Il Fatto Quotidiano

6 Novembre 2011
“Vattene ad Arcore”, il sabato nero di Renzi

di LUCA TELESE

I fischi? Matteo Renzi ci ride sopra: “Oddio i fischi…”. Le contestazioni? “Suvvia, ci sono state sì. Peró avete visto che in fondo mi é andata bene? Non c’é stato nemmeno un vaffa…”. Un altro avrebbe negato, qualcuno si sarebbe buttato giù, lui no. Ieri in piazza san Giovanni il sindaco di Firenze era quasi euforico, comunque al centro dell’attenzione, insieme dileggiato e acclamato, baciato dalle signore, applaudito dai fan, fischiato da qualche indignato, terribilmente consapevole di essere nel suo momento di protagonismo mediatico assoluto, e guardato persino con invidia dagli altri dirigenti. Lui non ha occhi che per Roberto Vecchioni: “Ti ricordi? Ci siamo conosciuti che ero in provincia”. E il cantautore: “Ne hai fatta di strada Matteo!”. Botta e risposta Le contestazioni che arrivavano dai militanti erano tutte unite dallo stesso segno: “Dì qualcosa di sinistra”, gridava una signora, “Sei un comunista di destra!” si arrabbiava un signore con in tasca l’Unità, “Vattene ad Arcore!”, aggiungeva un altro. Non si era mai visto qualcuno che raccoglie fischi e applausi insieme, ma lui ormai é così. Finche Renzi – che come é noto ha il suo caratterino – si è fermato per un fitto scambio di battute con un capannello di persone che lo avevano apostrofato. Alla signora Eleonora che le ha detto: “Sei un populista come Berlusconi!” ha risposto: “Possiamo avere due idee diverse?”. Quindi, scortato dal servizio d’ordine, é entrato nell’area dietro al palco. E qui ha iniziato il suo show assediato dai giornalisti: “È naturale che ci siano discussioni – ha detto – questa è casa mia come anche di chi contesta e ciascuno ha il diritto-dovere di dire ciò che pensa”. Scarpe nere a punta, pantaloni stretti a cicca, vestito nero lucidissimo dello stilista fiorentino Scervino: “Ohé, faccio sempre pubblicità alla mia città, che devo fare?”. E quindi Battute a raffica, citazioni ad personam per tutti i giornalisti, un battaglione di telecamere che non lo perde d’occhio a partire da quella di Zoro, che gli dice: “Andiamo a sfrugugliare D’Alema?”. E Renzi si smarca: “Che sono matto?”. E gli gira la telecamerina inquadrando entrambi. E subito dopo inizia a puntare i dirigenti del Pd dicendo: “Riprendici insieme così li compromettiamo”. Ma sulle contestazioni Renzi era stato serio: “L’idea che io non venga alla manifestazione del mio partito è assurda come anche lo è quella di non poter esprimere le mie idee”. E ancora: “Quello che è importante oggi – ha aggiunto il sindaco di Firenze – è che finalmente si cambi pagina nella storia di questo paese e che il Governo prenda atto del suo fallimento durante questi anni. Ci vuole un’alternativa convincente del Pd e penso che il centrosinistra per essere convincente deve essere democratico non solo nel nome ma anche nei fatti”. La corsa e La Pira É caricato a mille Renzi, anche con i suoi detrattori: “Sono arrivati a dire che ho assunto mia sorella al comune! Ma siamo impazziti? Hanno inventato che mio padre é massone, ti rendi conto?”. Veramente lo dicono anche di te: “Si buonanotte”. E ancora: “Sai che mio padre é il mio consigliere politico? Prima mi aveva detto di non candidarmi a sindaco. Adesso di non fare politica a livello nazionale”. Appunto. Se ne va quando inizia a parlare Bersani, ma ha un alibi di sinistra: “Devo correre: é l’anniversario della morte di La Pira!”. Diabolico.

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51 commenti »

  1. Renzi,il vecchio che avanza.Elogiato da Ferrara (e ciò dovrebbe far riflettere). Figlo di un mangione della dc-ma mica è colpa sua vero?!?
    Sveglia-ma siete tutti rincoglioniti?-un pero fà un pero e riporre speranze in renzi è da tontoloni. Margherita rules

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