Il Fatto Quotidiano

22 Gennaio 2012
Cronaca di un liberalizzato

di LUCA TELESE

Driiìnn. Il citofono suonò di nuovo. Maria urlò dal corridoio: “Scetticcooo!!! Sono di nuovo quelli dell’Acea!”. Era già la terza volta in tre mesi. “Stavolta tocca a te accoglierli!”. Scettico Tecnicorum era un po ’ seccato. Stava uscendo per la spesa e ormai quel rito del cambio contratto lo aveva stufato: prima era arrivato un venditore di una compagnia che si chiamava Drago Rosso e gli aveva proposto un contratto per passare da 2 centesimi di euro al metro cubo, a un centesimo. Poi era arrivato uno della compagnia Blue Power e gli aveva proposto uno sconto a 0, 9 centesimi. Poi il primo venditore dell’Acea che offriva una tariffa modulata su fasce orarie da 0, 6 a 1, 2 centesimi. Poi di nuovo Drago Rosso con l’offerta forfait una tantum. Adesso erano di nuovo quelli dell’Acea. C’era un solo problema. Ogni volta, quando arrivava la bolletta, strane misteriose voci che dallo studio attento delle polizze proposte non erano emerse, facevano sì che il costo fosse addirittura superiore a quella pre-liberalizzazioni. Adesso l’addetto si difendeva così: “È vero, tutte le tariffe sono aumentate mediamente del 20 per cento. Ma senza le liberalizzazioni sarebbero aumentate di più. Adesso io le propongo una night and day …”. Taxi commission, che flop Scettico Tecnicorum, cinquantanni, architetto, dopo un anno di privatizzazioni non sapeva ancora cosa pensare della Grande Rivoluzione che si era abbattuta sul Paese in quei 12 mesi. Il suo partito non gli diceva più nulla. Chiamò un taxi che arrivò a 3 minuti e di nuovo si verificò il rito della consueta rissa tra tassisti: “Guardi che lei ha chiamato me, non lui!”. E giù botte. Un classico. I turni erano stati liberalizzati, ma le licenze no. Dopo tre mesi di lavoro l’Authority competente aveva deciso di istituire una commissione sindacati-Comuni-ministero, che poi aveva preparato una bozza di proposta, che poi era uscita in anteprima sul Corriere della Sera, che poi era stata smentita dal sottosegretario Antonio Catricalà, che poi era stata approvata dal ministro competente, e che infine era stata varata in forma sperimentale e congelata in attesa degli studi di settore. Scettico prima di salire sul taxi aveva però celebrato il suo rito mattutino, comprando due quotidiani a 2, 40 da Max, il suo edicolante di fiducia. Se li avesse presi al supermercato avrebbe speso 40 centesimi di meno, perché c’era lo sconto, ma preferiva fare così per impedire che Max soccombesse, visto che era pressato dalla nuova concorrenza di altre due edicole spuntate come funghi sul lato lungo della piazza: erano gestite da due indiani molto simpatici, erano sempre aperti, che però non conoscevano bene la lingua e non trovavano mai le sue riviste preferite di modellismo industriale. L’apprensione per Max gli era venuta quando aveva chiuso la libreria di fronte casa. Era un piccolo negozietto dove lui era cresciuto, una delle tante cartolibrerie degli anni Sessanta, l’ultima eredità del boom. “Perché gettate la spugna?”, aveva chiesto al vecchio Pietro. E lui, toccandosi la barba bianca: “Vedi, Scetti, dei primi dieci libri in classifica, che ho dovuto prendere, non ne ho venduto nemmeno uno. E sai perché? Perché da un mese sono in offerta al supermercato con lo sconto al 30 %. É tutto libero, tutto regolare, ma loro pagano tutto con i mega-sconti degli editori, a noi ce li danno allo stesso prezzo a cui li vendono loro. Come facciamo ad assortire il catalogo dei libri che si vendono meno se non possiamo guadagnare da quelli che vanno di più?”. Suo figlio Enrico, giovane avvocato, era completamente immerso nella guerra delle tariffe. Per i grandi studi non era cambiato nulla, se non la difficoltà dei preventivi, che nel caso del processo penale erano praticamente impossibili (se vieni assolto, se patteggiamo, se si sentono altri testimoni … Era come giocare al totocalcio). Per Enrico, invece, era cambiato tutto, perché per prendere clienti accettava qualsiasi lavoro a qualsiasi prezzo, e restava sveglio tutte le notti a preparare le sentenze. Benzina letale Era meglio, era peggio? Suo figlio guadagnava di meno, ma il sottosegretario, in televisione disse: “Senza questo provvedimento avremmo avuto meno posti di lavoro”. L’assegnazione delle frequenze delle tv era stata congelata per tre mesi, poi per altri tre, e alla fine non aveva prodotto nessun gettito. Le assicurazioni, malgrado i preventivi obbligatori continuavano a fare cartello. La benzina invece era calata: ma le accise imposte dal governo erano salite ancora, per pagare le spese del crollo di Pompei. Scettico andò a tagliarsi i capelli e trovò la parrucchiera Tina entusiasta: “Ma ti rendi conto che prima delle liberalizzazioni dovevamo essere sempre chiusi, e adesso, con l’offerta fatti-la-piega-ed-esci per le signore stiamo facendo incassi d’oro?”. La concorrente di Tina, invece era fallita. L’American Express no! Appena finito il taglio Scettico porse la sua carta di credito alla titolare, e quella improvvisamente si rabbuiò: “No, ti prego, la American Express no. Mi prende il 4 % di commissione, preferisco farti lo sconto!”. Intanto l’articolo 18 era stato congelato per tutti i nuovi assunti e sospeso per un anno solo per gli ultrasessantenni, in via sperimentale. Scettico si consolò con il fatto che il cugino di Enrico, Gianfranco, era riuscito a diventare notaio, e adesso praticava tariffe competitive per i rogiti. Ma quando andò in banca e il direttore della filiale gli spiegò che il mutuo l’avrebbe potuto avere solo al 6 per cento e che era necessaria la sua garanzia, perché quella di un giovane avvocato non bastava: “Peccato”, pensò fra sè e sè. L’appartamento Enrico non lo può comprare. Alla fine, la grande battaglia di idee sulle liberalizzazioni finì. E non rimasero né vincitori, né vinti, né idee. Forse era meglio quella contro l’evasione? L’avrebbe voluto chiedere al segretario del suo partito. Quello che beveva birra e preparava i discorsi dentro i bar. Lesse sul giornale che era impegnato in un vertice con il segretario del partito di centro, e quello del partito di destra, tutti convocati dal premier. Se non altro, il governo tecnico, continuava a occuparsi dei disoccupati. 

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12 commenti »

  1. Carissimo Luca, il Vs. programma “in onda” mi piace, è interessante. Però, proprio come quel segretario di partito che aveva troppi impegni e non poteva occuparsi di loro, anche Voi , alla 7, usate esattamente lo stesso sistema di non ascolto verso i famosi “non notiziabili” ossia verso “I RADICALI”!!!Sarebbe bello che tu e Nicola Porro rendeste visibili anche noi Radicali e faceste conoscere anche il ns. punto di vista “IN ONDA”!!!
    Un caro saluto a te ed a Nicola “In Onda” stasera!!!

  2. sempre la stessa roba…credo che valga molto di piu’ MONTI CHE NON QUEL BBbbbburattinaio che pensava solo a se stesso . io vedo questo governo come…. si faccia prima il palazzo e gli appartamenti e pian piano li arreda…invece gli italiani sono abituati ad andare direttamente nel palazzo,nella casa e trovarla tutta arredata .Tutti si mettono contro tutti ,ma Monti vedo che viene rispettato anche all’estero non come il BBbburattinaio che raccontava barzellette.Dobbiamo solo aver pazienza e poi si prenderanno anche i ricchi,perche’ se ci gettiamo subito ai ricchi loro fuggono con i loro capitali e noi fregati saremo. poi insisto ancora di far dire sempre e….lo sai far dire che l’ICI/IMU del Vaticano che esso rimettera’ a posto i pensionati morti di fame….saluto a stasera “” IN ONDA “”

  3. Gentile dr Telese, ho già avuto il piacere di conoscerla al Salone del Libro nel 2011, dato che stimo molto la sua lettura e la seguo anche in tv. Approvo quanto ha scritto sulle liberalizzazioni, che incrementano sempre e solo i grandi gruppi. Da anni lavoro in un tempio commerciale, sempre aperto, e ho visto tante colleghe licenziarsi per non riuscire più a reggere pesanti turni e per chi ha potuto farlo, licenziarsi per il Bene dei figli piccoli e della famiglia. Si è dato lavoro a tanti giovani con contratti week-end festivi e a t det e noi da anni, lavoriamo si a t ind, ma con contratti pt di 20, 24 h, tranne qualche collega maschio e i capi, che hanna il tempo pieno. E’ pur vero che devono lavorare i giovani, ma che ne sarà di noi, a cui stanno tagliando, un pò per la concorrenza, un pò per impiegare gli apprendisti domenicali, le ore domenicali che ben o male aumentavano un pò lo stipendio, che in passato abbiamo già dovuto accettare tale contratto pt pur di lavorare, ma con che futuro ? La maggior parte di noi, tranne la scrivente etc.., si è rassegnata a tale situazione, alla prepotenza e derisione da parte dei capi che invece lavorano il triplo di ore. Mi chiedo dove esista la dignità in questo contesto lavorativo, e come si possa vivere con un pt di 20 h se la domenica viene data ad altri colleghi domenicali. Mentre il grande tempio commerciale si espande sempre più sul territorio, noi non viviamo ma sopravviviamo!! E’ vergognoso, per cui la pregherei , data la sua professionalità e il suo ruolo,
    di far luce anche su questo aspetto lavorativo ed inoltre tanti negozi, seppur aperti la domenica, non potranno mai competere con i grandi templi della distribuzione! La saluto fiduciosa

  4. le liberarizzazzioni sono come il colosseo nell’antica roma : fanno divertire di piu’ gli spettatori , e fanno combattere con belve piu’ feroci quelli gia’ condannati ………..
    In realta’ nulla hanno a che vedere con la risoluzione dei debiti degli stati, della crisi della finanza che ricade su di essi e quindi sui propri cittadini.
    La finanza a cortina ( i controlli si potrebbero fare sempre), le liberarizzazioni, sono solo argomenti per distogliere il vero nucleo del problema italia, nel frattempo pero’ funzionale a creare un tam tam mediatico a livello internazionale che attesti l’operativita’ del governo monti ( in pratica , FUMO)

  5. altro esempio che mi sembra calzante, visto anche l’attualita’ :
    monti e’ come il comandante di una nave che affonda, gia’ pronto sulla scialuppa con i suoi ufficiali (i politici), ordina ai passeggeri di dare a lui i loro averi ( ulteriori tasse) che li custodira’, ed infine per distoglierli dall “esproprio” appena effettuato gli grida ” ognono si salvi come meglio crede” ( le liberarizzazioni )

  6. Ciao Luca,
    gli avvocati scrivono le memorie, gli atti di citazione o le comparse conclusionali, ma le sentenze no perchè è reato … beh qualcuno ci ha provato ma poi l’hanno beccato ;-)

    Ho il dubbio che le liberalizzazioni di taxi, edicole, ecc, hanno uno scopo ben preciso, concentrare il fuoco della protesta e dell’attenzione pubblica su qualcosa che al governo tecnico in fondo, in fondo importa poco e distoglierlo dall’altro grande obiettivo, vendere i pezzi pregiati della nostra economia.

    Perchè alla fin fine se i grandi hedge fund, fondi di private equity e merchant bank non speculano sui nostri BTP su qualche altra cosa devono pur guadagnare, no?

    E’ il vecchio adagio, tu fai una cosa per me e io una per te.

  7. Il decreto sulle liberalizzazioni appena varato dal governo è tutt’altro che esente da critiche, non ultima quella di mancanza di coraggio. Tuttavia alcune accuse mosse in quest’articolo mi sembrano veramente paradossali, perchè in realtà non sono mai mosse dal consumatore-tipo: è o non è un vantaggio il fatto che (nella situazione raffigurata) io possa comprare un quotidiano spendendo di meno ? E’ o non è un vantaggio che il grande studio legale sia obbligato a farmi un preventivo (e se è difficile per loro farlo, tanto peggio per loro, non è certo un mio problema) ? E via discorrendo…mi rendo conto che in questo modo tanti piccoli soggetti rischiano di chiudere, e questo è sempre un dramma, beninteso. Ma quando si introducono delle iniezioni di mercato nella società è purtroppo inevitabile che sia così; il capitalismo è una bestia selvaggia, non dimentichiamocelo; purtroppo però fino ad ora non abbiamo trovato un’alternativa migliore. E’ (spero) solo un primo passo, e come tale è insufficiente; ma è comunque più di quello che hanno combinato i governi di centrosinistra (ebbene si) e di centrodestra (ma questo era scontato) degli ultimi anni, piaccia o no; poi naturalmente ci sarà da vedere come questo decreto uscirà dal Parlamento, e temo che ne possa uscire stravolto, perdendo così tutta la sua (non tantissima) forza d’urto. Poi, se qualcuno vuole tenersi un mercato bloccato ed incrostato da mille corporazioni, faccia pure; ma, possibilmente, ci usi la cortesia di espatriare per non rovinare la vita a quelli che rimangono.

  8. riccardo

    le liberarizzazioni che propone monti non sono per ” il bene dei consumatori”, ma bensi’ per accrescere il numero di determinate attivita’ , facilitando l’ingresso di disperati disoccupati pronti a cannibalizzarsi fra di loro .
    ti faccio un esempio : e’ come se alla fiat azzerassero tutti i contratti degli operai e si mettessero all’asta i posti di lavoro ; il vincitore sarebbe chi si propone di lavorare di piu’ a meno stipendio…………………………..
    LE LIBERARIZZAZIONI VERE A FAVORE DEI CONSUMATORI SI FANNO A MONTE, NON A VALLE FRA LA “POVERA” GENTE ( prova a facilitare l’apertura di case farmaceutiche, non le farmecie, prova a liberalizzare gli importatori di petrolio, non i benzinai)

    come mai negli anni 60 i consumi erano un terzo ed eravamo una economia in espansione, ed invece, oggi nonostante la crisi, i consumi sono il triplo e siamo una economia in recessione????…….invece di fare i professori, forse, bisognerebbe fare i conti della “SERVA”

  9. @la zanzara

    In merito al tuo discorso, non privo di ragioni, rilevo soltanto che ho citato un paio di casi in cui i vantaggi per il cittadino-consumatore ci sono. Poi, ripeto, si poteva fare di più, ma se lo consideriamo come un inizio direi che si può essere soddisfatti. Un’ultima cosa: non so se tu ti riferisca a me quando scrivi “invece di fare i professori”; siccome io non credo di aver usato un tono supponente (ma se mi si dimostra il contrario sono pronto a scusarmi)non penso sia così, ma è sempre meglio accertarsene, in modo tale da correggere i propri comportamenti.

  10. riccardo

    non mi riferivo certamente a te, mi scuso se mi sono espresso in maniera equivoca in merito………………..intendevo che con i problemi reali che abbiamo, le liberazioni, secondo me, lasciano iltempo che trovano, in questo momento

  11. @la zanzara

    Non c’è bisogno che ti scusi visto che non ero io il destinatario della tua frase; grazie piuttosto per la tua cortesia e la tua educazione.

  12. Sei un conservatore, non vuoi cambiare niente. Perchè io non posso essere libero di comprare su amazon risparmiando il 30% e coi soldi risparmiati comprare altro o divertirmi o tenerli in tasca? idem discorso per il resto: perchè per comprare casa devo spendere una cifra di soldi di rogito notarile mentre ad es. in Inghilterra mi costa molto ma molto meno lo stesso rogito? allora dovresti andare fino in fondo al tuo discorso conservatore: eliminare il giornale in formato pdf che fa concorrenza spietata al giornale cartaceo dell’edicola. Anche questa è liberalizzazione, in un certo senso. Però questo ti va bene mi sa.

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