Il Fatto Quotidiano

14 Ottobre 2009
Il senso della Binetti per la laicità

Il problema è questo. Adesso tutti vorrebbero che Paola Binetti, dopo l’ennesimo sfregio alla laicità commesso sotto le insegne del Pd, e addirittura in suo nome, si dimettesse dal partito levando lei le castagne dal fuoco al leader di turno. Ma se questo non accade il caso Binetti diventa una sorta di drammatico gioco di ruolo che scatena uno strano cortocircuito nelle primarie.
Pensateci anche solo per un attimo: Franceschini dovrebbe assumersi la responsabilità di cacciarla, ma se lo fa davvero, fornisce a uno dei suoi principali alleati, Francesco Rutelli, il casus belli che aspetta da mesi per mettere in pratica la sua sospirata scissione. E’ difficile che il segretario possa permetterlo, ed ecco perché Franceschini spara sulla Binetti sperando che si arrabbi. Il problema così si riversa su Bersani. Certo, se l’ex ministro prendesse una posizione chiara su questo, recupererebbe voti a sinistra, e potrebbe vincere più facilmente le primarie. Ma se lo facesse si esporrebbe anche a quello che considera il suo tallone d’Achille: quello di essere considerato un comunista travestito pronto ad operazioni di purga, e alla cancellazione delle identità di minoranza. Se a cacciare la Binetti è Bersani, diventa un mangiapreti. Se i primi due leader ragionano così, il corollario inevitabile è che alle primarie la candidatura Marino diventi un bene-rifugio. L’unico custode della laicità è lui – finirebbero per pensare molti iscritti – dunque lo voto. Un bel dilemma, in cui l’unico modo per fuggire alla prigionia dei ruoli è un atto di coraggio dei primi due leader del Pd. Riusciranno a trovare la forza?
Adesso, però, vorrei provare a ragionare su Paola Binetti e sui paradossi che la sua figura apre.
Anche lei di coraggio ne ha. Da anni viene percepita come un corpo estraneo, da anni, con una determinazione che rasenta la vocazione dei martiri, continua imperterrita la sua battaglia anti-illuminista a tutto campo. Al Senato – durante la crisi di Prodi – più di una volta aveva votato contro il governo sempre rischiando di essere determinante. Veltroni e Franceschini si erano illusi di depotenziarla spostandola alla Camera senza capire che, ovviamente, il problema era politico. Le Binetti e le Dorina Bianchi non pesano per il loro seguito, ma per il loro valore simbolico ed evocativo. Entrano nel problema identitario del Pd e, anche senza parole, sostanzialmente dicono ai suoi leader: voi siete un partito che si regge su di un compromesso fragile, e su una amalgama mal riuscita. Io, noi, vi legittimiamo. Mettendo dentro il vostro Dna il suo contrario, voi conquistate un passaporto di legittimità che non siete riusciti ad ottenere altrimenti. Pochi ricordano come fu affondata la legge sulle unioni civili stesa con molta fatica dalla Pollastrini e dalla Bindi. Con un semplice sms spedito dalla Binetti (che stava al Senato) ad Anna Serafini, che era capogruppo in commissione. Il senso era molto chiaro: se questa legge passa, noi ce ne andiamo. Lo stesso paradosso che pesa oggi sulle spalle di Bersani, finì per gravare su quelle di Fassino. Sta nascendo il Pd, posso permettermi di espellere una cattolica? No. E così tutti i progressisti dovettero pagare dazio all’integralismo guerrigliero della Binetti.
In quei giorni invitai per la prima volta la Binetti a Tetris, nel mio programma, e in quella puntata accaddero cose incredibili. Era la sua prima apparizione televisiva, perché i grandi media non si curavano di lei. Noi avevamo affidato a Mike Buongiorno il consueto quiz per i politici. E Mike – l’ho ricordato su questi sito tempo fa – chiese alla Binetti: “L’omosessualità è: A) Una normale caratteristica di una persona B) Una malattia?”. Ricordo ancora oggi il primo piano terreo della Binetti, su cui si stampò un’espressione di sofferenza vera. Cercò di fermarsi, di dire parole caute, ma quello che aveva dentro le uscì fuori. Disse quello che pensava allora e che pensa ancora oggi: che era “Una malattia”. Nella stessa puntata, dopo il quiz, portai in studio un cilicio. Solo questo gesto aveva in qualche modo turbato la nostra piccola redazione. Avevamo scoperto che il cilicio non si vende, e ne avevamo trovato uno in modo semi-clandestino, su internet. Prima di andare in onda questo oggetto era passato fra di noi di mano in mano, suscitando stupore, perché tutti avevano ceduto alla tentazione di calzarlo, ritrovandosi i suoi rostri nella carne. Non la capisci, la ferocia autoflagellatoria del cilicio finché non ti incide la pelle. Chiesi alla Binetti se veramente lo portasse con regolarità. Lei mi rispose: “Ma certo!”. Allora portai quell’incredibile strumento in studio. Mi venne istintivo metterlo in mano a Chiara Moroni, socialista laica del Pdl, anche lei ospite. Ancora oggi, rivendendo quelle immagini, si può notare l’espressione esterrefatta di Chiara. Ma chi ci stupì, ancora una volta, fu la Binetti, che assunse un tono materno e persuasivo verso la collega: “Cara, non ti deve spaventare. Il cilicio ci ricorda il dolore della donna che partorisce… Ci ricorda la sofferenza degli occhi dopo una giornata passata a lavorare al computer. Ci ricorda il dolore della vita che troppo spesso dimentichiamo”. Siccome la televisione ha sempre dei momenti di verità, il dialogo che seguì fu quasi simbolico. Chiara quasi esplose: “Ma il dolore della vita noi non lo vogliamo, lo subiamo nostro malgrado! E il dolore di un parto è accettabile solo perché produce la vita, non perché sia un valore in sè!”. Senza volerlo, avevamo messo a fuoco la differenza fra l’ideologia della penitenza e quella della laicità.
Franco Grillini, che si era scontrato durissimamente con la Binetti dopo la risposta sull’omosessualità (“Se dici questo sei fuori dall’ordine dei medici!”) scelse la via del sarcasmo: “Io sul cilicio difendo la Binetti: ho sempre pensato che tutti hanno diritto alle proprie passioni sadomasochistiche”. Lei si arrabbiò davvero, e iniziò ad urlare. Nessuno, vedendo quella scena, avrebbe potuto pensare che entrambi facessero parte dello stesso partito. La Repubblica, il giorno dopo, aprì un’intera pagina sul caso, e Rutelli bacchettò la Binetti: “Non doveva andare in un programma così”. Non perché non condividesse le sue idee, dunque, ma perché considerava poco prudente averle espresse.
Incontrai la Binetti due giorni dopo, al Senato. Ero convinto che mi volesse sbranare. Invece era sinceramente dispiaciuta: “Non dovevo accettare di parlare del cilicio, ma è stata colpa mia”. L’avevo intervistata più volte, quanto basta per capire che lei non inseguiva tornaconti, non ha ambizioni personali. Piuttosto si sente come una guerriera crociata, che deve difendere la croce e cristo in questa battaglia di testimonianza in Parlamento, esattamente come un soldato del medioevo si doveva immolare per il santo sepolcro. Dopo la valanga di polemiche che le precipitarono addosso per aver definito l’omosessualità una malattia inventò una sua forma di espiazione privata, credo sincerissima. Andò ad accudire la collega Paola Concia, che all’epoca conosceva appena, in un delicato intervento per un tumore. Non era una furbata, come ha volgarmente ipotizzato qualcuno: era l’unico contrappasso umano che potesse aggirare il suo problema ideologico anti-gay, il suo dogma identitario. Era la via del samaritano, imboccata per controbilanciare la ferocia della guerriera crociata. Ieri, l’inconciliabilità di questa soluzione si è risolta teatralmente con il voto della Binetti speso per affondare la legge della Concia. La pietas umana non poteva distogliere il guerriero di Cristo dalla sua missione. Ed è questo il vero motivo per cui la Binetti deve essere laicamente espulsa dal Pd: lei non se ne andrebbe mai, perché affermare la sua fede tra gli infedeli è ai suoi occhi un elemento di merito: essere dileggiata, attaccata, odiata, è parte della sua missione di testimonianza, solo un altro modo di indossare un cilicio.
Detto questo, devo aggiungere che ho molta più stima per la Binetti e della sua tetragona coerenza che per gli arrampicatori di muri che nel Pd, per mille motivi di utilità contingente, hanno finito per strumentalizzarla, e farsi strumentalizzare da lei. Più stima di lei, che per il convertito Rutelli che srotolava la nasiera pontificia dal bancone di Montecitorio per protesta contro il Vaticano, e che adesso bacia gli anelli dei prelati. In fondo lei ci consegna un paradosso mirabile e corrosivo, nel degrado della seconda repubblica. Paola Binetti non è il tipo di politico disposto a compromessi e mediazioni sui suoi valori. Per questo è una figura che tutti vorrebbero avere in una coalizione. Possibilmente l’altra.

Luca Telese

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40 commenti »

  1. Davvero uno splendido articolo, di rara lucidità nella sua analisi del gioco delle parti, e nella lettura politica degli eventi.
    Il tema del centro laico/cattolico sarà del resto centrale nel futuro prossimo se, come pare, le scissioni dei grandi partiti daranno origine a un riposizionamento complessivo degli equilibri politici.

    E la tua partecipazione al fatto è una ricchezza.
    Buon lavoro & in bocca al lupo. :)

  2. Caro Luca, volevo complimentarmi con te. Un articolo meraviglioso, sia stilisticamente che concettualmente.
    Continua così che sei grande.

  3. ennesimo articolo di una persona che apprezzo da tempo e che ho scoperto pian piano che mi informo su quello che produce. Ancora complimenti ed in particolare per un periodo di Tabloid veramente superbo.

  4. Complimenti per l’articolo

  5. Grazie mille! Domani sul fatto dibattiamo se espellerla o no
    Luca

  6. La sig. Binetti ha tutto il diritto di aver paura della sessualità, sopratutto della sua compressione personale. Ma almeno non pretenda di decidere per altri.
    Si tenga la sua camicia di forza interiore.

  7. Manco dall’Italia da mesi e leggere quest’analisi mi aiuta a ripensarla un po’ meno astrusa di quanto la senta di solito da quassù. Grazie.
    Non vedo proprio la necessità di insistere con un partito fondato sul MA ANCHE, e credo proprio che alla fine si profilerà il Cavour di turno (magari, ad averne uno della stessa levatura!), che farà un Connubio del XXI secolo: il Grande Centro si riformerà e gli italiani moriranno tutti democristiani. Corsi e ricorsi.

  8. Franceschini dovrebbe assumersi la responsabilità di cacciarla, ma se lo fa davvero, fornisce a uno dei suoi principali alleati, Francesco Rutelli, il casus belli che aspetta da mesi per mettere in pratica la sua sospirata scissione.

    pensiero stupendo!
    marco

  9. Complimenti, articolo autentico e scritto veramente veramente bene.
    Aiuta a capire e riflettere sulla nostra società e le sue contraddizioni.

  10. Per carità la Binetti ha il diritto di fare e pensare quello che crede. Mi chiedo solo cosa ci stia a fare in un partito che vorrebbe essere laico e progressista senza mai riuscirci. E’ solo l’ennesima prova che il PD è una salsa impazzita, una frittata impazzita, un’amalgama impossibile, un partito senza ideali perché non ha valori condivisi (salvo l’occupazione permanente delle seggiole), un partito che non ha progetti (salvo quello di sopravvivere), un partito dilaniato da rancori, sospetti, ripicche, senza carisma e senza leader, ma traboccante di cacicchi impresentabili

  11. Ciao Luca,
    ti seguo spesso sul blog e su “Il Fatto”.
    Ho letto con grande interesse il tuo articolo, di cui condivido pienamente il merito; in quanto alla forma, beh… è veramente roba da fuoriclasse!
    Davvero complimenti!
    Ciao e in bocca al lupo!

  12. Laici, moderati, cattolici ed integralisti (cattolici): alle porte del 2010, stiamo ancora parlando di categorie di stampo medievale. Non si riesce a buttarsi alle spalle il passato in questo paese o almeno quanto, del passato, andrebbe convenientemente posto in disuso. A livello politico, sicuramente. Cosa succederebbe se i nostri parlamentari agissero, per conto dell’intero paese, in nome delle piu’ diverse religiose ideologie? E’ gia’ caos, conseguente all’amministrazione della cosa pubblica gestita con parzialita’ negli interessi di diverse correnti affaristiche, figuriamoci se dovessimo annoverare il credo religioso tra le fonti della precarieta’ e dell’inadeguatezza dell’azione di governo. La laicita’ dovrebbe essere l’elemento distintivo di ogni parlamentare moderno, una sorta di credo politico da anteporre al proprio, legittimo, credo religioso quando si partecipa attivamente all’evoluzione della societa’ civile, risultato finale e, allo stesso tempo, principale per importanza dell’azione di governo. Riguardo alla Binetti e al suo spirito integralista, non scordiamoci del comportamento dei vari Rutelli & CO. quando votarono la legge sulla fecondazione assistita. A proposito: a quel tempo, Capezzone sedeva tra le file dei radicali e chiamava talebani i firmatari della legge 40: sarebbe curioso sentire come la pensa oggi. Integralisti e laici veri e falsi, altro che caos!

  13. L’articolo è superbo. Volevo dire che è ormai un po’ che vedo in Marino l’unica scelta possibile di tutti gli elettori che non ne possono più di signori delle tessere e delle seggiole, di vecchi attrezzi della politica e di dibattiti incentrati sulla politica fine a se stessa e sulle alleanze. Vogliamo un rinnovamento vero? la persona che può portarlo c’è. Io personalmente al di là dei calcoli opportunistico-elettorali basati sul peso politico etc etc lo voterei anche se volesse dire perdere un pezzo. Ripartirei con un partito magari meno forte ma più incentrato sui problemi veri e sulla realtà, con idee vere e non proclami poetici. Il consenso arriverebbe di conseguenza col tempo. Non succederà mai, ma è bello sognare.

  14. Grazie per questo stupendo articolo.

  15. La religione, se vissuta seriamente e consapevolmente, non è semplicemente e banalmente una ideologia, specie quella cristiana. Non si può agire, decidere, scegliere togliendosela di dosso come di un vestito. Fa parte della tua carne. E’ questo che il laico (cosiddetto) non comprende, specie quando differente dal proprio pensiero. Insomma è libero chi la pensa come me! Dubito che un partito che non accetta profondamente la libertà di pensiero se diverso lo possa essere veramente, laico. A parole è molto facile definirsi a favore della laicità, il difficile è viverla quando crea problemi di questa sorta. Ma lei come mai si riconosce in quella parte?

    Bellissima profonda analisi. Una scoperta …

  16. chi mi illumina?, se ho ben capito quello che è stato bocciato era un provvedimento che prevedeva una aggravante nei casi reati contro le persone qualora queste persone fossero gay??(molto sinteticamente)
    se è così non mi quadra una cosa…io non sono nè razzista nè contro i gay anzi pero’ se queste persone vogliono come è giusto che sia essere in tutto e per tutto uguali agli etero anche perche sono esseri umani prima di ogni altra cosa..perchè un reato contro di loro deve essere piu grave che un reato contro di me per esempio?

  17. Per lo stesso motivo, Sara, per cui il reato di istigazione all’odio è più grave se si esplicita un semtimento antisemita. Ci sono leggi che aggravano i reati di mafia. Ci sono leggi che aggravano i reati associativi connessi al tifo. La società si da delle lrelgole e delle leggi partendo dai probemi che ha: tu hai mai visto – come direbbe Rodotà – una persona che ne insulta un’altra dicendogli : “Brutto eterossesuale?”. Io no.

  18. Complimenti, che acume.

  19. Oltretutto Sara parte da un equivoco di fondo. L’aggravante si sarebbe applicata non in ragione dello status della persona offesa del reato, ma della finalità discriminatoria del reo. Se io aggredissi una coppia omosessuale allo scopo di commettere una rapina, l’aggravante non mi sarebbe stata contestata. Se io li aggredissi in quanto omosessuali, sì.

    Aggiungo all’ottimo articolo di Telese che la Binetti avrebbe dovuto essere cacciata due anni fa, quando da parlamentare di maggioranza e in una situazione di numeri precari in Senato, votò la sfiducia al governo Prodi. Quello fu – politicamente parlando – un punto di non ritorno, un atto con il quale ci si colloca fuori dal partito: in fondo Villari è stato cacciato per molto meno. Il problema non è la Binetti, che è coerente fino in fondo con le sue idee, ma un gruppo dirigente che due mesi dopo l’ha ricandidata nelle liste del PD alle elezioni politiche. Pazzesco.

  20. luca prima di tutto grazie pre la risposta,
    cioè nella teoria capisco quello che dite nella pratica un reato è un reato e in italia sarebbe sufficiente che chi danneggia un altro paghi!!…
    io credo che i veri deboli..le vere minoranze da difendere sono “gli onesti” e i bambini
    gli omosessuali ormai sono tantissimi senza poi contare i bisex non credo che siano poi una minoranza e non mi fanno pena onestamente, spesso ho visto omosessuali ostentare la loro diversità ed essere davvero sgradevoli…a parte che mi darebbe fastidio vedere anche due etero che si slinguano in piazza…poi..c’è un altro discorso da fare…
    un conto è la tutela dei diritti di queste persone che sono daccordo debbano essere come tutti quindi con la possibilita di sposarsi ecc..però io ho sentito piu spesso dire (scusa la volgarità) dalle mie parti “terrone di merda!”..piuttosto che offese ai gay..allora anche i meridionali devono pretendere l’aggravante?
    allora la voglio anche io in quanto non sono una strafiga anoressica e magari mi prendo della “culona!”

  21. Complimenti per l’articolo, ma anche per l’editoriale sul Fatto di oggi (“Cacciate la Binetti”). Non mi sembra che ci sia altra soluzione possibile. Anche se sarebbe molto più lunga la lista degli epurandi per fare del PD un partito presentabile. Vogliamo parlare di Bassolino tanto per fare un nome? Che è pure nel comitati dei saggi del partito. Come direbbe la Binetti, che Dio ce ne scampi e liberi…

  22. Grazie per il tuo articolo, che mi è piaciuto molto, e che – almeno ai miei occhi – mette in luce dopo mesi una delle più potenti cause della tensione autodistruttiva del PD.
    Per spiegarmi, provo a dare risposta alla domanda che tutti si stanno facendo in questi giorni: perché la Binetti non va da qualche altra parte?
    Risposta: perché il PD rappresenta ad oggi, in Italia, l’unico luogo politico dove possa trovare una credibile sintesi la convergenza dei valori sociali di uguaglianza, tolleranza e solidarietà che la miglior tradizione politica cattolico-popolare e socialista-comunista propongono da sempre.
    Da cattolico, per intenderci, trovo ben poco di condivisibile nelle scelte politiche dei “cattolicissimi” (almeno, è così che si definiscono) PdL, Lega e UdC. Mai sentito parlare di sepolcri imbiancati?
    Il PD è quindi “l’unica speranza”, come lo aveva definito Prodi alcuni mesi fa. Però il PD vive anche una profonda difficoltà nella propria definizione identitaria, perché su un altro livello di valori – quelli etici – i due fronti interni principali difficilmente potranno trovare una sintesi condivisa.
    Come fare? Rinunciare? (vi prego, no…). Forse, sarebbe più utile un altro atto di coraggio, oltre ad espellere al volo la Binetti: ammettere questa dicotomia ed avviare uno schietto dibattito interno, magari anche feroce, ma profondo e libero. Ed arrivare – perché no? – ad una soluzione federativa, dove siano ben definite e distinte le aree decisionali ove lasciare libertà di coscienza, e quelle nelle quali pretendere invece una stretta osservanza delle posizioni collegiali.
    Se questi pesi “invisibili” continueranno sistematicamente ad essere rimossi, porteranno a breve ad una spaccatura che si rifletterà drammaticamente sul futuro del nostro paese.In effetti, lo stanno facendo già da un po’.

  23. Penso che i dirigenti del PD dovrebbero avere il coraggio qualora non se ne vadano di loro spontanea volontà di espellere dal partito questi chiamiamoli così cattolici integralisti quali Paola Minetti, Dorina Bianchi, Francesco Rutelli che ricordo tra l’altro era radicale all’inizio della sua cariera politica, ma evidentemente diciamo così ragioni di “convenienza e opportunità” l’hanno indotto a fare altre scelte, tant’è che è diventato sindaco di Roma, ha fondato il partito della Margherita, ecc. ecc., il resto è storia recente.
    Mi pare che quando Veltroni & C. hanno iniziato quest’avventura col Partito Democratico avessero idea di unire persone aventi provenienze differenti, dalla DC, dagli ex partiti di centro e dai partiti di sinistra, persone quindi di formazione culturale e religiosa diversa, cattolici e laici, ma era chiaro tuttavia il progetto di costruire uno Stato laico e moderno, finalmente libero dai dettami e dai condizionamenti delle autorità religiose, del Vaticano, che dal dopoguerra ad oggi hanno influenzato la vita politica italiana, frenando ogni tentativo di rinnovamento civile e sociale.
    Troppo spesso sui cosiddetti temi di coscienza il gruppo di Rutelli ha assunto posizioni conservatrici ed inconciliabili con una cultura laica, facendo da cassa di risonanza ai Razinger, ai Ruini, ai Bagnasco, ai Bertone, vedi in materia di procreazione assistita, di testamento biologico, sulle unioni di fatto ed anche ieri per la legge sull’omofobia.
    Occorre una scelta netta, vadano con l’UDC di CAsini colquale tra l’altro mi sembrano simili culturalmente,o diano vita ad un’altra formazione, insomma facciano come credano, ma il PD deve iniziare un nuovo corso, chiunque sia il nuovo segretario, anche a costo di perdere parte dell’eletorato dei cattolici più intransigenti, ma ciò è inevitabile altrimenti rimarrà su posizioni troppo ambigue e finirà per scontentare un po’ tutti, e alla lunga il progetto sarà destinato a fallire.
    P. S: Luca per favore puoi dire a coloro che se ne occupano di eliminare il codice di verifica sul blog dell’Antefatto e su quello di Voglio Scendere, il computer mi fa casino, non riesco ad inviare i post e a partecipare alle interessanti discussioni che si generano a commento dei vari articoli. Volevo fare i complimenti alla brava Sandra Amurri per la bella intervista ad Agnese Borsellino e dire la mia sull’argomento, a Marco che quando ci si mette di impegno è veramente ineguagliabile, a snocciolare articoli di grande sapienza giornalistica e rigore morale e giuridico, oltre che di fine ed irresistibile humour, ma non c’è stato verso. Se possono fare qualcosa, te ne sarei davvero grato.

  24. Parte del Pd si è espulso dal terreno laico, quando assembli un partito a tavolino, leggero ed elettoralistico, dove vuoi andare ?
    Un conto è avere pluralità di opinioni e proposte per poi trovare un’asse comune, un conto è avere delle individiualità al massimo mediatiche.
    La sig. Binetti probabilmente risponde solo alla sua dimensione religiosa, cristalemi di fede,rispettabili ma incistati in un assoluto ideologico.
    Il problema è a monte e non a valle, le espulsioni rimuovano solo il problema o ci si ci illude di buttarle fuori dalla porta.
    Personalmente ho vissuto l’epoca delle radiazioni dal PCI con il gruppo del Manifesto. Abbiamo perso entrambi.Ma i problemi sono rimasti irrisolti.

  25. se si fa un matrimonio, d’amore o d’interesse, cmq bisogna trovare un punto d’incontro… invece ormai i cattolici nel PD sono degli ‘usa e getta’, da intruppare nei ranghi quando servono ma da insultare o cacciare quando si discostano dal pensiero unico… che poi a me sta santità del pensiero laico non mi convince proprio… chi decide cosa è confessionale – e quindi automaticamente privo di diritto di cittadinanza – e cosa è universale? purtroppo nel linguaggio della politica si tende a far passare l’equazione laico=imparziale, il che non è affatto vero… anche tra i laici ci sono problemi mi pare (vedi le n-mila scissioni sempre a sinistra…)

    credo che il vero problema sia stata la totale mancanza di professionalità e di rigore di Paola Concia, nello scrivere malissimo una ‘propostina’ di tre righe buttate lì alla bell’e meglio, che hanno lasciato il fianco completamente scoperto a cavilli e dubbi interpretativi. Purtroppo il pressapochismo e il fancazzismo è il vero grosso problema che c’è tra i politici a sinistra: a far casino in piazza, a far “teatro in strada” per finire sui media e sollevare movimenti d’opinioni son capaci tutti; quando si tratta di essere conseguenti e scrivere proposte di legge solide, coerenti, e che sappiano ‘pararsi il culo’ almeno dagli attacchi più banali, come quello dell’altro ieri, ecco… mi cadono le braccia… credo sia un problema quasi antropologico, legato ai meccanismi di “reclutamento” e “progressione” all’interno dei partiti e dei movimenti della sinistra

  26. La Binetti puo’ dare lezioni di laicita’, altro che sfregi. Infatti qualche liberale vero se n’è accorto:
    http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1586

  27. rispondo a Mario. Le critiche alla Concia sono ingenerose: il testo da lei proposto era totalmente diverso da quello poi approdato in Aula. Da relatrice ha accettato (obtorto collo) le modifiche richieste dal centrodestra, che si opponeva all’inserimento di un’autonoma fattispecie di reato quali quelle previste dalla legge Mancino ed ha insistito per la trasformazione in aggravante.
    Detto questo, dal Parlamento escono regolarmente testi tecnicamente ben peggiori di quello affossato l’altro ieri. Inutile nascondersi dietro i cavilli: in questa legislatura *qualunque* testo teso a punire le discriminazioni omofobiche ha zero chances di passare.

  28. Molto ben scritto e di questi tempi con la stampa che ci ritroviamo non è affatto poco!
    Analisi “politica” acuta, che in parte condivido, in parte no ma questo è secondario
    Grande finezza introspettiva
    SI, mille volte meglio la Binetti! dei Cicciobelli Rutelli!

    Però ci sono cattolici, tanti, capaci di laicità che possono ben convivere con una sinistra socialdemocratica capace di rispettare chi crede.

    Saluti da un’agnostica spirituale

  29. la Binetti è cattolica strutturale e può sempre pentirsi o vedere la luce della laicità….

  30. Diceva Antonio Padellaro, rispondendoti in prima sul Fatto che il PD, più che la Binetti, deve espiare!
    Ma quante cose deve ancora espiare il PD? Perchè a forza di espiare si rischia di scomparire.
    Dalla caduta del muro in poi è stata tutta una espiazione che ha portato a perdere ogni identità genetica fino ad arrivare alla triste condizione di oggi dove due anime politiche graffiate dalla storia cercano ancora di darsi una linea comune.
    Intanto gli elettori non gradiscono la macedonia e nemmeno i commensali che siedono alla tavola imbandita del PD. La Binetti, in fondo, è solo la punta di un iceberg che cerca di emergere ma sotto c’è un magma silenzioso che certo non espia, anzi, espatria in altri lidi.
    Ciaoooooo Luca
    FraTor
    P.S. Complimenti per l’articolo: incisivo ed efficace!

  31. Ok, d’accordo il PD dovrebbe espiare. Ma scartandone uno, poi l’altro, poi l’altro ancora, alla fine chi rimane? C’è ne è uno soltanto che ispira fiducia? Mah… Un partito che due volte al governo non ha saputo fare uno straccio di legge contro il conflitto di interessi (pur essendo stato votato principalmente per quello), che non è riuscito a cacciare Bassolino a pedate nel sedere, che ha avuto l’ardire di presentarsi alle elezioni col volto ebete (e il programma ancora più demenziale) di Veltroni per rimediare una sconfitta cocente e scontata, in cui l’impresentabile D’Alema è ancora onnipresente a ordire trame e inciuci, merita di vincere le prossime elezioni e di guidare il Paese? Secondo me no, più che espiare deve sparire.

  32. Grande scioltezza argomentativa accanto ad un’anedottica efficace e coinvolgente. Caro Telese, quando raggiungerai la stessa autorevolezza che hai nella scrittura anche nella conduzione televisiva (mai fare la vittima con i Vespa e i Ferrara. Al quale, per esempio, potevi ricordare nell’ordine: la Gruber fa più ascolti, la disastrosa direzione di Panorama, e il più grosso fallimento della sua vita dal quale ancora non si è ripreso. E’ un altro uomo e un altro giornalista dalla penosissima sconfitta elettorale. E in più potevi farlo accomodare fuori dalla trasmissione come lui stesso aveva chiesto) diventerai il più completo giornalista italiano. Tiè, beccati questa.

  33. Non entro nel merito della questione, non mi interessa. Ma, per cortesia, usate le parole per il loro etimo e senso. La signora Binetti è laica. Laico significa non consacrato, non appartenente alla gerarchia del clero. I milioni di credenti che ci sono in Italia sono dei LAICI. Smettiamola di fare gli ipocriti, e di scrivere LAICO quando in realtà vogliamo dire ATEO. Non c’è nulla di male ad essere atei. Io sono ateo. Ma anche chi è credente non consacrato è un laico. Smettiamola di prenderci per il culo. Smettiamo di voler affibbiare l’etichetta di clericale a chi semplicemente prova ad usare la propria testa.
    Io sono ateo e sono contro l’aborto perchè RAZIONALMENTE concepisco l’aborto come un male. Non sono clericale. Sono laico. E se la mia idea coincide con quella della Chiesa questo non fa di me un clericale. Non tutti quelli che hanno idee diverse da quelle che voi definite “laiche” (quando in realtà andrebbero definite “atee”) devono essere inseriti tra i clericali. La contrapposizione tra clericali e presunti depositari della laicità è una contrapposizione faziosa e di comodo. Si può essere contrari ai principi che voi definite “laici” pur senza essere credenti ma, come ho già detto, laici e razionali.

    Questo, gentile Telese, vale anche per lei. Ci sono moltissime persone le quali sono atee ma rifiutano i principi di quella che voi chiamate laicità. Smettetela di far finta di non accorgervi dell’esistenza di queste persone. E smettetela di bollarle come clericali.

    Grazie

  34. Per quanto riguarda la querelle circa la necessità di espellere la signora Binetti, vedo che la lezione del compagno Stalin è ancora viva.
    Complimenti. Per fortuna che poi è il Pdl ad essere in difetto di democrazia interna. Complimenti davvero.

  35. Sparare sul PD è come sparare sulla croce rossa.
    Lì dovrebbero chiedersi quanti voti porti o faccia perdere la sig. Binetti.
    hanno costruito un giocattolo senza corda,dove i programmi sono questioni personali o peggio.
    Cosa espelli se non hai regole non dico da vecchio centralismo democratico ma nemmeno ma da condominio normale.
    La Binetti fa parte di questo stagno costruito tra due consigli di amministrazione.
    Si può dire tutto e il contrario di tutto. E allora cosa pretendi…..

  36. Evocare Stalin mi sembra un bischerata cosmica. Secondo te, se il manager della Fiat dice che la Bravo è un bidone e che la Golf è bellissima, lo tengono? Direi proprio di no.

  37. Chiedo perdono per aver evocato il vecchio Giuseppe.
    Ma stiamo parlando di un partito o di una fabbrica? Ovvio che il manager Fiat non può dire che la Bravo è un bidone!
    Ma un partito non deve vendere un prodotto. Deve produrre dibattito interno e accettare anche chi non si allinea. Non si risolvono le cose allontanando le persone. Cristo, Telese, ma nemmeno Berlusconi è mai arrivato a tanto.

    Seconda cosa: smettetela di confondere ATEO con LAICO. La signora Binetti è laica e portatrice di una visione certamente confessionale ma che, guarda un pò, è condivisa anche da molti che non sono credenti. Te lo sei mai chiesto il perchè? Ti sei mai chiesto come mai vi sia questo punto di contatto tra credenti e non credenti? Non è per caso vi è un terreno comune, laicissimo e razionale, che accomuna credenti e non in virtù del fatto che vi si può accedere non tramite la fede, ma esclusivamente tramite l’uso del cervello? Ripeto, non una posizione confessionale, ma semplicemente razionale? Non credi che sia laicità anche questa?

  38. Per esempio, non credi che sia assolutamente laico dire che non esistono “diritti degli omosessuali”? Non prendermi per omofobo. Però se uno ci pensa, come si fa a dire che esistono dei diritti che trovano il proprio fondamento in un orientamento sessuale? Cioè a dire: può essere l’omosessualità una condizione dalla quale si origina una serie di diritti ad uso esclusivo di chi è, per l’appunto, omosessuale? Secondo te ha un senso dire questo? Non credi che gli omosessuali siano portatori di diritti non in quanto omosessuali, ma in quanto CITTADINI, e che quindi in quanto CITTADINI (omo o eterosessuali poco importa) abbiano il diritto di esercitarli? Perchè se esitessero “diritti degli omosessuali” dovrebbero poi esistere dei “diritti degli eterosessuali”. E si tratterebbe di due corpi di diritti ben diversi tra loro, visto che a fondamento avrebbero due orientamenti sessuali ben diversi. Capisci bene che questo non ha senso.

    E quindi anche una aggravante omofobica non ha senso. Avrebbe più senso una aggravante circa l’orientamento sessuale in modo più generico. In questo modo, chiunque picchi un’altra persona a causa di un orientamento sessuale verrebbe punita.

    Le leggi sono sempre delle norme generali e astratte, che non contemplano il singolo caso (in questo caso l’omosessualità). Avrebbe avuto più senso proporre una legge che inasprisse le pene per i reati che contengano l’aggravante del reato commesso per cause di orientamento sessuale, QUALUNQUE ESSO SIA.

    Bastava un pò di intelligenza.

    Tu mi dirai: ma si è mai vista una persona che ne insulta un’altra dicendogli : “Brutto eterossesuale?”.
    Una che insulta no. Un paio che picchiano sì. Ma anche ipotizzando che tutti gli omosessuali di tutta Italia siano persone pacifiche che non ammazzerebbero una mosca, occore sempre tenere presente che, come dicevo, le leggi sono norme generali astratte. Una legge che si occupasse esclusivamente di reati contro omosessuali anzichè di reati in generale commessi a causa di un orientamento sessuale non sarebbe più generale ma particolare, e quindi discriminatoria.

    Ti sembra un discorso confessionale, questo?

  39. Telese sei un mediocre, ti ho ascoltato diverse volte su radio24 fai solo ridere, il tuo filocomunismo è patetico come del resto sei te. Spero tanto che non condurrai piu’ la Zanzara, perlomeno Cruciani è piu’ intelligente anche se è un filoradicale. Snch’io sono contento che la Binetti se ne è andata dal PD è un partito allo sbando, poi è anche filogay il peggio del peggio, il gay è uno normale? si e te un premio nobel

  40. Così come l’istruzione, la sanità e i servizi pubblici sono in comune, devono esserlo anche le leggi. Una legge per Gay è l’ammissione di un fiasco per chi da decenni tenta di integrare a colpi di buon senso questa “categoria” all’interno della società. La violenza è sempre sbagliata, e ovviamente se si tratta di odio contro un certo tipo di persona, si può perfino dire che sia più grave. Ma allora mi aspetto normative contro i pestaggi dei secchioni a scuola e dei ciccioni o che so io. Io sono abituato a vivere lasciando in pace gli altri, immaginando me stesso come parte di un tutto. Non sono speciale, e non lo sarei neanche se fossi gay.

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