultimi arresti-
    è destinato a perire miseramente come immagine dato che gli italiani continuano a tenere fede al vecchio detto: “vai con lo zoppo ed impari a zoppicare. ” E lui, Casini, parte dello zoppo, l’ha persino sposata… Non fosse una tragedia, ci sarebbe persino da ridere vedendo che non se ne salva uno dei nostri politici, annessi e connessi!
    Non so se corrisponde a verità, ma mi hanno detto che Garibaldi, a forza di rivoltarsi nella sua tomba, si sia ridotto ad uno stecchino, trasparente.

  2. Sarei favorevole a questo progetto, dal momento che i partiti di sinistra non mi convincono (il PD mi fa letteralmente vomitare). Chissà che non arrivi una proposta nuova da una lista di questo genere. Spero la facciano.

  3. con uno come maurizio landini , da italiano, mi sentirei protetto in una botte di ferro , ……quasi come gli operai della fiat !!!!…………….comunque per fare un po di “ammuina” va bene una opposizione cosi’…………..forza ragazzi !!!!

  4. L’esito delle ultime primarie èalermitane dimostra che l’investitura del PD (anche se si tratta di una bravissima persona) equivale al bacio della morte. Candidare Bersani a premier significa duqnue perdere le elezioni in via automatica. I partiti sono al minimo storico a livello di popolarità, credibilità, speranza. Ben venga la lista civica, altrimenti vincerà Monti e la sua lista Ammazza Italia (stile Accoppa Grecia).

  5. Quella che propone De Magistris, ma forse anche Grillo, è una sorta di democrazia ateniese. Ma la storia ci ha insegnato che questo tipo di architettura va bene per le città, infatti oggi ha molto successo per le elezioni dei Sindaci dove prevale il carattere amministrativo ma difficilmente può valere per il livello nazionale dove conta di più l’aspetto politico (cioè scelte di politica economica, fiscale, estera, ecc).
    E questo è insito nelle stesse parole di De Magistris, possiamo arrivare al 20%, ma con il 20% non governi, Ti dovrai sempre alleare e quindi sempre politica dovrai fare, la lista civica sarà una sorta di partito light (già sentita) ma niente di diverso sostanzialmente da quelli che già esistono.
    Il Sindaco è diverso perchè non è necessario che la lista civica che lo appoggia ottenga la maggioranza, in quanto riceve una investitura diretta.
    Il problema è un altro, Tangentopoli ha eliminato i partiti invece che gli uomini, che tra l’altro sono tutti lì.
    Non sembra strano a nessuno che in tutti gli altri Paesi i partiti ci sono e le liste civiche sono marginali.
    La verità è un’altra e molto semplice, i nostri politici non sanno fare politica, nel senso di governare il popolo, o rubano o fanno le primedonne, o entrambi

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