Il Fatto Quotidiano

6 Marzo 2012
La fatica della democrazia

di LUCA TELESE

La verità è che le primarie non vanno né santificate né demonizzate, ma semplicemente fatte: ogni volta che si celebrano, finiscono per stravolgere i parametri sempre più astratti della politica, fanno irrompere in scena il peso del consenso, la fatica del voto, il sudore della politica e la terrificante necessità del carisma, persino nelle pietrificate salmerie di centrosinistra. C’è stato un solo caso in cui le primarie non hanno funzionato, finora: a Napoli, con il loro corredo grottesco di manipolazioni e cinesi in fila. Il problema però non era lo strumento, ma – come è noto – la sinistra napoletana: non le regole, ma il fatto che fossero violate. A Palermo si riconta come in Florida, ma la domanda è: Fabrizio Ferrandelli ha giocato pulito? Se la risposta è sì, le chiacchiere stanno a zero. Gli elettori non hanno detto sì o no alla “foto di Vasto” o al “governo Monti” (figurarsi) ma solo mostrato, plasticamente, che due quarantenni pieni di talento sono – come in tutto il mondo – più vitali di una figura nobile e degnissima. Rita Borsellino aveva un seguito imponente sulla carta, ma aveva già corso (e perso) addirittura in un’altra era geologica. E Bersani adesso viene messo nel tritacarne dai suoi stessi compagni di partito che lo accusano di non azzeccare un cavallo vincente. I politici italiani, essenzialmente autoreferenziali, credono che basti l’aritmetica delle sue formule per chiudere le partite. Invece è il contrario: vince Vendola anche se l’establishment è contro, vince Pisapia malgrado sia considerato male dagli oligarchi, Zedda malgrado sia outsider, Fassino e Merola perché si mettono in gioco, vince Doria proprio perché sembra un eroe di Frank Capra. La breve storia di questi anni ci dice due cose. La prima: chi ha vinto le primarie, violando la “prima legge di D’Alema” ha vinto anche le “secondarie”. La seconda: i diktat delle nomenclature, che un tempo facevano le fortune dei brocchi, oggi sono una garanzia di successo per tutti coloro che le contestano. Solo a Torino (e forse per via dell’assenza del candidato naturale della sinistra) una maggioranza sulla carta si è rivelata tale nella realtà. Ci sono voti “estranei” nelle primarie? Certo. Finché non si fanno le leggi e non si istituzionalizzano gli albi, sono parte del gioco. Infine la cosa più importante: mentre si manovra per passare dal porcellum all’ultra-porcellum (con due sbarramenti!) le primarie sono l’ultima occasione che ci è rimasta per contare. Scusate se è poco.

twitter@lucatelese

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2 commenti »

  1. rita borsellino , nando dalla chiesa…………………ma come si fa a sfruttare l’assassinio di un proprio caro per fare carriera ??????…………….senza questi tragici episodi, quale sarebbe stato il destino di questi parenti “intraprendenti” ?????

  2. Le primarie sono uno strumento da difendere e migliorare. Un sistema di identificazione migliore degli elettori del PD e’ una delle cose da fare, un’altra e’ pretendere totale trasparenza sui soldi spesi in campagna, come la lista degli sponsor. Ma queste cose non devono essere pubblicate in oscuri luoghi nascosti, devono essere alla portata di tutti. Poi in situazioni dove la criminalita’ organizzata (cioe’ tutta l’Italia) ha capacita’ di parziale controllo del territorio la paura che il voto sia pilotato in un modo o nell’altro e’ notevole. Instituire forti garanzie contro infiltrazioni e regie occulte e’ purtroppo fondamentale per promuovere l legittimita’ del processo. Ma bisogna anche cominciare a pretendere che i cittadini possano influenzare direttamente i partiti su questioni cruciali e questioni dove i notabili di partito sono in conflitto di interesse come la legge elettorale. In questo senso segnalo l’experimento di Doparia Online che sta per partire in un’area del PD. Il PD ha fatto tante cavolate, le aree del PD passano piu’ tempo a scannarsi fra loro che altro, il fatto che un’area si metta in gioco e apra la formulazione del suo programma a tutti coloro che sono interessati mi sembra interessante. Magari finira’ in niente, magari no. Questo e’ il sito http://franc2.mit.edu:8000/ci/pd-enroll

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