Il Fatto Quotidiano

25 Marzo 2011
D’Alema fase 2: contro il Raìs

E poi Massimo D’Alema pronuncia quella fatidica parola. Non è una parola che ama (come è noto), quindi la cita a fine discorso. E lo fa attenuandone il peso con il ricorso a una protettiva prima persona plurale: “Noi…”. Lo fa con mille cautele, dunque, con prudenza, quando forse sarebbe stato meglio dire “Io”. Eppure è bastato questo gesto, perché lungo il corridoio indolente del Transatlantico – in una giornata avara di emozioni – si spandesse un effimero brivido di elettricità. Ebbene sì, Massimo D’Alema ieri ha incredibilmente detto: “Quello che è accaduto spinge tutti noi a una riflessione critica e autocritica”. Pochi istanti più tardi, quando una pattuglia di giornalisti (tra cui chi scrive) lo insegue lungo i corridoi del Palazzo, si affianca Pier Ferdinando Casini e lo prende in giro bonario: “Lo vedi come sei importante Massimo? A te ti fanno la scorta, a me mi ignorano…”. E l’ex ministro degli Esteri, ricambiando con la battuta pronta: “A dire il vero questa è la prova di quanto sono poco importante. Con questa compagnia avrei bisogno, della scorta, per proteggermi da loro”.
Si discuteva dell’intervento in Libia, ieri mattina, a Montecitorio. E “ciò che era accaduto” (per usare l’eufemismo dalemiano) è la deflagrazione di un conflitto, anche se l’ex ministro degli Esteri – persino con i nostri Tornado in volo – si ostina a dire in aula: “Noi non siamo in guerra”. L’ironia della sorte, poi, vuole che il governo passi per soli 7 voti, nel gioco delle mozioni, malgrado tutti gli intruppamenti “responsabili” di questi mesi. E che invece le opposizioni riescano tutte a convergere su di un unico documento, quello del Pd, perché Idv e Udc hanno accettato (con un gesto di generosità parlamentare) di ritirare le proprie. Per dirla con le parole del vicepresidente del gruppo dell’Idv, Fabio Evangelisti: “Era troppo importante dare un segnale che malgrado tutte le diversità, si possa dare l’immagine di uno schieramento che sulle cose importanti sa unirsi”. Ecco perché vale la pena di pesarlo ai raggi X questo scrutinio: Il testo di Pdl-Lega-Responsabili passato con soli 300 voti. Solo tre voti in più di quelli necessari a far scattare la maggioranza (ma nell’ultima fiducia il centrodestra rattoppato dai Responsabili era arrivato a 319!). Mentre la risoluzione dell’opposizione viene paradossalmente approvata quasi con l’unanimità dei presenti, con 547 voti: la maggioranza, infatti, decide di votarla, dal momento che incorpora nell’articolato le sue tesi. Così, nel giorno in cui il ministro Ignazio La Russa riesce a spiegare, con tono vagamente surreale e con la consueta brillantezza, l’assenza di Berlusconi così (“Siete sicuri che la non partecipazione del presidente del Consiglio non possa tornare utile in una fase successiva? In un momento in cui l’Italia, non Berlusconi, volesse assumere, cessate le armi, un ruolo diplomatico? Siete sicuri – conclude il ministro – che si tratti di un errore e non di lungimiranza?”). Ecco, in questo giorno, il D’Alema che solo nel gennaio del 2009 spiegava (con la consueta arguzia e con la consueta elefantiaca dose di realpolitik) perché quel trattato si votava per merito suo, perché quel trattato bisognava votarlo, e perché bisognava trattare con Gheddafi si è tramutato nel D’Alema che (con la stessa arguzia, e con la stessa elefantiaca dose di realpolitik) ci spiega perché adesso sia giusto fare l’intervento, rinnegare quel trattato e non avere più a che fare con Gheddafi. Ieri il D’Alema due “autocritico” diceva: “Abbiamo pensato che i regimi autoritari fossero la migliore garanzia per il controllo del petrolio e dell’immigrazione”. Nel 2009, invece, il D’Alema uno iperrealista spiegava: “Non abbiamo mai considerato il regime interno dei paesi con cui stipuliamo trattati come una pregiudiziale. Ad essi: se così fosse dovremmo cancellare una montagna di trattati”. Ieri il nuovo D’Alema Human Rights diceva: “Bisogna avere il coraggio di mettersi dalla parte della democrazia, insieme ai popoli che lottano per la libertà”. Nel discorso parlamentare del 2009 sosteneva: “Oggi la Libia è un paese che ha normali relazioni diplomatiche ed economiche con tutti i paesi europei e con gli Usa”. E aggiungeva: “L’intesa di cooperazione con la Libia per prevenire l’immigrazione clandestina è una intesa italo-libico-europea”. Quindi santa per definizione, e bisognosa per definizione. Quel giorno, contro il trattato, votarono solo l’Italia dei Valori, i Radicali, due dissidenti del Pd, Furio Colombo e Andrea Sarubbi. Rosy Bindi e Walter Veltroni, più prudenti, preferivano andarsene a spasso, mentre D’Alema spiegava spavaldo che senza il lavoro dei governi precedenti (cioè il suo) l’accordo con Gheddafi non ci sarebbe stato.

di Luca Telese

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10 commenti »

  1. POLITICHETTA PER POLITICUCCI…………………..BHA !!

    L’occidente saggio e sapiente che aspira alla liberta’ del mondo………………………………

    le liberta’ non e’ mai vera se un popolo non la conquista ” DA SOLO “

  2. TRA BREVE LA RIVOLTA LA FACCIAMO IN ITALIA CONTRO I NORDAFRICANI CHE INVADONO LE NOSTRE CITTA.

  3. il “missile” di Berlusconi fa il solletico…

  4. E chissenefrega pure di D’Alema, questo è bollito più di Berlusconi. Io voglio sapere cosa si fa sulla situazione Lampedusa, perché non li accogliamo in Lombardia? Questa è la regione, almeno sulla carta, più ricca d’Italia, in teoria dovremmo riuscire a organizzarci meglio. Però siam pieni di sindaci leghisti che invadono i vari paesini del cazzo tipo Opera che rompono i coglioni (nel mio c’è quel Clino merdoso di Rocco Pinto, non è un gareggiatore di rutti leghista ma forse è anche peggio) e la Moratti a Milano è impegnata a far completare in tutta fretta i lavori delle Metro per sfoggiarle in campagna elettorale (ldopo che i lavori sono rimasti congelati per mesi). E Formigoni, altro Clino merdoso farà di tutto per evitarlo. Italiani, popolo di brava gente? Mica tanto.

  5. la nube tossica non è nociva per i vegetali? bene allora potrò continuare a sbattermi nel culo le mie zucchine…

  6. Ma parliamo di quel Gheddafi che ora l’occidente vuole far fuori e le sinistre radicali pigolano perché”ci vuole la pace”,”tacciano le armi”,”è auspicabile un cessate il fuoco”…cioè come chiedere a Jack lo squartatore se vuole fare per favore il bravo…
    meglio eccessi di realpolitik(D’alema in effetti si inebria con la sua realpolitik)che cinismo sulla pelle dei libici sottomessi da 40 anni ad una dittatura…

  7. e io che non sopporto più né Arbasino né Gino Strada ?

  8. Caro Luca Telese
    rilcordati l’articolo che hai scritto (La beffa di B. costretto allo scontro) e se ne hai voglia mi spieghi perchè in questo pezzo termini come cialtrone, grottesco,surreale etc etc non li adoperi? Non potresti usare lo stesso metro nello stilare gli articoli?
    Cordialmente

  9. Gino Strada è un pezzo di merda!

  10. sono IO!!! e per fare fuori il coniglio sono pronta pure ad usare i solventi!!!!!!

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