Il Fatto Quotidiano

18 Agosto 2011
“Attenti, l’articolo 18 è già saltato”

di LUCA TELESE

“Primo: se, come ha annunciato ieri su questo giornale Giorgio Airaudo, la Fiom animerà una mobilitazione permanente nelle piazze contro questa finanziaria, l’Italia dei valori sarà felice di dare il suo contributo e si schiererà in prima fila al fianco degli indignados italiani. Secondo: se passa la finanziaria, così come è, con le norme introdotte da Sacconi, inizierà in questo Paese un nuovo Medioevo senza diritti. Peccato che l’unico diritto a cui questo governo mostra di tenere, quello di licenziare, non esista in nessun paese d’Europa!”. Maurizio Zipponi, deputato dipietrista, responsabile lavoro dell’Italia dei valori non usa mezzi termini. Spiega che le prime dichiarazioni di Antonio Di Pietro che sembravano favorevoli alla manovra (“tante ombre e tante luci…”) si riferivano unicamente all’abolizione delle province, poi parzialmente ritrattata, ed erano pronunciate senza avere chiaro il quadro del provvedimento varato. Poi il deputato aggiunge che bisogna rispondere con la protesta, ma anche con la capacità di introdurre innovazioni: “La Fiom sarà l’unica organizzazione sindacale invitata alla nostra festa. Noi siamo al fianco della Fiom senza se e senza ma… eppure voglio aggiungere una considerazione importante. A Maurizio Landini e a Giorgio Airaudo dico: questa battaglia non si può vincere solo con i No”.
Cominciamo da qui, allora, a cosa si riferisce quando dice che non bisogna rischiare di apparire conservatori, onorevole Zipponi?
Dico che non possiamo in alcun modo dare l’impressione di essere noi i difensori di un mercato del lavoro che così com’è diventato una jungla. Abbiamo delle proposte per cambiare.
Ad esempio?
La prima che faccio è questa: basta con tutti quei contratti e contrattini che frammentano le condizioni di lavoro. Si può semplificare tutto con solo quattro piattaforme: pubblico impiego, servizi, industria e artigianato. Basta. Il resto lo demandiamo al territorio, ma dopo aver stabilito quali sono i diritti inalienabili per ognuno. 
Pensa che sarà attaccato da destra e da sinistra?
Non credo proprio. La nostra opposizione alle proposte ammazzadiritti del governo è durissima. Capire come modernizzare il mercato del lavoro senza smantellare le tutele è il modo migliore per provare a vincere la battaglia. 
Cosa non va nella proposta del governo?
Nemmeno in America esiste un far west così. Tant’è vero che, malgrado il mercato del lavoro sia flessibile, Obama ha esercitato un potere di indirizzo e ha detto alla Fiat: io ti presto i soldi, ma tu devi tutelare i diritti. 
E qui, invece?
Credo che tutti siano consapevoli di un fatto. Il governo ha costruito un trucco legislativo che in realtà ha un solo effetto.
Quale?
Come chiarisce anche la nota dell’ufficio studi del Senato, in merito all’articolo 8 contenuto nella manovra, c’è l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Che questo avvenga più o meno di contrabbando, con un tratto di penna, e senza nessun dibattito, è già, di per sé, un fatto osceno.
Lei non crede, come sostengono molti, che maggiore flessibilità produrrebbe più assunzioni?
Ma nemmeno per sogno! Stiamo andando verso una fase di crisi, le imprese sono in difficoltà, la manovra strangolerà i consumi e la liquidità delle aziende, e cosa fa il governo? Mette a punto un provvedimento che agevola la possibilità di mandar via le persone? È come aprire la gabbia di un serial killer e lasciare dentro una pistola carica. 
Gli imprenditori sono pronti a uccidere posti di lavoro?
Non gli imprenditori, ma la crisi. Se uno può licenziare, quella diventa la tentazione, la via più facile, o addirittura la via obbligata, visto che il governo non indica altre strade. 
Sacconi dice che il contratto che verrà firmato a livello aziendale sarà sempre frutto di un compromesso con i sindacati.
Vorrei capire quali rapporti di forza immagina, il ministro, fra una azienda che ha il coltello dalla parte del manico e i dipendenti minacciati dal fallimento. 
Perché?
Si potrà sempre dire loro: se non fate questi straordinari ve ne andate a casa, se non ci consentite la deroga all’articolo 18 per tagliare i rami secchi chiudiamo la baracca.
Diranno che la sinistra pensa male degli imprenditori. 
Qui non c’entra il giudizio sui singoli. Abbiamo già un bell’esempio. La più importante industria italiana, la Fiat, ha già collaudato la logica del prendere o lasciare. Ricordate Mirafiori? O si fa così, oppure trasferiamo la produzione. 
Parlare di Medioevo non vuol dire usare parole grosse? 
Io uso questo termine in senso puramente tecnico. Se gli industriali ritornano i signori che dettano le regole e i lavoratori dei sudditi che non hanno potere contrattuale per dire no, il servaggio è l’unico strumento di relazione fra chi ha il potere di produrre e chi ha l’obbligo di lavorare. Il nuovo Medioevo è questo. E non produce nessuna ricchezza in più, solo ingiustizia.

Foto | Flickr

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12 commenti »

  1. L’idea che una maggiore libertà di licenziare, “cancellare” i lavoratori “superflui” o tagliare i “rami secchi”, possa portare come reazione virtuosa ad una “migliore predisposizione” delle imprese ad assumere di più è – per essere educati – semplicemente fantasioso.
    Questi continui tentativi di deregolamentare il mercato del lavoro ha l’unico obiettivo di ridurre drasticamente il costo del lavoro attraverso la sostituzione dei lavoratori più costosi ed oggi tutelati con precari facilmente “manovrabili” e comunque meno costosi.
    Tale impostazione si renderebbe necessaria per consentire alle imprese una migliore flessibilità nell’adeguarsi prontamente alle eventuali modificazioni dei mercati di riferimento e per meglio competere sul mercato globale.
    Come visto negli ultimi anni, nei quali si è assistito ad un sostanziale blocco degli aumenti salariali con il solo adeguamento (parziale) all’inflazione anche e fronte di un’aumentata produttività, in realtà la riduzione dei costi del lavoro o l’aumento della produttività sono andati unicamente a beneficio dei profitti delle imprese ed in particolare dei loro manager.
    Oggi purtroppo la politica (TUTTA) ed in particolare questo Governo illuminato ha consentito – anzi favorito – l’applicazione della “Dottrina Marchionne” il cui unico postulato è “O si fa così o tutti a casa” con la giustificazione della necessità di meglio competere sui mercati internazionali.
    Ora, se la competizione prevede il confronto fra un operaio italiano ed un operaio cinese pagato 150 Euro al mese per 60 ore settimanali, diciamocelo subito chiaramente e soprattutto discutiamone per bene ed una volta per tutte.

  2. …….da medioevo e’ il fatto che uno in giacca e cravatta, colluso con la politica, in un ufficio al centro di roma tratti con i governi e con gli imprenditori le condizioni ed il trattamento economico di un operaio assunto in un capannone di, chesso’, ascoli piceno………………………piu’ che di sindacato ,questo mi sa di caporalato

  3. Già, è meglio che che a contrattare ci vada da solo, e con il suo enorme potere contrattuale, l’operaio di un capannone di Ascoli Piceno che sicuramente, da solo, riuscirà a spuntare condizioni migliori.
    Ma va a fa un brodo!
    Se non è mala fede questa….

  4. Ginad….cosa ti avevo detto ,in precedenza,di costoro?…eco la riprova ! sono il prodotto della più retriva destra Craxiana tesa al mantenimento del potere e dei privilegi elargiti nella “Milano da bere”e durante “la nave và” mentre affondavano l’Italia nel debito pubblico. I più pericolosi,come spiega in maniera eloquente, Telese nel suo ultimo articolo.

  5. ginad, ………………..basterebbe che in ogni azienda un prescelto eletto trattasse per tutti i suoi colleghi con la proprieta’,senza sigle…………..un accordo e’ interesse per entrambe, e sicuramente piu’ conveniente di accordi generali e nazionali. L’operaio invece, deve subire le prepotenze e la forza di marchionne, chesso’, anche ad ascoli piceno. ma va a fa un brodo tu. se non e’ mala fede questa?

  6. sempre per ginad

    basterebbe, a livello europeo, in basilea 3 aggiungere nell’indice di affidabilita’ di una
    az
    ienda a livello finanziario per accedere al credito bancario anche l’indice di fedelta’ ( che si licenzi o che venga licenziato) dei dipendenti e la loro anzianita’ di servizio……………………..in quel campo gli imprenditori sono molto sensibili………………….

  7. ………potrei citare decine e decine di interventi per una trattativa con le imprese che tuteli davvero i lavoratori, il problema sta nel fatto che rende inutile il potere e di conseguenza l’esistenza “politica” stessa dei sindacati

  8. @La zanzara

    Non vorrei dire.. ma i contratti collettivi di lavoro che per decenni hanno funzionato egregiamente, prima di essere soppiantati dall’odierno marasma, hanno semplicemente stabilito su base nazionale il “minimo sindacale” lasciando aperta la contrattazione di secondo livello.
    L’esistenza “politica” dei sindacati nazionali dovrebbe essere tesa essenzialmente a stabilire piattaforme e diritti minimi per tutti i lavoratori italiani. Oggi non è così, assistiamo ad un osceno gioco al ribasso e, se oggi sono i lavoratori a farne le spese, anche le aziende, depauperate del loro “capitale umano” per limitare le spese grazie ad una campagna di licenziamenti senza precedenti, presto si troveranno a fare i conti con una ridotta competitività in un mercato sempre più aggressivo.
    L’esternalizzazione su larga scala sta distruggendo la capacità dell’Italia di creare e consolidare la ricchezza in beni e servizi.
    Se l’unica risposta che questo governo sa dare è la libertà di licenziare siamo destinati ad una fine miserrima, una implosione dell’economia reale da cui serviranno generazioni per riemergere.
    Licenziare non aumenta la produttività, diminuisce i costi ma parallelamente stronca la capacità produttiva e innesca un feedback negativo sui consumi, visto che i dipendenti licenziati sono essenzialmente consumatori che smettono di comprare.
    Evviva la lungimiranza di questo governo…

  9. L’articolo 18 dello statuto dei lavoratori è sempre stato un “privilegio” di pochi.
    A distanza di una trentina d’anni dalla legge, mi pare la n. 300 del 1970, qualcuno si accorse – a causa della volontà del governo Berlusconi di prevedere alcuni casi in cui poter derogare all’articolo stesso – della sacralità di un tale diritto da estendere anche alle piccole imprese, che sono la maggioranza nel paese.
    Sappiamo poi come andò: il referendum di alcuni anni fa fu disertato clamorosamente dai più anche perchè quelli che sbraitavano “giù le mani dai diritti” furono poi i primi ad incoraggiare la vacanza al mare per far fallire tale appuntamento referendario voluto da Rifondazione …. roba da circo, come sempre.

  10. La Zanzara non sa, nella sua ignoranza o mala fede, che: 1) i sindacalisti sono eletti dai lavoratori (ebbene sì, lo facciamo tutti gli anni), 2) il contratto nazionale stabilisce solo dei minimi, che possono essere derogati in meglio sia a livello di azienda sia di singolo lavoratore (il che avviene regolarmente). Abolire il contratto nazionale significa lasciare tutto ai rapporti di forza, che in questo momento storico sono fortemente a favore dei “padroni”. Abbiamo visto cos’è accaduto nella più grande industria italiana (Fiat): cosa accadrebbe senza il potere dei sindacati (qual poco che gli è rimasto) nelle migliaia di fabbrichette ad es. del Veneto?!

  11. Il sindacato ha accettato il precariato senza fiatare.
    Quello fu il peccato originale, non emendabile, stando al silenzio sulle proprie responsabilità che si ode tuttora da quella parte e sulla non volontà di eliminare certe infami leggi …. si indicono tanti referendum …..!
    Di lì in poi, soprattutto dal pacchetto Treu in poi, è stata la debacle per i diritti dei lavoratori e, se non interverremo, sarà sempre peggio, accetteremo qualsiasi condizione disumana, qualsiasi articolazione di orario, paga oraria, qualsiasi ricatto pur di portare a casa una fame di stipendio.
    Solo un esempio, tra i tanti, che dimostra la totale mancanza di tutele: due genitori, lavoratori precari con stipendio da fame, con figlio o figli a carico, non hanno il diritto NEANCHE di fare domanda degli assegni famigliari.

  12. Nelle ditte private italiane l”operaio italiano può essere tranquillamente molestato -perseguitato -callunniato e anche denunciato penalmente dal propio datore di lavoro !
    Nelle ditte private italiane l”operaio italiano può essere licenziato in tronco dal propio datore di lavoro in qualsiasi momento anche senza alcun motivo !
    L”operaio italiano che è rimasto vittima di persecuzioni -molestie-callunnie oppure di ingiusto licenziamento da parte del propio datore di lavoro NON PUO FARE ASSOLUTAMENTE NULLA !!
    1)L”OPERAIO ITALIANO DIPENDENTE PRIVATO CHE TENTA DI USARE LA LEGGE NON OTTIENE MAI GIUSTIZIA SE SI RIVOLGE ALLA MAGISTRATURA !
    SPENDE SOLDI DI AVVOCATO è LO PRENDE SEMPRE NEL CULO !
    Abbiamo dei giudici in italia che sono dei fascisti ottusi è corrttti perciò un”operaio che osa disturbarli facendo causa al propio datore di lavoro RARISSIMAMENTE OTTIENE GIUSTIZIA !
    Nel 1987 ho fatto una causa di lavoro tramite un” avvocato da me pagato privatamente il giudice prima ancora di sapere il perchè avevo fatto una causa di lavoro mi aveva già dato torto !
    2) L”OPERAIO ITALIANO CHE CHIEDE AIUTO AI SINDACATI CORROTTI e VENDUTI DI CISL e UIL NON VIENE MAI DIFESO !
    Nel 1991-1993 mi sono rivolto ai sindacati Cisl e Uil perchè mi difendesserò dai soprusi che subivo sul luogo di lavoro .
    NON HANNO FATTO NULLA !
    3) Nel 2006 fui ingiustamente licenziato in tronco dal mio datore di lavoro !
    Chiesi aiuto al sindacato Cgil -Fiom e mi disserò che non potevano fare assolutamente nulla per difendermi poichè il governo italiano e le associazioni padronali italiane trattano solo con i sindacati corrotti di Cisl e Uil !
    Un sindacalista Cgil -fiom mi spiegò che fare una causa di lavoro tramite il sindacato Cgil-fiom che non è ben visto nè dal governo italiano destroso nè dalle associazioni padronali equivale a castrarsi da soli e mi disse di rivolgemi alla Cisl forse faranno qualcosa se lo vorrannò .
    Mi rivolsi malvolentieri alla Cisl malgrado fossi sicuro è certo che NON AVREBBERO ASSOLUTAMENTE FATTO NULLA PER DIFENDERMI !
    Alla Cisl non hanno fatto nulla !
    Non ho visto nemmeno un cent di risarcimento !
    Non ho avuto nessuna soddisfazione di nessun genere !
    Ho 47 anni di età tra qualche giorno nè avrò !
    Ho iniziato a lavorare nel 1979 !
    COME OPERAIO ITALIANO NON HO MAI AVUTO GIUSTIZA Né MAI SONO STATO TUTELATO SUL LUOGO DI LAVORO !
    NON CONOSCO NESSUN OPERAIO ITALIANO CHE ABBIA OTTENUTO GIUSTIZA FACENDO UNA GIUSTA CAUSA DI LAVORO AL PROPIO DATORE DI LAVORO !
    DI COSA STATE DISCUTENDO ?

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