Il Fatto Quotidiano

23 Ottobre 2010
Vendola dice qualcosa di sinistra

FIRENZE – “Non vogliamo più ‘perdere bene’. Mai più…”. Firenze: un teatro tenda, il “Sachall” strapieno. Un allestimento sobrio ma coloratissimo. Ovunque i nuovi mantra del vendolismo. Ad esempio la mostra tematica sulle energie rinnovabili. Oppure le felpe rosse Fiom esibite dai delegati più giovani come un capo d’altra moda. E poi i dettagli, come il gadget con il micro-pannello solare (tre centimetri) che funziona da torcia, a forma portachiavi. Quanta differenza fra il primo congresso di sinistra e Libertà, spartano e resistenziale, con il logo della 500 Rossa d’epoca, l’utilitaria che doveva ripartire dopo la catastrofe del mancato quorum alle Politiche. Adesso, invece, Nichi Vendola può salire sul palco e dire scherzando “Sapete compagni, andiamo un po’ di moda…”, come se fosse quello il rischio da cui difendersi per evitare ogni ubriacatura, e l’arrivo dei trasformisti in cerca di elezione facile. Oggi i sondaggi oscillano fra il 5 e il 6%, il leader di Sel è lanciato verso le primarie che ha testardamente chiesto e voluto, e allora tutto cambia. I lavori si aprono con un discorso di due ore che parte dalla storia del Novecento per arrivare al tempo della globalizzazione. Un discorso apparentemente cosmopolita e lontano dalle beghe della politica di ogni giorno, in cui tutti gli applausi arrivano senza che ci sia una sola invettiva contro “il nemico”. Un discorso che parla agli iscritti di Sinistra e libertà, dentro il teatro, ma anche – fuori dalla sala – agli elettori del Pd, partito verso cui non c’è una sola battuta polemica. Se vuoi capire quanto è cambiato questo Vendola, rispetto al giovane ribelle che nel 1989 era il più giovane dei padri di Rifondazione devi sentire il suo slogan di oggi: “L’obiettivo non  può essere più vincere bene. Noi vogliamo, e dobbiamo vincere bene!”.
IL RAPPORTO tra il passato e il futuro è il centro di tutto l’intervento. Il passato  non può essere, spiega Vendola, “il luogo di una immensa nostalgia”. Però è il luogo dove la sinistra ha trovato la sua identità e costruito il rapporto tra il lavoro e i diritti: “Nel Novecento – spiega Vendola – è maturata una domanda di libertà che per la prima volta ha travalicato i confini di Casta”. Nel nuovo tempo, tornano in forma diversa problemi antichi: “Il più grande dei fondamentalismi – spiega – è la retorica della ‘guerra giusta’, che poi è diventata ‘guerra umanitaria’, e infine ‘guerra infinita’”. E’ qui che il leader di Sinistra e libertà si guadagna il primo grande applauso della mattina: “Ma  come mai in Italia, quelli che vogliono fare le guerre in nome dei diritti umani, sono sempre gli stessi che poi i diritti li vogliono sospendere, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro!!?”. Vendola torna al respiro della storia lunga, spiegando che “l’uscita dallo stalinismo, e dalla sua pedagogia manipolatoria è stato uno dei momenti di libertà più belli della nostra vita”.  E poi racconta della nuova America “dove cambia il modello delle relazioni internazionali e del mondo unipolare, ma nasce lo stereotipo della violenza teppistica dei media conservatori contro ‘il comunista Obama’ perché prova ad introdurre rudimenti di welfare”.
Sembra una relazione neoclassica, nello stile del vecchio Pci. Prima si parte dal mondo, poi si arriva al paese, e infine si passa ai compiti della sinistra. Quando Vendola parla all’Italia “la precarietà” diventa la chiave per raccontare il nuovo  tempo “in cui è la crisi del turbocapitalismo che si mangia tutto”. E in cui la Fiat diventa paradigma: “Se mi dicono che Marchionne è la modernità spingo fuori il naso e voglio andare a conoscerlo. Ma ho l’impressione che sia solo una modernizzazione regressiva”. Altra ovazione: “La libertà – grida – non può essere  abbandonata come uno zainetto fuori dai cancelli della fabbrica! Non può non entrare nei laboratori di ricerca!”.  
E QUI SI PASSA alla politica: “La sinistra – si chiede retoricamente Vendola – è davvero un impedimento a vincere? La sinistra è la missione di un paese, noi abbiamo bisogno di ricostruire un discorso sulla salvezza dell'Italia”. La salvezza dell’Italia, lemma che arriva da lontano, preso in prestito dall’arringa difensiva di Antonio Gramsci di fronte al tribunale speciale. Ma anche sul berlusconismo, Vendola provoca la sinistra: “Berlusconi ha cominciato a vincere 20 anni prima con le sue tv; quando la scuola pubblica ha cominciato a perdere, e la tv a vincere lì è nato il fenomeno, che non è un'anomalia ma l'autobiografia di una nazione”.
POI UN PASSAGGIO dedicato al Carroccio: “Per scalzare la Lega non dobbiamo fare come la Lega, dobbiamo piuttosto coniugare territorio e cosmopolitismo”. L’Italia in cui vince il centrodestra, spiega Vendola, “è un paese in cui i bambini non sanno più che mestiere faceva il nonno, e in cui noi non sappiamo più che cos'è la Resistenza”. Qui il leader di Sel attinge al suo lessico familiare: “Per me, la famiglia erano i racconti dei grandi davanti al braciere, che da noi era il termosifone dei poveri. Noi bambini buttavano le scorze d’arancia e mio padre ci leggeva le lettere dei condannati a morte della Resistenza”.   E qui arriva l’unica stoccata (in attesa delle conclusioni) per Bersani e compagni: “La sinistra è un impedimento, per voi? Oppure è questo paese che ha un disperato bisogno di sinistra?”. E l’Italia, aggiunge “che ha bisogno di una grande diagnosi e di una terapia d’urto”. Dice: “Dobbiamo impugnare la bandiera della bellezza”. Cita Oscar Wilde sulla diversità omosessuale: “E’ l’amore che non osa definire il proprio nome”. E Reiner Fassbinder: “La paura mangia l’anima”. Del resto, di politica e coalizioni parlerà nelle conclusioni. Per ora chiude i delegati in piedi: “Noi siamo sempre quelli che hanno nostalgia del futuro”.

Luca Telese

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21 commenti »

  1. Ah,lui ha nostalgia del futuro? Io invece ho desiderio di non perdere la memoria, e aspetto ancora di sapere: mentre io venivo bersagliato, proprio qui a Bari mica in Veneto, dai suoi scherani che scrivevano Ds-SS ai tempi in cui Nichi contribuiva col suo voto a far cadere il governo Prodi nel 98…si è convinto di aver fatto una cazzata o, come diceva allora, è ancora orgoglioso di aver liberato i lavoratori dall’inganno?

  2. cacciari : la manifestazione della Fiom ? cose da anni ‘ 60 : andrebbero svegliati o è cacciari che non è più di sinstra ?

  3. vendola ha fatto cadere il governo ? oddio

  4. Eh già Margherita, era fra i leader di Rifondazione Cominista nel 1998 quando tolsero la fiducia al governo e lui fu premiato col ruolo di capogruppo(il precedente capogruppo era Diliberto che andvia nel Pdci)…a volte senza invocare Dio invano basta conoscere la storia politica recente…
    magari anche Nichi vuole che non si ricordi, ma è da quell’errore che cominciano tanti guai…e lui soffre di amnesie

  5. se ci sarà un vero movimento di sinistra vincente potrà essere solo con Nichi Vendola non dico al comando, ma tra i protagonisti. Il Pd l’ho già votato due volte, e non hanno ancora finito di farmene pentire. Praticamente ogni giorno che passa, ogni dichiarazione dei centristi perdenti alla Follini, meno male che ci sono personaggi come Renzi a tenere vivo un dialogo con forze politiche lontane dall’Unione dei Carcerati.

  6. pensavo che a far cadere il governo fosse stato mastella

  7. Io credo che la politica, quella con P maiuscola, sia un’arte complessa, difficile da declinare in pohe parole, in poche frasi. Gli slogan servono a sintetizzare quello che a dire, o scrivere, o a leggere occorrono ore. Conosco relativamente poco Nichi Vendola, nonostante si possa dire apparteniamo alla stessa generazione, perchè le mia formazione personale, umana e politica, l’estrazione geografica, sono molto diverse dalle sue. Ma mi sento di condividere in maniera profonda le sue tesi, che mi affascinano, mi fanno sognare e Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di sognare oggi in Italia. Nonostante lui sia uno di quelli che ha provocato la caduta del Governo Prodi (ma c’è qualcuno nel PD che congiura contro di lui, che lo ostracizza, che ha più responsabilità in quell’infausto evento) io ritengo che, a dodici anni di distanza, come l’hanno capito altri, l’abbia capito anche lui e che anzi quell’errore possa averlo reso ancor più forte: le persone intelligenti, e a Nichi sicuramente l’intelligenza non difetta, fanno tesoro dei propri errori. Non ne posso più di questo governo, di questa maggioranza, ridotta a strumento nelle mani di UNO; ben venga quindi l’auspicio di Nichi Vendola : “L’obiettivo non può essere più perdere bene. Noi vogliamo, e dobbiamo vincere bene!”.
    E la domanda che ha fatto fischiare le orecchie a qualcuno: “La sinistra è un impedimento, per voi? Oppure è questo paese che ha un disperato bisogno di sinistra?”
    Ebbene, lo ammetto, sono un folgorato sulla via per Terlizzi. Forza Nichi!

  8. Margherita, purtroppo pensi male, e mi verrebbe di citare Moretti “chi parla male vive male!”…oppure pensi bene ma confondi il 1998(che ho citatoin entrambi o miei messaggi)col 2008…e la cosa mi preoccupa ancora di più perché vuol dire che l’amnesia indotta da Vendola funziona…

  9. Per Giancarlo:abbiamo bisogno di sognare?dici?sono 16 anni che l’Italia fa incubi, sarà mica ora di svegliarla e di svegliarci tutti? Più importanti i sogni o le cose concrete? Il Pd all’Europarlamento è stato pochi giorni da fra i protagonisti della nuova normativa sulla maternità e paternità…mentre il Gue(il gruppo al quale era iscritto Vendola finchè gli italiani hanno ritenuto utile mandarlo a Strasburgo)polemizza col premio Sacharov perché assegnato ad un dissidente cubano…
    sei proprio sicuro che hai bisogno di sogni?

  10. @francesco,io non so se ho bisogno di sogni,ma sicuramente questo PD mi procura incubi.

  11. Luca, ma Padellaro e il suo vice non ti sgridano per questi articoli così palesemente innamorati? forse dovrebbero inviare qualcun’altro quando si tratta di Vendola perchè tu stai a Vendola come Belpietro al Berlusca (con la sostanziale differenza che BP è pagato per amare e non sa nemmeno scrivere )

  12. Stefano, io ti ho fatto un esempio concreto di fatti politici dell’ultima settimana, ti mi parli di incubi…ok, allora cambia canale, pardon sogni, io preferisco stare ben sveglio, e lottare per cose concrete…a me interessa il congedo di paternità, e non difendere a tutti icosti Fidel Castro…o il fotovoltaico al posto dei campi agricoli

  13. il governo Prodi è stato rovesciato da Rifondazione è vero, ma questo è niente in confronto alle striscianti connivenze di D’Alema con il nano, infatti appena ha preso in mano il governo D’Alema è stato un crescente di puttanate. Contando che dichiarava che senza Prodi si andava a elezioni, e poi ha accettato senza nemmeno un secondo di ripensamento l’incarico da Scalfari. Un voltagabbana in piena regola, uno stratega giocatore di palazzo d’eccezione. Per altro il fatto che compaia ovunque di recente mi rende sempre più sicuro del mio voto futuro. Se vanno in coalizione ok, ma il Pd da solo non lo voto più, non finché ci saranno i Fassino e i D’Alema e i Veltroni che stanno li a prenderci per il culo.

  14. Ma sarebbe il governo D’Alema appoggiato in primis dai Ds? Il cui capogruppo era Mussi? Ma il Mussi che è fra i leader di Sel? Ah, ho capito…l’abiura si chiede solo a chi vuoi tu…mi piace,soli che anziché sinistra chiamiamola Santa inquisizione, suona bene

  15. Mussi andava in giro a dire “O Prodi o elezioni?” come D’Alema? Non mi pare, mi corregga se mi sbaglio. D’altronde ero un bamboccio quando si son svolti i fatti, mi documento a ritroso dei particolari possono sfuggire.

    Comunque ognuno giudica secondo i suoi canoni. In certe persone non credo più, in altre sono disposto a dare un altra opportunità. E’ una questione di punti di vista, o le sta stretta la libertà di opinione e di giudizio? Dobbiamo arrivare tutti alle medesime conclusioni? Stiamo parlando di vita, politica e storia. Non di operazioni matematiche, solo li un numero di fattori definito, esaminati nel giusto ordine, porta solo e unicamente allo stesso medesimo risultato.

    Io non ho la missione di convincerla che D’Alema sia un infame lestofante e inciucista, lo penso io e l’ho esposto. Non sto attuando un inquisizione, io mi sono fatto un idea del Pd, molto negativa, sarei felice di vederlo svuotato di certi personaggi. In caso contrario non lo voterò. E non perché SEL è una congrega di anime belle e paladini della democrazia, ma perché pur con il suo passato mi da cento volte più fiducia del Pd. Ma persino il dito puntato di Di Pietro mi da più serenità delle frecciate a doppio, triplo, quadruplo fine di D’Alema, delle mezze posizioni di Veltroni e del blabla di personaggi come Fassino e Marini, delle teste centriste e perdenti alla Follini e le teste marce come La Torre. A lei no? Sta bene così, ognuno è libero di pensare quel che vuole.

  16. Ma certamente, l’importante è capirsi…adesso ho ben chiaro Che per te(mi permetto il tu perché il lei mi viene difficile per via informatica)D’Alema è un lestofante…pensa, io nei Ds mi battevo contro di lui!!!
    Quindi, non so se è chiaro, ma che me frega di discutere delle tue e delle mie opinioni personali su D’Alema? Io sto parlando di cose concrete, sto parlando della direttiva Damiano sui call center, dei congedi parentali, dell’abrogazione di interi pezzi della L.30, cose così, insomma…
    ma non ti voglio convincere, per carità…Cmq l’abbraccio con Bertinotti ha sintetizzato, in Vendola, il legame con quanto di più parolaio, inutile e chiacchierone ci sia di sinistra in Italia…

  17. La sinistra italiana ha bisogno di persone che trasformino le aspettative del suo popolo in fatti concreti sia a livello nazionale che a livello locale.Ma se il Sel diventa un puro agglomerato di ex con il solo scopo di conservare la propria struttura oligarchica durerà come un gatto in una curva di un autostrada.Se invece avrà il coraggio,l’umiltà e la voglia di ascoltare le persone che più hanno bisogno, allora ci sarà una nuova speranza altrimenti: avanti il prossimo.

  18. Leggendo i precedenti rispettablissimi interventi, mi viene il dubbio, credo legittimo, che a sinistra si ricerchi la purezza, la perfezione, obiettivi ai quali occorre tendere con la consapevolezza della non raggiungibilità, almeno nella pienezza e nell’ortodossia del termine. Se a sinistra non si ricerca un fronte il più ampio possibile, senza veti, si rimarrà all’opposizione molto a lungo, alla ricerca di verginità impossibili, mentre altri utilizzeranno la rappresentanza parlamentare, non per l’interesse di tutti, ma per l’interesse di pochi o di uno.

  19. Anch’io ho dei dubbi ma mi piacerebbe che chi mi rappresenta fosse il più possibile simile a me.E’ chiedere troppo che chi mi rappresenta non rubi,non evada le tasse,non faccia i propri interessi grazie alla politica e che una volta eletto non se ne freghi di chi dovrebbe rappresentare. Lo so è difficile ma chi vota a sinistra questa doppia faccia non la perdona e se sente puzza di bruciato non va a votare.Non basta dire di essere di sinistra bisogna esserlo nella vita di tutti i giorni con i fatti in tutte le circostanze.
    La gente e stanca dei professorini alla Migliore,Bertinotti,Cento e vari compagni di merende che se vanno in parlamento rappresentano solo se stessi e si rivedono quando ci sono le elezioni.Non sono solo nel PD quelli da rottamare ma anche nella sinistra.Ora spetta a noi farglelo capire !

  20. @Francesco: Il governo prodi è caduto due volte perchè era un gigante dai piedi di ricotta.Era la ricetta dei D’Alema,Fassino e Rutelli:mettiamo insieme i nemici di berlusconi e aggiungi uno qui,uno lì,superiamo i voti della destra…Ma che razza di schifo…Non sono le persone ad essere stupide,o non all’altezza,sono questi politici che pensano si possa governare con l’algebra.Vendola non fece cadere proprio nulla,semmai fu Bertinotti,e chi ne ha tratto vantaggio fu guardacaso D’Alema. Ma quella non era la sinistra mi dispiace…Poi se nn ti va,non lo votare Vendola,ma come fai a rimpiangere un carrozzone che andava dagli estremi comunisti nostalgici di vecchia data,ai democristiani di Mastella??

  21. Hai super ragione, infatti IO NON VOTERO’ Vendola proprio perché pur di arrivare alla super poltrona dichiara di voler fare un’ammucchiata molto peggiore di quella dell’Unione, comprendendo comunisti(i suoi del Mps, ovvero la sua mini scissione da Prc), ambientalisti(ormai di due dico due partiti, il suo-Francescato e Cento- e quelli ufficiali), socialisti(due tipi, quelli del Psi e quelli che si è caricato lui), Pd, d
    democrostiani più democristiani di Mastella, vedi Udc, e pure Grillo, Di Pietro e il popolo Viola…io non sono nostalgico, sei tu che voterai per questo modello di coalizione!

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