Il Fatto Quotidiano

25 Febbraio 2012
Landini: “Le promesse Fiat erano tutte balle”

di LUCA TELESE

Questa intervista di Sergio Marchionne contiene molte falsità. Ma soprattutto una notizia grave, che non dovrebbe preoccupare solo noi, ma tutti gli italiani: la Fiat pensa di chiudere due stabilimenti”. Maurizio Landini ieri ha compulsato riga per riga quello che Marchionne ha detto al Corriere della Sera. Due pagine piene di messaggi in codice. Il leader della Fiom la considera “un punto di non ritorno”. Landini, perché è così preoccupato? Perché tutto quello che la Fiom ha detto per anni, spesso in solitudine, si sta purtroppo realizzando. Si riferisce alla produzione? Cominciamo con il dire che Marchionne non ha parlato in un giorno a caso. Ma quando i giudici hanno detto che tre lavoratori licenziati ingiustamente vanno reintegrati. Dice che l’ad ha provato a oscurare la vittoria di Barozzino e dei suoi compagni, con l’azienda che ora si rifiuta ancora di reintegrarli? Non so. Ma di sicuro c’è un fatto: è la quarta volta in un anno e mezzo che la Fiat viene condannata per comportamenti antisindacali! E per di più per vicende diverse e da tribunali diversi: penso al reintegro ordinato a Torino per il licenziamento ingiusto dell’impiegato Pino Capozzi. Vuol dire che sono eventi collegati? Ovviamente sì: c’era un disegno preciso: avere in fabbrica solo i sindacati che piacciono alla Fiat e intimidire gli altri. C’è riuscita? Può riuscire se in questo paese il governo non si rende conto che deve intervenire per ripristinare la rappresentanza. Dice Marchionne che voi fate politica. Mi diverte molto che il dottor Marchionne, che è appena uscito dalla Confindustria, ieri sponsorizzava il suo candidato, Bombassei: l’unico in campagna elettorale per ora è lui. Lei non lo sopporta, dica la verità. Affatto. Trovo pericoloso che metta in discussione la rappresentanza sindacale, questo sì. Lui dice che a Pomigliano non ci sono discriminazioni per voi. Un’altra bugia: il fatto che invitino gli operai a stracciare la tessera è apparso su tutti i giornali. Quindi Marchionne mente? Non c’è un solo iscritto Cgil su 2000 assunti. Questo è un fatto, punto. E sul piano industriale? Leggendo l’intervista incalzante di Mucchetti la cosa più preoccupante è che il piano Fabbrica Italia non esiste più. Non lo dice esplicitamente. Dice che il mercato non è più quello che aveva previsto, dice che in Italia non venderà più un milione e 400 mila auto. Non parla più dei 20 miliardi di investimenti! Colpisce più voi o più Uil e Cisl? Chi ha firmato contratti adesso sa che ha messo il suo sigillo su cambiali in bianco. E poi? In quattro mesi è scomparso un altro stabilimento In che senso? Presentando la nuova Thema Marchionne disse: è venuta meno la produzione di uno stabilimento. Adesso parla di due. Se segue questo ritmo a giugno non c’è più nulla. Ma il governo non ha nulla da dire? Però Marchionne dice che se vende in America si salvano… Ha chiuso Termini dicendo costava troppo attraversare il Tirreno. Adesso pensa che le Punto devono attraversare l’Atlantico? Per lui l’accordo sul gruppo Fiat è valido perché votato dagli operai. Altra balla! Hanno votato 6 mi-la su 80 mila! E ci sono 20 mila firme che chiedono un referendum su questo contratto. Perché non lo fa se è così sicuro? Pensa di vincerlo? Io mi limito a osservare che con 20 mila firme che lo chiedono, quelli che non vogliono farlo sono loro. È arrabbiato perché Marchionne dice che con Rinaldini, suo predecessore, si trattava meglio? Fa assolutamente sorridere. Abbiamo condiviso tutte le scelte: solo in questi anni non ha accettato di vederci. È lui che ha cambiato stile e modi, non noi. Ma lei ci parlerebbe? Anche domani. Temo che si sta preparando a fondere il gruppo in cui la Chrysler è il vero baricentro e l’Italia solo un’appendice. Non crede di dover dialogare con Uil e Cisl? Ho già proposto a loro di far votare i lavoratori sul contratto. Se loro lo accettano io sono disposto a fare un grande accordo per la democrazia sindacale. Non è colpa mia se si rifiutano. Lei sa che per loro il referendum è un boccone amaro… Io non lo voglio fare perché sono certo di vincerlo. Io voglio farlo perché è giusto. E se lo perdesse lei firmerebbe il contratto, Landini? La mia organizzazione, quando i referendum si svolgono senza ricatti, ne rispetta sempre il verdetto. Ma siccome questa possibilità non ce la danno il 9 marzo saremo in piazza San Giovanni, per difendere il lavoro. 

twitter@lucatelese

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4 commenti »

  1. Ma questo Landini, ci è o ci fa? Da sempre la FIAT ha fatto il bello ed il brutto tempo in Italia e lui seguita a ripeterci manchevolezze dell’azienda Auto come se fossero delle novità… Tutti uguali, questi sindacalisti! La notte pregano che i padroni si inventino qualche angheria per poi, di giorno, attaccarli tanto per far vedere agli allocchi che loro servono a qualcosa, che lo stipendio – e che stipendio – che guadagnano per gridare -al lupo – lo meritano. Ma non sarebe meglio eliminare tutti questi mangia soldi a tradimento ed eleggere ogni qual volta ce ne sia bisogno un rappresentante lavoratore dela stessa azienda, sempre diverso – per evitare intendimenti o persecuzioni – in modo che faccia solo gli interessi di tutti i lavoratori? Sarebbe bene fare una specie di primarie -qualora ve ne sia bisogno- in modo che siano gli stessi operai ed impiegati a stabilire chi meglio li rappresenterebbe, “una tantum”. Comunque vadano le cose, a mio modesto parere, i sindacati sono finiti; avranno ancora poca vita…, per fortuna!

  2. Caro,vecchio,camerata Tenna,mi mancavi !…torno ad intervenire,e mi cospargo il capo di cenere per non averti,un tempo,ritenuto all’altezza dei nostri ideali. Leggo finalmente nel tuo post,quel guizzo di orgoglio che fu dei bei tempi di quando c’eravamo noi ! Giusto!…che ci stanno a fare i sindacati? i nostri padri avevano risolto il problema nel modo più semplice e salutare: facevano un bel falò delle sedi dei rossi,poi,disgraziatamente,ci fu la guerra e il dopoguerra,e la piaga tornò più infetta di prima. Poi,nel 1947,Vittorio Valletta (il nostro Marchionne di allora) sembra abbia detto:”estirperemo questo cancro dall’azienda”. Beh…purtroppo lui non ci prese…vuoi vedere che tu ci hai visto giusto?…se la tua previsione si dovesse concretizzare,stai certo,passerai alla storia!

  3. Al di là di tutte le tue reminescenze storiche fasciste, caro da Fogliano, la penso come Valletta e Te, sui sindacalisti, il cancro politico che i lavoratori italiani da sempre si portano appresso… La mia non è una previsione, soltanto un concreto ragionamento che mi porta a pronosticare una fine indegna per questi mangia soldi a tradimento. La storia non si ripete mai, aiuta gli uomini a migliorarsi, ad evolversi, anche se talvolta non nel modo più ottimale!
    E per favore, evita di ritenermi un Camerata, visto che io seguito a ritenermi un degno figlio di un valoroso Partigiano…, ormai Fu da anni!

  4. Caro camerata Tenna (tanto non ci legge nessuno…siamo superati di due articoli,per cui,la questione è fra te e me e possiamo dire tutte le bischerate che vogliamo). Voglio dire…perchè te la prendi se ti dò del “camerata”?…non c’è mica da vergognarsi. Tu auspichi l’abolizione dei sindacati,ma è facile dirlo a parole,la realtà è che questo sarà una gara dura,fin tanto non comparirà all’orizzonte l’uomo della provvidenza,l’uomo solo al comando,per esempio,un bel generale che sia più furbo di quel De Lorenzo del 1964 che,invece,mandò tutto a tarallucci e vino,prima di cominciare il lavoretto. Dai….non accontentiamoci di sperare…sono le certezze,invece,che rendono grandi gli uomini. P.S. non mettiamo di mezzo i padri…purtroppo non ce li siamo scelti,….anch’io,avessi potuto,me lo sarei cercato tra i ragazzi di Salò,invece che tra quei coglioni che si spezzavano la schiena in miniera per risollevare la Patria !

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