Il Fatto Quotidiano

13 Giugno 2010
Aiuta bimba con handicap, finisce sotto processo!

Prima notizia. La compagna di un segretario di partito è indagata per “truffa” e “omissione di atti d’ufficio”. Seconda notizia. Questa volta non c’entrano nulla né soldi né appalti. Angela Scarpaio – scrittrice, compagna del leader della federazione della sinistra Paolo Ferrero, delegata di un presidente di Circoscrizione a Roma per le politiche sociali – rischia di finire sotto processo per aver aiutato una bambina portatrice di handicap.
La notizia sarebbe probabilmente rimasta riservata fino al processo, se non fosse che, chiamata in giudizio da una società immobiliare per aver rinviato uno sfratto in virtù del suo incarico, la Scarparo è stata interrogata dagli inquirenti, due giorni fa, a Roma. A gennaio dello scorso anno, in qualità di delegata del presidente del primo municipio di Roma, Lando Corsetti, la scrittrice si trovava come rappresentante delle istituzioni municipali nel luogo in cui la forza pubblica stava per dare esecuzione a uno sfratto. Solo che la famiglia colpita dal provvedimento (il 17esimo, addirittura) si trovava in grave stato di necessità: una madre cardiopatica in attesa di operazione (e invalida al 70%), due genitori disoccupati e due figli, di cui una bambina, Cristina, di sette anni, afflitta da un ritardo. Così la Scarparo, anziché procedere allo sfratto, decide un rinvio di altri tre mesi. La società immobiliare impugna il provvedimento, stende una denuncia di fuoco e la accusa di aver abusato dei suoi poteri. Una storia a suo modo esemplare, di questi tempi, che l’interessata non nega. Anzi: conferma, fornendo la sua versione.
Signora Scarparo, è vero che lei è sotto inchiesta?
“Sì, c’è una causa civile in corso. Secondo la Tf immobiliare dovrei essere condannata per non aver compiuto il mio dovere”.
I magistrati hanno ritenuto la denuncia fondata?
“Non voglio fare nessuna polemica. In Italia esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, il Pm ha fatto quello che doveva”.
Lei si riconosce responsabile degli addebiti che le vengono mossi?
“Il 13 gennaio ho effettivamente firmato una proroga, in qualità del ruolo di rappresentante dell’autorità municipale. Ma non credo di aver commesso nessun abuso, anzi. Un gesto sacrosanto, che rifarei”.
Come era la situazione?
“Ci trovavamo all’Esquilino. La famiglia che era stata colpita dall’ordinanza si trovava, e si trova ancora, in una situazione drammatica: il padre svolge la professione di becchino a giornata. La madre non lavora ed è malata. La casa in origine era di proprietà di un ente, ma è stata rilevata. Il nuovo proprietario, l’Fm immobiliare ha richiesto subito lo sfratto”.
Lei si sente una nemica del diritto di proprietà?
“Io rappresentavo una istituzione che deve porsi il problema del contesto sociale in cui avviene uno sfratto”.
Secondo la denuncia lei ha chiesto la proroga già sapendo che il Comune non avrebbe trovato una sistemazione.
“Semmai è il contrario. Io speravo ardentemente che il Comune facesse il suo lavoro. L’associazione di lotta per la casa a cui partecipo era riuscito più di una volta a trovare soluzioni alternative”.
E stavolta, invece?
“Con la giunta Veltroni, magari litigando, nessuno è mai rimasto senza un tetto. Con il gabinetto Alemanno, purtroppo, non si è riuscita a trovare nessuna soluzione”.
Vuol dire che l’hanno discriminata perché è compagna di Ferrero?
“Non ci penso nemmeno. Credo che siano meno sensibili, a questo tipo di drammi, questo sì. Poi il fatto che non amino Paolo e che mi colleghino a lui è del tutto irrilevante”.
Posso leggerle un passo della denuncia?
“Prego”.
“Si stigmatizza ‘il comportamento omissivo, incurante e strafottente posto in essere dalle forze di polizia e dagli amministratori pubblici”, cioè lei.
“Lasci perdere me. Secondo lei la polizia sarebbe stata incurante e strafottente? Si è trattato di pubblici ufficiali sensibili che hanno preso atto, come ho fatto io stessa, del fatto che c’era una reale situazione di disagio sociale”.
Nessun rimpianto, dunque.
“Anzi. Direi piuttosto che questa prosa è un esempio di quale modo di pensare ci sia dietro tanti sfratti. Buttare fuori, ad ogni costo, senza guardare in faccia a nessuno”.
Pensa che questo processo potrebbe essere un danno per l’immagine del segretario di Rifondazione?
(Sorriso) “Paolo conosce quasi come me la storia di questa bimba e della sua famiglia, sapeva che l’avevo presa a cuore, sono sicura che mi sostenga. Anzi…”.
Cosa?
“Mi ha detto, testualmente: ‘Se ti condannano chiedi di andare in carcere, che soldi per un risarcimento economico non ne abbiamo’…”.
Incoraggiante…
“Purtroppo vero”.
Però le accuse sono gravi: potrebbero essere strumentalizzate?
“Voglio vedere da chi. La famiglia non è politicizzata. Cristina, chiamiamola così, poteva contare sulla relazione di un ottimo assistente sociale, voglio citarlo, si chiama Vincenzo Giacalone, che ricordava: ‘La bimba è seguita in una scuola vicino casa, fa corsi di logopedia e riabilitazione psicomotoria, può contare sull’aiuto dei nonni’. Sa cosa è successo?”.
Cosa?
L’assistente sociale ha avuto provvedimenti disciplinari per aver scritto queste cose”.
Cosa insegna questa storia?
“La prima è che dietro tutti gli sfratti ci son persone in carne ed ossa: se Cristina venisse cacciata che ne sarebbe di lei?”.
La seconda?
“In tempo di crisi storie come queste diventano pane quotidiano. Se penso alla casa di Scajola, e a quello che sta uscendo fuori sulla cosiddettaCricca, mi sembra evidente che nella stessa città, a Roma, coesistono mondi diversi: quello dei privilegiati, e quello di chi paga il prezzo della crisi senza nessuna tutela”.
E quindi?
“Ho fatto quello che il buonsenso e la legge mi consentivano di fare. Sono convinta che dovrei essere assolta”.

di Luca Telese

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2 commenti »

  1. La signora confida troppo nel buon senso. Dimentica d’aver avuto la ventura d’esser nata nel Paese di Pinocchio. Che siccome era colpevole d’essere innocente fu mandato in galera.
    Eh beh.

  2. Anche io sono convinta che dovrebbe essere assolta.Direi,anzi, che a lei (e non alla signora Rosa,madre di Berlusconi) dovrebbe essere intitolata una strada,come esempio di sensibilità,sentimento in Via D’Estinzione.

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